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Autore: SaruzzaPower    22/11/2015    1 recensioni
Liam è un'insegnate di musica costretto ad una vita dentro e fuori gli ospedali.
Louis è un medico, adorabile e ammaliante fra le mura del suo reparto, ma scorbutico e irriverente nella vita di tutti i giorni.
E se Louis fosse il nuovo medico di Liam, come gestirebbe la sua innata e spigliata gentilezza?
Cosa succede quando una persona fa cadere tutte le tue difese e ti ritrovi inerme, scoprendo che l'unico che potrebbe salvarti è la stesso che ti distrugge?
> > > > >
Non ho mai scritto una Lilo, ma diciamo che negli ultimi mesi questa coppia di amici mi ha incuriosito e fatto sospirare, così alla fine mi è venuta un'idea e l'ho semplicemente seguita.
Per scrivere questa mini long non ho usato solo la fantasia, ho passato notti intere a studiare mal funzioni ai reni, trapianti, dialisi e tutto quello che può riguardare le insufficienze renali. Ormai potrei laurearmi in nefrologia insomma XD!
Spero che possiate amare con me questi Lilo, io ho pianto tanto scrivendola, se capiterà anche a voi, mi scuso già, ma fa anche tanto ridere, è condita con dei Niall, Harry e Zayn molto esilaranti!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mondo spezza tutti quanti e poi molti sono forti nei punti spezzati.

 

E.Hemingway

 

 

Le porte scorrevoli gli si aprono davanti e Liam entra in uno dei luoghi che gli è più familiari al mondo, per molti è un luogo triste, dove si trova sofferenza e dolore, per lui invece è un po' il sinonimo di salvezza e vita.

Sì, ovviamente ha sofferto lì dentro, perché uno che dal momento in cui viene al mondo entra ed esce da un ospedale, non può non aver sofferto, ma grazie a quel posto ha vissuto molto e anche molto bene.

Saluta le infermiere alla reception e si dirige verso l'ascensore, tanto il reparto di urologia è lì da quanto ne ha ricordo. Entra con disinvoltura e si siede davanti alla porta numero cinque del reparto e sapendo di essere in anticipo prende il cellulare e si mette a controllare gli appuntamenti, scrive un messaggio a Harry e senza che se ne accorga, è il suo turno.

- Liam, prego! Tocca a te! – Liz è sicuramente la sua infermiera preferita, ha lunghi capelli castani e dei semplici occhiali neri dietro cui tende a nascondersi un po'. Le sorride con dolcezza e lei ricambia, mentre lo lascia entrare e – Il dottore arriva subito! Tutto bene, vero? – gli appoggia una mano sulla spalla e lui annuisce – Il solito! – la porta gli si chiude alle spalle e come di consuetudine si accomoda in una delle due sedie di fronte alla scrivania.

Passa qualche minuto e poi la porta si riapre, lasciandolo spiazzato, non è il dottor Asher ad entrare, ma un ragazzo molto più giovane, non è molto alto, un po' di barbetta incolta, i capelli color castano chiaro e un paio di ammalianti occhi azzurri – Buongiorno, lei è il signor Payne, giusto? – allunga la mano verso Liam e la sua bocca si schiude senza lasciar uscire nessun suono, si perde per un secondo in quegli occhi, non sono solo azzurri, hanno tante piccole sfumature, in alcuni punti più chiare, in altri più scure, che gli ricordano la terra vista dallo spazio.

Lo sente stringere la presa sulla sua mano, come se cercasse di richiamarlo a lui con velata educazione, così scuotendo la testa torna in se – Ehm, sì! E lei è? – chiede confuso.

- Oh, il dottor Tomlinson! – sorride e il suo viso si illumina di una luce strana ma speciale, che infonde sicurezza – Il dottor Asher si trova ad una conferenza fuori città, per qualche giorno lo sostituirò – spiega, andando ad accomodarsi. Prende la cartella che ha davanti e la sfoglia un po', guardando di tanto in tanto Liam, che sembra stare seduto sulle uova, tanto è teso.

