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Autore: Strongheartz    09/11/2015    0 recensioni
[POST AGE OF ULTRON]
Esattamente quattro mesi prima Steve aveva ritrovato il Soldato d'inverno, o meglio il soldato aveva trovato lui e col passare dei giorni aveva ritrovato anche il suo Bucky che pian piano recuperava la memoria; ma nonostante fosse felice, un pensiero costante lo assillava: l'Hydra, che sarebbe potuta tornare a riprendersi il suo Bucky. E aveva ragione ad averne paura perché il Soldato d'inverno non era l'unico esperimento per creare macchine assassine umane. Il progetto Starlight risaliva allo stesso periodo, ma c'erano voluto anni per trovare la candidata perfetta e solo pochi secondi ci vollero perché essa mandasse tutto all'aria.
Mary Anne Starlight ricordava poco o niente di sè, ma nella sua mente erano stampati tutti i dettagli delle tortura che aveva subito durante il suo soggiorno all'Hydra, prima di riuscire a scappare e ritrovarsi faccia a faccia con Iron Man che l'avrebbe poi condotta allo Shield e alla sua nuova casa, insieme a Steve e Bucky.
Ma l'Hydra stavolta non si sarebbe data per vinta e avrebbe cercato di prendere due piccioni con una fava. Avrebbero distrutto lo Shield e gli Avengers dall'interno. Di nuovo.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natasha Romanoff, Nick Fury, Nuovo personaggio, Steve Rogers
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: Incest
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6. Shiver
 



-You look at me, I look at you
Neither of us know what to do
 
Erano già passati due giorni da quando aveva ritrovato la sua migliore amica, ma ancora non riusciva a realizzare il tutto. Credeva che fosse stato tutto un sogno dall'esplosione del laboratorio e che evidentemente era stata anch'essa un sogno. L'uomo di metallo che l'aveva portata in salvo era un sogno. Steve e la sua casa sicura erano un sogno. Bucky che si prendeva cura di lei e capiva perché si sentiva un mostro era un sogno. La possibilità di rivedere sua madre era un sogno. 
Ma poi si svegliava sul serio e ricordava che era successo davvero, lei era scappata dal laboratorio dell'Hydra e James... Oh, il suo James.
Le faceva troppo male il cuore per questo seppelliva quel ricordo quanto più a fondo poteva. Era una ferita troppo fresca, una crepa troppo grande per poterla sanare, ma che rischiava di far crollare il muro che lentamente stava costruendo.
Decise di alzarsi, così avrebbe smesso di rimuginare e si diresse in cucina a cercare qualcosa da mangiare. Era impressionata da quanto cibo fosse riuscita a ingurgitare in quel periodo a casa con l'ex soldato e il supereroe, ma aveva riscoperto quanto amasse mangiare e si sentiva come se non avesse toccato cibo (o almeno non così delizioso) per sette anni. Per questo passava la maggior parte del tempo in cucina, a preparare qualsiasi ricetta commestibile che ricordava e poi ad ingozzarsi e Bucky era sempre lì con lei (ad ingozzarsi pure lui). Era incredibile il legame che si stava creando tra loro. Forse per l'esperienza condivisa, per le stesse sensazioni e i pensieri che angosciavano entrambi, forse perché erano più simili di quanto credevano; fatto sta che si stava legando a lui molto più velocemente di quanto avesse fatto con la sua migliore amica. Infatti, nemmeno avessero sincronizzato gli orologi, trovò Buck in cucina che stava cercando qualcosa nel pensile sopra i fornelli. Non si era accorto che lei era lì, così decise di fargliela pagare per tutti gli scherzi che le faceva ogni giorno. Continuò a camminare silenziosamente fino a trovarsi a pochi centimetri di distanza da lui e poi di colpo disse:
"Coooosa stai preparando di bello?" con un tono di voce abbastanza alto che avrebbe potuto chiederglielo anche dall'altro lato della casa e lui l'avrebbe sentita lo stesso. Buck, preso di sorpresa, fece un salto all'indietro, finendole addosso e facendole perdere l'equilibrio, lei cadde e lui con lei. O meglio, su di lei.
"Non credevo fossi così pesante" disse lei, cercando di farlo spostare.
"E io non credevo fossi così inesperta nel fare scherzi" disse lui, rotolando via e finendo steso a pancia in giù sul pavimento.
Lei lo guardò male e poi si rialzò. Lui rise "Non è colpa mia se non avevi previsto che, spaventandomi, sarei potuto saltare verso di te"
"Si, ma almeno ti ho spaventato" ghignò lei.
