Sguardi desiderosi paiono graffiarsi ferocemente dietro la nebbia di un rimorso impronunciabile. Lei, supplicante, sospira. Lui finge di non vederla, come se temesse di non poter rispondere delle azioni che si sente in grado di perpetrare ora che l'Oscurità pare essersi finalmente palesata nel suo cuore affranto. Serra la mascella ed impreca come mai prima d'allora.
Zelena ride gustandosi il piacevole cordoglio del pirata, ma questi ha la mente altrove: senza che lui possa fare nulla per impedirlo, essa vaga e sfiora languidamente tutti quegli istanti di pura felicità vissuti con Emma, quell'Emma, la sua Emma. È invero che ne discerna i tratti nella figura dinanzi a sè, ma l'animo che lui tanto ama(va) sembra oramai svanito, sostituito da una creatura austera, affamata di potere ed amore. Tremori incontrollati lo sopraffanno quando scorge le iridi verdi della donna brillare nell'oscurità come stelle lontane. D'un tratto qualsiasi cosa le appartenga lo rende nervoso; persino i dettagli che più ama(va) sono divenuti brutti, addirittura insopportabili. La sola idea che il suo cuore stia ancora battendo lo fa impazzire.
« E vorrebbe gridare, perdonarla,
strapparle quell'odioso muscolo il cui palpito è muto, fuggire,
baciarla, ucciderla. »
È come possedere più personalità vincolate in una sola carne. Combattuto tra la collera e l'amore, non osa perdersi neppure un battito di ciglia, bramoso di trovare altre piccolezze a cui associare una mostruosità inesistente. Ne sente l'esigenza quasi morbosa, perché sa, nel suo intimo, che non muoverà un singolo muscolo contro di lei. Il suo cervello, tra parole e gesti, ha già elaborato crudeltà indicibili da infierirle, ma non appena focalizza nuovamente quel volto tanto familiare quanto fiacco, si sente a sua volta impotente. E quella sensazione di debolezza lo spinge a stringere i pugni con una forza tale che, se fosse ancora un mero essere umano, gli ferirebbe sicuramente i palmi. Sente il bisogno di sfregiare quel viso la cui espressione distrutta lo irrita, ma non ci riesce.
« Perché? »
Eppure sono entrambi fatti d'Oscurità. Non dovrebbe provare pentimento per dei pensieri che sa non metterà in pratica. L'elegante cigno nero schiude le labbra, ma non emette alcun suono. Quel movimento appena percettibile frena il flusso tormentuoso di cui Killian è prigioniero. Realizza suo malgrado che, qualsiasi cosa le faccia, la Emma che ama(va) non reagirà. Inerme assesterà ogni insulto, ogni colpo. Neppure alla parte più iraconda del suo essere passa inosservata quella visione così toccante.
Che si trasformi pure in un orrendo coccodrillo(!): quello stupido cuore, la cui voce è distante ma tuttavia presente, non ne vuole proprio sapere di arrendersi all'evidenza, al suo nome inciso da lei stessa - tra le lacrime - su Excalibur.
*se sei arrivato/a fin qui, ti amo*
Angolo dell'autrice:
E rieccomi nel magico mondo di EFP con una flashfic nata veramente di getto. Perdonatene la pochezza, ma non potevo assolutamente non trascrivere quelli che secondo me sono stati i pensieri di Hook nello stramaledetto frangente che ha ucciso un po' noi tutti shipper. (MA NOI COMBATTIAMO FIERAMENTE CONTRO I PRODUTTORI SADICI. #togetherwestand)
Spero davvero che questo mio piccolo elaborato sia stato di vostro gradimento, essendo anche il primo che io abbia mai composto in merito a questo fandom!
Inoltre si ringraziano 8tracks e Rihanna: il primo perché mi ha fornito i giusti feels e la seconda perché, in un momento di panico da "OMMIODDIOCHETITOLOMETTOA'STOSGORBIO", mi ha prestato una frase tratta dalla sua canzone "Stay", adattata, come potete ben notare, ai miei nobili scopi.
18/11/2015
3 recensioni
