Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: SaruzzaPower    25/11/2015    1 recensioni
Liam è un'insegnate di musica costretto ad una vita dentro e fuori gli ospedali.
Louis è un medico, adorabile e ammaliante fra le mura del suo reparto, ma scorbutico e irriverente nella vita di tutti i giorni.
E se Louis fosse il nuovo medico di Liam, come gestirebbe la sua innata e spigliata gentilezza?
Cosa succede quando una persona fa cadere tutte le tue difese e ti ritrovi inerme, scoprendo che l'unico che potrebbe salvarti è la stesso che ti distrugge?
> > > > >
Non ho mai scritto una Lilo, ma diciamo che negli ultimi mesi questa coppia di amici mi ha incuriosito e fatto sospirare, così alla fine mi è venuta un'idea e l'ho semplicemente seguita.
Per scrivere questa mini long non ho usato solo la fantasia, ho passato notti intere a studiare mal funzioni ai reni, trapianti, dialisi e tutto quello che può riguardare le insufficienze renali. Ormai potrei laurearmi in nefrologia insomma XD!
Spero che possiate amare con me questi Lilo, io ho pianto tanto scrivendola, se capiterà anche a voi, mi scuso già, ma fa anche tanto ridere, è condita con dei Niall, Harry e Zayn molto esilaranti!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


-Dimmi: tu chi credi nel destino? -

- Che intendi dire? - 

- Al destino che ci ha fatto incontrare – 

 

 

 

Louis si sveglia di soprassalto in preda alla nausea fortissima, la testa gira nonostante sappia di essere nel letto e possa sentire l'odore di Liam tra le lenzuola.

Era un po' di tempo che un sogno come quello non bussava alle porte della sua mente, rendendo una notte bellissima, un incubo spaventoso.

Ogni dannata volta che qualcosa inizia a toccarlo, gli incubi ripartono sempre, non c'è modo di scampare a quella condanna; tutto ciò lo inquieta.

Da una parte ci sono i ricordi della parte di notte che ha trascorso sveglio fra le braccia del suo ragazzino, dall'altra c'è la parte più oscura, apparsa appena ha chiuso gli occhi, la parte che lo spaventa e che odia essersi dovuta mescolare alla magia di Liam.

Decide di contare sulla prima parte della notte per trovare la forza di aprire gli occhi.

È già metà mattina, l'incubo è durato molto più di quello che pensava, per questo ringrazia di avere il turno pomeridiano.

Si gira verso l'altra parte del letto e non trova Liam, il panico si impossessa di lui, le mani che iniziano subito a tremare.

Non gli interessa di essere nudo, si alza di scatto e corre in bagno, gli occhi che vagano per il pavimento non trovando niente. Tira un sospiro di sollievo, torna in camera, si veste velocemente e va in cucina.

Anche lì tutto in ordine, vede la caffettiera sopra il fornello e mentre si versa del caffè ancora tiepido nella tazza, il citofono suona facendolo sobbalzare.

Liam apre la porta, trovandosi davanti il piccolo Cam e sua madre, la petulante e iper protettiva ragazza madre che ha una cotta per lui da sempre. Ogni volta che porta il suo piccolo a casa del castano, finisce per iniziare a parlare a ruota libera, mettendo in imbarazzo suo figlio e l'insegnate.

- Basta mamma! Dai Liam, è tardi, andiamo a cantare! – il bambino gli tira la mano, guardando male sua madre.

- Oddio sì, scusatemi, ci vediamo fra due ore, amore! Ciao Liam! – 

Chiudono la porta e insieme ritornano nell'aula canto, rimanendo basiti davanti ad una scena che non aspettavano di certo.

Louis è seduto al pianoforte, indossa la tuta grigia di Liam, gli sta larga nelle spalle e si gonfia un po' sulle caviglie per l'eccessiva lunghezza, eppure non è quello a colpire il castano, è il suo sorriso, gli sguardi che rivolge a tutta la classe, mentre loro ricambiano ridendo e scherzando.

