Ciaooo! Sono tornata. Alcuni di voi troveranno in
questa ff qualcosa di familiare. Bhè
in passato l’avevo già pubblicata, solo che non piacendomi come l’avevo
scritta, ho preferito riscriverla sotto il punto di vista di Kakashi. Spero vi piaccia…buona
lettura ^^
CAPITOLO 1: questione di vita o di morte.
Quando decisi di intraprendere la carriera
di ninja, non pensavo che un giorno sarei finito a fare da babysitter a tre neo
ninja, rumorosi come i miei allievi. I loro nomi erano Naruto,
Sakura e Sasuke.
Naruto era quello che mi dava
maggiormente da fare. Era sempre pieno di energia e non stava mai un attimo
fermo. Il suo lato positivo consisteva nel riuscire a farsi accettare da tutti…da tutti coloro che non sapevano cosa c’era dentro di
lui.
Il demone dalle nove code, colui che 12
anni prima aveva portato morte e distruzione a Konoha,
ma ormai anche all’interno del villaggio non ci facevano tanto più caso.
Sakura era una ragazza che pensava molto
al suo aspetto fisico, soprattutto per farsi vedere da Sasuke.
Con Naruto inizialmente non andava molto d’accordo,
ma poi col passare del tempo sono diventati ottimi amici.
Infine Sasuke,
colui che consideravo il mio pupillo. Eravamo simili sotto un certo aspetto.
Entrambi possedevamo lo sharingan, chi per eredità,
chi per acquisizione. Sta di fatto che spesso mi concentravo su di lui, facendo
passare gli altri in secondo piano. Ma da li a poco tempo, qualcos’altro
avrebbe avuto la priorità, facendomi capire quanto un mio allievo potesse
diventare importante nella mia vita.
Io
e la mia squadra di genin, il team numero 7, una
mattina di primavera fummo convocati dal 5° hokage,
la quale ci commissionò una nuova missione.
Naruto non fu molto
contento. Si trattava di una missione di basso livello che consisteva nel recuperare
del materiale inviato a Konoha da un villaggio non
molto lontano da noi. Sembrava una bazzecola a prima vista, ma chi poteva
immaginare che una missione del genere potesse trasformarsi in una questione di
vita o di morte?
Eravamo quasi
rientrati al villaggio. Mancava circa metà strada quando davanti a noi
comparvero Itachi Uchiha e Kisame. Due membri dell’organizzazione più temuta qui in
zona.
Sapevo cosa
volevano. La forza portante della volpe a nove code. In poche parole…Naruto.
Istintivamente
mi misi davanti ai miei allievi per proteggerli. Avrei fatto di tutto perché
non accadesse loro del male. Il mio motto? “Non lascio morire i miei compagni”
e dovevo ammetterlo, per quanto fossero ancora inesperti nel mondo ninja, i
miei ragazzi avevano dimostrato di aver
grande coraggio di fronte a un avversario così insidioso.
Itachi Uchiha era quello che mi preoccupava di più. Anche lui
possedeva lo sharingan. Poteva rivelarmi brutte
sorprese, inoltre era anche il tanto odiato fratello di Sasuke.
Potete immaginare la fatica che feci per tenere fermo il mio allievo, assetato
di vendetta e pieno di odio nei confronti del fratello maggiore.
Purtroppo non
riuscii a sventare l’attacco e nel giro di poco tempo, dovemmo ingaggiare una
lotta senza esclusioni di colpi.
Io mi occupai
di Itachi, mentre i ragazzi di Kisame.
Dovetti combattere e tenere sotto controllo i miei allievi contemporaneamente e
questo mi costò parecchia energia, dovendo più volte intervenire per
difenderli.
È vero, ho
detto che erano dei ragazzi in gamba, ma Kisame era
addirittura fuori dalla mia portata e inoltre aveva un arma davvero insidiosa,
capace di ferirti se solo ti sfiorava.
Ormai ero
allo stremo delle forze e anche i miei allievi. Sakura era inginocchiata a
terra cercando di riprendere un po’ le forze. Naruto
era steso a terra per un colpo appena ricevuto, mentre Sasuke
cercava di difendere i suoi compagni con le ultime forze che gli rimanevano.
Avrei tanto
voluto intervenire di nuovo, ma Itachi mi impediva di
muovermi.
Ad un tratto
però vidi Naruto alzarsi nuovamente. Le sue ferite si
erano rimarginate e sembrava tornato come nuovo. L’unico problema era che aveva
dovuto ricorrere al potere della volpe, come capitava ogni volta che si trovava
in difficoltà.
