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Autore: princess_sweet_94    19/11/2015    0 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Mostri_e_pirati]
[Mostri e pirati]
È sorprendente quante sorprese può riservarti la vita. Le persone che incontri, le avventure che vivi, le emozioni che provi... è tutto già scritto, la tua vita è disegnata come su di una mappa la cui rotta è a te sconosciuta.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È sorprendente quante sorprese può riservarti la vita. Le persone che incontri, le avventure che vivi, le emozioni che provi... è tutto già scritto, la tua vita è disegnata come su di una mappa la cui rotta è a te sconosciuta.
Beh, Milo non si lamentava affatto della mappa che il Destino aveva disegnato per lui: perché lui, il tesoro, lo aveva fin dall'inizio.
Era come se fosse stata disegnata al contrario, la croce era segnata all'inizio e non alla fine, una croce che portava a un tesoro con un pessimo modo di fare ma con un nome meraviglioso... Linda.
Uno splendido nome per una splendida piratessa.
Certo, aveva una grande mania per le scorrettezze ma quando voleva sapeva essere generosa e altruista, dolce forse no ma gentile sicuramente. Lo aveva dimostrato più di una volta aiutandolo, o meglio, salvandogli la vita.
Ma dopotutto lui lo aveva fatto per lei, le aveva sempre teso una mano quando si trovava in difficoltà, gli era stato accanto nei momenti più complicati delle loro avventure... e della vita privata.
Li era stata dura perché Linda era troppo orgogliosa per poter parlare del proprio passato o sfogarsi con qualcuno dei suoi problemi, anche interiori, ma Milo sapeva il fatto suo; lui era gentiluomo di nascita, altruista per natura e innamorato per fatalità... no, per caso.
E dire che per lui, i primi tempi all'Accademia, Linda non era altro che una rivale/amica con cui si allenava nella scherma o nei combattimenti.
Ma tutto cambiò, quella sera.

Milo non era uno di quei tipi che quando non riesce a dormire va a farsi un giro all'aria aperta, sapeva che non avrebbe agevolato il sonno e quindi restava a letto nella speranza di cadere in un sonno ristoratore il prima possibile, ma quella sera qualcosa gli disse di alzare il sedere da lì e uscire.
Improvvisamente la stanza gli sembrava incredibilmente piccola e soffocante e lui aveva un disperato bisogno di aria fresca, limpida e impregnata di salsedine.
Uscito fuori dalla stanza, di soppiatto, si recò sul pontile per osservare il cielo coperto di stelle; si sentiva senza dubbio meglio ma c'era sempre qualcosa che non andava, una specie di sesto senso che gli diceva di restare lì e non muoversi perché qualcosa lo stava aspettando... qualcuno aveva un disperato bisogno di lui.
Non sapeva né come né perché, lo sentiva e basta, così come s'incamminò d'istinto verso le scale interne fino ad arrivare al tetto dell'Accademia.
Si dice che ogni pirata abbia un proprio tesoro da trovare: quella sera, Milo, trovò il suo.
Linda era proprio lì, seduta con le ginocchia al petto e le braccia intorno ad esse, il capo rivolto in giù e lo sguardo di chi ne ha passate troppe. Poco ci mise il ragazzo a notare le lacrime della ragazza rigarle il volto, poco ci mise a constatare quanto fosse bella alla luce della luna, tanto rimase a guardarla in piedi sulle scale, senza preoccuparsi di non farsi vedere.
"Sono un bello spettacolo?" domandò acida lei, non lo guardò nemmeno ma si voltò dall'altro lato.
"Beh, ecco..." balbettò lui senza sapere cosa dire, colto alla sprovvista. Così restò in silenzio, in attesa.
"Sparisci!" gli initmò la ragazza cercando di assumere un tono feroce, cosa che le riuscì male dato che aveva la voce rotta. A Milo bastò quel 'segnale' per decidersi a farsi avanti, camminò verso di lei e vi si sedette accanto.
"Che ti è successo?" domandò.
"Nulla che ti interessi, non sono affari tuoi" fu la risposta.
"Vuoi dirmi che la più grande piratessa dell'Accademia piange senza alcun motivo?" domandò lui cercando di suonare ironico, Linda si voltò finalmente verso di lui con uno sguardo di fuoco.
"Va all'inferno, Milo!" sbraitò alzandosi in piedi.
"Ehi, aspetta!" senza neanche rendersene conto il ragazzo allungò la mano per afferrare la sua "Dai... non volevo farti arrabbiare, mi dispiace. Scusami"
Gentiluomo di nascita.
"Sicura di non volerne parlare? Potrei aiutarti"
Atruista per natura.
"E in che modo? Nessuno può aiutarmi!" rispose "Non sono come i tuoi problemi che si risolvono facilmente, io..." Linda rimase in silenzio e fece scivolare via la mano da quella del ragazzo prima di sedersi lentamente a terra, nella stessa posizione di prima.
"Si tratta di mio padre" confessò infine.
"Capitan Spaccavento?" domandò Milo ricevendo un segno di assenso.
"Lui... lui non ha mai creduto che io potessi diventare un pirata, non mi ha mai portata con sé nei suoi viaggi, non mi ha mai neanche incoraggiata. Era quasi... quasi come se si vergognasse di me, di aver avuto una figlia femmina; scommetto che se fossi nata maschio le cose sarebbero state diverse" disse.
"E tu fagli cambiare idea, diplomati e diventa un vero pirata. Dopotutto, qui all'Accademia, sei tra le piratesse più in gamba. Sono sicuro che sarà fiero di te" la consolò Milo, non ottenendo però il risultato sperato.
"Ne sei proprio sicuro?" chiese acida mentre gli infilava tra le mani una busta.
"Che cos'è?"
"La lettera che mi ha mandato in risposta quando gli ho scritto che fra poco mi sarei diplomata" disse con amarezza mentre il ragazzo l'apriva "Dice solo: non ci avrei scommesso uno scellino" mormorò tristemente.
Scese il silenzio.
"È per questo che... sei triste?" chiese.
"Io non sono triste!" sbottò lei d'un tratto facendolo sobbalzare "Sono arrabbiata e disgustata!" precisò "Che razza di padre è uno che non incoraggia nemmeno i sogni di sua figlia? Non chiedo molto, solo qualcosa che mi faccia sapere che almeno un pò ci crede in me. Non che mi serva, sia chiaro, non ho bisogno del sostegno di quel vecchio per scegliere la mia strada!" disse tutto d'un fiato, scaricando l'ira in ogni singola parola. Poi tacque.
"Mi dispiace" fu tutto quello che riuscì a dire Milo.
"Non è a te che deve dispiacere" rispose lei poi si alzò e s'incamminò verso le scale.
"Aspetta, hai dimenticato la tua lettera" la richiamò lui.
"Bruciala, per quel che m'importa" fu la risposta secca. Il ragazzo guardò un istante la busta che aveva in mano poi si alzò, le corse dietro e le prese la mano costringendola a fermarsi.
"E invece dovresti tenerla" le disse mettendogliela sul palmo aperto.
"E perché?"
"Così una volta diventata un grande pirata potrai rinfacciarglielo" rispose con semplicità lui lasciandola perplessa.
Linda lo guardò per un istante poi scoppiò a ridere: "Lo sai, hai ragione" rise prima di abbracciarlo "Grazie, Milo" mormorò staccandosi "Ma non montarti la testa!" aggiunse seria "E non provare a farne parola con qualcuno o ti faccio pentire di essere nato" detto ciò scese le scale diretta alla sua camera, lasciando il ragazzo solo, con un sorriso sulle labbra e il suo profumo impresso sulla pelle.
"Quando vuoi" mormorò.
...e innamorato per caso.

