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Autore: V@le    26/02/2009    8 recensioni
Si dice che, in base a calcoli scientifici, per le dimensioni delle sue ali, il calabrone non potrebbe volare.
Eppure vola.
Come quando si è convinti che una persona non potrebbe mai cambiare.
Eppure cambia.
Per il compleanno del NejiTen Fan Forum, meravigliosamente NejiTen!
[Credits: My Immortal - Evanescence]
Genere: Triste, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NejiTen songfic
§INSANIA§


[Si dice che, in base a calcoli scientifici, per le dimensioni delle sue ali, il calabrone non potrebbe volare.

Eppure vola.
Come quando si è convinti che una persona non potrebbe mai cambiare.
Eppure cambia.]

Un cinguettio.
Puro, isolato, tagliente.
Benché melodioso e tenero, trafiggeva i timpani.
L'erba umida si piegò sotto il passo di Neji, annullando qualsiasi rumore indiscreto.
Con sguardo candido il ragazzo analizzò l'ambiente circostante, sentendo la morsa di nostalgia attanagliargli il cuore.
Quanto tempo era passato? Due, tre anni? No... forse di più...
Ritrovarsi lì, a Konoha, dopo tutto quel tempo, lo faceva sentire maledettamente... scomodo. Era come ritornare nella casa  della propria infanzia e osservare indispettito il muschio sulle pareti di legno, con un acre odore di muffa che penetra nelle narici.
Come se quella non fosse più casa sua.
Respirò profondamente, isolandosi per un attimo dal mondo esterno. Ne aveva bisogno, quando doveva decidere cosa fare.
In quel momento visualizzò la Foglia, non come villaggio quanto come ciò, o meglio, chi lo costituiva.
Vide Hinata e tutto il clan degli Hyuga; Naruto con gli altri team di Konoha; l'Hokage, il maestro Gai, Lee... e lei. Pensò a che fine avessero fatto, di che cosa si occupassero, se qualcuno fosse morto...
Le pupille si dilatarono e i piedi si mossero automaticamente verso il cimitero.