Naruto acquisì una
forza straordinaria, con la quale riuscì a mettere in difficoltà Kisame, ma il chakra del Kyuubi che lo avvolgeva non costituiva per il ragazzo una
barriera protettiva verso gli attacchi nemici. Anzì
era vulnerabile come prima, forse anche di più dato che il suo corpo non era
ancora in grado di sopportare un utilizzo così grande di chakra.
La battaglia
fra la volpe e lo squalo durò diversi minuti, poi quando Itachi
cominciò a sentire la stanchezza impossessarsi del suo corpo, a causa
dell’utilizzo costante sharingan per fronteggiarmi, i
due membri dell’akatsuki decisero di battere in
ritirata.
Quando il
pericolo per il momento si allontanò, mi accorsi di cosa avesse comportato
quella battaglia. Sasuke e Sakura erano feriti, ma
erano ancora in grado di reggersi in piedi. Naruto
invece era steso a terra, stanco per l’utilizzo di un potere non suo. Solo un
secondo più tardi mi accorsi della profonda ferita che aveva nel petto, quando
vidi per terra una pozza di sangue allargarsi. Kisame
aveva approfittato della perdita del potere del Kyuubi
da parte del ragazzo, per colpirlo in un momento in cui non aveva difese.
La situazione
era grave. La salvezza di Naruto dipendeva solo dalla
mia velocità di rientrare a Konoha.
Mi caricai il
ragazzo sulle spalle e andando avanti, lasciai i miei due allievi indietro. Li
affidai a Pakkun, un mio fidato cane ninja, che li
avrebbe guidati al villaggio.
In quel
momento la mia priorità era Naruto.
Dopo un tempo
che mi sembrava un’eternità, finalmente giunsi all’ospedale di Konoha. Diedi subito Naruto alle
cure dei medici. E io rimasi in attesa di notizie sulle sue condizioni.
Non passò
molto che sentì la voce di Tsunade chiamarmi.
“Kakashi? Cosa ci fai qui? Cosa ne è della missione?”
“La missione
è stata portata a termine, ma abbiamo avuto dei problemi al ritorno!” dissi abbassando la testa
provocando la preoccupazione dell’Hokage.
“Cosa vuoi
dire? È successo qualcosa ai ragazzi?” chiese con una punta di paura nella
voce.
Stavo per
rispondere, ma venni interrotto da un medico che allarmato chiamò Tsunade.
“Hokage-sama! Abbiamo un problema. Si tratta di Naruto Uzumaki!”
Tsunade spalancò gli
occhi, ma mantenendo il controllo, prese la cartella che il medico le porse
sulle condizioni del ragazzo, e la lesse.
“Qual è il
problema?”
“Abbiamo
finito le scorte di sangue. Il ragazzo ne ha urgente bisogno!”
“Cosa state
aspettando? Trovate qualcuno che sia disposto a donargli il suo sangue!” gridò,
ma il medico incerto le chiese
“Dove
troviamo una persona col suo stesso gruppo sanguigno, in poco tempo?”
“Io mi offro
volontario! Bisognerebbe solo accertarsi che il mio gruppo sanguigno
corrisponda col suo!” dissi sperando ardentemente di poterlo aiutare. Non mi
sarei mai perdonato la perdita di un mio allievo. Se ciò fosse avvenuto, mi
sarei ritirato dalla carriera di ninja. Non sarei stato degno del rispetto che
tutti mi affidavano.
“Bene,
iniziate con lui, io andrò a vedere se trovo altri donatori disponibili nel
caso ce ne fosse bisogno!” precisò l’hokage.
Per fortuna
procedette tutto per meglio. Naruto aveva il mio stesso gruppo sanguigno. Poche volte
nella mia vita avevo provato una così forte sensazione di sollievo. Almeno
potei salvarlo dopo non essere stato in grado di proteggerlo dai suoi
inseguitori.
Ero sdraiato
nella stessa stanza del ragazzo. Ero stato costretto a rimanere a letto a causa
della trasfusione. Avrei anche potuto sentirmi male e tutto il sangue che mi
era stato prelevato, avrebbe impiegato un po’ di tempo per rigenerarsi.
Poche ore
dopo Sasuke, Sakura e Pakkun
arrivarono a Konoha e il primo posto in cui si
diressero fu proprio l’ospedale.
Erano stati
informati dall’hokage che tutto si sarebbe sistemato,
che Naruto era salvo.
“Kakashi-sensei! È permesso?” mi chiese Sakura educatamente
entrando nella stanza.
