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Autore: jaj984    24/02/2009    2 recensioni
Solita mattinata in casa Saeba, alle dieci di mattina di una fredda giornata di febbraio Ryo dormiva beatamente sotto le coperte mentre Kaori era come ogni giorno in giro a fare la spesa.
Genere: Romantico, Dark, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: OOC, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Solita mattinata in casa Saeba, alle dieci di mattina di una fredda giornata di febbraio Ryo dormiva beatamente sotto le coperte mentre Kaori era come ogni giorno in giro a fare la spesa.
Mentre era al supermercato con la testa tra le nuvole ripensando ai mesi che erano passati e che la situazione tra lei e Ryo era, si migliorata ma non al livello in cui voleva Kaori.
La sua pazienza stava rasentando il limite.
Ryo era dolce, carino, tenero, alcune sere rinunciava ad uscire e rimanere a casa e con le clienti non era più tanto maniaco, ma un ravvicinamento a livello fisico non c’era stato.
Non un bacio, non una carezza, l’unica tenerezza accadeva quando lei si addormentava davanti alla tv in queste giornate di freddo e lui le permetteva di appoggiare la testa sul suo petto e riscaldarla con il calore di un suo abbraccio ma niente di più.
Si comportava come un fratello si comporta con la sorella o con un amico, anzi ci sono amici che si comportano in maniera molto più dolce e che sono scambiati per innamorati quando in realtà c’è solo un profondo affetto.
Persa nei suoi pensieri non si accorse che il suo carrello urtò contro un altro carrello, si destò dai suoi pensieri e guardò la persona che aveva urtato involontariamente e si stupì, d’incrociare gli occhi con una persona che non vedeva da un secolo.
Il caso, il fato o il destino volle che Kaori quel giorno incontrasse Aimee, una sua vecchia amica d’infanzia, nippo-americana.
Infatti, molto spesso aveva un po’ di tempo libero dalla scuola, correva da lei. Abitavano a qualche ora di distanza, quindi, relativamente vicino.
Aimee abitava a Ōta nella prefettura di Gunma (群馬県太田市) dove circa il 10 %  della popolazione delle città in quella prefettura appartiene a immigrati brasiliani o peruviani, di origine nipponica e non. Essi lavorano nelle fabbriche o nelle ditte della zona con un visto speciale.
Questa concentrazione d’immigrati in quella prefettura è dovuta alle passate politiche d’immigrazione adoperate dallo stato.
Nel secolo scorso, il Giappone è stato uno dei fautori di una politica d’immigrazione dei suoi contadini in Brasile e in Perù, politica che è continuata tranquillamente fino al secondo conflitto mondiale.
Come tutti gli immigrati erano costretti a lavorare nei campi nella raccolta di caffè ed erano trattati come schiavi.
L’integrazione di questi immigrati nella società brasiliana era stata lenta e difficoltosa. In sostanza sia la cosiddetta “prima generazione” che i loro figli rimasero letteralmente chiusi all'interno della propria comunità; e non si trattò di mesi ma di vari decenni. Tanto nelle campagne quanto nelle città si raggrupparono in colonie socialmente impermeabili verso l'esterno, e perciò stesso capaci di ricreare e tramandare le usanze e le tradizioni del Paese d'origine. Questo stato di cose poté mutare solo con le “terze generazioni”, ossia con i nipoti di chi intraprese l'epica traversata oceanica.
Intorno agli anni settanta questi giovani cominciarono a non sentirsi più giapponesi, ed essendo cresciuti immersi nella cultura locale, desideravano essere considerati brasiliani a tutti gli effetti. Rifiutavano l'isolamento all'interno dei quartieri giapponesi e non accettavano più discriminazioni contro le “unioni miste”
Il “fenomeno dei dekasseguis”, come in Giappone sono chiamati gli immigranti, a causa dalla crisi economica brasiliana, dal boom economico giapponese e dalla ben nota richiesta di manodopera per quei lavori che i cittadini dei paesi industrializzati non vogliono più fare, ha provocato il fenomeno inverso, in altre parole gruppi di cittadini Brasiliani ed ex giapponesi a trasferirsi nella terra nel sol levante.
Hide per mantenere sua sorella dopo la morte dei genitori, quand’era all’università, lavorava molto spesso in quelle zone, dove erano sempre alla ricerca di mano d’opera e Kaori molte volte, dopo scuola era stata affidata dal fratello alle cure della famiglia di Aimee.
Da lì era nata la loro amicizia e ora dopo aver fatto la spesa, tra una chiacchiera e un’altra, avevano rinvangato i vecchi tempi.
Si erano sedute al tavolino di un bar poco lontano dal supermarket e perdendosi nelle chiacchiere il tempo trascorse velocemente.
Kaori scoprì che l’amica lavorava a Tokyo come traduttrice per le lingue occidentali.
