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Autore: bloodywimey    01/11/2015    2 recensioni
|Newtmas AU| OOC|
dal testo:"Sai una cosa Tommy?" Newt guardò a lungo il bruno come se non volesse mai lasciare quei bellissimi occhi marroni, "tu mi hai riportato in vita." Thomas sorrise e lo avvicinò a sè in un bacio e, in quel momento, Newt non poteva essere più felice di essere "diverso".
In sintesi la vita di Newt e Thomas nella società di oggi che disprezza gli omosessuali e vive di pregiudizi.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Silenzio.
Il più pauroso modo di esprimersi. Può nascondersi di tutto dietro al silenzio: verità, bugia. un'intera persona.
Thomas era in una landa desolata, silenziosa; ma anche il suo telefono con la chiamata verso Newt era silenzioso e, questo lo preoccupava tantissimo.
Si sentiva come quando chiami l'ambulanza in giorno festivo e nessuno ti risponde anche se è questione di vita o di morte.
Erano solo due giorni che non vedeva Newt, ma già si sentiva come se avesse venduto l'anima.
Newt era parte di lui, una parte che gli era stata tolta.
Nonostante fosse nel bosco, dove il biondino si rifugiava sempre, lui non c'era. E Thomas aveva paura.
Provò a chiamare altre volte il ragazzo, ma la cornetta rimaneva sempre vuota, silenziosa.
Perchè non risponde' Non gli importa niente di me?

"Credi che a qualcuno possa piacere una merda come te? Guardati! Non sei niente, niente di niente."
"A scuola vieni sospeso, negli sport fai schifo e adesso sei pure frocio."
"Prendi ciò che meriti."


Suo padre aveva ragione.
Thomas prende ciò che merita.
Ovvero niente.
Finalmente la voce di Newt si sentì dall'altra parte della cornetta e , nonostante le lacrime che Thomas aveva versato, stava sorridendo come un ebete.

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(Newt POV)

-"Chi sono i veri mostri?"
"Non so chi siano i veri mostri, ma so che chi è consapevole di esserlo, non lo è mai veramente."-


