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Autore: Yoruichi Shihoin    04/11/2015    3 recensioni
Haruka è una normale ragazza delle superiori che dovrà essere costretta a trasferirsi a Tokyo per motivi famigliari.
Il suo brutto passato alle spalle e il suo distacco dalla famiglia quando era piccola l'hanno resa una persona particolarmente fredda e dal carattere forte.
Non sa affatto dell'esistenza dei vampiri, e ignora il fatto che il liceo dove andrà sarà frequentato proprio da quella razza.
Ma il suo odore troppo dolce e provocante porteranno allo scoperto tutti loro, ma sopratutto sei vampiri dall'animo apparentemente duro e crudele che non la lasceranno in pace un secondo.
E, come se non bastasse, Haruka è destinata a scoprire le sue vere origini: la sua vera identità potrebbe essere un problema per moltissime persone, mettendo a rischio la sua stessa vita per se stessa e le persone che ama.
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Sono nuova di qui, e mi piacerebbe molto sapere i pareri delle altre persone! :D
Spero recensirete in molti! T^T
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Subaru Sakamaki, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Il dolce sapore della cioccolata mi inebria il palato. 
Sto facendo colazione con mia madre, la quale è seduta davanti a me bevendo una calda e fumante cioccolata calda. 
Tra un'ora esatta devo essere a scuola, e devo ancora vestirmi e preparare lo zaino. Devo ancora accettare il fatto che la scuola sia iniziata, ma ogni volta che entro in classe mi passa. So già gli orari della scuola e quali libri devo portare, quindi non ho fretta per prepararmi. 
Alzo momentaneamente gli occhi dal panino alla cioccolata e guardo mia madre. 
Per motivi famigliari sono dovuta trasferirmi a Tokyo: i miei genitori si sono separati e mi hanno affidato alla madre invece che al padre. 
La mia è sempre stata una situazione difficile. Già dall'età di sei anni sono dovuta passare ad una casa all'altra, per stare sia con mio padre che con mia madre. 
E' da quando avevo cinque anni che avevano smesso di amarsi e ad andare d'accordo. Ho dovuto separarmi dai miei due cari fratelli minori a causa dei loro litigi. 
Mia madre si chiama Hisana, ed è una donna molto attraente. Mi assomiglia molto, abbiamo lo stesso fascino. 
E' una donna di quarant'anni dai capelli lisci e neri, di media lunghezza, che le cadono sulle spalle. Verso la fine sono sorprendentemente mossi, quasi a sembrare spettinati e presenta un ciuffo che le ricade sul naso. Gli occhi si mostrano neri come la il pelo di una pantera, grandi e ipnotici, per via della loro profondità. Le pupille si mimetizzano, anche loro nere come la pece. 
I lineamenti del suo viso sono nobili e delicati, come quelli di una principessa. 
Possiede un fisico minuto e per questo sembra più giovane della sua età. E' snella e magra, un po' bassina. 
Non ha nessun accenno di curve, ma questo la rende ancora più bella nel suo fascino orientale. 
Io, invece, mi chiamo Haruka. Haruka Sonozaki. Ho sedici anni, e dovrò frequentare il terzo anno del liceo. 
Come aspetto, sono un po' diversa da mia madre, ma in altri particolari siamo uguali. Ho corti capelli neri come ali di corvo che non mi arrivano neanche alle spalle, lisci come la seta e morbidi come le piume di un uccello. Ho gli stessi occhi di mia madre, ma più vivi ed espressivi, contornati da lunghe ciglia piene e arcuate. 
I lineamenti del mio viso sono dolci e duri allo stesso tempo, decisi e affilati. Il naso è piccolo e camuso, e le labbra sono sottili e vellutate. 
Presento un fisico snello e molto magro ma, contro ogni apparenza, sono inaspettatamente forte. 
Sono bassa per la mia età. Quando ero alle medie ero presa in giro per questo, ma a me non me poteva importare di meno. Io penso che avere un corpo come il mio sia molto meglio che averne uno formoso. Con la mia "piccolezza" riesco a fare molte più cose di quante ne può fare uno con un fisico troppo procace. 