Sapeva parlare correntemente, oltre naturalmente al Giapponese, all’Inglese e al Portoghese, anche lo Spagnolo, Francese e Italiano.
Si era laureata in lingue con il massimo dei voti, studiando il minimo necessario. Più che studiare aveva viaggiato e aveva vissuto nelle città più belle d’Europa.
Aveva vissuto a Londra, Parigi, Madrid e a Barcellona ma quello che l’era rimasto più nel cuore era stata l’Italia su cui aveva fatto la tesi. Aveva visto: Roma, Firenze, Napoli e aveva girato la Sicilia ammirando i simboli della cultura ellenica, lasciati dal passaggio di una civiltà dove erano nati i maggiori filosofi.
Kaori gli raccontò di Yuki e di Ryo, del suo passato e del suo presente. Del lavoro che faceva e del suo rapporto con Ryo.
Le disse, inoltre, che la sua pazienza stava raggiungendo il limite di sopportazione era stanca di dover vivere un rapporto a metà fatto solo di attenzioni e coccole che neanche dei fidanzatini adolescenti si scambierebbero.
Raccontò che Ryo non provava in nessun modo ad avvicinarsi di più a lei a livello sessuale.
Lei non era riuscita a scambiarsi neanche un bacio con lui, eppure l’aveva stuzzicato in tutti i modi possibili e immaginabili.
Micro abiti, short, top scollati, sapendo che la notte la veniva a trovare aveva iniziato a dormire nuda o farsi trovare per caso con indosso solo un microasciugamano. Si cambiava con la porta semi aperta e alcune volte si era affacciata a chiedergli una cosa banalissima con indosso solo dei completini intimi molto sexy. Ma lui se da una parte sembrava aver attrazione verso di lei, perché l’amico si svegliava, dall’altra fuggiva.
Lei lo desiderava e non sapeva più che fare e si stava stancando di questo giochetto.
L’aveva amato, capito e giustificato per ogni azione e passo che compieva nei suoi confronti, in passato.
Quando dopo la dichiarazione, le cose non erano andate come si aspettava, si era detta che Ryo avesse bisogno di tempo per adattarsi alla situazione, infondo lui non era semplice avere dei legami fissi.
Ma lei era una donna e come tutte aveva delle esigenze. Era esasperata, voleva fare l’amore con la persona che amava, era stanca di dover essere sempre la dolce e ingenua Kaori, voleva avere anche lei una vita sessuale attiva.
Voleva essere amata e sentirsi amata anche tra le lenzuola.
Ogni tanto s’interrogava su quanto tempo fosse passato dall’ultima volta che fosse andata a letto con uomo e trovava difficoltà a ricordarsi quando perché era stato molto tempo fa, agli inizi della convivenza con Ryo, prima ancora che la cotta infantile che provava per lui si trasformasse in qualcosa di più; quindi facendosi due conti, si accorgeva che erano passati circa sei - sette anni dall’ultima volta che era successo.
L’amica vedendola demoralizzata le consigliò di staccarsi un po’ da lui, che le avrebbe fatto solo bene e di conseguenza, la invitò a passare il carnevale da lei.
Kaori accettò con piacere l’invito dell’amica, aveva sempre visto in tv le immagini del carnevale di Rio e del mondo ma non aveva mai partecipato a una festa in maschera.
In Giappone il “Carnevale” non esisteva, c’era Halloween ma non era molto divertente, doversi travestire sempre da strega, zombi, ecc.
Anche se non tutti sentivano il bisogno di travestirsi ed essere per una sera, qualcuno di diverso. Erano molto liberi a confronto alle popolazioni europee, loro potevano essere ogni giorno qualcuno di diverso. C’erano ragazzi che giravano travestiti in ogni modo possibile e immaginabile e nessuno diceva niente, tutti erano liberi di essere chi volevano.
A Kaori, però, stuzzicava l’idea di andare in una festa in maschera e conoscere nuova gente e poi sarebbe stato divertente passare qualche giorno con Aimee.
Tutte e due erano talmente felici di essersi rincontrate che decisero di pranzare insieme e di fare shopping dopo pranzo.
Kaori allora la portò a pranzo nel bar di Miki così avrebbero chiacchierato tutte e tre, era sicurissima che Miki avrebbe trovato simpatica Aimee, e così fu.
Miki concordò con l’idea di Aimee e anche se a malincuore le consiglio di guardarsi attorno, perché Saeba non era l’unico uomo sulla faccia della terra e male non gli avrebbe fatto sapere che c’era un po’ di concorrenza.
Nel frattempo a casa Saeba Ryo si era svegliato e vedendo che Kaori non era ancora rientrata all’ora di pranzo, decise di chiamarla sul cellulare ma purtroppo per lui, Kaori, l’aveva dimenticato a casa in cucina.
A quel punto chiamò Miki, pensando che stesse dall’amica era pronto a fargli la solita sgridata.
Squillò e rispose Umichan e dopo un quarto d’ora di litigate riuscì a farsi a passare Miki.
Kaori era lì aveva sentito la sua voce, quando Umi decise di passargli la moglie, lui chiese di Kaori.

