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Autore: Neko    22/02/2009    3 recensioni
“Tuo figlio è vivo! La tua compagna ha dato alla luce il bimbo ancor prima di rimanere vittima della tragedia accaduta 12 anni fa!” --Naruto's father rivista e corretta--
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
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CAPITOLO 1:

Ciaooo! Sono tornata. Alcuni di voi troveranno in questa ff qualcosa di familiare. Bhè in passato l’avevo già pubblicata, solo che non piacendomi come l’avevo scritta, ho preferito riscriverla sotto il punto di vista di Kakashi. Spero vi piaccia…buona lettura ^^

 

CAPITOLO 1: questione di vita o di morte.

 

Quando decisi di intraprendere la carriera di ninja, non pensavo che un giorno sarei finito a fare da babysitter a tre neo ninja, rumorosi come i miei allievi. I loro nomi erano Naruto, Sakura e Sasuke.

Naruto era quello che mi dava maggiormente da fare. Era sempre pieno di energia e non stava mai un attimo fermo. Il suo lato positivo consisteva nel riuscire a farsi accettare da tutti…da tutti coloro che non sapevano cosa c’era dentro di lui.

Il demone dalle nove code, colui che 12 anni prima aveva portato morte e distruzione a Konoha, ma ormai anche all’interno del villaggio non ci facevano tanto più caso.

Sakura era una ragazza che pensava molto al suo aspetto fisico, soprattutto per farsi vedere da Sasuke. Con Naruto inizialmente non andava molto d’accordo, ma poi col passare del tempo sono diventati ottimi amici.

Infine Sasuke, colui che consideravo il mio pupillo. Eravamo simili sotto un certo aspetto. Entrambi possedevamo lo sharingan, chi per eredità, chi per acquisizione. Sta di fatto che spesso mi concentravo su di lui, facendo passare gli altri in secondo piano. Ma da li a poco tempo, qualcos’altro avrebbe avuto la priorità, facendomi capire quanto un mio allievo potesse diventare importante nella mia vita.

Io e la mia squadra di genin, il team numero 7, una mattina di primavera fummo convocati dal 5° hokage, la quale ci commissionò una nuova missione.

Naruto non fu molto contento. Si trattava di una missione di basso livello che consisteva nel recuperare del materiale inviato a Konoha da un villaggio non molto lontano da noi. Sembrava una bazzecola a prima vista, ma chi poteva immaginare che una missione del genere potesse trasformarsi in una questione di vita o di morte?

Eravamo quasi rientrati al villaggio. Mancava circa metà strada quando davanti a noi comparvero Itachi Uchiha e Kisame. Due membri dell’organizzazione più temuta qui in zona.

Sapevo cosa volevano. La forza portante della volpe a nove code. In poche parole…Naruto.

Istintivamente mi misi davanti ai miei allievi per proteggerli. Avrei fatto di tutto perché non accadesse loro del male. Il mio motto? “Non lascio morire i miei compagni” e dovevo ammetterlo, per quanto fossero ancora inesperti nel mondo ninja, i miei ragazzi avevano dimostrato di aver  grande coraggio di fronte a un avversario così insidioso.

Itachi Uchiha era quello che mi preoccupava di più. Anche lui possedeva lo sharingan. Poteva rivelarmi brutte sorprese, inoltre era anche il tanto odiato fratello di Sasuke. Potete immaginare la fatica che feci per tenere fermo il mio allievo, assetato di vendetta e pieno di odio nei confronti del fratello maggiore.

Purtroppo non riuscii a sventare l’attacco e nel giro di poco tempo, dovemmo ingaggiare una lotta senza esclusioni di colpi.

Io mi occupai di Itachi, mentre i ragazzi di Kisame. Dovetti combattere e tenere sotto controllo i miei allievi contemporaneamente e questo mi costò parecchia energia, dovendo più volte intervenire per difenderli.

È vero, ho detto che erano dei ragazzi in gamba, ma Kisame era addirittura fuori dalla mia portata e inoltre aveva un arma davvero insidiosa, capace di ferirti se solo ti sfiorava.

Ormai ero allo stremo delle forze e anche i miei allievi. Sakura era inginocchiata a terra cercando di riprendere un po’ le forze. Naruto era steso a terra per un colpo appena ricevuto, mentre Sasuke cercava di difendere i suoi compagni con le ultime forze che gli rimanevano.

Avrei tanto voluto intervenire di nuovo, ma Itachi mi impediva di muovermi.