"Tutti saranno felici se io sparisco."
Newt si pentiva delle sue parole, sembravano così vuote. Avrebbe voluto dire molte più cose alla persona che ama.
Ma il biondo non era mai stato un ragazzo da molte parole.
Come diceva sua madre, Newt usava le parole solo per cercare di sembrare gentile con le persone, il resto delle volte stava zitto.
Il primo ad aver avuto il piacere di sentire delle parole di Newt era stato Alby. E non era finita bene.
Perfino con Minho non parlava molto, in effetti era sempre il coreano a parlare, ma al biondo andava bene così.
Con Thomas era stato tutto diverso. C'era stata subito una connessione.
Se il biondo ci pensava, con lui aveva usato più parole che in tutta la sua vita.
Quanto gli mancava. Faceva più male delle sue nocche congelate.
Un suono forte spezzò il fantastico silenzio che si era formato attorno a Newt e quest'ultimo quasi sbattè la testa contro il tetto di quella catapecchia, per lo spavento. Quando vide che il mittente di quella chiamata era Thomas si sentì sprofondare in un mare di sensi di colpa.
Gli aveva promesso di sparire, non poteva rispondere.
Non poteva non mantenere la promessa che aveva fatto a Thomas e a se stesso.
Non rispose.
La chiamata fu susseguita da altre chiamate e ognuna faceva cadere altre lacrime dagli occhi neri del biondo.
Iniziò a pensare che Thomas doveva essere preoccupato di questo suo silenzio e che pensasse di non essere amato. Questo non poteva lasciarlo accadere.
Alla sesta o settima chiamata decise di rispondere.
Dall'altra parte della cornetta potè sentire Thomas respirare affannosamente e con la voce spaccata lo sentì parlare per la prima volta da due giorni.
"Newt."
Dio, gli era mancato troppo sentire la sua voce.
"Tommy" iniziò a piangere più forte e sentì che anche Thomas stava piangendo.
"Dove sei Newt? Ti prego dimmi dove sei, vengo subito da te."
A quelle parole il sorriso di Newt sparì dalle sue labbra e rimpianse subito di aver iniziato quella conversazione.
"Thomas, non posso. Non possiamo più vederci. Io ti farò star male. Starai meglio senza di me"
"Newt, cosa stai dicendo?" il tono del bruno si fece più spaventato. "non pensarlo neanche. Dimmi dove sei, ti prego."
"No, Tommy. Io non posso farlo. Stai lontano da me. "
"Ti prego, Newt. Metteremo le cose a posto. Ho già trovato un modo."
"E come? Finchè starai con me sarai sempre in pericolo. Io sono un mostro."
"No, non lo sei. Tua madre è un mostro, mia madre e mio padre lo sono. Tu no."
Newt rimase in silenzio.
"Okay, Tommy. Se sei all'inizio del bosco devi andare verso sud. Poi vedi una casetta di legno sulla sinistra. Io sono qui."
"Arrivo subito, Newt."
Il biondo chiuse la chiamata e strinse le ginocchia al petto, come quando era piccolo.
Odiava quella posizione, lo faceva sentire debole e sentirsi in quel modo era l'ultima cosa che gli serviva in quel momento.
Il freddo iniziava a farsi sentire sempre di più.
Newt tremava e non sentiva varie parti del corpo.
Iniziò a credere che Thomas non l'avrebbe mai trovato, ma proprio in quel momento sentì dei passi. Vicini, molto vicini.
"Newt! Oh mio dio!" Thomas fece capolino dalla parete destra della casetta e strinse Newt in un caloroso abbraccio.
Restarono per un po' di minuti così, stretti l'uno all'altro in una perfetta combinazione, due corpi che separati erano una devastazione ma uniti erano invincibili.
Tutta la tristezza, l'insicurezza, tutte le ferite che avevano, sparirono; soffiate via dal vento insieme alle foglie degli alberi.
Thomas si allontanò, ma non troppo, in modo da poter continuare l'abbraccio.
"Scusa il ritardo." Thomas rise, anche se aveva le lacrime agli occhi e Newt ricambiò la risata che divenne l'unico suono nella spaventosa foresta.
"Newt, non me ne frega niente di cosa pensa mia madre, di quante botte potrà darmi mio padre. Io ti amo, questo non cambierà mai. L'ho sempre fatto da quando ti ho visto e non basterà così poco per farmi smettere. Anche se tu credi che starò meglio senza di te, ti sbagli. Io morirei senza di te, hai capito? Non pensare mai più una cosa del genere."
Thomas lo aveva guardato dritto negli occhi quando aveva detto quelle parole e il biondo aveva potuto sentire tutto l'amore, la preoccupazione che il suo ragazzo provava per lui.
Quasi non ci credeva, era davvero la prima persona che lo aveva amato così tanto, dopo Sonya.
"S-scusami." Newt scoppiò a piangere e lo strinse molto più forte di prima.
Dopo altre lacrime e altro dolore, finalmente si guardarono e con tutto l'amore che provavano l'uno per l'altro, si baciarono.
Era un bacio dolce, pieno di sentimenti.
Si separarono lentamente, godendosi il sapore delle oro labbra unite.
"Newt, potremo andarcene, io e te. Lontani dai nostri genitori e da questa città."
"Dove, Tommy? Non siamo ancora maggiorenni. Non abbiamo un posto dove andare."
Thomas mise la mano nella tasca della sua felpa e tirò fuori un gruzzolo di soldi. Tanti soldi.
"Ho preso questi soldi dalla cassaforte di mio padre, potremo comprare una villa fuori città. Potremo andare lì a vivere."
"Tommy.. e se ci trovassero? Cosa dirò a Sonya?"
"Le dirai la verità, merita di sapere. Potrebbe anche aiutarci dato che è maggiorenne. Pensaci Newt. Potrai dire addio a questo posto di merda dove siamo bloccati." Thomas aveva lo sguardo fisso su Newt, aspettava solo un sì.
"Va bene, Tommy. Ma chiediamo aiuto a Sonya, non voglio fare cazzate."
Lasciarono la casetta e mano nella mano uscirono da quella foresta, per sempre.

-"Chi sono i veri mostri?"
"Tutti coloro che non pensano di esserlo."-


*
"Una casa? Wow! Siete passati dal bacino sulla guancia alla convivenza! Il mio fratellino ha fatto colpo!"
Newt non aveva ancora capito se Sonya fosse stupida o se non avesse capito cosa stavano per fare. ù
"Sonya, si tratta di una grande svolta lo sai? Sia il biondino che Thomas stavano fissando la ragazza a bocca aperta mentre lei si complimentava con loro, abbracciandoli.
"Certo che lo so. Newt, era ora che ti decidessi ad andartene da questa città. Qua non troverai mai la felicità. Ora hai trovato Thomas, approfittane e trova la felicità con lui. Non vi preoccupate per i documenti e per la casa , a quelli ci pensa l'adulta!"
I due ragazzi si guardarono stupiti e divertiti, ma soprattutto felici che tutto quello stesse succedendo.
Iniziarono a preparare borsoni di tutti i tipi, portando ogni cosa che gli sembrava utile. Thomas prendeva gli oggetti da bagno e da cucina, mentre Newt si preoccupava dei vestiti da portare.
Sonya nel frattempo iniziava a chiamare tutte le agenzie possibili per trovare una casa il più lontano possibile da Saltaire, ma non troppo in modo che Sonya potesse venirli a trovare ogni volta che volesse.
A fine giornata la casa era un completo disastro e borse e scatoloni riempivano l'entrata.
I tre ragazzi erano seduti sul pavimento a mangiare, il tavolo erano pieno di pentole e impossibile da usare.
Sembravano stravolti ma contenti del lavoro fatto.
Andarono a dormire presto, in quanto il giorno dopo gli sarebbe toccato il giro per le varie case a loro disposizione.
Thomas e Newt erano coricati sul letto a fissare il soffitto.
"Newt, come vorresti che fosse casa nostra?"
"Sempice ma perfetta. Come noi due."
"Come sei romantico."
Entrambi risero e Newt si sentì davvero felice, dopo tanto tempo.
Entrambi si girarono in modo da potersi guardare.
"Sai una cosa Tommy? Newt fissò a lungo il bruno come se non volesse mai lasciare quei bellissimi occhi marroni, "tu mi hai riportato in vita." Thomas sorrise e lo avvicinò a sè in un bacio e, in quel momento, Newt non poteva essere più felice di essere "diverso".