Mia madre si accorge che la sto guardando e mi chiede:- Cosa c'è, tesoro? 
Io abbasso di nuovo lo sguardo, sorridendo in modo forzato:- Niente. 
Hisana assottiglia gli occhi:- Stai mentendo. - dice infine. - Se c'è qualcosa che non va, io sarò sempre pronta ad aiutarti, quin-...
- Non è niente, davvero. - la interrompo io, con voce dura. Ma in verità ha ragione lei: mi manca il papà, e i miei fratelli. 
Voglio un mondo di bene a mia madre, e non mi dispiace affatto vivere con lei, ma vorrei che la mia famiglia fosse unita e felice. 
- Ok. - dice lei, ma so che in verità vuole approfondire l'argomento. 
Io non dico niente e finisco di mangiare, per poi alzarmi dalla sedia e andare a prepararmi. 


Visto che la divisa la dovrò andare a prendere questa mattina a scuola, ho deciso di vestirmi in modo molto semplice. 
Esplorando dentro il mio armadio, prendo una gonna rosa e corta che ho indossato anni fa ma che mi sta ancora. Poi prendo una maglietta bianca a maniche corte con la fine che si allarga leggermente e una giacca sempre dello stesso colore che abbottono perfettamente. 
Infine mi metto due stivali bianchi che mi arrivano quasi fino alle ginocchia, visto che fuori c'è brutto non vorrei che si mettesse a piovere da un momento all'altro. Almeno gli stivali mi proteggeranno i piedi se succede. 
Guardo sul mio I Phone 6 l'orario e vedo che sono già le 7.30. 
Devo ancora preparare il mio zaino. Prendo il mio diario scolastico e cerco il foglio con stampati tutti gli orari di quella che sarà la mia nuova classe. Alla prima ora c'è italiano, più precisamente grammatica, mentre le successive due ore prima dell'intervallo c'è scienze. 
Dopo l'intervallo c'è musica mentre all'ultima ora vi è arte. Materie un po' sballate tra loro visto che sono completamente diverse l'una dall'altra. L'unica cosa bella è il fatto che almeno le ultime due ore sono leggere. 
Detto questo preparo lo zaino e metto dentro gli astucci e il diario. Spero che nella mia nuova classe troverò qualcuno con cui fare amicizia, e che non ci siano dei bulli come mi è successo alle medie. Anche le ragazze erano delle delinquenti, 
In pratica, ero da sola. Credo di aver sempre vissuto nella solitudine, dopotutto. 
Dopo questo mio pensiero, mi dirigo di nuovo nella cucina, dove c'è ancora mia madre che sta facendo colazione. 
E' un po' lenta a mangiare, al contrario di me. 
- Mamma. - la chiamo io. - Devo andare. 
- Ok. - dice lei soltanto. - Fammi sapere com'è la tua nuova classe quando torni a casa. - mi dice sorridendo. 
- Hmm... va bene. - rispondo io. 
Sorrido in modo dolce e la saluto prima di chiudere la porta per uscire fuori da casa. 
Il cielo è grigio e noto che sta cominciano a piovere. Non ho preso l'ombrello, e per un momento penso di andarlo a prendere a casa, però alla fine decido di non ritornare indietro per il fatto che abito vicino a scuola e non voglio arrivare in ritardo. 
Mi incammino verso la mia meta, sperando di non bagnarmi troppo. 
Nel mentre vedo gli altri ragazzi che vanno nella mia stessa direzione: mi guardano incuriositi, molto probabilmente sanno del mio arrivo. 
Hanno tutti la stessa divisa, forse hanno capito che sono la nuova alunna perché porto dei vestiti diversi. 
Sento dei passi correre verso di me, ma non ci faccio caso. 
Ma, improvvisamente, sento una mano sulla mia spalla e mi volto di scatto. 