- Spero non sia un problema! – dice ad un certo punto, così dal nulla, cogliendolo alla sprovvista.

- N-no. No! Affatto! – a Liam sembra così giovane, non può avere molti anni in più di lui, anche se sul suo viso c'è qualcosa di vissuto e misterioso. Non rispetta i suoi canoni, non è uno dei soliti ragazzi che piace a lui, non è alto e longilineo, non ha un'aria da cattivo ragazzo e non rispecchia i canoni che Liam cerca in un ragazzo, eppure ha qualcosa, un qualcosa che gli fa battere il cuore forte e un sorriso che lo lascia incantato, portandolo ad arrossire senza controllo, solo al pensiero di cosa ci sia sotto quel camice.

- Perfetto! Allora si spogli pure! Procediamo con la visita! – fa un sorrisetto e indica con gli occhi il separé accanto a loro. 

- C-certo! – il separé è solo una formalità, ci si nasconde solo per smorzare la carica sessuale che proverebbe spogliandosi davanti a quel ragazzo, cerca di prendere dei bei respiri profondi, intimando alle sue parti sensibili di stare al loro posto per non fargli fare brutte figure, ma quando esce si copre con le mani i boxer, giusto per sicurezza.

Il dottore lo nota e ride fra sé – Si sdrai pure – prende uno sgabello e lo fa scivolare davanti al macchinario per le ecografie, iniziando a spingere pulsanti guardando lo schermo.

- Si giri bene sul fianco – lo aiuta con una mano. Una mano piccola e affusolata dalla pelle soffice e fresca – ecco, bravo! Il gel è un po' freddo ma sono sicuro che sia abituato! – Liam guarda il gel scendere sul suo fianco, guarda la sonda di scansione appoggiarsi alla sua pelle, sente la solita pressione e si sofferma sullo sguardo concentrato del ragazzo – È una visita di routine o ha accusato qualche dolore nell'ultimo periodo? Febbre, nausee, mal di testa? – si blocca, sollevando la sonda dalla sua pancia, facendogli tirare un sospiro di sollievo.

- Ho un po' di mal di schiena ultimamente, qualche bruciore nell'urinare, ma capita spesso – sorride.

- No, non deve capitare! – si allontana facendo scorrere lo sgabello e allungando le gambe – Allora signor Payne, c'è un leggero accumulo di liquidi nel rene destro, potrebbe non essere nulla ma se ha qualsiasi altro sintomo che potrebbe aiutarmi a capire, la prego di non avere paura! So che è spaventato, ed è normale dopo tutto quello che ha passato, ma sono qui per aiutarla, quindi lei deve aiutare me! – 

- Ho avuto un po' di tachicardia ultimamente, ho difficoltà a dormire e sì, qualche dolore, ma non credo che sia rilevante! – 

- Prego si rivesta! – gli porge un pezzo di carta bianca e si alza – prendendo in mano la strisciata dell'ecografia e andandosi a sedere al suo posto – Lasci decidere a me se questi non sono sintomi rilevanti! Non so cosa le dice di solito il suo dottore, ma per oggi il suo dottore sono io, quindi le prescrivo un elettrocardiogramma e un ciclo di anti-infiammatori a largo spettro. Oltretutto le consiglio di prendersi una settimana o due di ferie, proviamo a eliminare tutte le fonti di stress che potrebbero far sì che lei somatizzi a livello renale! Che ne dice? – prende una busta dal cassetto, la appoggia con cura sulla scrivania e inizia a battere sulla tastiera – Payne... - lo guarda e – Liam! Mi chiamo Liam! – arrossisce di nuovo – 

Si fissa ancora una volta nei suoi occhi e sorride gentile – Perfetto Liam, questo è il suo referto – prende un foglio dalla stampate, lo pinza insieme all'ecografia e lo inserisce nella busta, lecca piano il bordo distrattamente e la chiude, facendo sussultare Liam – queste invece sono le prescrizioni e le altre visite che deve fare. Ci vediamo fra qualche giorno allora! – allunga la mano verso di lui e si alza.