“Sta bene?”
mi chiese Sasuke, con la sua aria indifferente, ma
dalla voce potei capire che la sua preoccupazione era sincera. Meno male.
Cominciavo a pensare che quel ragazzo non fosse umano.
Annuii “Ho
avuto giorni migliori, ma me la cavo!”
“Naruto?” chiese debolmente Sakura.
“Dorme
ancora! E possibile che si risvegli fra qualche giorno!” precisai, anche se
conoscendolo, ero dubbioso sul fatto che ci avrebbe messo così tanto tempo per
riprendersi.
Sakura si
portò una mano al cuore preoccupata.
“Sta
tranquilla! Chi lo annienta questa testa quadra!” disse Sasuke
Diversamente
da come i dottori avevano detto, Naruto ci impiegò
solo un giorno per svegliarsi e appena capito dove si trovava, saltò sul letto
e gridò
“Aaaah Dov’è Kisame? E Itachi? Dove sono quei criminali che li faccio a fettine!”
Sorrisi.
“Calmati Naruto!”
“Nonna-Tsunade! Che ci fa qui?” chiese il ragazzo.
“Che razza di
domande, sono pur sempre un ninja medico
no?”
Tsunade controllò le
sue condizioni
“Direi che ti
sei ripreso in fretta, nonostante ti sia dovuto battere contro i membri dell’akatsuki!”
“Mi sono
ripreso del tutto vede? Ouch!” gemette quando si
mosse troppo.
“Eheh! Avrai una velocità di recupero maggiore degli altri
esseri umani, ma non esagerare!” Gli dissi
“Kakashi-sensei! Che ci fa nel letto? Hanno abbattuto anche
lei?” mi disse Naruto senza intenzione di offendermi.
Abbassai la
testa. Sakura gli tirò un pugno sulla testa “baka!
Vuoi chiudere il becco?”
“Ahi, Sakura-chan! Si trattano così i malati?” si mise a
piagnucolare.
“Così impari!
Devi ringraziare solo Kakashi-sensei se sei ancora
vivo! Sei arrivato qui in pessime condizione e se lui non ti avesse donato il
suo sangue, a quest’ora tu…!” disse trattenendo le
lacrime
“EEEEEEH? Che
cooooosaaaa?” disse sgranando gli occhi. Sembra così
strano che io possa aver compiuto una buona azione?
“Ehm…grazie Kakashi- sensei!” disse Naruto
visibilmente imbarazzato.
Sorrisi e mi
alzai dal letto per andare a scompigliare i capelli “Non devi ringraziarmi. Non
smetterò mai di dirlo: non lascio morire i miei compagni!”
Naruto mi sorrise
“Ma uscito da
qui ti allenerai il doppio, per poter finalmente sconfiggere quei brutti ceffi
una volta per tutte” gli precisai.
“Ricevuto!
Sono pronto a iniziare subito!” disse alzandosi dal letto.
“Testa
quadra, aspetta almeno di riprenderti del tutto no?” disse Sasuke
che fino ad allora era rimasto in disparte e in silenzio.
“Ah Sasuke, ci sei anche tu!”
“Con questo
vorresti dire che sono invisibile?”
“Questo è
poco ma sicuro!” disse sfottendolo.
“Meglio
invisibile che perdente!” controbatté
Due giorni
più tardi Naruto fu finalmente libero di lasciare
l’ospedale e tutti i componenti del team 7 ripresero gli allenamenti, i quali
erano più estenuanti del solito grazie alle diavolerie inventate dal
sottoscritto. Di sicuro i miei allievi mi devono aver odiato in quei momenti.
Mi stavano
ancora insultando dopo l’ennesimo esercizio faticoso e ridicolo allo stesso
tempo, mi divertivo a prenderli in giro quando potevo, quando arrivò Shikamaru.
Mi consegnò
il messaggio che l’hokage aveva ordinato di
recapitarmi.
“L’hokage vuole vedermi? È successo qualcosa?” chiesi, non
aspettandomi una risposta da Shikamaru.
“Vada da Tsunade- sama e lo saprà!” mi
disse con aria svogliata. Mi chiedevo come Asuma
facesse con quel ragazzo.
“Avanti Naruto, muoviti! L’hokage ha
chiesto di poter parlare con noi!”
Naruto sgranò gli
occhi “Cosa vuole nonna-Tsunade da noi?”
“Tutto a suo
tempo! Lo saprai fra poco!” gli dissi e ci mettemmo a correre verso la residenza
dell’hokage,
Fine primo capitolo…fatemi
sapere…RECENSITEEE
Ciao
Neko^^