Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: echois    14/11/2015    5 recensioni
Tom Trümper è uno studente del college che cerca un lavoro per mantenersi gli studi. Dopo aver cercato a lungo, trova un lavoro con una paga minima: il tuttofare in una rivista di moda.
Il suo capo, il direttore della rivista, Bill Kaulitz – chiamato anche Ape Regina – è un ragazzo dai modi estremamente femminili e una voce troppo acuta.
Riuscirà Tom a sopravvivere in quel folle mondo fatto di stiletto Jimmy Choo e capi firmati Chanel?
[TomxBill]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Banner bellissimo fatto da Bill Kaulitz (passate da lei, assolutamente!). Grazie ancora, tesoro! xx
 







 

Capitolo 22.

Riunione generale.


 






 


 


“Sei proprio sicuro di questo?” chiese Tom non appena Bill entrò nella sala da pranzo, i piatti vuoti in mano.


 

“Questo cosa?” chiese posizionando i piatti a tavola.


 

“Sicuro che tua madre non ci ucciderà involontariamente?” chiese e incrociò le braccia, Bill si fermò inarcando le sopracciglia e si girò a guardarlo.


 

“No, non ne sono sicuro” ammise e Tom sospirò, alzò lo sguardo al cielo. “Senti” sussurrò e si avvicinò a lui. “So che mamma non è una cima in cucina, ma sta cercando di essere carina nei nostri confronti—”


 

“Nei tuoi confronti” lo corresse Tom, Bill si morse le labbra.


 

“Sì, nei miei confronti” scosse il capo e ritornò a guardare il suo ragazzo. “Quindi cerchiamo di mangiare tutto e magari di farle dei complimenti”


 

“Ma se le facciamo dei complimenti lei si monterà la testa e continuerà a cucinare!” disse Tom e Bill sospirò.


 

“Se continuerà a cucinare migliorerà”


 

“Ma tu sei proprio sicuro?” gli chiese di nuovo, Bill si grattò la guancia.


 

“No, non lo sono” Tom sbuffò e Bill gli sorrise. “È solo per ora, nel pomeriggio ce ne andremo e stasera mangeremo in modo normale”


 

“Questo vuol dire che da stasera inizierò a mangiare di nuovo un cinghiale e tu un avocado” disse e ridacchiò da solo alla sua battuta non divertente, Bill gli diede uno schiaffo sul braccio. “Dammi un bacio” pretese e lo strinse tra le sue braccia, Bill sorrise e alzò il capo per far congiungere le loro labbra.


 

“Hai piani per stasera?” chiese Bill tra un bacio e l'altro, incorniciò il viso di Tom con le mani.


 

“Avevo intenzione di invitarti a dormire” disse Tom e gli baciò la mascella, scese giù fino al collo.


 

“Faremo un pigiama party?” chiese Bill ridacchiando, gemette silenziosamente e chiuse gli occhi. I baci di Tom lungo il collo, la sua parte più debole, lo facevano letteralmente andare fuori di testa. In più Tom sapeva decisamente come muoversi.


 

“Una specie” disse e si staccò, gli sorrise. “Ma non portarti il pigiama” Bill rise ma la sua risata fu interrotta quando Tom posò le sue labbra su quelle del moro, fu svelto a chiudere gli occhi e a ricambiare il bacio. Portò le mani nei rasta di Tom e iniziò a tirarglieli dolcemente.


 

“Staccatevi!” urlò Alex e immediatamente lo fecero, si guardarono negli occhi completamente rossi in viso. “Tom, ci sono visite per te”


 

Tom corrugò la fronte si girò. “Ciao amore! Ciao Bill, tesoro! Come state?” chiese una Simone visibilmente eccitata. Al suo fianco, Gordon si guardava intorno ispezionando l'interno di quella casa enorme.


 

“Simone!” esclamò Bill facendo un sorriso che andava da un orecchio all'altro.


 

“Mamma! Che diavolo ci fai qui?” chiese Tom strabuzzando gli occhi. Era un incubo, i suoi genitori erano un incubo. Oramai non poteva andare da nessuna parte: quei due psicopatici lo avrebbero seguito anche in capo al mondo. Non sapeva però come avessero fatto a rintracciarlo. “Come avete fatto a capire in che parte del mondo mi trovavo?!” chiese sbigottito ai suoi.


 

“Diciamo che Gustav ci ha dato una mano rintracciando su internet il microcip del tuo telefonino” disse Simone e Tom fece per dire qualcosa quando due voci familiari lo interruppero.