- G-grazie mille! – Liam fa scivolare la usa mano su quella del dottor Tomlinson e la stringe, godendo di nuovo di quel tocco e di quella morbidezza. 

Esce dalla porta e si appoggia al legno, chiudendo gli occhi e sospirando – Hai conosciuto Louis è!? – una voce lo coglie alla sprovvista e aprendo gli occhi si trova davanti Liz – Louis? – chiede ancora frastornato.

- Sì, il dottor Tomlinson, Louis Tomlinson! È un nuovo acquisto, sono le cose che amo di più del mio lavoro! – ride arrossendo, forse rendendosi conto di quello che ha detto. 

- Magari questa volta hai trovato il tuo futuro marito! – la prende in giro Liam, cercando di togliersi dalla mente i pensieri poco civili che ha avuto durante la visita. Conosce Liz da quando era solo una studentessa innamorata della vita e dedita ad aiutare il prossimo, ormai hanno una certa confidenza, soprattutto da quando c'ha provato con lui. 

- Liam, è gay fino al midollo! Massimo il marito lo trovi tu! – scoppia a ridere e lo lascia nel corridoio da solo. 

Mentre esce dall'ospedale il cuore gli batte forte, ripensa a quelle mani, a quegli occhi, al sorriso dolce ma furbo e quasi si deve fermare e reggersi al muro esterno – Ok Liam, tu devi stare calmo! Basta strane idee, non è nemmeno il tuo tipo! – 

 

> > > > > 

 

- Allora il medico cosa ti ha detto? – Liam risponde al telefono e Harry dall'altro lato del ricevitore parla con la sua voce bassa e calma.

- Altre visite e altre medicine. Vuole che io stia a riposo! Ma come faccio? – sfoglia l'agenda cercando di trovare una soluzione a tutti i suoi impegni.

- Stando a riposo! Perché non chiami quel fannullone di Zayn e vai un po' da lui? In quel suo paese disperso per nulla, non credo che troverai qualcosa che ti possa stressare! – ridacchia.

- E tu come fai con Darcy? – 

- Liam, so che è come se lo fosse, ma non è figlia tua, chiederò a Niall! – dice con non curanza.

- Niall? Così la farà rimbambinire con golf, calcio e videogames? – lo accusa.

- Non fare il paranoico! – sbuffa – Se il medico ti ha detto che hai bisogno di riposo, troverò una soluzione e tu non te ne devi preoccupare, chiaro? – 

- Venite a cena qui, stasera! – Liam fa finta di non sentire.

- Ed ecco che io ho parlato da solo per dieci minuti! – sospira – Sì, a stasera! – 

Harry.

Harry Styles è il miglior amico di Liam da sempre; da quando ne ha ricordo, quella testa di capelli ricci e un po' vaporosi, fa parte della sua vita.

Lui è stato uno dei pochi, insieme a Zayn a non emarginare il bambino malato e pieno di paure che era stato Liam, per tanti anni.

Tre bambini completamente diversi, uniti da una passione comune, la musica.

Erano cresciuti stando sempre insieme, supporto l'uno dell'altro. Harry e Zayn non si erano mai tirati indietro davanti ai problemi di salute di Liam, non lo avevano mai lasciato solo, nemmeno nei momenti peggiori, quando era stato costretto a stare in ospedale per settimane, subendo cure invasive, che lo rendevano debole e apatico.

Erano solo dei ragazzini, ma in realtà erano dei piccoli uomini, perché solitamente era sempre Liam quello che li teneva insieme, faceva fare pace quando gli altri due litigavano, che trovava sempre un punto d'incontro, ma quando Liam non aveva potuto essere il loro fulcro, loro si erano rimboccati le maniche e si erano dimostrati degni dell'amore che il loro amico provava nei loro confronti.

