Atterrai
su di un pilastro brillante. Tutto intorno a me
c’era solo oscurità.
-Non puoi vederne la forma, ma puoi ascoltare le mie parole- una voce a
me
sconosciuta mi parlò.
-Chi sei?- chiesi senza timore.
-Sono la frattura nel tuo cuore. Ogni volta che ti sei chiesto dove
gettare
l’amore che le persone ti davano io crepavo sempre
più il tuo cuore-
-Ah bene, perfetto!- ringraziai molto ironicamente.
-Ora però, se noti, ti manca una parte di cuore che ti
è stata sottratta con la
forza. E insieme ad essa anche alcune memorie.-
-Quali memorie? Non posso ricordare cosa ho dimenticato!-
-Le memorie dello specchio. Non potrai ricordare solo quelle
perché ti sono
state sottratte con la forza.-
-Però si può vivere senza alcune memorie, no?-
chiesi sprezzante.
-Se tu lo chiami vivere questo. E’ una parte importante della
tua vita, un
viaggio se non ricordo male e una persona conosciuta allora.-
Una lacrima bagnò il mio viso. Ma non fu una delle mie.
-Ti prego non dimenticare-
Ripresi
a respirare.
Master Eraqus mi abbracciò così forte che quasi
non smisi di respirare
nuovamente.
-Sei vivo!- Vale scoppiò a piangere. Master Eraqus si
alzò.
-Ora dovremmo contarci. In quanti siamo rimasti?-
Eravamo poco più che cento persone.
-Ve lo chiederò solo questa volta. E sappiate che ci sono
altissime probabilità
di morte.- Prese aria, si riempì i polmoni e
parlò: -A breve, tempo qualche
ora, e partiremo per la Luna e cercheremo di fermare Xehanort.
E’ una missione
suicida lo abbiamo capito, ma dobbiamo provarci. Siamo tutti Maestri
del
Keyblade adesso. Si perché io nomino ora tutti i presenti di
tale titolo. E
sappiate che Kingdom Hearts sta sulla Luna, come aveva detto Xehanort.
Doveva
essere un segreto da tramandare solo ai Maestri.-
Un
Moguri mi fece tutti i controlli, fisicamente stavo
bene, anche il mio cuore stava stranamente bene. Di solito quando al
proprietario di un cuore viene strappato via lo stesso perde la sua
identità e
si trasforma in un heartless. Ma stavolta non è capitato a
me. Nessuno sa
spiegare il perché.
-Forse ti ha protetto Chris- disse Vale.
-Chi?- chiesi io
Tutti trattennero il respiro.
-Come chi è! Effettivamente chi è Chris?-
Nessuno si ricordava più di lui. Nemmeno io.
-Kingdom
Hearts si trova sulla faccia che non è mai
illuminata dal Sole, quindi tecnicamente si morirà di
freddo. Voi ora attivate
le vostre armature!-
Tutti evocarono la propria armatura con la relativa arma.
Uno spettacolo di colori e combinazioni.
In base al Keyblade l’armatura veniva forgiata. Seguendo lo
stile, il pattern
dei colori e ovviamente le proporzioni del corpo di ognuno.
La mia che era color topazio aveva gli addominali scolpiti, finalmente
una cosa
figa pensai. Anche perché in realtà erano poco
pronunciati i miei (LOL).
Eraqus aprì un portale e lo attraversò per primo.
Tutti lo seguimmo.
Lo
spettacolo che scorgemmo appena usciti era
inquietante.
Una oscurità infinita, heartless a frotte e le sette
principesse che erano
disposte come per un sacrificio.
-Ma se Dave è una principessa come...?- chiesi sottovoce a
Master Eraqus.
-Lui è sia Luce che oscurità adesso. E’
inutile credere che Xehanort abbia
fatto male i conti.- l’ansia traspariva anche se aveva la sua
splendida
armatura bianca e oro.
-Heartless, prego, banchettate con i nostri ospiti!- non appena
l’ordine fu
impartito un’orda di creature oscure ci si scagliò
contro.
-Holy!-
Onde concentriche bianche come la neve si sprigionarono da Master
Eraqus. Una
moltitudine di Heartless venne sterminata. Ma non poté
bastare. Eravamo sulla
faccia oscura della Luna, e da lì che si generavano gli
heartless, quindi
eravamo sulla fabbrica dei nostri nemici.
Ero nuovamente solo. Vale da qualche parte sperduta a combattere. Per
un solo
attimo mi ricordai di Bea. Dov’era? Ah già. Era
stata, infine, assegnata come
guardia di una principessa. A quest’ora era cenere ormai.
“Tra non molto
toccherà anche a me”.
Dave
era lontanissimo. Sospeso e con il cuore che gli
orbitava tutt’intorno. Idem le altre principesse.
Volevo avvicinarmi, ma gli heartless erano troppi e io ero
già senza forze.
Senza contare che giusto un paio di ore prima mi avevano operato a
cuore
aperto.