 

“Ehi, salve a tutti!”


 

“Buongiorno!”


 

“Georg, Gustav! Voi siete complici di quei due diavoli?!” chiese Tom vedendo entrare i suoi due amici, le due G si guardavano intorno perchè probabilmente non avevano mai visto una casa così grande e così bella. “Lo sapevo! Voi quattro volete rovinarmi l'esistenza!”


 

“Salve signora Kaulitz, il mio nome è Georg Listing, sono un caro amico di suo figlio” disse sorridendo ad Alex, prese la sua piccola e debole mano destra tra le sue, enormi al confronto.


 

“Ma non è vero!” disse Tom e si mise le mani nei rasta, Bill ridacchiò e si avvicinò a lui, gli accarezzò lentamente il petto.


 

“Oh, lasciali fare, Tomi: sembra che a mamma stiano piuttosto simpatici” sussurrò sorridendo e Tom sospirò.


 

“Se lo dici tu”


 

“Bill, leva quelle tue delicate mani dal petto di quella belva!” urlò Alex, Tom chiuse gli occhi sospirando mentre Bill si allontanava. Perchè non poteva essere circondato da persone che si comportavano in modo normale?


 

“Buongiorno, dolce fanciulla. Il mio nome è Gustav Schafer, lei deve essere la sorella attraente di Bill” disse Gustav spingendo in là Georg. Prese la mano di Alex e la portò alle labbra, lasciò un delicato bacio. Tom strabuzzò gli occhi e inarcò le sopracciglia, spalancò la bocca guardando la scena. Gustav ci stava provando con Alex, con Alex! Avanti, si capiva che non era né la sorella di Bill, né attraente! Gustav aveva dei gusti orribili in fatto di donne.


 

“Gustav, non provare a provarci con mia suocera!” urlò Tom e gli mandò un'occhiataccia, incrociò le braccia.


 

“Tua cosa?!” esclamò Alex e si girò per mandargli un'occhiataccia. “Per mettere l'anello al dito di mio figlio dovrai passare sul mio corpo!”


 

“Oh, suvvia, Alex, i ragazzi non hanno fatto nulla di male” disse Simone sorridendo e poggiò la teglia che aveva sempre avuto in mano sul tavolo da cucina. “Comunque io sono Simone, la mamma di Tom. Sono strafelice di fare la tua conoscenza!” esclamò e strinse Alex in un forte abbraccio, la donna strabuzzò gli occhi. “Ho portato il mio ricettario in modo da poterci scambiare qualche ricetta! L'ho messo proprio in borsa” frugò a lungo nella sua borsa e alla fine cacciò un libro rosa con su scritto 'Ricettario di Simone'. Tom ricordava perfettamente quel quadernino: sua madre soleva scrivervi sopra ogni tipo di ricetta. “Ecco, ho portato anche una penna. Fantastico, no? Ora posso prendere appunti!”


 

“I-Io—” borbottò Alex guardando Simone. Quest'ultima aveva un sorriso splendente stampato in faccia e aveva il quadernino rosa in mano, una penna nell'altra e stava guardando Alex in attesa di qualche perla.


 

“Io invece sono Gordon, il padre di Tom! Sì, il padre, non il fratello: tutti pensano che siamo fratelli, ma in realtà sono suo padre” disse suo padre facendosi avanti verso Alex.


 

“Ma non è vero!” esclamò Tom, Gordon lo ignorò.


 

“È assolutamente vero, dovrei tatuarmi in fronte 'non sono il fratello di Tom ma suo padre'. Solo che non ho la fronte così grande e temo che non c'entrerebbe” disse e scoppiò a ridere, Tom strabuzzò gli occhi. Simone iniziò a ridere, successivamente Georg, poi Gustav e alla fine anche Bill perchè quelle risate erano travolgenti. Gli unici che non ridevano erano Tom e Alex, quest'ultima sospirò. Ma perchè aveva aperto loro? Non poteva lasciarli fuori?


 

“Comunque, Alex, mi dispiace se siamo arrivati così inaspettatamente, ma sai, pensavo che ti fossi arrabbiata al telefono e non volevo assolutamente! Per il disturbo ho anche preparato le lasagne!” disse e indicò col pollice le lasagne che aveva poggiato sul tavolo.


 

“Mamma, ti adoro!” esclamò Tom e gemette di dolore quando ricevette una gomitata nel fianco da parte da Bill. “Volevo dire, mi dispiace non gustare la cucina di Alex”


 

“Fa niente Tom, in fondo ho bruciato il pollo” disse Alex incrociando le braccia e Tom sospirò. Sua madre lo aveva salvato all'ultimo minuto da una possibile intossicazione alimentare.