- Oh, scusami! Non volevo spaventarti! - mi dice una voce, che io istintivamente associo alla persona che mi ha messo una mano sulla spalla. 
- Inoue-san, stai più attenta. - dice un'altra persona, dai toni dolci e femminili. 
- Si, Kotori-chan... - dice l'altra voce, poi sospira. 
Io in tutto questo non dico niente e osservo le due persone davanti a me. Sono due ragazze, che sicuramente hanno la mia stessa età, anche se una sembra più piccola e l'altra più grande. 
Quella che mi ha preso per una spalla mi sorride dicendomi:- Ciao, Haruka-chan! 
Io domando, con tono perplesso e interrogatorio:- Ehm... come fate a sapere il mio nome? 
Come risposta, lei dice:- Sei la nuova arrivata, no? Sei nella nostra classe! I nostri professori ci hanno parlato tanto di te l'anno scorso, prima dell'inizio delle vacanze. Ci hanno detto che hai deciso di venire in questa scuola già un anno fa. 
- Si. - annuisco. - Anche se sono venuta ad abitare qui dei giorni fa, mia madre mi aveva detto che dovevo andare ad abitare con lei qui a Tokyo... lei e mio padre hanno deciso di separarsi già da molto tempo e quindi-... 
- Ah! Non sei obbligata a dirci tutto! - esclama lei con tono rassicurante. - Comunque, non ti abbiamo mai vista qui, quindi abbiamo dedotto che sei tu la nostra nuova compagna di classe! 
Io annuisco di nuovo:- Sono io. - dico cercando di essere più socievole possibile. 
Per colpa del mio passato sono diventata una persona fredda e un po' distaccata, ma con loro non me la sento di comportarmi in questo modo. 
Sembrano persone affidabili e amichevoli, e il fatto che mi hanno rivolto la parola senza esitazioni, appena mi hanno vista, conferma il tutto. 
Le osservo tutte e due, che intanto mi sorridono. 
Quella che mi ha messo la mano sulla spalla è una ragazza molto bella e dall'aspetto docile e mite. 
Ha lunghi capelli biondi che le arrivano fino alla vita, lisci come la seta e mossi verso le punte. Ha una frangetta che le copre interamente la fronte e un fermaglio azzurro a forma di stella che tiene ferma una ciocca di capelli. 
Gli occhi sono marroni, contornati da lunghissime ciglia nere e arcuate. 
Il viso è incredibilmente attraente, dai lineamenti nobili e delicati, come se volessero addolcire la sua figura. Ha gli zigomi poco pronunciati e un naso piccolo ma leggermente all'insù. Ha le labbra piene e vellutate, carnose e invitanti. 
Possiede un corpo formoso, snello e non esageratamente magro. E' alta, e il fisico scultoreo mette in risalto i suoi punti forti, come il seno prosperoso e le gambe atletiche. 
Indossa un cappotto verde chiaro che le copre tutto il corpo quasi fino alle ginocchia. In testa ha un cappello dello stesso colore, mentre alle mani porta dei guanti color fucsia. Sotto la lunga giacca veste dei leggeri collant bianchi, mentre ai piedi porta degli stivaletti verdi. 
Il suo collo è coperto da una sciarpa bianca che si muove da una parte all'altra per via del forte vento. 
Noto anche che in mano porta un regalo. 
- Per chi è? - chiedo, cercando di nascondere la mia curiosità. 
- Hm? - fa' lei, poi guarda il pacco regalo che ha in mano. - Ah, questo! E' per la classe! Oggi è il mio compleanno, quindi ho portato la torta. E' al cioccolato! 
- Cioccolato? - faccio io. 
- Si. - mi risponde lei. - Haruka, c'è qualche problema? Non sei diabetica, vero? O sei intollerante al cioccolato?
Io scuoto la testa:- No, niente del genere. Anzi, non vedo l'ora di assaggiare la tua torta! - esclamo io, sorridendo. 