Più passavano gli anni, più erano inseparabili, e nemmeno le preferenze sessuali avevano creato problemi, nemmeno quando Liam e Zayn sperimentando la loro sessualità erano diventati imbarazzanti e fuori luogo, finendo sempre per mettere in soggezione il povero Harry, che aveva dovuto guardarli mentre si baciavano per ore, sgridandoli quando si perdevano tra fumo e alcool.

Harry il salutista, che non mangia cose fritte, piene di grassi eccetera, Harry che sogna di fare il cantante, che lavora in un forno e si divide fra scuola, lavoro e musica.

Lo stesso Harry che a sedici anni, si è innamorato di Taylor e senza ascoltare chi gli diceva che non era la ragazza per lui, ha deciso che sarebbe stata la donna della sua vita.

A Liam non era mai piaciuta, non aveva gli occhi sinceri, per lo meno non aveva per Harry gli stessi sguardi assoluti, come aveva lui per lei. 

Lui la guardava come se fosse l'unica ragazza sulla terra, la portava ovunque, la trattava come una principessa e sì, quando diceva di amarla, era perché era vero. Era sempre stata una persona buona il riccio, due occhi verdi e sinceri, un bocca che sembrava disegnata e una pace interiore che lo rendeva un essere speciale. 

Non si era tirato indietro nemmeno quando, nonostante la giovane età aveva scoperto che Taylor era incinta e nemmeno una volta aveva preso in considerazione l'idea di non tenere quella creatura, sangue del suo sangue, concepita grazie alla sua unione con la donna che considerava quella della sua vita. 

Avrebbe abbandonato il suo sogno di far musica per loro, si era già informato sul poter lavorare a tempo pieno al forno, aveva trovato una casa per la sua nuova famiglia, e quando lei aveva esternato la sua volontà di non tenere quel figlio, Harry si era opposto con tutte le sue forze, aveva fatto di tutto per convincerla: l'aveva supplicata, pregata, le aveva promesso la terra, e quando alla fine lei aveva acconsentito a continuare la gravidanza, Liam si era quasi convinto che infondo, anche se quegli occhi piccoli e un po' freddi, quei capelli biondi troppo lisci e quella bocca sempre troppo marcata di rosso, continuavano a non infondergli fiducia, doveva provarci, solo per Harry.

Zayn non era stato altrettanto clemente, aveva esternato più e più volte la sua idea, e alla fine aveva finito per chiudersi in se stesso, evitando il più possibile i contatti con la coppia.

Nove mesi erano passati così, fra alti e bassi, e la notte in cui Liam aveva ricevuto quella telefonata agitata e commossa del suo migliore amico, era passato a prendere Zayn con suo padre ed erano corsi in ospedale.

Era entrato da quella porta per qualcosa che non riguardava lui, stava bene, troppo bene, e per una volta aveva varcato la soglia di un reparto sconosciuto, dove aveva trovato ad attenderlo un Harry dagli occhi lucidi che camminava avanti e indietro come un folle, davanti a sua madre Anne.

Taylor non aveva voluto che assistesse al parto, ma quando l'ostetrica era uscita con in braccio quel piccolo fagottino avvolto in una copertina lilla, con una berrettina con le orecchie da orsetto e le guanciotte rosee, Harry dopo averla presa fra le braccia, si era girato verso di loro e abbracciandosi tutti e tre erano scoppiati a piangere come dei bambini.

Quelle sono le cose che Liam ricorda con più affetto, l'attimo in cui i grandi occhioni di quella piccola creatura avevano incontrato i suoi e tutto aveva avuto senso, finalmente, quel giorno, sebbene quell'esserino non gli appartenesse, l'aveva sentita sua. Per sempre.

- Ciao piccola Darcy, io sono il tuo papà! – Harry si era sporto a stampargli quelle labbra perfette sulla fronte, aveva inspirato il suo profumo dolce e poi alzando gli occhi e li aveva guardati, aveva guardato i suoi fratelli e allungando le braccia aveva offerto loro, il suo tesoro.