- Dai Lou, suona ancora! – dice Margot.

- Ok, voi due sedetevi accanto a me, e tu e tu – indica Mike e Jem, senza sapere i loro nomi – ai lati, ognuno conti fino a tre e prema i propri tasti. 

Tutti ridono felici ma appena le mani piccole e affusolate di Lou iniziano a suonare, cala il silenzio, ognuno fa quello che gli è stato insegnato, chi suona e chi canta e alla fine, dopo l'ultima nota, è l'applauso di Liam a scuotere la stanza.

- Liam perché non ci hai mai detto di avere Louis? – i bambini chiedono insieme. 

- È un nuovo acquisto? – chiede Cam ancora accanto a lui.

- Forse... - sorride. Spinge la lingua in avanti e lascia intravedere i denti mentre guarda Louis, visibilmente in imbarazzo. Ha i capelli più spettinati del solito e un viso sbattuto, ma in modo così sexy che Liam non può far altro che fissarlo intensamente, sperando che Louis capisca tutto quello che vorrebbe dirgli, che vorrebbe baciarlo e averlo di nuovo in quel letto ancora disfatto al piano di sopra.

- Quindi possiamo tenerlo? – Carli, la bimba bionda seduta accanto a Louis unisce le mani e guarda il suo maestro.

- Ehi, guarda che io sono qui, e non sono un cane! – protesta cercando di farle il solletico, facendo scoppiare tutti a ridere, anche Liam sta ridendo sotto i baffi cercando di fissare nella mente quello spettacolo, perché è di questo che si tratta, un vero e proprio spettacolo.

Forse si sta rendendo conto di iniziare ad amare quel ragazzo che crede di non avere altro che la medicina, invece ha cuore e dolcezza e molto, molto altro. Qualcos'altro che Liam vorrebbe conoscere, scoprire e tenere con sé.

- Possiamo tenerlo per questa lezione se a lui va bene! – fa sedere Cam insieme agli altri bambini e prende posto vicino a quello che vorrebbe poter chiamare "il suo ragazzo", che vorrebbe baciare, invece si limita a dire un semplice – Grazie – vedendolo annuire con quel sorriso che gli ha fatto perdere la testa dal primo giorno.

È una bella lezione, una di quelle che coinvolge proprio tutti, quasi da potere sentire ancora un coro di voci, nonostante non ci sia più nessuno.

- Non sapevo sapessi cantare! – salgono al piano di sopra e Liam lo dice intento a preparare qualcosa da mangiare.

- Io non sapevo che tu facessi l'insegnante di musica per i bambini... - gli si siede di fronte, vagando con gli occhi sul suo viso.

- Non me lo hai mai chiesto! – 

- Io... - 

- Tranquillo, lo so che non sei quel tipo di persona... - prende un boccone, cercando le parole giuste, ma viene interrotto – Hai preso le tue medicine stamattina? – 

- Sì dottore, ho preso le mie medicine! – sospira.

- Stai bene? – 

- Mai stato meglio! – si allunga e lo bacia, senza preavviso.

- Non sto scherzando! – persevera.

- Sei sempre così noioso? Nemmeno il sesso riesce a rilassarti? – giocherella con le sue dita, accarezzando i polpastrelli – Devo forse credere che stanotte non è vero che ti è piaciuto? – sporge in labbro in fuori.

- Mi è piaciuto! – dice forte e di corsa, come se non volesse affatto che Liam pensi una cosa del genere – Quale parte del sono stato benissimo non hai capito? – poi la voce muta e la solita acidità fa capolino.

- Ehi calma! – Liam alza le mani in senso di resa.

Lou abbassa le spalle e – Scusa! Davvero, è stato bellissimo, è solo che ho fatto un brutto sogno poi mi sono svegliato e tu non c'eri ed io... - 

- Scusa tu, potevo lasciarti un biglietto, ma sai... stavo così bene quando mi sono svegliato che ho perso completamente la cognizione del tempo, ho rischiato di fare tardi a lezione. Non volevo farti preoccupare... - lo prende per il collo della felpa e lo bacia con ardore – Puoi perdonarmi? – 

- Posso! – ridacchia.