- Perfetto! - dice lei. Poi mi guarda più intensamente. - Ah, scusami. Non ci siamo ancora presentate. Io mi chiamo Inoue Orihime e questa ragazza di fianco a me è Itsuka Kotori. 
- Piacere mio. Io mi chiamo Haruka Sonozaki. - mi presento facendo un piccolo inchino. - So che lo sapevate già ma è meglio se mi presento io a sola. 
La ragazza dall'aspetto più giovanile, Kotori, mi guarda con un sorriso amichevole in viso. 
Ha lunghi capelli rossi come il fuoco lisci come la seta che le arrivano fin sotto i glutei. Sono legati in due folte e alte code di cavallo, e due ciocche che le contornano le guance rosee e morbide. Ha gli occhi dello stesso colore dei capelli, così infuocati che sembra possano incenerire al primo sguardo, contornati da corte ciglia nere e sorprendentemente arcuate. 
Il viso è bello, caratterizzato da lineamenti decisi e duri. Il naso è piccolo e un po' a patata, ma questo particolare a prima vista non si nota nemmeno. La labbra sono sottili e vellutate, fatte apposta per baciare. 
Presenta un fisico più formoso del mio, ma molto meno procace di quello di Inoue. Anche lei, come me, ha pochi accenni di curve, se non nei fianchi e un po' nei seni. E' bassa, e questo la fa' sembrare una bambolina, minuta e irresistibilmente carina. 
E' vestita poco anche se c'è la pioggia: indossa un vestito rosato a maniche corte con sopra un altro vestito nero con la scollatura che le arriva sopra i seni e con la gonna che le arriva a metà delle cosce snelle. 
Sotto porta degli autoreggenti neri e lunghi e ai piedi porta degli anfibi neri dai lacci bianchi un po' rovinati. 
- Sembri una persona davvero simpatica. - mi dice. 
Davanti a quella affermazione, io non posso fare a meno che arrossire e ringraziarla per il complimento appena ricevuto. 
Inoue sta per parlare di nuovo, ma viene interrotta dalla campanella della scuola, che ci ricorda, con grande rammarico, che dobbiamo andare in classe. Correndo, ci dirigiamo a tutta velocità verso la scuola, spalancando le porte d'ingresso con un rumore assordante. 
Vediamo i bidelli e alcuni professori che stanno per gridarci contro, ma Inoue prende me e Kotori per mano con una forza che ci sorprende entrambe. Esclama:- Dobbiamo sbrigarci! Haruka, ti facciamo vedere dov'è la nostra classe, ma dobbiamo fare alla svelta!
- Tutto questa fretta per andare in classe?! - domando io, correndo il più veloce possibile. 
- I professori sono dei tiranni! - esclama Kotori per rispondermi. - Bastano due minuti di ritardo che ti danno dei compiti in più degli altri! E questo è il minimo! 
- Appunto...! - afferma Inoue. - Quindi è meglio arrivare in tempo! 
Io e Kotori ci guardiamo a vicenda e passiamo per le scale. Non faccio neanche in tempo a guardare gli interni della mia nuova scuola che Inoue dice che dobbiamo girare a destra e proseguire dritti fino in fondo al corridoio. 
Facendo quello che ci ha detto, finiamo tutte e tre davanti a una porta con la scritta 3°A. 
Inoue sospira violentemente e Kotori le mette una mano sulla spalla come per farla calmare. Io mi avvicino alla porta e origlio. 
- La professoressa è già dentro che spiega. - osservo soltanto. 
- Maledizione. - dice Kotori. - Abbiamo un ritardo di dieci minuti, ci ucciderà. 
Inoue scuote la testa:- La prof. Takamine è diversa dagli altri. Non penso si arrabbierà per questo. 
- Sarà diversa, ma è severa lo stesso. - dice Kotori. - Adesso ho paura persino a entrare. 
- Capirà. - dico io a bassa voce. - Sono sicura che capirà. 