- Mi dispiace è appena uscita!
- Ah ok, allora tra poco stara a casa ed è meglio per lei che porti qualcosa di pronto. Il piccolo Ryo ha fame.
- Allora morirai di fame perché Kaori prima di questa sera non tornerà a casa, aveva molto da fare. Anzi è meglio che ti organizzi anche per questa sera perché probabilmente non tornerà neanche per cena.
- Come non mi ha detto nulla, non mi ha lasciato nulla di pronto.
- Arrangiati Saeba!

Miki chiuse la telefonata e Ryo ci rimase di stucco non era da Kaori comportarsi così.
Normalmente quando prevedeva di rimanere fuori per pranzo o faceva tardi gli preparava sempre qualcosa, anche se lui diceva che non era brava in cucina.
A quel punto non gli restò altro che chiamare un take away e farsi consegnare qualcosa a casa.
Mentre Ryo era afflitto a casa perché Kaori non c’era, lei era in giro per negozi, il tema della festa erano le favole Disney ed europee, però decise di rielaborare il vestito a modo suo.
Aveva deciso di vestirsi da Biancaneve un po’ strega era stanca di essere considerata sempre la dolce, ingenua e pura Kaori.
Di conseguenza aveva deciso di vestirsi come il simbolo di femminilità per eccellenza e trasformarlo in una sexy e moderna Biancaneve, un po’ strega.
Durante lo shopping aveva incontrato degli amici di Aimee e aveva stretto amicizia con loro passò un bel pomeriggio in loro compagnia. Soprattutto incontrarono strada facendo Javier il fratello di Aimee insegnante di Samba alla scuola del suo quartiere. Non fu un caso, perché la sorellina furba qual’era ricordando le rispettive simpatie preadolescenziali, prima dell’incontro con Ryo, l’aveva chiamato e con una scusa qualunque li aveva fatti incontrare.
La simpatia non era per niente passata, anzi con l’incontro era scoccata una scintilla in più, si divertirono tutti il pomeriggio e alla fine la invitarono a cena.
Kaori accettò ma doveva posare le buste dello shopping e doveva tornare a casa a farsi una doccia e cambiarsi e soprattutto doveva preparare la cena per il socio. Javier s’informo molto lungo il tragitto su questo suo socio e Kaori non gli nascose niente, specificando che lei era libera e che era stanca di stare ad aspettarlo.
Javier ne fu molto felice perché con lei si trovava bene a parlare ed era una ragazza speciale, quell’uomo si disse non capiva un tubo, lasciandosela scappare in quel modo.
Si salutarono sotto casa sotto lo sguardo vigile di Ryo che li guardava dalla finestra.
Vide Kaori salutare l’amica e un tipo che a Ryo cominciava ad essergli antipatico. In realtà Ryo odiava ogni ragazzo che si avvicinasse alla sua Kaori l’era antipatico, era geloso marcio di lei. Non voleva che nessuno si avvicinasse a lei.
Kaori arrivò alla porta e Ryo fece finta di niente sedendosi sul divano a leggere il giornale, alla rovescia.
Lei entrò e notò Ryo leggere il giornale alla rovescia e fece finta di niente.
Andò in cucina e posò le buste della spesa, sistemò gli alimenti comprati e iniziò a cucinare per Ryo.
Il tutto senza che Ryo fiatasse o le dicesse qualcosa. Lei non fiatò, preparò il tutto e mentre si avviava in camera sua, disse a Ryo che era pronto.
Kaori era in camera sua, sistemando gli ultimi acquisti quando Ryo le si avvicinò deciso a parlare.

- E tu? Non mangi?
- No, Ryo non ceno a casa oggi, mangio fuori.
- Con quel ragazzo con cui stavi filtrando fino a pochi minuti fa?
- Numero uno non stavo filtrando come dici tu, stavo solo salutando un amico. Numero due non sono fatti che t’interessano poiché non ti dico nulla sulle persone che frequenti. Numero tre non esco solo con lui ma anche con la sorella e un gruppo di amici brasiliani, molto simpatici.
- Ah!
- Che sbadata stavo dimenticando la cosa essenziale domani parto, andrò a Gunma per qualche giorno. Oggi ho rincontrato la mia amica Aimee e mi ci ha invitato a passare il carnevale da lei. Io ho deciso di andarci, tu … beh … puoi fare quello che credi non sei certo costretto a seguirmi. Ora vado a prepararmi saranno qui a muniti.

Detto ciò Kaori salì in bagno e andò a farsi una bella doccia e un bagno rilassante.
Quando ebbe finito come d’abitudine uscì dal bagno coperta da un asciugamano che lasciava poco spazio alla fantasia di Ryo.
Ryo quando la vide cominciò come sempre a doversi trattenere dalla voglia di saltarle addosso, senza rendersi conto che Kaori non aspettava che quel momento.
Quella sera Kaori era stanca di dover sempre aspettare e notando la reazione del socio, gli diede il colpo di grazia, fece cadere “inavvertitamente” l’asciugamano da dosso e Ryo poté ammirare la schiena e soprattutto il fondoschiena della sua socia. Quando poi si abbasso a raccogliere l’asciugamano caduto, l’amico di Ryo cominciò a fare la ola per la felicità mentre lui sudava freddo nel tentativo di calmare i suoi bollenti spiriti.
Come sempre, Kaori entrò nella sua stanza e lasciò un po’ aperta la porta in modo tale che Ryo potesse vederla.
Questa volta però fece di più, si mise in direzione dello specchio e iniziò a indossare il nuovo intimo che aveva comprato un completino da far girare la testa a chiunque.
Indossò, molto lentamente, una mutandina semi trasparente, nera di pizzo, rimanendo sempre davanti allo specchio. Mentre faceva ciò Ryo era mezzo morto sul divano, che s’imponeva di non guardare ma lo specchio era troppo per lui. Esso rifletteva perfettamente tutto e poteva anche notare il folto ciuffo castano, che adornava le parti intime di Kaori.
Era esasperato, stava per scoppiare dal desiderio per lei, ma doveva resistere, lei era un fiore delicato e non poteva essere macchiata da lui.
Kaori prese il reggiseno di nero, leggermente imbottito e lo indossò, poi fu il turno del reggicalze e molto lentamente alzò le calze nere velate e mentre compieva queste azioni, era seduta, su una poltrona, difronte allo specchio, mezza nuda, osservando le reazioni del socio.
A Ryo gli andò il sangue al cervello e il tempo gli sembrò infinito come se si fosse fermato. Quelle calze velate rette da un reggicalze erano il top della sensualità.
Ora si domandava, però, che fine avesse fatto la sua dolce Kaori? Davanti da un po’ di tempo a questa parte si era ritrovato con una Kaori ben diversa da quella che conosceva, gli sembrava più donna e più sicura della sua femminilità e del potere che aveva sugli uomini e sapeva sfruttarlo benissimo con lui.
Kaori si alzò dalla poltrona e infilò una camicetta bianca abbottonandola a metà fino al sotto il seno, una gonna a balze che le arrivava appena sopra al ginocchio, a vita bassa e degli stivali.
Quando si abbassò per infilarseli, fece notare a Ryo tutto il suo decolté, quando ebbe finito, si truccò leggermente e chiuse la camicetta, il tutto stanno difronte allo specchio, abbottonando a rilento ogni bottone, lasciando i primi tre aperti, alla fine per completare l’opera indossò uno scaldacuore nero.
Quando uscì dalla stanza, trovò Ryo, che se l’era filata in cucina per non farsi vedere in condizioni pietose dalla socia.
Quando si riprese dall’eccitazione con forza e coraggio si avvicinò alla socia, portandole il cell.