 


 

*


 


 

La tavolata si era allargata e i posti da tre erano aumentati a sette, il silenzio era diventato presto inesistente e aveva ceduto il posto alle chiacchiere e alle risate e i piatti erano stati velocemente riempiti dal buon cibo preparato di Simone. Le papille gustative di Tom stavano letteralmente facendo sesso quando portò alla bocca un pezzo di lasagna. Sua madre si superava ogni volta.


 

“Gustav, mi spieghi come facevi a saper ricavare dove mi trovavo dal microcip del mio telefono?” chiese Tom all'amico seduto proprio di fronte lui.


 

“È stato un gioco da ragazzi” disse Gustav e bevve un bicchiere d'acqua. “Ho avuto un passato da stalker”


 

“Lo avevo immaginato” disse Tom masticando, scosse il capo.


 

“Quindi gestite un bed and breakfast?” chiese Alex seduta a capotavola. Simone era proprio alla sua destra mentre Gordon alla sua destra.


 

“Esatto. Non finiamo mai d'imparare!” esclamò e ridacchiò portandosi una mano sulla bocca. “Pensa che ieri stavo mettendo a posto la camera di alcuni clienti e ho trovato una strana bustina piccola, conteneva della polvere bianca. Ho chiesto al ragazzo cosa fosse e lui mi ha detto che era zucchero di canna. Lo sapevi, Alex, che lo zucchero di canna è una valida alternativa allo zucchero di uso comune?”

 

“Mamma!” esclamò Tom strabuzzando gli occhi. “Lo zucchero di canna è marrone!”


 

“E quindi?” chiese la donna inclinando un po' il capo.


“Quello che hai trovato era eroina, cocaina o quant'altro!” disse il figlio e si spiaccicò la mano sulla fronte, Bill scoppiò a ridere.


 

“Okay, Simone, entri nel pallone per un po' di maizena e quando trovi della cocaina la scambi per zucchero di canna?” disse Bill e ritornò a ridere, Tom si massaggiò una tempia.


 

“Non sono psicologicamente preparato per questo” sussurrò il rasta.


 

“Oh, cavolacci, Gordon! Ci faranno chiudere!” disse Simone e guardò spaventata il marito di fronte a sé. “Corro a chiamare Mark!” la donna si alzò da tavola e afferrò il suo telefono, corse a chiamare Mark fuori dalla sala da pranzo.


 

“Comunque queste lasagne sono davvero ottime, credo che sarà Simone che dovrà darmi qualche ricetta e non viceversa!” disse Alex finendo le sue lasagne.


 

“Già, mia moglie è ottima in cucina” disse Gordon guardandosi intorno. “Comunque hai davvero una grande e bella casa, Alex”


 

“Oh, grazie. L'ha costruita il padre di mio mari—”


 

“Perchè non apri un bel bed and breakfast?”


 

“Papà! Non qui!” lo riprese Tom e Bill rise, rise così tanto. Rise perchè si sentiva finalmente a casa, si sentiva bene dopo tanto e sapeva che finalmente tutto andava bene, come voleva lui. Aveva il suo ragazzo accanto a lui, aveva la sua famiglia – seppur mancasse suo padre e solo il cielo sapeva quanto si sentisse amareggiato per non aver fatto pace con lui prima che se ne andasse -, aveva i suoi amici e aveva la famiglia di Tom. Cosa voleva di più dalla vita? Mise una mano sulla coscia di Tom e lui lo guardò, il rasta sospirò. “Io non ce la faccio più. Sono Satana in persona questi due, mi manderanno in manicomio! Mi faranno impazzire e—”


 

Bill interruppe il suo flusso di parole con un bacio, Tom strabuzzò gli occhi perchè si ritrovò impreparato. “Ti amo” sussurrò Bill sulle sue labbra e poi continuò a baciarlo, il biondo chiuse gli occhi e si spinse a quel contatto.


 

“Anche io” sussurrò e continuò a baciarlo.


 

“Ehi, voi due!! Staccatevi!” 



Chapter End Notes:
Sob, piango. E piango perchè questo era il penultimo capitolo, il prossimo - che sarà relativamente breve - sarà l'ultimo. Piango lacrime amare!! Mi ero affezionata a questi psicopatici:'(
alla prossima (ovvero l'ultima t.t)
echois ♥

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: echois