Si, quella sera Milo si era innamorato di Linda, un amore corrisposto solo da una rivalità tra amici. Perché questo era Milo per lei: un amico e rivale sulla strada per lo stesso sogno.
Ma allora cos'era cambiato? Perché lei aveva rinunciato alla sua nave e alla sua ciurma per salvare la sua vita?
Quel giorno, per un attimo, aveva creduto di cadere nella fossa con la conseguenza di essere stritolato dalle piante ma tutto si sarebbe aspettato tranne vedere le sue mani afferrare le proprie. Lei, che lo aveva infilato in quel casino, aveva messo in pericolo la propria incolumità per salvarlo.
"Siete dei traditori!" aveva urlato ai suoi oramai ex compagni, senza allentare la presa, incurante delle piante che si erano avvolte intorno alle sue braccia.
Perché non lo lasciava andare? Perché non andava a prendere il tesoro? Erano tutti fuori gioco, aveva campo libero.
Invece era rimasta e lo aveva tenuto finché i suoi compagni non erano riusciti a liberarsi e a salvarli.
Era forse un modo per ripagarlo di tutte le volte in cui l'aveva salvata/aiutata? Era forse un modo per sdebitarsi?
Però... non poteva negare di esserne stato felice, gli aveva fatto piacere vivere quell'avventura accanto a lei come compagni e non come rivali.
Lui l'amava.

Ed era successo una notte di luna piena, come quella sera di tre anni prima, l'aveva trovata intenta a guardare il mare sovrappensiero.
"Domani puoi darmi un passaggio alla scuola? Non voglio più salire sull'Eldorado" gli chiese, quasi assente "Ho bisogno di un nuovo veliero" aggiunse con rammarico.
"A cosa ti serve una nuova nave quando c'è l'Aurora?" rispose lui quasi d'istinto.
"Non dirai sul serio?! Una nave non può avere due capitani!" protestò lei.
Perché no?
"Pensi che potrebbe funzionare?" aggiunse poi.
"Ma certo che potrebbe... se quei due capitano siamo noi" le spiegò.
Accidenti, Milo, diglielo e basta!
Linda sorrise, uno di quei sorrisi che a lui piacevano tanto.
"Ma il timone lo tengo io!" esclamò, era arrossita. Era raro vedere Linda arrossire, era raro vederla guardare qualcuno con degli occhi così luminosi.
Senza accorgersene arrossì anche lui quando la vide avvicinarsi, chiudendo quei bellissimi occhi marroni.
Il cuore iniziò a battergli più veloce nel petto e non gli importò nemmeno se le sue guancia avevano raggiunto una tonalità porpora esagerata, l'unica cosa a cui pensava in quel momento era Linda, i suoi occhi, i suoi capelli e le sue labbra che attendevano solo di essere assaporate.
Un bacio. Non voleva nulla di più da lei, non aveva mai sperato in nulla di più... in realtà non aveva sperato neanche in quello.
Accorciò le distanze, chiuse gli occhi e aspettò solo il contatto che fermeva di avere da tempo.
"Ehi!"
Beh, ovviamente se non li avessero interrotti. Si allontanarono di scatto, sorpresi e imbarazzati mentre l'equipaggio dell'Aurora li raggiungeva.
"Non vorrete partire senza di noi?"
Che Milo se li fosse scordati per un secondo era anche comprensibile, ma partire all'avventura senza il suo pazzo equipaggio mai!
A quanto pare, il nostro momento dovrà aspettare...
E lui l'avrebbe aspettata, anche per anni, anche soffrendo.
Ti amo... credici
  
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