- Non te lo scordare questa volta.
- Ah, grazie, sai che mi ero accorta di non averlo?
- Ho notato! Allora dove vai questa sera?
- Non lo so, Aimee e Javier hanno deciso, hanno fatto tutto loro, o meglio è stata Aimee a insistere in quest’uscita.
- Sbaglio o nonostante tutto a te non va molto a genio quest’uscita.
- No, non è questo è solo che sono molto stanca, non mi sono fermata un secondo oggi.
- L’ho notato, ora perché non ti rilassi un po’ prima di andare?
- Non posso se lo faccio, mi addormento.
- Stai tremando dal freddo, su mettiti questa coperta addosso e vieni qui che ti riscaldo un po’.

Ryo la coprì e l’abbracciò facendole posare la testa sul suo petto; qualche minuto e qualche dolce carezza e Kaori era partita per il mondo dei sogni.
Ryo aveva raggiunto il suo scopo, Kaori si era addormenta e non sarebbe uscita e l’avrebbe avuta tutta per se.
Abbassò lentamente il volume del televisore per non svegliarla e quando stava per abbassarlo quasi al minimo, suonarono al citofono. Kaori dormiva profondamente e sembrava un angioletto.
Prese un cuscino e lo mise sotto la sua testa mentre si staccava delicatamente da lei.
Rispose e scese giù a conoscere gli amici di Kaori.
Trovò Aimee bellissima, aveva i seni sodi, un bel viso e la pelle mulatta che le donava quel pizzico in più di sensualità, accentuata da un leggero strabismo di Venere. Era una bellissima donna e se non sapeva per certo che fosse giapponese, l’avrebbe scambiata per una brasiliana Doc.
Invece Javier era alto quanto Kaori era anche lui mulatto, però a differenza della sorella aveva gli occhi a mandorla, fisico scolpito  e per Ryo era passabile, non era certo un adone come lui.

- Voi due dovete essere Aimee e Javier. Vero?
- Sì, io sono Aimee e lui è mio fratello Javier, tu devi essere Ryo, invece. Senti un po’ Kaori è pronta?
- Ehm, tecnicamente sì, solo che si è appena addormentata, era molto stanca e non ho avuto il coraggio di svegliarla.
- Non fa niente, sarà per la prossima volta, allora dille che domani l’aspetto alla stazione all’una.
- Va bene allora ci vedremo domani e ti ringrazio per avermi invitato.
- Non c’è di che!

Si salutarono e mentre i due amici andarono a mangiare Ryo risalì sopra, ripensando al suo incontro con quel tipo.
Si erano guardati in cagnesco per tutto il tempo e lanciati lampi di odio.
Quando rientrò in casa, Ryo sorrise notando Kaori rannicchiata nella coperta che dormiva profondamente.
Spense la tv e la prese in braccio per portarla a letto, solo che non aveva il coraggio di staccarsi da lei.
Non era la prima volta che succedeva, anzi ultimamente aveva sempre più spesso questo desiderio di dormire con lei e alcune volte gliel’aveva comunicato.
A lui piaceva averla accanto la mattina quando si svegliava, adorava vederla illuminata dai raggi del sole mentre dormiva tra le sue braccia, solo che non aveva ancora avuto il coraggio di andare oltre.
Non sapeva bene il perché ma con lei stava bene anche così, aveva scoperto cosa significava amare una persona anche senza il bisogno del contatto fisico e sessuale, però, si era accorto che Kaori soffriva per questo rifiuto ma lui non si sentiva pronto a fare l’amore con lei, aveva paura che tutto si sporcasse e si equivalesse alle altre.
La portò in camera sua e la depositò sul grande letto matrimoniale e si coricò accanto a lei abbracciandola e addormentandosi cullato dal respiro di lei.
L’indomani mattina Kaori si risvegliò in camera di Ryo, tra le sue braccia. Sorrise alla tenerezza del suo socio, però notando che aveva ancora gli stessi vestiti del giorno prima, sbuffò, pure quella volta con Ryo non era andata oltre.
In altri tempi sarebbe stata contenta degli enormi passi avanti di Ryo e lo era tutt’ora ma ora voleva di più, voleva essere una coppia in tutti i sensi.
Ripensando al giorno prima, si ricordò che alla fine non era più uscita con gli amici, perché era crollata miseramente sul divano tra le braccia di Ryo.
Guardò l’orologio erano le otto di mattina, era tardissimo: doveva ancora fare le valigie e chiamare l’amica per scusarsi del giorno prima e chiederle l’appunto.
Tentò di alzarsi ma Ryo la strinse ancora più a se.