- Che cosa possiamo dire? Come scusa per il nostro ritardo, intendo. Non possiamo certo dire che ci siamo messe a chiaccherare nel bel mezzo del nostro tragitto da casa a scuola! - bisbiglia Inoue. 
- Possiamo dire che ci siamo svegliate in ritardo. - propongo io, un po' incerta. 
- Non sono sicura che possa salvarci dai compiti extra... - comincia Kotori. - ma proviamoci! 
Io busso e sento una voce che ci intima di entrare. Appoggiando la mano sulla maniglia apro la porta ed entro, seguita da Inoue e Kotori. 
La professoressa di italiano è seduta alla cattedra che spiega la sua materia. Si gira verso la porta e ci vede, poi ci guarda tutte con un sorriso. 
- La nuova arrivata, eh? - dice, guardando per un attimo solo me. 
- Si, sono io. Haruka Sonozaki. - affermo, con voce dura e decisa. Intanto gli altri mi guardano incuriositi. 
- Ah, Sensei! - dice Inoue. - Ci scusi per il ritardo, ma ci siamo svegliate tardi e-...
- Avete fatto conoscenza con Haruka durante la strada. Vi ho sentite alla porta, volevo vedere se entravate o no. Non avete bisogno di scuse, questa volta siete salve. Dopotutto avete aiutato la nuova alunna per arrivare in classe. 
Dopo questa sua spiegazione, Kotori e Inoue arrossiscono, mentre alcuni dei miei nuovi compagni si mettono a ridere. 
La prof fa un cenno che fa intuire che devono stare in silenzio, e poi ordina e Inoue e Kotori di andare al loro posto. Le osservo in silenzio, e vedo che si siedono vicine. 
Io guardo la mia classe per vedere se c'è un posto libero, ma prima che io finisca di compiere la mia esplorazione, la prof. Takamine mi ordina di presentarmi. 
- Eh...? - dico a malapena. 
- Devi presentarti alla classe. - insiste lei. - Parlaci un po' di te, delle tue passioni, se pratichi qualche sport, che musica ascolti, i tuoi animali preferiti... non so. 
- Ehm... - mi gratto la testa. - Fin da piccola ho praticato le arti marziali, e adesso sono esperta nell'Aikido e nel Karate. 
- Wow! - dice la professoressa. - Sei davvero in gamba, Haruka! 
- Oh, grazie...! - dico io, leggermente in imbarazzo. - Beh, mi piace ascoltare la musica rock, sia delle vecchie band che quelle che ci sono adesso. Poi, i miei animali preferiti sono il lupo e la pantera. 
La prof annuisce e, per aiutarmi, mi fa qualche domanda lei.
Dopo un paio di minuti dice:- Ora troviamo un posto dove puoi sederti... allora... ah, lì può andare bene! Haruka, vai a sederti vicino a Subaru. 
- Subaru? Chi è? - domando. 
- E' quel ragazzo seduto in fondo alla classe vicino alla finestra. - mi risponde. 
Io guardo verso quella direzione e vedo un ragazzo albino che mi guarda con sguardo poco socievole. 
Senza dire niente, mi dirigo verso il mio banco e mi siedo vicino a lui. E' un ragazzo molto bello, devo ammetterlo. 
Ha corti capelli albini con un ciuffo che gli copre l'occhio destro del viso. L'unico occhio che si intravede è di colore rosso cremisi, lo stesso colore del sangue. Indossa una giacca nera con le maniche ripiegate fino ai gomiti. 
Sotto ha una maglietta a maniche corte composta da due colori: il bianco ed il nero, quest'ultimo che copre la maggior parte della maglietta. 
Porta dei pantaloni in jeans blu scuro e delle scarpe da ginnastica nere e dai lacci rossi. Al collo noto che ha una piccola collana marrone con appesa una chiave dorata. 
- Ciao. - dico in modo freddo, sfilandomi la giacca. Pessimo modo per fare amicizia, ma visto l'occhiataccia che mi ha lanciato prima mi è venuto naturale rivolgermi a lui in questo modo. 