"Non vantartene" 
"Comunque, cosa stavi cercando nel mobile?"
"Si, brava, cambia discorso, tanto lo sai che avevo ragione" disse lui, incrociando le braccia al petto.
Lei non lo degnò di uno sguardo, prendendo dal fondo del pensile, nascosto dentro il barattolo di ceramica, un pacco di biscotti al cioccolato e ai cereali.
"Oh, li stavo cercando da almeno dieci minuti!" fece il moro, cercando di prendere il pacco dalle mani di lei, che lo tirò via.
"Sono miei. Secondo te perché li avrei nascosti?"
"Dai, ne voglio uno" fece lui, tentando di nuovo di prendere i biscotti, ma lei li tirò via di nuovo, correndo dal lato opposto del tavolo, con le spalle al muro.
Bucky sorrise perchè Mary si era intrappolata da sola. Con un balzo saltò dall'altro lato del tavolo, ma Mary scivolò al di sotto di esso e corse via verso il corridoio, mentre Bucky le urlava dietro "Così non vale!"
Lei rise e si chiuse in camera sua "Ora come li prendi i biscotti?" 
Tese l'orecchio vicino la porta e sentì i passi di Bucky allontanarsi e poi la porta di casa aprirsi, così uscì dalla sua stanza, prendendo la chiave e chiudendola dall'esterno e corse a chiudere a chiave la porta d'ingresso e poi ci si poggiò contro, prendendo un biscotto e mordendolo.
Sentì la maniglia della sua porta cigolare e poi Bucky imprecò e lei rise "Dovevi aspettartelo"
Si mosse e andò verso il salotto, nascondendosi dietro la poltrona, dando le spalle alla vetrata che dava sul prato.
All'improvviso video uno scintillio davanti agli occhi e i biscotti sparirono dalle sue mani. Si girò di scatto, cercando di riafferrarli, ma Bucky prese un biscotto e lo mangiò intero.
"Hai ancora diverse cose da imparare, prima fra tutte: controlla prima tutte le porte" disse mangiando un altro biscotto.
Mary sbuffò e cercò di prendere un biscotto, ma Buck alzò l'arto di metallo così che lei non arrivasse a prendere il pacco dei biscotti. Lui rise, ma dato che il detto ride bene chi ride per ultimo era uno dei preferiti di Mary, avrebbe fatto meglio a smettere. Infatti, lei si tuffò su di lui, atterrandolo e cercò di strappargli l'ambito premio, ma la presa di metallo era impossibile da sciogliere, così prese a fargli il solletico. Ma per quanto fosse colpito dalla determinazione della ragazza, era pur sempre il soldato d'inverno Bucky Barnes , non poteva farsi battere da una ragazzina. così con un colpo di reni, ribaltò le posizioni, portandola sotto di sè, con l'intenzione di farle il solletico e farle capire che con lui non si scherzava. Ma poi fissò gli occhi nei suoi e rimase come bloccato.
Lui guardava lei, lei guardava lui, nessuno dei due sapeva cosa fare.
Finchè lei non gli soffiò un biscotto proprio sotto il naso e lo mangiò.
"Sergente, sembra che anche tu debba ripassare qualche lezione. Mai farsi distrarre"disse tutto seria e poi scoppiò a ridere.
Lui le sorrise e si spostò da lei, mettendosi seduto sul pavimento e lei gli si sedette di fronte, a gambe incrociate e gli offrì un biscotto.
"Tregua?" sorrise.
Lui lo prese e lo mangiò, osservandola. Era da un po' (anzi forse dall'inizio) che quando la guardava, sentiva uno strano formicolio alla bocca dello stomaco. Una sensazione che aveva provato tempo fa e che credeva di non essere più in grado di provare. Quando aveva ritrovato Steve, era stato felice per la prima volta dopo settant'anni; lui gli aveva dato una possibilità quando tutti gli altri avevano preferito attaccarlo. Steven Grant Rogers gli aveva dato la possibilità di cambiare per poter di essere, almeno in parte, quello che James Buchanan Barnes era, anche se la sua speranza di tornare come prima era così minima che credeva non ce l'avrebbe mai fatta. Ma quando aveva conosciuto quella giovane donna, così fragile e distrutta quanto lo era lui, quando l'aveva guardata negli occhi e aveva visto l'enorme forza che c'era dentro, la sua speranza era aumentata e aumentava ogni giorno di più. Ma non c'era solo speranza, c'era anche altro, qualcosa che lo spaventava perchè diventava più forte col passare del tempo. Aveva voglia di baciarla, ma aveva paura di aver dimenticato come si facesse.