- Ryo, è tardi devo fare la valigia.
- Hai ancora un po’ di tempo, anzi abbiamo ancora po’ di tempo, l’appuntamento con Aimee è all’una, il treno parte alle dieci quindi abbiamo tutto il tempo che vogliamo.

Kaori quando sentì quelle parole si girò e incrociò gli occhi neri e profondi di Ryo che puntualmente le facevano andare in tilt il cervello. Vide le labbra di lui avvicinarsi alle sue e quando le toccò ne scaturì un bacio dolcissimo e carico d’amore.
Non ci poteva credere, Ryo la stava baciando, era avvenuto il primo miracolo.
Era un bacio a stampo che durò pochissimo, ma era già qualcosa.

- Buongiorno amore mio.
- Buongiorno! Che hai oggi? Sei strano!
- Niente, sto bene, anzi benissimo. Ti è piaciuto il mio buongiorno?
- Sì, ma tu sei strano oggi. Mi hai appena baciato e chiamato amore mio.
- Perché non posso chiamare così la mia donna?
- Appunto la tua donna ma fino a prova contraria tu ed io non siamo una coppia a pieno titolo.
- Da oggi sì! Sei la mia donna, la mia fidanzata, la mia compagna per tutti.
- Ho capito, ieri ha conosciuto Javier e ti sei ingelosito. Domani quando tutto tornerà normale, ritorneremo a essere coinquilini e soci.
- No, Kaori renditi conto che per me è difficile tutto ciò e se arrivo a dirti queste cose è perché le sento e voglio che ciò sia così.
- Spiegati meglio Ryo! Quindi che significa che tu ed io stiamo insieme? Siamo una coppia?
- Sì, siamo una coppia.
- Ah, che bella coppia che siamo. Due persone che si comportano come fratello e sorella e che ora si danno anche dei bacini a stampo, come i bambini.

Ryo davanti a quella provocazione catturò le sue labbra e le diede un bacio passionale e carico d’amore, che durò per un tempo che parve infinito, si staccò solo per prendere aria.

- Allora questo è ancora un bacio da bambini?
- No, questo non lo era. Ora però è meglio andare, dobbiamo preparare le valige, a proposito tu da cosa ti vestirai alla festa?
- Eh? Perché c’è una festa in maschera?
- Sì e sarà domani!
- Non lo so tu da cosa ti vesti?
- Da Biancaneve, una Biancaneve un po’ particolare, però.
- Cioè?
- Cioè, segreto! Ho un’idea perché non ti travesti dal mio amante?

Mentre diceva ciò, si mise a cavalcioni su Ryo e iniziò a baciarlo.

-È perfetto come vestito, ti travesti da cacciatore e sarai il mio amante, l’amante di Biancaneve.

Si chinò su di lui e riprese a baciarlo con sempre più ardore e passione.
Ryo staccandosi disse: È tardi, perdiamo il treno e dobbiamo ancora comprare il costume da cacciatore.
Kaori ricadendo sul letto disse: Uffa ma è mai possibile che non si possa mai andare oltre? Ogni volta che mi avvicino tu, ti allontani; ma ti faccio così schifo?
- Al contrario è perché ti desidero all’infinito, che mi trattengo. Kaori, tesoro mio, io vorrei tanto fare l’amore ma ho paura di rovinare tutto.
- Ryo ho capito questo me lo stai dicendo da non so più quanti mesi. Ora mi sono stancata di aspettare, io sono una donna, un essere umano, anch’io ho i miei bisogni. Ryo anch’io ti desidero e ho voglia di fare l’amore con te e non credo che sia un reato voler fare l’amore con la persona che ama. Di certo, però, non voglio costringerti, quindi aspetterò i tuoi tempi, ma ti dico una cosa, cerca di non metterci anni per decidere a fare questo passo, perché in caso contrario non so se quel giorno mi troverai. Dai ora vediamo come creare il costume a te.
- Niente calzamaglie.
- ahhha, tranquillo non avevo per niente intenzione di renderti ridicolo.

Si alzò e scovò nell’armadio di Ryo un paio di pantaloni neri, attillati di pelle e una maglia attillata anch’essa nera.

- Ma hai deciso di farmi vestire alla Matrix?
-E perché no, in fondo è il cacciatore moderno per eccellenza e poi sarai sexy da morire. Comunque non è finita qui, mi serve una fondina nera per la tua phyton e un giaccone a ¾ nero.
- E gli occhiali neri?
- No, non mi piacciono, non potrei vedere i tuoi occhi.
- Allora si può sapere come sarà il tuo vestito?
- Segreto. Stai tranquillo che mi riconoscerai.