Liam l'aveva accolta appoggiandosela al petto, l'aveva cullata, e sì, aveva pianto ancora, singhiozzando come non mai, mentre Zayn gli batteva sulla schiena e – Darcy, meno male che ci sono io qui, perché tuo padre e tuo zio sono due femminucce! Saremo noi i duri della famiglia! – le aveva toccato il naso con la punta del dito, facendole l'occhiolino.

- Hai pianto anche tu! – l'aveva accusato Liam.

- Una sola lacrima, è stata colpa della sua bellezza! – si era grattato la testa imbarazzato, e Harry, sua madre e Liam erano scoppiati a ridere di gusto.

Peccato che ci furono altre lacrime dopo quelle, e non furono di gioia, ma di rabbia e di dolore, in un altro dei giorni indelebili delle loro vite.

Il giorno in cui, tornando in ospedale per le dimissioni di Taylor e Darcy, Harry aveva appreso che la donna della sua vita, la madre di sua figlia, aveva firmato tutte le carte necessarie per rinunciare alla bambina e a lui. 

Erano tornati a casa con Anne, in silenzio, Harry aveva gli occhi vuoti, si mordeva il labbro e quella notte, quella notte in cui Liam e Zayn erano rimasti nella nuova casa di Harry, Darcy non aveva mai pianto, nemmeno un piccolo verso di dissenso.

Darcy non aveva mai più pianto quando suo padre era presente, come se sapesse che lui aveva bisogno di questo, quella piccoletta aveva solo sorrisi per il suo papà, che lavorava tutta la notte e si occupava di lei durante il giorno.

Il tempo passava e il sogno di vivere di musica e arte era stato accantonato, Liam e Zayn si erano iscritti rispettivamente al conservatorio e all'università di lettere e Harry era diventato un ragazzo padre.

- Harry non puoi andare avanti così! – Liam aveva preso in braccio la piccola, portandole il biberon davanti alla bocca.

- Non ho intenzione di pesare su mia madre, Zayn se ne sta andando, e tu ti stai dividendo fra l'ospedale e il conservatorio. Quindi non farmi la predica e lasciami dormire dieci minuti – si era addormentato di sasso, un ammasso di capelli scomposti e braccia e gambe buttate sul letto in un modo scoordinato.

Appena la porta si era chiusa, Darcy aveva iniziato ad urlare disperata, era sempre così con tutti, appena veniva allontanata da Harry piangeva, Liam l'aveva cullata, le aveva fatto le boccacce, il solletico, acceso la tv e poi un bel giorno, aveva iniziato a cantare e lei aveva smesso.

Da quel giorno Liam non aveva più smesso di cantare per lei, cantare e suonare con lei, ed era proprio grazie a Darcy, che aveva deciso di aprire la sua attività. 

Una volta laureatosi aveva comprato una piccola casa a Clapham, rendendo il garage una scuola di canto per bambini, aveva colorato le pareti di giallo tenue e con l'aiuto di Niall, il suo vicino irlandese, con il quale aveva stretto subito amicizia, avevano riempito i muri di chiavi musicali, pentagrammi e note. 

Aveva comprato tanti strumenti a percussione, un pianoforte a coda, uno xilofono e molto altro, e passava le sue giornate fra lezioni di gruppo e lezioni individuali, tenendo sempre un posto libero per la sua piccola Darcy, che con gli anni si era dimostrata degna del cognome che portava, con la sua voce dolce e travolgente. 

Era il lavoro giusto per lui, era sempre a casa, non comportava grossi stress e gli lasciava abbastanza tempo libero per permettersi di dare un po' di respiro a Harry, soprattutto dopo che Zayn, per seguire l'ispirazione letteraria, aveva lasciato Londra per un paesino sperduto. 

Così – Ziooooo! – Liam apre la porta e una piccola scimmietta riccioluta gli si aggrappa al collo.

- Amore mio! – Liam gli scompiglia i capelli e la stringe forte, spostandosi per far entrare Harry.