Ad un tratto però vidi Naruto alzarsi nuovamente. Le sue ferite si erano rimarginate e sembrava tornato come nuovo. L’unico problema era che aveva dovuto ricorrere al potere della volpe, come capitava ogni volta che si trovava in difficoltà.

Naruto acquisì una forza straordinaria, con la quale riuscì a mettere in difficoltà Kisame, ma il chakra del Kyuubi che lo avvolgeva non costituiva per il ragazzo una barriera protettiva verso gli attacchi nemici. Anzì era vulnerabile come prima, forse anche di più dato che il suo corpo non era ancora in grado di sopportare un utilizzo così grande di chakra.

La battaglia fra la volpe e lo squalo durò diversi minuti, poi quando Itachi cominciò a sentire la stanchezza impossessarsi del suo corpo, a causa dell’utilizzo costante sharingan per fronteggiarmi, i due membri dell’akatsuki decisero di battere in ritirata.

Quando il pericolo per il momento si allontanò, mi accorsi di cosa avesse comportato quella battaglia. Sasuke e Sakura erano feriti, ma erano ancora in grado di reggersi in piedi. Naruto invece era steso a terra, stanco per l’utilizzo di un potere non suo. Solo un secondo più tardi mi accorsi della profonda ferita che aveva nel petto, quando vidi per terra una pozza di sangue allargarsi. Kisame aveva approfittato della perdita del potere del Kyuubi da parte del ragazzo, per colpirlo in un momento in cui non aveva difese.

La situazione era grave. La salvezza di Naruto dipendeva solo dalla mia velocità di rientrare a Konoha.

Mi caricai il ragazzo sulle spalle e andando avanti, lasciai i miei due allievi indietro. Li affidai a Pakkun, un mio fidato cane ninja, che li avrebbe guidati al villaggio.

In quel momento la mia priorità era Naruto.

Dopo un tempo che mi sembrava un’eternità, finalmente giunsi all’ospedale di Konoha. Diedi subito Naruto alle cure dei medici. E io rimasi in attesa di notizie sulle sue condizioni.

Non passò molto che sentì la voce di Tsunade chiamarmi.

Kakashi? Cosa ci fai qui? Cosa ne è della missione?”

“La missione è stata portata a termine, ma abbiamo avuto dei problemi  al ritorno!” dissi abbassando la testa provocando la preoccupazione dell’Hokage.

“Cosa vuoi dire? È successo qualcosa ai ragazzi?” chiese con una punta di paura nella voce.

Stavo per rispondere, ma venni interrotto da un medico che allarmato chiamò Tsunade.

Hokage-sama! Abbiamo un problema. Si tratta di Naruto Uzumaki!”

Tsunade spalancò gli occhi, ma mantenendo il controllo, prese la cartella che il medico le porse sulle condizioni del ragazzo, e la lesse.

“Qual è il problema?”

“Abbiamo finito le scorte di sangue. Il ragazzo ne ha urgente bisogno!”

“Cosa state aspettando? Trovate qualcuno che sia disposto a donargli il suo sangue!” gridò, ma il medico incerto le chiese

“Dove troviamo una persona col suo stesso gruppo sanguigno, in poco tempo?”

“Io mi offro volontario! Bisognerebbe solo accertarsi che il mio gruppo sanguigno corrisponda col suo!” dissi sperando ardentemente di poterlo aiutare. Non mi sarei mai perdonato la perdita di un mio allievo. Se ciò fosse avvenuto, mi sarei ritirato dalla carriera di ninja. Non sarei stato degno del rispetto che tutti mi affidavano.

“Bene, iniziate con lui, io andrò a vedere se trovo altri donatori disponibili nel caso ce ne fosse bisogno!” precisò l’hokage.

Per fortuna procedette  tutto per meglio. Naruto aveva il mio stesso gruppo sanguigno. Poche volte nella mia vita avevo provato una così forte sensazione di sollievo. Almeno potei salvarlo dopo non essere stato in grado di proteggerlo dai suoi inseguitori.

Ero sdraiato nella stessa stanza del ragazzo. Ero stato costretto a rimanere a letto a causa della trasfusione. Avrei anche potuto sentirmi male e tutto il sangue che mi era stato prelevato, avrebbe impiegato un po’ di tempo per  rigenerarsi.

Poche ore dopo Sasuke, Sakura e Pakkun arrivarono a Konoha e il primo posto in cui si diressero fu proprio l’ospedale.

Erano stati informati dall’hokage che tutto si sarebbe sistemato, che Naruto era salvo.