Kaori finì di preparare le valigie e si avviò assieme a Ryo alla stazione, miracolosamente erano puntuali, anche se durante il percorso Ryo aveva tentato più di una volta, la rissa, con tutti gli uomini che osavano soffermarsi sulla sua socia.
Presero il treno per Gunma e arrivarono per l’una come previsto.
Durante il viaggio, Ryo si concentrò esclusivamente su Kaori e si scoprì di aver voglia di sempre maggior contatto con lei.
La coccolava, le faceva degli scherzi, era irriconoscibile.
Kaori per prima non capiva che gli fosse successo e soprattutto non ci aveva provato neanche mezza volta con l’hostess carina del vagone ristorante.
Una volta arrivati da Aimee, Ryo e Kaori furono sistemati in due camere separate l’una vicina all’altra.
Pranzarono tutti assieme e a differenza della sera precedente, Ryo e Javier si trovarono simpatici. Avevano molto in comune e in fondo Javier era un bravo ragazzo. Dopo pranzo Kaori aiutò Aimee a organizzare la festa nella palestra di Javier.
Javier era molto simpatico, era un maestro di danza, insegnava Samba e aveva aperto con un po’ di fatica la palestra, dove lavorava.
Appesero per tutto il pomeriggio i festoni e crearono le decorazioni.
Dopo cena, erano tutti stanchi morti e dopo aver fatto una breve passeggiata nel quartiere, dando uno sguardo ai locali, si fermarono a un bar di un amico di Aimee e Javier a bere qualcosa.
Scherzando e ridendo, tra un drink e un altro si fecero le quattro di mattina. Ryo per tutta la serata aveva fulminato tutti gli uomini che volevano provarci con Kaori. Era geloso e possessivo di Kaori, lei doveva essere solo sua e di nessun altro.
Alla fine della serata, tornarono in camera e Kaori talmente la stanchezza si lasciò cadere sul letto, vestita, addormentandosi di colpo e svegliandosi all’una dell’indomani e solo perché bussavano alla porta.
Si alzò un po’ barcollante, con la testa dolorante, aprì la porta e vide Ryo con un bicchier d’acqua e due aspirine.
Lei lo fece accomodare e tornò a letto.
Ryo le passò l’acqua con la doppia aspirina, gliela fece bere e le disse di riposare, quando si sarebbe sentita, un po’ meglio avrebbe dovuto mangiare qualcosina, magari più tardi gli avrebbe portato qualcosa da mangiare.
Mentre aiutava Kaori a indossare il pigiama ripensava alla serata del giorno prima.
Ora era ancora più convinto che se qualcuno gli venisse a raccontare di aver visto Kaori scolarsi quattro cinque drink e restare lucida, lo prenderebbe per pazzo e gli farebbe una risata in faccia, aveva avuto la dimostrazione vivente che bastavano due bicchieri di Vegesh, per farla ubriacare, eppure era un cocktail, moderatamente alcolico, costituito da verdure e frutta con l’aggiunta di un pizzico di alcol.
La fece rimettere a letto, le imboccò le coperte, le diede un bacio sulla fronte e uscì avvertendo gli amici che Kaori rimaneva a letto a riposare.
Kaori si addormentò subito e si risvegliò solo due ore dopo, quando Ryo gli portò un po’ di zuppa di Ramen con Miso da mangiare.
Si sentiva meglio, il mal di testa era passato e anche il senso di nausea. Ora era anche riuscita a mangiare qualcosa.

- Mamma che figura, mi sono risvegliata proprio con una bella sbornia oggi.
- Hihihi, il bello che ti sei ubriaca con le bibite degli adolescenti.
- Non me lo ricordare, quelle cose fanno più male che un drink come si deve. La prossima volta se devo bere alcol almeno bevo come si deve.
- No, la prossima volta solo analcolici. Niente più alcol a te, ti fa un brutto effetto!
- Ricomincia la paternale! Ryo sono maggiorenne, grande e vaccinata, sono libera di fare quello che voglio. Ora se non ti dispiace vorrei cambiarmi e vedere se hanno bisogno di me di là.
- Ok, come vuoi tu, fai quello che vuoi e fattiti anche Javier.

Kaori sentendo quelle parole gli tirò uno schiaffo che lasciò il segno sulla guancia di Ryo.

- Se dici questo, allora non hai capito un tubo di me. Ora se non ti dispiace, vorrei cambiarmi, riprenditi il piatto e ringrazia Aimee per la zuppa era squisita.

Ryo senza fiatare ulteriormente con la guancia dolorante prese il piatto e uscì dalla camera di Kaori.
Lei si preparò e andò in palestra dagli amici.
Lei e Ryo per tutto il resto del pomeriggio non si parlarono.
Kaori sorrideva e scherzava con Javier e con gli altri ragazzi della palestra.
Le insegnavano a ballare il Samba, il ballo latino americano, e il caraibico.
Tutti balli sensuali che prevedevano un contatto fisico e questo a Ryo non andava molto a genio.
Non sopportava tutti quei ragazzi che con la scusa del ballo le mettevano le mani su i fianchi, sul sedere e che si stringevano più a lei.
Quando decisero d’insegnarle la rumba, Ryo stava per scoppiare di gelosia.
Kaori era molto sexy quando ballava, vedeva il sedere scendere e salire e per la sua libidine era un sogno, per lui e per tutti gli uomini della sala.
Il più fortunato fu il ragazzo che le stava insegnando la rumba e a Ryo cominciarono a girare …
Vide che il ragazzo fece appoggiare Kaori al suo torace e rimanendo sempre attaccata a lui, la fece scendere e risalire lentamente.
Ryo aveva voglia di strozzarlo perché ci stava marciando con la scusa del ballo e questo non lo sopportava e per non vedere altro decise di andarsi a fumare una sigaretta, ma era impossibile restare calmi e isolarsi da quella situazione, poiché i ragazzi la applaudivano e la riempivano di complimenti, in più con la scusa di doverle insegnare i latini ci provavano spudoratamente.
Alla fine Javier pose termine a tutto ciò e Kaori fu libera di respirare e riprendere il normale colorito.
Uscì un po’ fuori e con molta calma ritornò al normale colorito.