-Raid Thunder; Triple Firaga; Tempesta Firaga; Magnetega...Thunder-
tutte mosse
in combo che mi esaurirono il mana. Intanto Master Eraqus continuava a
dare
colpi di Keyblade e Holy.
-Ormai non avete più speranze. Arrendetevi e scivolate
nell’oblio più scuro.-
Master Xehanort era più che sicuro di ciò che
diceva.
-E invece la speranza è l’ultima a morire!-
Stefano insieme ad una ventina di
ragazzi, tra cui anche Bea, arrivarono sulla Luna grazie alle loro
armature.
-Come diavolo avete fatto a sopravvivere- chiese senza sbilanciarsi
troppo
Xehanort.
-Perché non mi hai messaggiato stupido!- Vale
rimbeccò Xehanort che non
sembrava particolarmente contento.
Grazie a loro iniziammo a resistere un po’ di più.
Portarono pozioni e eteri a
volontà, ma intanto già alcuni dei nostri erano
caduti e dovevamo ancora
sconfiggere i tredici.
Tre Xehanort, si avvicinarono al gruppo che era appena allunato.
Stefano insieme a Bea ed un altro ragazzo bloccarono la loro avanzata.
Erano diventati davvero bravi, usarono mosse molto complesse ma allo
stesso
tempo fluide.
-Ah! Comunque anche voi che siete arrivati solo
ora, siete nominati Maestri del Keyblade!- Master Eraqus era quasi
contento di
insignirli di tale carica in combattimento.
Quello che disse il nostro Maestro diede loro come una nuova linfa
vitale,
riuscendo a sbaragliare le tre figure, che si ritirarono.
Intanto
le sette luci si unirono in un unico fascio di
luce.
-E’ finalmente
giunto il tempo.-
Xehanort assaporò l’aria, si siamo sulla luna ma
lui era senza armatura e cose
varie, non chiedetemi perché. Non lo so nemmeno io.
–Dovete capire che io sto
dalla parte della Luce, non voi. E Eraqus questo non lo ha mai capito.
Io
desidero creare un nuovo universo pieno, ricolmo solo di luce. Ove
nessuno
possa mai soffrire.-
-Si e intanto fai passare l’inferno alle persone di questo!-
Eraqus era
imbestialito. Lanciò un altro Holy, spazzò via
heartless come mai prima d’ora e
ci diede la possibilità di andare a combattere contro i
tredici. Dodici, ormai,
perché Dave era un mezzo morto col cuore che gli penzolava.
Fu comunque troppo tardi.
La Luce suprema era ormai pronta, e formava una metà di un
cuore fulgido come
le stelle. Xehanort chiamò a raccolta le sue di ombre.
Insieme crearono una
oscurità più scura di qualsiasi altra.
Ormai fu troppo tardi. Troppo tardi per fare qualsiasi cosa. Master
Eraqus
conficcò il suo Keyblade sulla superficie lunare e
creò una barriera.
-Se dobbiamo morire, lo faremo tutti. Sia noi luci che voi
oscurità.-
Un cubo di luce cercò di bloccare l’altra
metà del cuore, quella tutta oscura,
venuta fuori dall’unione delle tredici ombre. Fu inutile
ovviamente.
Non ci fu più nessuna speranza.
Il
cuore, formatosi, era una perfetta unione di Luce e
Oscurità. Sprofondò al centro della Luna. Ci fu
una scossa terribile. Vale e
Stefano si baciarono per l’ultima volta. Eraqus consolava
l’ultimo bambino che
era sopravvissuto. Bea stringeva la mano ad un ragazzo, uno di quelli
che era
giunto con l’ultima squadra.
Io infine venni chiamato dalla stessa voce che mi parlò
all’interno del mio
cuore e che per mancanza di tempo non avevo detto a nessuno. La voce
proveniva
da dentro un varco oscuro.
Un ragazzo mi si parò davanti, aveva un Keyblade a forma di
Orso, o mano, non
so dirvi.
-Come, ora non mi riconosci?- rise. –Lo so che non mi
riconosci. Ma devo farlo,
non posso permetterti di dimenticarmi. E’ la fine e non posso
permetterlo
assolutamente- e mi trascinò con lui nel varco oscuro.
L’ultima immagine che
ricordo fu quella di Master Eraqus che mi sorrideva da dentro il suo
casco.
Usciti
dal varco, eravamo sulla Terra. In un luogo che
tecnicamente non conoscevo, ma non ne ero così sicuro.
-Chris?- provai a chiedere.
-Lo dici perché ti ricordi o perché è
lo specchio che ti dice queste cose?- il
suo sorriso per un attimo buio, mi fece scattare qualcosa in mente. E
gli
ingranaggi iniziarono a ruotare. Il tutto fu aiutato dal suo dolce
bacio.
Dopo un minuto abbondante ricordavo tutto.
-Purtroppo non sono il principe che credevi, e che nemmeno io credevo.-