- Dai smettetela, non vi vedete da ieri! Siete morbosi e mi fate venire il diabete! – Liam e Darcy si guardano negli occhi e scoppiano a ridere, in venticinque anni lui e nove lei, ormai sanno che Harry quando è stanco diventa più insofferente – Avete fame? – Liam sale le scale e apre la porta su di una tavola imbandita di tutte le cose che Harry preferisce.

- Hai cucinato macrobiotico? – il riccio spalanca la bocca e si volta verso Liam.

- Lo so è troppo da diabete vero? – ridacchia e Harry lo abbraccia, affondando la faccia nel suo collo. Harry è sempre il solito ragazzino che il castano ha conosciuto tanti anni prima, e per questo gli accarezza la schiena piano e sorride, lasciando che si goda quell'abbraccio e tutto l'affetto che può infondergli. 

- Grazie, come farei io senza di te? – mugola.

- È quello che ho cercato di dirti prima al telefono! – Liam sposta la sedia per Darcy, facendola accomodare a tavola.

- Tesoro, puoi dire tu allo zio Liam, che noi sopravvivremo lo stesso, se per una settimana va in vacanza? – la incoraggia gesticolando con la forchetta.

- Ma poi torni vero? – lei lo guarda preoccupata.

- Non ascoltare tuo padre, non vado da nessuna parte! – le accarezza il braccio sorridendo.

Harry dorme sul divano, Liam lava i piatti e Darcy li asciuga – Com'è andata a scuola oggi, principessa? – 

- C'è quel Theo che non mi lascia mai in pace, mi fa sempre i dispetti e mi sta sempre addosso! Lo odio! – sbuffa.

- Io penso che tu gli piaccia invece! – ride.

- C-cosa? – arrossisce – Che schifo! Non vorrà mica baciarmi come fa Niall con quelle sue ragazze! – fa una smorfia schifata.

La saliva quasi va di traverso al castano che – Aspetta! Quali baci e quali ragazze? – 

- A volte quando sono da Niall, arrivano delle ragazze, sono sempre diverse e tutte lo baciano in bocca! Fa schifo! – 

- Io lo ammazzo! – borbotta.

- Cosa? – 

- No, niente principessa! Non ci badare! Niall è così, è un po' strano lo sai, le persone normali non baciano tutte le persone che entrano dalla porta sulla bocca! Lui è solo molto affettuoso! – tenta di rimediare.

Liam è ancora nel bagno quando sente Harry sbattere per casa sbadigliando ed entra in camera sua – Sei sicura che non vuoi venire a casa con me? – si siede sul letto.

- Stanotte non ho voglia di sentire tu e la nonna bisticciare, quando tu vai via e lei arriva! – 

- Noi non bisticciamo! – protesta.

- Papà! – lo ammonisce.

- Ok, non ho voglia di discutere con te piattola! Fa dormire lo zio e domani non voglio chiamarlo e sapere che hai fatto storie per andare a scuola! Intesi? – Liam entra nella stanza e sorride.

- Sarà buonissima! – conferma.

- Allora buonanotte tesoro! Sogni d'oro! – Liam resta fermo a guardare quel ragazzone goffo, abbracciare quella piccola donna che sembra la sua fotocopia e quasi si commuove.

Dopo aver accompagnato Harry alla porta, torna in camera e si infila sotto le coperte, aprendo le braccia per lasciare che Darcy si accoccoli accanto a lui. 

- Buonanotte principessa! – 

- Notte zio! – si sporge a baciargli la guancia.

Liam sta quasi per addormentarsi quando – Zio? – 

- Dimmi... - dice assonnato.

- Ma se tu te ne vai, poi torni vero? Non fai come la mia mamma? – chiede con un filo di voce.

- Darcy, ma cosa stai dicendo? – le tira su il viso e la guarda negli occhi.