- Non dovresti stare così qui fuori, sei tutta sudata, ti becchi una polmonite.

Kaori lo ignorò e rimase fuori a respirare aria fresca. Era tutta accaldata e si sentiva meglio la fuori.

- Scusami per prima, non volevo offenderti.
- Ormai l’ho capito che sei geloso di tutti gli uomini, credi che non me ne sia accorta poco fa, che stavi per scoppiare? Ryo non sono scema, lo so che quei ragazzi ci stavano provando con me.
Tu eri tutto preso dai fumi della gelosia per non accorgerti che quando andavano oltre il ballo io “casualmente” sbagliavo passo e gli pestavo un piede o gli davo una ginocchiata. Alcuni dopo hanno ricevuto un bel stritolamento della mano.  Ti ripeto Ryo, sono grande so badare a me stessa, non ho bisogno di un padre o di un fratello affianco ho bisogno di un uomo, di un compagno/amante.
- Come sempre hai ragione ma è più forte di me, voglio proteggerti da tutto e da tutti, anche da me.
- Non puoi, Ryo non puoi proteggermi da tutto e soprattutto non voglio essere protetta da te, perché ti amo e voglio vivere questa storia fino in fondo. Capiscimi, non ti sto chiedendo di sposarmi domani e di mettere su famiglia. Ti sto chiedendo di vivere un rapporto di coppia come due amanti. Voglio vivere alla giornata, non m’interessa se tra, non so, due - quattro mesi la nostra storia finirà. A me interessa il presente e non il futuro. Riflettici Ryo. Riflettici!

