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Autore: Garom_Belmont    05/11/2015    0 recensioni
Romanzo storico sull'avvento del Ragnarok
Costantino, un giovane romano di fede cristiana, riceve dall'arcangelo Gabriele il compito di combattere le invasioni dei barbari del nord, colpendo nel cuore della religione che spinge i barbari alla conquista e alla razzia dell'impero Romano d'Occidente... il collegamento con Castlevania diverrà chiaro in seguito...
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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I nostri viandanti camminarono per diverse ore, finché giunsero ad un nuovo villaggio, stavano rinforzando le mura “muovetevi ad entrare, stranieri, i troll stanno arrivando!”

Troll… quella parola era familiare a Costantino. Le nuvole erano dense, presagivano una grande tempesta. Gli arcieri dall’alto delle mura scagliavano frecce, i mostri però non accusavano molto, a meno che non venissero colpiti in punti vitali. Iniziarono a colpire le mura con spallate e clavate.

Costantino decise di arrampicarsi sulle mura  e di gettarsi nella mischia, Calliope se ne accorse  “che stai facendo?!” ma Costantino si era già lanciato dalle mura sulla testa di un troll, con due sonori pugni gli sfondò il cranio e il mostro cadde a terra morto, cercava di mettere a fuoco il paesaggio, distraendosi e venendo colpito da un colpo di clava. Calliope in cima alle mura colpì il troll negli occhi con due frecce, lasciando a Costantino il tempo di rialzarsi ed indietreggiare, finché accadde qualcosa di incredibile… un fulmine colpì Costantino.

“No!” gridò Calliope disperata. Il giovane emetteva scariche elettriche da tutto il corpo, la battaglia si arrestò qualche momento per osservare quel fulmine che con precisione millimetrica colpì il ragazzo… 

Costantino iniziò  a levitare, ricoperto da scariche elettriche, soffriva, si dimenava, finché accadde qualcosa di ancora più sorprendente… riuscì a convogliare il fulmine nella sua mano destra, la battaglia era ancora in sospeso. Cadde a terra, col fulmine in mano, guardò verso i troll ed iniziò ad attaccare col fulmine, come se fosse una frusta, la guerra riprese, maneggiare un fulmine sembrava fosse una cosa normale per lui, che mai prima d’ora aveva impugnato un’arma, flessibile nei fendenti e rigido negli affondi, Costantino faceva strage di mostri, i quali batterono prontamente in ritirata.

Gli abitanti del villaggio rimasero sbalorditi da ciò che avevano visto, aprirono le porte lignee e chiesero al giovane “chi sei? Chi ti manda?” un po’ impauriti e con le armi in mano. Alcuni lo scambiarono per Thor, dio del fulmine. 

“Calliope!” gridò il giovane, alla ricerca della luce dei suoi occhi.

La ragazza gli corse incontro, intanto la frusta di fulmini scomparve dalla mano di Costantino.

Gli si gettò al collo “cosa è successo?! Credevo fossi morto…” ma Costantino, oltre a dire che aveva cercato si scaricare dalle mani l’energia che lo aveva colpito, non sapeva spiegare l’accaduto. 

Gli uomini gli si fecero intorno “salute potente straniero, grazie per aver difeso i miei uomini, io sono Eric Martellodifuoco.” gli porse la mano che Costantino afferrò, dopo averla localizzata con fatica.

Costantino raccontò la loro storia, delle guerre del sud.

“Non c’è da meravigliarsi” rispose Eric “i nostri dei traggono divertimento dalla guerra, essi infervorano gli animi di noi nordici, grazie comunque per averci salvato. Questa sera tu e la ragazza sarete ospiti d’onore.”

Essere missionario non sembrava così male, si banchetta ogni sera, pensò Costantino.

Il buio era quasi calato completamente, Costantino meditava su ciò che gli aveva detto Eric, gli dei nordici spronano i loro popoli a combattere… quindi se gli dei fossero caduti come gli era stato chiesto… le guerre su Roma sarebbero cessate… ora era chiaro il messaggio… 

La serata trascorse velocemente, Calliope ruppe i pensieri di Costantino trascinandolo a ballare, aveva intuito che ci fosse qualcosa nei suoi pensieri, ma in quel momento, certo, né lui che lei avrebbero potuto fare granché. Lui poverino nel non sapeva come muoversi e tra le risa generali cadde a terra. si rialzò imbarazzato, finché qualcuno fece partire un grande applauso “viva l’eroe del villaggio!” e ancora “viva!” 

Furono ospiti in una locanda. Costantino aspettò che Calliope si addormentò, per uscire silenziosamente. Voleva, sentiva il bisogno di pregare, di capire meglio, iniziò a camminare, mentre camminava però venne agguantato con forza e sbattuto al muro da una figura avvolta nell’oscurità…

   
 
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