Era cambiato. Completamente.
La cura dell'ambiente, il bianco immacolato del marmo, l'erba corta e incontaminata: tutto ciò non era che un labile ricordo nella mente dell'ex ninja della Foglia.
L'edera si arrampicava sui profili delle lapidi, nascondendo l'identità di chi vi riposava sotto. Il prato era scomparso, celato da un'enorme macchia bruna. Un'atmosfera di decadenza regnava sul cimitero di Konoha, causando al ragazzo una stretta allo stomaco.
Il vento in quell'istante gli sussurrava soffocante che non avrebbe dovuto andarsene.
Vagando nella desolazione di quel luogo, il destino lo fece fermare davanti alla sua tomba.
Sì, la sua.
Perché per il villaggio, per il clan, per il team e per lei, era morto.
[Non accorgendosi che dentro lo era davvero.]
I suoi riflessi di shinobi si risvegliarono al rumore di passi non distanti da lì.
In una manciata di secondi era nascosto fra cespugli troppo folti, col byakugan attivato nella percezione dell'intruso.
Non molto, e il cuore di ghiaccio tremò, producendo una piccola crepa.
Era lei.
[Una creatura di bianco vestita, la cui pelle era cinta da candide bende.
Una fata dei boschi, dallo sguardo vacuo.]
Tenten sembrava dirigersi proprio verso la sua tomba.
Aveva i piedi nudi, come quando si riposavano al ruscello dopo un allenamento; la pelle appena lucida, di solito dovuta al caldo troppo afoso. Teneva i capelli sciolti, evento più unico che raro.
Il suo viso appariva sereno, nonostante il luogo in cui si trovava.
Si inginocchiò davanti alla tavola marmorea e puntò gli occhi sulle incisioni quasi indecifrabili, con una mano che giocava fiaccamente con quei ricci castani così inusuali alla sua persona.
Solo allora Neji si accorse che vi erano intrecciati fiori bianchi, di cui non riuscì a riconoscere la specie.
Inghiottì a vuoto, senza smettere di fissarla.
Che fare? Non muoversi, osservarla in austero silenzio; oppure raggiungerla, parlarle e sì, chiederle scusa per averla abbandonata?
"I'm so tired of being here
Suppressed by all my childish fears...
"
Il ragazzo rabbrividì. Era lei a cantare? Era sua quella voce?
E lui che non se n'era mai accorto?
Non resistette oltre: senza neanche rendersene conto, le era affianco, col respiro improvvisamente pesante.
Ma i polmoni sembrarono addirittura contrarsi quando lei si voltò lentamente a guardarlo, sorridendogli rassegnata.
Come se dovesse dirgli già addio.
"And if you have to leave
I wish that you would just leave
'Cause your presence still lingers here
And it won't leave me alone...
"
Neji le si inginocchiò accanto e le prese una mano.
Era fredda. Come l'apatia dipinta su quel viso più pallido di come lo ricordava.
Forse fu la disperazione, forse la paura a farlo parlare.
"Tenten, sono qui. Sono tornato."
La ragazza si limitò a voltarsi appena verso la lapide, mentre l'altro notava ancora le bende che avvolgevano i polsi bianchi.
"Per cosa sono queste? Che cosa ti hanno fatto?"
"These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase
..."
Lo stava spaventando. No: era addirittura terrorizzato, forse per la prima volta in tutta la sua vita.
Che cosa le era successo? Perché era cambiata così tanto?
Era forse colpa sua?
"When you cried I'd wipe away all of your tears
When you'd scream I'd fight away all of your fears
I held your hand through all of these years
But you still have
All of me...
"
Sì alzò in piedi lentamente. Leggera, come se non sentisse la forza di gravità che invece pesava sulle spalle di lui.
Nonostante ciò anche lui si sollevò, seppur a fatica, e la seguì quando iniziò a vagabondare per il cimitero con quello sguardo perso in una sofferenza fredda.
Il senso di colpa gli rimbombava in petto, bloccandogli quasi il respiro.
Sentiva di averla delusa. Enormemente.
Eppure, quando aveva deciso di andarsene, gli sembrava la cosa giusta. Anche se ancora prima di partire aveva pensato a come avrebbe reagito lei a quella notizia, a quanto sarebbe stata male.
Appena aveva mosso un passo fuori dalle mura del villaggio, si era maledetto per non averle mai confessato che l'amava.
Che era la persona a cui teneva di più in tutto il mondo.
Ora, evidentemente, stava scontando la pena di quella colpa.
La pena era stare a guardare, impotente, quella ragazza passeggiare, con le braccia appena spalancate nel percepire l'aria sotto di esse.
"Ten..."
Al richiamo quella si voltò, con un'espressione da bambina ingenua dipinta in viso.
"...oh mio... mi dispiace, Ten..."
Distolse lo sguardo da lui.
"You used to captivate me
by your resonating light
Now I'm bound by the life you left behind
Your face it haunts
my once pleasant dreams
Your voice it chaised away
all the sanity in me...
"
Sostò davanti all'ennesima lapide, le cui incisioni erano solo parzialmente leggibili.
Neji s'avvicinò per leggervi e sentì un tuffo al cuore.
Un'unica parola che gli bloccò il respiro, facendo salire orgogliose lacrime agli occhi.
[Tenten.]
"Ten, tu sei..."
Le labbra le tremarono e una punta di tristezza le sfiorò le guance, ma poi riacquistò subito la sua serena impassibilità.
"These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase
...
When you cried I'd wipe away all of your tears
When you'd scream I'd fight away all of your fears
And I held your hand through all of these years
But you still have
all of me...
"
Era morta? Era un fantasma? Che non trovava pace per causa sua...
No, Neji non ci credeva: non poteva non esserci più!
Non poteva averlo abbandonato!
"Tenten!"
L'abbracciò, attirando la sua schiena al proprio petto, stringendola più forte che poteva.
Lei c'era! La stava toccando, la stava sentendo!
"Ten, ti prego, dimmi che non sei morta!"
"I've tried so hard to tell myself that you're gone
But though you're still with me
I've been alone all along...
"
La strattonò con forza, facendola voltare verso di sé.
Eccola.
Le guance rigate di lacrime, gli occhi che supplicavano, la pelle arrossata dall'emozione.
Quella era Tenten.
Che posò le mani sul suo collo, tremando spaventosamente.
"When you cried I'd wipe away all of your tears
When you'd scream I'd fight away all of your fears
And I held your hand through all of these years
But you still have
all of me...
"
Lentamente si allontanò da lui, con il braccio ancora teso verso il suo viso.
Non poteva lasciarla andare, non poteva perderla di nuovo.
Fece per raggiungerla, ma dal nulla comparvero delle ombre che afferrarono l'esile corpo della ragazza.
Il minimo di razionalità rimasto in Neji gli suggerì di non attaccare, riconoscendo in quelle figure dei ninja medici.
Con a capo... sì, stentava a crederci, ma c'era anche Rock Lee. Il quale afferrò delicatamente il mento della ragazza per guardarla negli occhi.
"L'hai visto anche oggi, vero?"
Dall'espressione di Tenten capì perfettamente.
"Potete andare."
Con un cenno, gli altri si dileguarono, portandola via da lì.
Portandola via da lui.
Sospirando, Lee si diresse verso la tomba che Neji credeva essere della ragazza.
"Che sta succedendo?" gli chiese quest'ultimo, senza ottenere risposta.
Infatti il ninja, ancora avvolto in quella ridicola tuta verde come ai vecchi tempi, si rivolse alla lapide.
Triste come mai; da far paura.
"Signore... non so più che fare. Tutti i giorni è la stessa storia: viene qui di nascosto, canta al vento e, quando veniamo a prenderla, dice di aver visto Neji."
Lo Hyuga sussultò.
"Ma Neji non è più qui. E neanche lei, signore. Altrimenti saprebbe dirmi come aiutare sua figlia."
[Un lampo di luce.
Chiarezza, finalmente; e un dolore lancinante.
La sofferenza della consapevolezza.]
Non era Tenten ad essere morta. Ne ebbe la conferma quando Rock Lee, nell'atto di andarsene, lo attraversò, come se fosse composto di sola aria.
Non gli serviva il byakugan per sapere che, sotto la sua lapide, la tomba non era vuota.
Il senso di colpa pulsava all'interno del suo corpo, frantumando il fantasma del suo cuore.
Sapeva di essere stato causa del suo dolore.
Non avrebbe mai immaginato di essere anche la causa della sua pazzia.

[Si dice che, in base a calcoli scientifici, per le dimensioni delle sue ali, il calabrone non potrebbe volare.

Eppure vola.
Come quando si è convinti che una persona non potrebbe mai cambiare.
Eppure cambia.

Come quando si è convinti che nessuno potrà mai amare tanto da impazzire.
Eppure Tenten è impazzita.]


§FINE§






  
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