Non mi risponde. Mi fa salire la rabbia alle stelle, sono sicura che mi ha sentito!
Tirando fuori il libro di grammatica dal mio zaino dico:- Guarda che se ti sto antipatica basta dirlo. 
- Ma se non ti conosco neanche! - mi sbraita contro. 
Si è arrabbiato. 
Io inarco un sopracciglio, visibilmente infuriata. 
Sospiro e mi concentro sulla lezione. Per tutte e tre le ore prima dell'intervallo io e il mio nuovo compagno di classe non ci siamo mai rivolti la parola. Ho visto anche che alcune ragazze mi lanciavano occhiatine invidiose perché sono seduta di fianco al ragazzo più affascinante della classe. Perché, nonostante il suo brutto carattere, Subaru è davvero bello, forse anche troppo. 
Prendo dal mio zaino la mia mela e le do' un morso. Poi vedo Inoue e Kotori che vengono verso di me. 
Adesso che Inoue si è tolta il cappotto verde che aveva prima, vedo il suo abbigliamento di sotto. 
Ha un gilet marroncino chiaro a maniche lunghe perfettamente abbottonato, con sotto una camicia dal colletto legato da un fiocco rosso. 
Sotto indossa una gonna grigia che sembra appartenere ad una divisa scolastica e poi le stesse calze bianche e gli stessi stivali. 
Chiedo:- Ma perché alcuni hanno la divisa ufficiale della scuola ed altri no? 
Kotori risponde:- Al primo giorno di scuola ci permettono di vestirci come ci pare, anche col trucco. Certo, non bisogna truccarsi come un clown... Però almeno il primo giorno ci danno tregua! Da domani dovremmo ricominciare a mettere le nostre divise. Però sai, è complicato il fatto dei vestiti. 
- Complicato? - domando. 
- Si. Hai visto? Tutti hanno un particolare della divisa differente da un'altra! Non so perché hanno scelto di fare così, ma penso che sia originale come cosa. Le altre scuole non permettono cose del genere, ed è questo il bello. E' come se fossimo più... indipendenti. - mi spiega lei.
- Capisco. - dico infine. - Comunque, Inoue, a che ora si festeggia il tuo compleanno? 
- Adesso! - risponde lei, con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. - Ecco, avrei bisogno di alcune persone che mi diano una mano a distribuire le fette della mia torta. 
Kotori sospira. Io capisco all'istante che cosa vuole Inoue. 
- Ti aiutiamo noi. - dico io, sorridendo. 
- Sicura, Haruka-chan? Sei nuova, non voglio darti un peso...
- Nessun peso. - la rassicuro io. - Ti devo un favore.
Lei mi guarda confusa e io dico:- Sei una delle prime persone che mi ha rivolto la parola in questa città. 
Lei mi sorride in modo dolce e mi abbraccia in modo super affettuoso. E io sono così imbarazzata che non riesco a dire niente! 
Kotori alza gli occhi al cielo e ci guarda con un sorriso compiaciuto sulle labbra, come per dire che siamo adorabili insieme. 
Subaru, invece, dietro di me, fa una smorfia di disgusto. 
- Qualche problema?! - gli grida contro Kotori. 
- Si, smettetela di fare queste cose infantili davanti ai miei occhi, mi fate venire la nausea. - dice lui, senza la paura di ferirci.
- Senti un po' tu-...
- Kotori, per favore, smettila. - dico io prontamente. 
Poi guardo l'albino:- Subaru, chi ti credi di essere? - domando io, gelida. 
- Non venirmi a chiedere queste cose quando sei ancora abbracciate alla tua amichetta, nanetta
In quel momento, sgrano gli occhi, arrabbiata. Fin dalle elementari sono sempre stata presa in giro per la mia bassezza, ma questa volta è troppo. Il ragazzo mi guarda minaccioso, ma a me non importa. 
Mi libero dall'abbraccio di Inoue e vado verso di lui.
Lo prendo per la giacca e gli grido in faccia:- Dillo un'altra volta e ti ammazzo! 