Kakashi-sensei! È permesso?” mi chiese Sakura educatamente entrando nella stanza.

“Sta bene?” mi chiese Sasuke, con la sua aria indifferente, ma dalla voce potei capire che la sua preoccupazione era sincera. Meno male. Cominciavo a pensare che quel ragazzo non fosse umano.

Annuii “Ho avuto giorni migliori, ma me la cavo!”

Naruto?” chiese debolmente Sakura.

“Dorme ancora! E possibile che si risvegli fra qualche giorno!” precisai, anche se conoscendolo, ero dubbioso sul fatto che ci avrebbe messo così tanto tempo per riprendersi.

Sakura si portò una mano al cuore preoccupata.

“Sta tranquilla! Chi lo annienta questa testa quadra!” disse Sasuke

Diversamente da come i dottori avevano detto, Naruto ci impiegò solo un giorno per svegliarsi e appena capito dove si trovava, saltò sul letto e gridò

Aaaah Dov’è Kisame? E Itachi? Dove sono quei criminali che li faccio a fettine!”

Sorrisi.

“Calmati Naruto!”

Nonna-Tsunade! Che ci fa qui?” chiese il ragazzo.

“Che razza di domande,  sono pur sempre un ninja medico no?”

Tsunade controllò le sue condizioni

“Direi che ti sei ripreso in fretta, nonostante ti sia dovuto battere contro i membri dell’akatsuki!”

“Mi sono ripreso del tutto vede? Ouch!” gemette quando si mosse troppo.

Eheh! Avrai una velocità di recupero maggiore degli altri esseri umani, ma non esagerare!” Gli dissi

Kakashi-sensei! Che ci fa nel letto? Hanno abbattuto anche lei?” mi disse Naruto senza intenzione di offendermi.

Abbassai la testa. Sakura gli tirò un pugno sulla testa “baka! Vuoi chiudere il becco?”

“Ahi, Sakura-chan! Si trattano così i malati?” si mise a piagnucolare.

“Così impari! Devi ringraziare solo Kakashi-sensei se sei ancora vivo! Sei arrivato qui in pessime condizione e se lui non ti avesse donato il suo sangue, a quest’ora tu…!” disse trattenendo le lacrime

“EEEEEEH? Che cooooosaaaa?” disse sgranando gli occhi. Sembra così strano che io possa aver compiuto una buona azione?

Ehm…grazie Kakashi- sensei!” disse Naruto visibilmente imbarazzato.

Sorrisi e mi alzai dal letto per andare a scompigliare i capelli “Non devi ringraziarmi. Non smetterò mai di dirlo: non lascio morire i miei compagni!”

Naruto mi sorrise

“Ma uscito da qui ti allenerai il doppio, per poter finalmente sconfiggere quei brutti ceffi una volta per tutte” gli precisai.

“Ricevuto! Sono pronto a iniziare subito!” disse alzandosi dal letto.

“Testa quadra, aspetta almeno di riprenderti del tutto no?” disse Sasuke che fino ad allora era rimasto in disparte e in silenzio.

“Ah Sasuke, ci sei anche tu!”

“Con questo vorresti dire che sono invisibile?”

“Questo è poco ma sicuro!” disse sfottendolo.

“Meglio invisibile che perdente!” controbatté

Due giorni più tardi Naruto fu finalmente libero di lasciare l’ospedale e tutti i componenti del team 7 ripresero gli allenamenti, i quali erano più estenuanti del solito grazie alle diavolerie inventate dal sottoscritto. Di sicuro i miei allievi mi devono aver odiato in quei momenti.

Mi stavano ancora insultando dopo l’ennesimo esercizio faticoso e ridicolo allo stesso tempo, mi divertivo a prenderli in giro quando potevo, quando arrivò Shikamaru.

Mi consegnò il messaggio che l’hokage aveva ordinato di recapitarmi.

“L’hokage vuole vedermi? È successo qualcosa?” chiesi, non aspettandomi una risposta da Shikamaru.

“Vada da Tsunade- sama e lo saprà!” mi disse con aria svogliata. Mi chiedevo come Asuma facesse con quel ragazzo.

“Avanti Naruto, muoviti! L’hokage ha chiesto di poter parlare con noi!”

Naruto sgranò gli occhi “Cosa vuole nonna-Tsunade da noi?”

“Tutto a suo tempo! Lo saprai fra poco!” gli dissi e ci mettemmo a correre verso la residenza dell’hokage,

 

 

Fine primo capitolo…fatemi sapere…RECENSITEEE

Ciao

Neko^^

 

  
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