Detto ciò Kaori rientrò e tornò a casa di Aimee si andò a fare una doccia e iniziò a prepararsi per la sera.
Prese le sue cose dalla borsa e le posò sul letto.
Iniziò dai capelli, se li stiro con la piastra, facendoseli lisci.
E iniziò a truccarsi, creò una base di fondotinta, correttore e cipria, iniziò a mettersi un po’ più di cipria attorno agli occhi dovendo utilizzare dell’ombretto in polvere.
Iniziò a truccarsi la palpebra con un ombretto grigio, in crema, il tutto senza uscire dalla palpebra e mettendole un po’ anche sopra.
Dopodiché cominciò a sfumare la matita, dalla palpebra mobile, con un pennellino andando appena sopra alla piega degli occhi, sfumandolo anche verso l’esterno.
Applicò un ombretto grigio su tutto l’occhio tranne che nella prima parte dell’occhio, dove applicò un ombretto bianco in polvere andando un po’ sotto, per dare luminosità allo sguardo.
Mentre si stava truccando Kaori, si accorse che Ryo tentava di entrare in camera, per curiosare sul suo vestito.
Corse alla porta e la chiuse a chiave, dopodiché nascose il vestito nella valigia e riaprì la porta tornando a truccarsi.
Ryo entrò e la trovò a sfumare con un pennellino l’ombretto bianco.
Si sedette sul letto e cominciò a guardarsi in giro e a cercare indizi sul costume di Kaori, voleva capire.
Kaori sorrise e riprese a truccarsi.
Prese un ombretto nero e applicò con un pennello sottile, come quello per le labbra, nella piega verso la fine dell’occhio, scendendo a contornare la fine dell’occhio creando un effetto di una linea lunga e doppia, continuò anche un po’ sotto all’occhio.
Prese l’ombretto bianco e l’applicò per sfumare meglio il grigio e il nero, quando fu soddisfatta della sfumatura prese la matita nera e tirò una bella linea marcata sopra, dentro e sotto l’occhio.
In tutto questo Ryo cercava d’individuare il luogo, dove Kaori aveva nascosto il vestito. Aprì gli armadi, ma niente. La valigia ma non trovò nulla a riguardo al vestito da Biancaneve.
Se la immaginò con il vestito giallo e blu, il cerchietto rosso intesta, trucco acqua e sapone ma già vederla ora era un po’ spiazzato.
Vedeva Kaori sfumare la matita nera con un pennello e dopodiché prendere una polvere nera e mettersela sull’occhio dove prima c’era la matita e la mise anche sotto e dentro all’occhio.
Pensando che potesse trovare informazioni sul vestito di Kaori, nella zona trucco cominciò a fargli domande su quello che stava facendo.
Kaori gli disse che stava applicando un ombretto nero in polvere sulla matita per mantenerla fissata per tutto il tempo della festa dopo un paio d’ore aveva ancora la matita bella visibile.
In oltre ora gli disse che si stava accingendo a mettere un po’ di ombretto bianco sotto il sopracciglio.
Poi la vide scavare nella bustina del trucco e lei gli disse che era alla ricerca del mascara nero.
Lo trovò e la vide tingersi le ciglia con uno speciale pennellino.
Incuriosito, Ryo si mise a scavare nel beauty di Kaori e trovò un barattolino di colla, che aprì facendone fuori uscire un po’.
Kaori s’arrabbiò e gli disse di stare fermo che ora veniva la parte più complicata.
Doveva applicarsi degli Swarovski vicino agli occhi.
Prese la colla con cui Ryo stava giocando e la mise su una tavoletta piccolina, di plastica, assieme ai brillantini.
Con un pennello molto sottile tipo quello da eyerliner prese un po’ di colla e la mise sulla coda dell’occhio, dove poi avrebbe messo i cinque brillantini che aveva scelto.
Con la pinzetta applicò gli Swarovski partendo dall’esterno verso l’interno e fece lo stesso per l’altro occhio a quel punto tocco al rossetto.
Sempre sulla sua bella tavoletta mise un po’ di rossetto rosso in pasta, un po’ di ombretto in polvere, cornflower, una tonalità di un blu pastello mischiato a un viola perlato e per finire un po’ di polvere di ombretto viola scuro mischiò il tutto e notando che comunque era molto carico e matto, decise di mischiarci dentro un po’ di lucidalabbra.
L’applicò sulle labbra e il gioco era fatto, l’unica cosa che gli rimaneva da fare era vestirsi, ma non poteva farlo con Ryo in giro.
Così lo mandò in camera a cambiarsi e gli disse di tornare solo quando fosse stato vestito per la festa.
Ryo ci mise davvero poco a prepararsi, al contrario di Kaori a lui bastava veramente poco per vestirsi per la festa.
Kaori appena Ryo uscì tirò fuori dalla borsa delle calze nere coprenti, un reggicalze nero che si vedrà attraverso il vestito e un perizoma viola.
Quando Ryo bussò alla porta di Kaori, lei si stava infilando le calze e stava litigando con il reggicalze, era completamente nuda, con solo indosso il perizoma e le calze.
Urlò di aspettare che non era presentabile, finì di infilare la seconda calza e attaccarla ai ganci del reggicalze e prese al volo una vestaglia dalla borsa.
La legò velocemente, aprì la porta a Ryo, lo fece entrare e gli disse di sedersi sulla sedia.
Ryo obbedì e vide Kaori armeggiare con il trucco.
Gli si avvicinò e gli disse di stare immobile di abbassare la testa all’indietro e di tenere gli occhi ben aperti.
Kaori però nella fretta non aveva abbottonato come si deve la vestaglia ed essa si allargò mostrando le calze rette dal reggicalze e lo spacco dei suoi seni.
Mentre tentava di mettere un filo di matita nera nell’occhio di Ryo, lui decise di passare all’attacco.
Dopo tanto tempo in cui era stato fermo, ora non resisteva più, era stato il colpo di grazia, era difficile averla vicina così sexy e non provarci.
Allungo le mani sotto la vestaglia e le accarezzava l’interno delle gambe. Kaori appellandosi alla sua forza di volontà più profonda e alla voglia di non dargliela sempre vinta gli spostava le mani e gli diceva di stare fermo.
Era difficile resistergli, lei lo desiderava da morire e sentiva che il suo corpo prova piacere al tocco indiscreto di Ryo, ma non erano né il luogo né il momento adatto e poi un due di picche di certo non gli avrebbe fatto male.
Ryo era bellissimo, indossava un paio di pantaloni neri, di pelle, attillati, una maglia nera attillata semplice a giro collo, la fondina con il cinturone in vita e un giaccone nero a 3/4.
Alla fine esasperata gli pestò un piede, Ryo concentrato per il dolore e capito il concetto gli fece terminare il trucco agli occhi.
Alla fine bastarono pochi minuti, il tempo di mettere la matita e l’ombretto nero in polvere e il trucco era pronto.
Kaori spingendo Ryo fuori dalla camera chiamò gli amici chiedendo il favore ad Aimee di entrare e a Javier di tenere buono Ryo, anzi di portarselo via con sé, in palestra, meno stava in giro per casa meglio era.
Kaori finì di prepararsi indossò il corpetto nero di pelle stretto da dei lacci, che apparivano anche sul davanti sul davanti creando degli intrecci da cui si vedevano la pelle e i seni di Kaori.
Il corpetto aveva le maniche, a sbuffo, corte che coprivano solo le spalle e approfittando delle maniche aveva applicato il collo alto e rigido, di Biancaneve, sempre nero.
Aimee l’aiutò a stringere fino al limite i lacci in modo che i seni fossero compresi a dovere e sembrassero più grandi.
Dopodiché fu il turno della gonna nera di pelle a vita bassa, lasciandole la pancia nuda.
La gonna era molto corta sul davanti, tanto è vero che faceva tranquillamente, notare l’attaccatura delle calze al reggicalze, anzi per essere precisi gli uomini avrebbero potuto ammirare un pezzettino del reggicalze e tutta la lunga gamba, coperta da delle calze con una balza molto semplice.
Dietro la gonna aveva uno strascico che le arrivava fino a terra accompagnando ogni movimento della ragazza.
Ai piedi aveva indossato un paio di decolté viola come l’indumento intimo che portava e come il manichetto/scaldabraccio nero e viola, stile in stile Punk – Gothic – Alternative, che indossa al braccio sinistro e che le arrivava fin sopra al gomito.
Al polso destro e al collo portava un ciondolo a forma di mela e tra i capelli il cerchietto rosso di Biancaneve. L’ultima controllatina prima di andare e fu pronta per la serata.
Era uno splendore e fu così che Biancaneve dark e la fata turchina sexy, avvolte in calde mantelle, si avviarono alla festa.



Scusate il pessimo disegno, sono una frana a disegnare ma ci tenevo a precisare che il vestito di Kaori è stato partorito dalla mia mente bacata e che l'ho disegnato al puro scopo di mettere su carta l'idea, per la paura che mi potesse sfuggire dalla mente.
Questo obbrobbrio non doveva essere pubblicato (non faccio nomi) ma mi hanno spinto a pubblicarlo. Chiedo a scusa a tutti!
   
 
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