In quel momento, però, non gl'importava più di niente, continuava a fissare quelle labbra piegate in un sorriso che era diretto a lui soltanto.
Non si accorse di essersi avvicinato pericolosamente a lei, finchè non toccò le sue labbra con le proprie, cogliendola di sorpresa. Ma a quel punto era tardi per fermarsi e avrebbe dovuto scusarsi lo stesso dopo. E poi le sue labbra erano così morbide.
Le prese il viso tra le mani e la baciò, un semplice contatto di labbra. Non si aspettava di essere ricambiato, per questo si allontanò leggermente; ma Mary, ripresasi dallo shock iniziali, non gli permise di allontanarsi oltre e lo baciò lei, portando le mani dietro il suo collo, giocando con le punte dei capelli.
Quando si staccarono, Bucky si prese un paio di secondi prima di aprire gli occhi.
"E io che credevo di dovermi scusare" le sorrise.
"Solo perchè ti ho baciato non vuol dire che tu non debba scusarti per aver tentato di rubare i miei biscotti."
"Scusa per quello, ma avevo fame e non intendevo quello."
Lei lo guardò perplessa.
"Per il bacio. Insomma, io... non credevo tu avresti ricambiato, ecco."
"Oh... quello. Ecco, non credevo neanch'io l'avrei fatto... a dir la verità, non so perchè-" lui la interruppe.
"Nemmeno io. Mi sono fatto prendere dal momento, credo"
"Ehm... okay"
"Facciamo come se non fosse successo nulla? Scusami"
"Scusato." Disse lei e  si alzò.
Mentalmente, Bucky si era appena schiaffeggiato perché voleva tanto chiederle se anche lei provava quella sensazione allo stomaco, ma aveva avuto così paura che la risposta fosse no che aveva preferito non saperla ed ora non aveva idea di come l'avesse presa lei.
Mary, dal canto suo, era perplessa. Lui l'aveva baciata per primo, ma non c'era mai stato nulla che aveva fatto scattare il momento che lo aveva preso. D'altronde, lei avrebbe potuto evitare di baciarlo a sua volta.
Il suo(loro) rimuginare fu interrotto dalla porta d'ingresso che si apriva e Steve che rientrava. Ma c'era qualcosa che non andava. Il suo sguardo non era allegro come quando se n'era andato. Entrambi se ne accorsero.
"Tutto bene?" gli chiese Buck.
"Tra una settimana abbiamo un incontro con Fury e dal suo tono, non credo sarà un bell'incontro." disse il biondo.
"Abbiamo? Cioè, veniamo anche noi?" chiese il moro.
Ci fu un attimo di silenzio.
"Si. L'incontro riguarda voi."


 
N.a: VI PREGO NON MANGIATEMI.
Lo so, non pubblico dalla fine di settembre ma questo capitolo è stato un vero e proprio travaglio, credetemi. All'inizio ero proprio bloccata: nessuna idea, spunto o altro. Zero voglia di scrivere per diversi problemi che ho avuto e zero tempo per lo stesso motivo. Poi è accaduto un miracolo dopo l'interrogazione di spagnolo (cosa c'entra? un cazzo, lo so), ho avuto l'ispirazione ed ho cominciato a scrivere su un foglio e mi piaceva così tanto l'introduzione. Dovevo ricopiarlo, ma il foglio è magicamente(fottutamente e misteriosamente) scomparso. Ci sono rimasta così male che per tre giorni continuavo a disperarmi, anche perchè non ricordavo una singola parola di quello che avevo scritto. Mi ci è voluta una settimana per riscrivere solo l'introduzione, è stato tremendo perchè non mi piaceva quello che scrivevo e nonostante stia pubblicando il capitolo, ancora non mi piace del tutto, ma dovevo aggiornare per poter passare avanti e non restare bloccata in un'altra storia.
Spero vi piaccia questo capitolo e prometto che per il prossimo, aggiornerò molto prima, anche perché ci stiamo addentrando nella parte migliore della storia (o almeno se spera). Ora mi dileguo, ma mi farebbe piacere che qualcuna di voi mi lasciasse una piccola recensione per farmi sapere se la storia piace o meno.
Al prossimo capitolo ;) 
-Strongheartz
  
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