Lui capisce al volo che cosa intendo:- Toglimi le mani di dosso... nanetta. 
La forza prende il sopravvento sulla coscienza e mi avvento su di lui, tirandogli un pugno in faccia. 
Inoue si copre la bocca con le mani, sorpresa, e Kotori guarda Subaru con uno sguardo infuocato, omicida.
Credo di aver esagerato, visto che è caduto dalla sedia. Ma gli sta bene. 
Si alza in piedi e mi afferra per il colletto della maglia:- Come hai osato, troietta?! 
- Adesso non mi dici solo che sono bassa, ma che sono anche una troia! Hai un bel coraggio! - gli sbraito contro. Gli prendo i polsi con le mani e cerco di liberarmi, ma è troppo forte anche per me. 
- E tu hai bel coraggio per metterti contro uno come me! - replica, urlando. 
- Con te non spreco neanche il tempo di fare una mossa d'Aikido per liberarmi, sei talmente stupido che non ne vale la pena! 
- Che cavolo stai dicendo ora?! - mi dice, per poi avvicinare il viso al mio. - Non provarci più. - afferma infine liberandomi dalla sua presa. 
Io non trovo il tempo per ribattere che lui è già uscito dalla porta. Inoue si avvicina di più a me, insieme a Kotori.
Quest'ultima mi chiede:- Stai bene, Haruka? Ti ha fatto male? 
Inoue mi mette di nuovo una mano sulla spalla destra:- Piuttosto è lui che si è fatto male, gli ha dato un pugno in faccia... però lui ti ha stretto il collo... 
- Sto bene, non preoccupatevi per me. - dico notando che anche gli altri miei compagni di classe mi stavano guardando allarmati. 
Per fortuna in classe non c'era anche la professoressa al momento del litigio, altrimenti sarei stata in guai seri. 
Kotori non è convinta, però decide di lasciarmi stare su questo fatto e dice:- Inoue, prepara la torta, così io e Haruka possiamo darla ai nostri compagni di classe! 
- Ah, è vero! - esclama l'altra, per poi guardarmi. - Haruka-chan, vai a sederti. Ci pensiamo io e Kotori-san con la torta! 
- Sicure? - chiedo. - Sto bene, davvero...
Inoue si avvicina di più a me e mi abbraccia di nuovo:- Riposati, ok? - mi dice dolcemente. In un modo così dolce che io non posso fare a meno che annuire. 
Io, per cambiare discorso, chiedo:- Quanti anni compi, Inoue? 
Lei si stacca dall'abbraccio:- Sedici. Sto diventando vecchia! - esclama ridendo. 
Io sorrido e mi vado a sedere al banco, aspettando la torta. 

La campanella della scuola suona, indicando la fine delle lezioni di oggi. 
L'intervallo e le ultime due ore sono finite in un attimo, forse perché non vi è stato niente di pesante. Almeno alle ultime due ore siamo andati nei vari laboratori di musica e arte, così non sono stata accanto a Subaru. 
E ovvio che io e lui non ci rivolgeremo mai più la parola dopo quello che è successo. Non voglio dire affatto che mi dispiace per questo, anzi. Meglio così. E' chiaro che ormai gli sto antipatica, quindi perché dovrei rivolgergli la parola? Non avrebbe senso, visto che non mi risponderebbe. 
Inoue e Kotori mi affiancano vicino all'uscita: al momento, sono le uniche ragazze che ho come amiche nella mia nuova scuola. 
Le altre non sono venute da me per fare amicizia, il perché non so spiegarmelo. 
Parliamo ancora un po' durante il tragitto, ma poi dobbiamo dividerci per andare a casa. 
Ci salutiamo a vicenda e loro mi augurano un buon proseguimento della giornata. Mentre cammino, sento un rumore dietro di me, come se ci fosse una macchina. 
E infatti, ci ho beccato in pieno. Una limousine interamente nera sta attraversando la strada in tutta tranquillità, come se niente possa scalfirla. 