- Lei è andata via e il babbo spesso mi dice che si amavano tanto. Anche tu ci ami, ma se vai via poi torni? Non mi abbandoni anche tu? – 

Il castano la stringe fortissimo – Voi siete tutta la mai vita, io non vi lascerò mai e se hai paura te l'ho detto, non vado da nessuna parte! – 

- Me lo prometti? – 

- Per sempre! – 

Quella notte restano abbracciati stretti, senza staccarsi mai, e nemmeno quando la schiena incomincia a fargli più male del solito, quando sente quel bruciore che lo tormenta e il cuore accelerare, Liam si stacca da Darcy, perché una promessa è una promessa. 

 

> > > > >

 

- Scusi il ritardo, Liam! Posso chiamarla Liam, vero? – Louis fa il suo ingresso con il camice aperto e la divisa blu che un po' gli stringe sulle cosce, ha una cartellina sotto braccio e una penna dietro l'orecchio, mentre allunga la mano verso Liam, che si solleva dalla sedia per andargli incontro.

- Come preferisce lei, dottore! – 

- Può chiamarmi Louis! Questa storia che le persone mi chiamano dottore ancora mi stranisce un po' sa? Amo il mio lavoro, ma preferisco essere solo Louis! – lo dice senza lasciare la presa e fissandolo dritto negli occhi.

- Dottor Louis? – patteggia Liam. 

Louis scuote la testa e sospira – Parliamo di cose serie. Questi sono i risultati delle altre visite? – il dottore analizza con cura i referti – Intanto mi dica, con gli anti infiammatori è stato meglio? – 

- S-sì... - balbetta e Louis alza un sopracciglio.

- Allora Liam, mettiamola così, può evitare di dirmi una bugia, perché se non hanno funzionato, devo capire perché! – sorride dolce – Voglio comunque farle un'altra ecografia per sicurezza, così posso vedere con i miei occhi quanto è bugiardo! – gli indica il separé come la volta precedente, e si accomoda sullo sgabello. 
Liam lo intravede dove i pannelli si uniscono e rimane un attimo immobile a guardarlo. Ha il viso serio, lo sguardo meticoloso, mentre muove le mani veloci sui tasti dell'ecografo, lo osserva alzarsi, sistemare la carta pulita sul lettino e poi spostarsi il ciuffo di capelli di lato con sicurezza. 

- Eccomi... - le mani che corrono sempre davanti ai boxer, soprattutto mentre Louis lo aiuta ad assumere la posizione corretta. 

Il gel, la sonda che lo fa sussultare quando Louis preme sul fianco e quegli occhi azzurri che scattano sul suo viso, per catturare quella piccola smorfia di dolore.

- Il liquido in eccesso c'è ancora, tutta la zona è infiammata, quindi capisco che ora stia soffrendo un po' – lo guarda e sorride – Può evitare di dirmi che non è vero, perché quello che per lei sembra solo uno schermo nero con delle macchie bianche, per me è come una mappa, e la mia mappa dice che gli anti infiammatori non hanno funzionato! – allontana la sonda e si gira, inviando la stampa dell'ecografia - Se prova dolore, resti sdraiato un attimo qui, e si alzi quando si sente pronto – prende la carta ma non la lascia a Liam, con delicatezza la strofina sul suo fianco e porta via tutto il gel azzurro.

– Grazie – dice Liam imbarazzato e si gira a pancia in su, prende un respiro, ma lo trattiene quando Lou lo sovrasta e le sue mani si appoggiano leggere sul suo basso ventre.

- Scusi, devo controllare ancora una cosa – si sporge in avanti ed esercita una pressione vicino all'elastico dei boxer. Liam guarda quelle mani, le sente vicine a lui, troppo, e distoglie lo sguardo, buttando fuori l'aria. 

- Lei è troppo teso, quella vacanza vorrei la prendesse veramente! – si stacca e Liam si rilassa. Provi lui a non essere teso con quelle mani proprio lì, pensa.

- Farò la vacanza! – dice mentre torna a sedersi dopo essersi rivestito.