*
La luce del sole non era mai stata così luminosa e Newt quasi pensò che il tempo atmosferico andasse in pari al suo umore.
Erano le 10:00 di mattina e a casa di Sonya sembrava che fosse scoppiata una tempesta.
Tutti correvano da una parte all'altra delle stanze, preparandosi e cercando di mangiare qualcosa per colazione.
Ovviamente erano in ritardo e cinque minuti dopo erano in macchina: faccie assonnate, pancia vuota e poca voglia di ascoltare qualsiasi venditore.
Newt, stranamente, era l'unico con un grande sorriso stampato in faccia, era la prima volta che faceva qualcosa per sè nella vita. Thomas sorrideva di rimando, felice di vedere il suo ragazzo così eccitato della loro futura vita insieme.
Erano più o meno le tre di pomeriggio quando videro l'ultima casa: si trattava di una villetta a schiera, color panna, moderna ma allo stesso tempo antica.
Thomas capì dallo sguardo del biondino che quella era la prescelta e in effetti era la più bella fra tutte quelle che avevano visto.
L'interno era enorme e le pareti erano vivaci. Era una casa molto accogliente.
Era semplice ma perfetta, come loro.
"E' questa, Tommy. E' perfetta."
"Si lo è."
Si guardarono felici e girarono per vari minuti in quella che sarebbe stata casa loro.
Sonya nel frattempo firmava i vari documenti per l'acquisto della casa.

VENDUTA.

*
Erano passate due settimane e finalmente la casa era completa.
I soldi che Thomas aveva preso dal padre erano avanzati e li avevano tenuti da parte per le varie spese.
Entrambi i ragazzi stavano cercando un lavoro, anche solo a tempo determinato.
Thomas aveva trovato un posto da barista nel pomeriggio e, per ora, bastava ad andare avanti.
Sonya aiutava molto i due ragazzi nelle spese, dato il suo alto stipendio.
La casa era rimasta perfetta. Anche il quartiere era bellissimo, tutti i vicini erano stati molto gentili e una signora si era persino offerta di fargli i lavori di casa nel weekend.
Era una domenica mattina e Newt e Thomas erano ancora nel letto, nonostante fosse l'una passata.
"Newt." Thomas aveva iniziato ad accarezzargli la schiena e a fare versi che volevano dire "alzati".
"Mmh. Lasciami dormire."
"Newt, è pomeriggio. Non vedi com'è alto il sole?" i movimenti della mano di Thomas continuavano e Newt era quasi pronto ad arrendersi.
"Lascia stare il sole e dormi." il biondino fece per allontanarsi ma Thomas lo strinse dalla vita e lo avvicinò a sè.
"Tommy, lasciami!"
"No, non ti lascerò mai!"
Newt provò a staccarsi dal ragazzo, senza riuscirci, non che avesse usato molta forza.
Si girò verso il bruno e lo fissò, gli occhi dell'altro chiusi in beatitudine.
"Ti piace cosa vedi?" il bruno rise di gusto alla vista del rossore sulle guancie di Newt, prima di baciarlo.
"Sono così felice della nostra nuova vita."
"Anche io"
Rimasero così per tutta la giornata, consapevoli che d'ora in avanti nessuno avrebbe potuto separarli.







A/N: note dell'autrice:
Saalve,
mi scuso subito per questa schifezza che dovrebbe essere l'ultimo capitolo.
Ci ho provato, spero vi piaccia. In ogni caso, questa è la fine. Il prossimo capitolo sarà l'epilogo.
Ringrazio tutti coloro che l'hanno letta, messa tra i preferiti, recensita.
So che non è un granchè, quindi grazie.
Un saluto a tutte le Culopesche senza le quali questa storia non esisterebbe.
Baci,

Dalia
   
 
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