Quando passa di fianco a me, vedo sei ombre maschili e sei voci differenti che parlano tra di loro. 
Secondo me stanno facendo del baccano lì dentro, perché c'è anche una voce che urla. 
Una voce che conosco bene. 
Subaru. Non posso crederci che un tipo come lui sia dentro una limousine. 
Cioè, non sto dicendo che le persone che non mi stanno simpatiche non possano viaggiare dentro una macchina lussuosa come quella che mi è passata di fianco. E' solo che non me l'aspettavo. 
Scuotendo la testa, riprendo il mio cammino per ritornare a casa. Spero tanto che mia madre abbia già finito di cucinare, visto che ho molta fame. Dopo altri dieci minuti, arrivo davanti alla porta di casa mia. 
Controllo nelle tasche della mia giacca, ma mi accorgo che mi ho lasciato la copia delle chiavi di casa in casa mia. 
Sbuffo e suono il campanello. Sento dei passi, poi la porta che si apre e vedo mia madre con addosso un grembiule. Entro in casa, mi tolgo gli stivaletti e vado in cucina, mettendomi a sedere davanti al tavolo, già apparecchiato. 
Mia madre, che mi ha seguita dalla porta fino ad adesso, si mette davanti a me e mi chiede:- Com'è andata a scuola oggi, tesoro? 
Io esito per un attimo, poi dico:- Bene. 
Ma i miei occhi dicono tutt'altro. 



Angolo Autrice:
Ciao a tutti, ragazzi! 
Allora, mi presento. Mi chiamo Tokisaki Kurumi, ma voi potete chiamarmi Kurumi.^^
Questa è la mia prima storia qui su Efp e sono emozionata al massimo! 
Faccio schifo a scrivere (ne sono sicura xD) ma spero che questo prologo vi piaccia! Vorrei sapere i vostri pareri personali sulla mia trama e magari anche sulla protagonista. 
Non so se conoscete Bleach e Date a Live, dal primo ho preso Haruka e Inoue e dal secondo ho preso Itsuka Kotori.
Allora, c'è un perchè se Kotori era così svestita sotto la pioggia, ma verrà spiegato nei prossimi capitoli.^^
Ci sono due "parolacce" dentro il prologo, ma dai... ci stavano. xD Nel prossimo capitolo farò comparire tutti i Sakamaki, lo prometto, ma in questo prologo mi sono soffermata di più sulla nascita dell'amicizia di Haruka, Inoue e Kotori e sull'antipatia tra la protagonista e Subaru piuttosto che gli incontri tra lei e tutti i Sakamaki. 
Comunque, adesso vi faccio vedere le foto di Inoue, Kotori.^^

Inoue:


http://oi63.tinypic.com/72ewdg.jpg

Kotori:

http://vignette3.wikia.nocookie.net/date-a-live/images/1/14/Dalru_121.jpg/revision/latest?cb=20141001123302 

Come ho detto prima, spero che la storia vi piaccia e che recensiate in molti! *^*
Mi piacerebbe un sacco sapere i vostri pareri! 
Detto questo, mando un bacione a tutti (sono troppo mielosa oggi xD)! 

Kurumi Tokisaki (andate sotto per eventuali chiarimenti)











 





 
Il padre di Haruka è uno ****** (non dico la razza) e ha passato la sua specie anche a sua figlia.
Nella mia storia quella razza è molto più forte dei vampiri, quindi il fatto che Subaru si è "lasciato" colpire è perché Haruka è più forte in lui in tutto, anche se lei non sa niente di tutto questo.
Quindi i riflessi di Subaru sono andati. xD
E visto che lei non sa dell'esistenza dei vampiri, per lei è normale che sia riuscita a dare un pugno a quello che in verità è un vampiro.
E' come se fosse un'umana con i "super poteri", quando invece ha i poteri e non è umana.
Anche se, come ho detto prima, lei non sa niente di tutto questo.
   
 
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