- Molto bene! Il medico che c'è in me la ringrazia! – prende la penna che ha dietro l'orecchio e tenendola ferma al centro fra pollice e indice, la fa muovere su e giù su foglio, picchiettando – Liam non posso constatare esattamente la causa del suo dolore, ma dall'ecografia non si evince nessun peggioramento, l'elettrocardiogramma è buono, quindi posso supporre che la tachicardia che riscontra è data dalla concomitanza dell'inizio del dolore. Appena il dottor Asher farà ritorno, esaminerò il caso con lui, e la chiameremo per un nuovo appuntamento. Fino ad allora, niente alcool, niente fumo, sforzi e stress. So bene che è giovane ed è tutta la vita che fa sacrifici, ma il suo rene tornato a funzionare è, mi lasci passare il termine poco etico, un miracolo. Solo il 20% dei ragazzi affetti da una sindrome nefrosica cade nel processo di remissione spontanea. 

Quindi la prego di aver cura di questo rene! Me lo promette? – allunga la mano verso la sua e appoggia la punta delle dita sul dorso, inchiodandolo con gli occhi a quella sedia, come se non ci fossero altro che loro in tutto l'ospedale. 

Nel momento in cui Liam deglutisce piano, Louis guarda le loro mani e si allontana veloce, sorridendo ancora una volta, un po' in imbarazzo.

- Sospenda gli anti infiammatori e fra una settimana inizi con il solito ciclo di antibiotici a largo spettro. Per qualsiasi cosa, mi chiami – si allunga ancora verso di lui e Liam sussulta, ma lo supera e prende un biglietto da visita dal contenitore alla sua destra e ci appunta veloce qualcosa sul retro – Questo è il mio numero, se è preoccupato, se compare qualche nuovo sintomo, lo usi! – si alza e allunga la mano come sempre – Ma entrambi sappiamo che non lo farà! Giusto? – gli occhi corrono per il viso di Liam, sono sinceramente preoccupati, dolci e appassionati. Si vede che non è uno di quei dottori che è capitato in un ospedale per caso, che non è stato costretto dai genitori o cose così. 

Louis Tomlinson è uno di quei dottori nati per fare i dottori, ce l'ha intrinseco nel DNA ed è avvolto da un amore spassionato che non passa inosservato.

 

°°°°°°°

Pronti, partenza... VIAAA!!

E' più di un mese che scrivo questa mini long, ci ho messo dentro un sacco di cose che non sapevo nemmeno di avere dentro, in questa prima parte c'è il racconto della storia di Harry per esempio, è uno dei miei pezzi preferiti perché le reazioni di Harry, Liam e Zayn, sono un po' le reazione che ho avuto io quando è nata la mia cuginetta, non riesco a rileggerla e non piangere come una matta, ma questa storia sarà tutta così, almeno per me è stata LACRIME CONDITE DA ALTRE LACRIME.

L'ho scritto anche nella presentazione, ma volevo ribadire che tutte le cose che ho scritto per quanto riguardano la patologia di Liam, sono pressoché vere, ovviamente non sono una dottoressa e non so se tutti i termini sono corretti e usati a modo, se siete studentesse di medicina, CHIEDO SCUSA in caso di errore! 

So solo che ho passato notti, rileggendo le interviste di Liam, spulciando fra le varie cose che aveva detto raccontando del suo problema ai reni e cerca cerca, mi sono imbattuta in una sindrome nefrotica che potrebbe essere la sua, vista la remissione e il ritorno a funzionare del rene! Credo che mi sono talmente immedesimata che se mai conoscerò Liam, gli chiederò: scusa ma tu di che tipo di sindrome nefrotica eri affetto? 

Ovviamente scherzo, se mai conoscerò Liam, morirò e basta! Questo è quanto! 

Spero vi abbia incuriosito, se le letture vanno bene, posterò un capitolo al giorno, o un giorno si e un giorno no! Commentate pure, e se piangete rendetemi partecipe, mi farete sentire meno sola! 

Perché proprio i Lilo, ve lo spiego nel prossimo sproloquio XD

Buona Domenica

un bacio

SARA

 

 

   
 
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