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Autore: SoulThief_    14/11/2015    1 recensioni
Stein e Marie, predatore e preda, lupo ed agnello; ma non sempre la natura segue il suo corso, ci sono animali che riescono a fregare il cerchio della vita ed a stravolgerlo.
Prima fanfiction nel fandom, una SteinxMarie piccina picciò e senza pretese ~
SoulThief_
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franken Stein, Marie Mjolnir
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Fame.
Una fame implacabile, insaziabile, che corrodeva Stein come un lupo cresciuto in cattività e costretto a vedersi fottere il cibo da sotto il naso; impotente, nervoso, folle.
Bramoso.
Doveva sfogarsi, aveva bisogno di- di pelle da rovinare, da dilaniare con i denti, aveva fame di sanguinosa carne e sete di caldo sangue- implacabile, spietato, doveva uccidere.
E chi meglio di una tenera, debole, innocente Little Red Riding Hood poteva soddisfare le sue esigenze? Chi meglio di una sperduta, insicura, bisognosa Marie poteva acquietarlo?
Era stata così sprovveduta, oh Marie; non aveva riconosciuto il lupo cattivo sotto le spoglie del dottore, di nuovo, che cliché nel cliché, Marie, che caduta di stile!
Era finita nella sua trappola a piè pari, era incappata nel covo della belva che già si leccava le fauci, pregustando il dolce sapore della preda; era spacciata.
Ma un pasto andava consumato a dovere, bisognava gustarselo in ogni modo, dal primo istante: non voleva mica rovinare tutto, sbranarsi l'agnellino senza nemmeno giocarci un po', senza divertirsi neanche un attimo? Sarebbe stato soltanto uno spreco di energie e di tempo, neanche lontanamente uno sfizio; ma no, no, lui voleva fare tutto quanto in pompa magna, sentiva il bisogno di- farla urlare.
Ma doveva trattenersi, fare piano, ogni cosa a suo tempo...
Un passo alla volta.
Prima il suo profumo, dolce ed inebriante, un profumo così appetitoso da fargli venire l'acquolina; e gli bastava aprire gli occhi per bearsi del proprio trionfo, per vedere quella.. bestiolina insignificante, annichilita, bloccata sotto le zampe di lui, predatore- così dannatamente bella nella sua impotenza, di uno splendore da far invidia. Lei aveva perso, sì, aveva perso fin dal primo istante che Stein aveva posato gli occhi sul suo corpo, ma il magnifico splendore con cui aveva chinato il capo di fronte alla sconfitta, oh, quello, quello era del tutto estraneo all'immondezza in cui si era rivoltato per anni; una vedova nera. Solitaria, dignitosa, letale.
Non poteva perdere.
«Ah!, St-Stein!».
Riscatto.
Crollata in un secondo, riecco la sua debolezza venire a galla: era caduta ed aveva trascinato con sé tutto il suo trono di cristallo, mettendosi più a nudo di quanto Stein non stesse già facendo.
Ed era così morbida, così- succulenta, che il predatore si sentiva quasi in dovere di marchiarla, di imprimerle il proprio dominio sulla pelle, di marcare il territorio; una pelle dolce, liscia, una buccia di pesca rosea che mano a mano scivolava nel viola, chiazze che stonavano con eleganza sul corpo d'alabastro. Ma doveva averne di più, ne necessitava, doveva godersi il suo sapore a fondo: e quel fiore di carne, Dio!, suggere l'acidulo nettare da quei morbidi petali era quel paradiso che Stein aveva tanto rinnegato ed odiato. Non c'era soddisfazione maggiore di sentirla implorare, richiedere il dolore, usare parole volgari che le toglievano ogni diritto di essere quella regina di maestosità, che le gettavano la corona a terra e la riducevano ad un semplice pezzo di carne da macello; e poi il piacere. Immenso piacere attanagliava quel lupo vagabondo, lo imprigionava, lo costringeva a seguire il più primordiale degli istinti, a sporcarsi, a sporcare- a trattenersi.
Niente morsi, niente sangue.
Niente morte.
Compassione.
Soltanto un corpo stremato, usato ed abbandonato, lasciato indietro nella nuvola di una sigaretta; eppure lo rivoleva, ancora, ancora, ancora, doveva soffocare quella certa voglia, quella voglia improvvisa di divorare ogni cosa.
Ed ecco che il lupo si inginocchiava, che si metteva al pari dell'agnello, che cadeva preda della sua stessa trappola, che addolcito si sottometteva ad un paio di labbra di fuoco.
Forse aveva vinto lei fin dall'inizio.













Angoletto dell'autrice
Allora, allora. Pensate che questa fanfiction doveva essere una SoulxMaka, ma nemmeno io ho la più pallida idea di come sia finita a scrivere di questi due... Btw, è una sciocchezzuola che ho scritto in una notte insonne di quest'estate in qualcosa come una mezz'ora, l'ho ritrovata dopo qualche mese, ed era lì che mi pregava per essere pubblicata, quindi.. eccomi qui a rompere anche in questo fandom, aye!
Commenti e critiche -se costruttive- sono sempre ben accetti, se avete due minuti liberi, non esitate ad insultarmi 
~
SoulThief_
  
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