- Anzi, stavo pensando – si alza e si avvicina al suo orecchio – potresti farmi la mia iniezione e visto che ti piace tanto fare il dottorino, potresti controllare se è tutto a posto – dice piano, facendo venire i brividi al più grande.

- Devo andare a lavorare fra un'ora, Liam! – cerca di protestare, scostandosi appena.

- Un'ora Lou? Che visita credi di farmi, stavi pensando a qualcosa di specifico e approfondito quindi? – gli bacia il collo, facendolo mugolare.

- Liam tu... – borbotta.

- Io ti piaccio – lo istiga.

- Sì. Sì, è vero, tu mi piaci... - ammette.

- E quanto? – cerca la sua mano e lo tira in piedi.

Sono già in camera quando risponde tra i denti – Da impazzire, mi piaci proprio da impazzire – 

Ha le mani che tremano mentre picchietta sulla siringa come sempre, si gira piano facendo schizzare un po' di liquido e trovando Liam già completamente nudo con un'espressione furba, scoppia a ridere e - Dottore, dottore, ho male qui! – si copre l'inguine con entrambe le mani, guardandolo mordendosi il labbro.

- Io inizio a pensare che il tuo vero problema non siano quei maledetti reni, Liam! Avanti, girati! – 

Ridono insieme, si amano insieme ancora una volta, approfonditamente, assaporandosi e facendosi impazzire l'un altro. 

I brutti sogni di Lou riescono ad essere cancellati dal soffice calore della pelle del ragazzo dagli occhi caldi e dolci, dalle sue labbra marcate e dalla sua passione che lo riempie.

 

> > > > >

 

I Giorni passano fra alti e bassi, a volte coincidono a volte no, quando stanno insieme stanno sempre bene, c'è una strana magia che si viene a formare ovunque essi siano, ospedale, casa, anche mentre bevono qualcosa di caldo in un semplice chiosco per strada. 

Louis sta d'incanto finché il più piccolo è accanto a lui, poi arriva la notte, chiude gli occhi e tutto diventa un incubo, esplosioni, morti, urla, può correre ovunque, può cercare di salvare più persone che riesce, eppure chi giace a terra ha sempre un solo volto, quello di Liam.

Arriva al punto di stare sveglio, gli occhi sbarrati e il cuore che sembra quasi una di quelle bombe tanto batte forte ed infine una decisione, provare ad allontanarsi.

Non vorrebbe, odia tutto questo, odia ferirlo, immaginare i suoi occhi che perdono quella luce maliziosa che lo fa impazzire.

Lui gli ha aperto la porta della sua vita, spalancata totalmente, come la sera in cui è arrivato a casa di Liam tardi, stanco, distrutto da una giornata terribile, una di quelle che solitamente lo avrebbero reso scorbutico e rabbioso, eppure ha deciso che Liam meritava uno sforzo e ha camminato fino a casa sua.

Dopo aver salito le scale e aperto la porta si è trovato davanti a quattro persone, non una.

Niall, Harry e Darcy gli hanno sorriso e si sono presentati come se lo conoscessero da sempre.

Da quanto tempo non gli capitava di ridere e mangiare attorno ad una tavola imbandita e a occhi che erano veramente interessati a lui?

Si è trovato a ridere, a chiacchierare di calcio e consolle con Niall, a rispondere alle domande taglienti di Harry che si informava su quanto le sue intenzioni fossero serie nei confronti di Liam e infine, la più importante – Zio Liam, ma quindi lui è il ragazzo di cui mi parlava zio Zayn, quello per cui ultimamente non sei stato più molto attento? – il silenzio è sceso in cucina, gli occhi di Harry e Niall si sono incontrati e scontrati con quelli di Liam e Louis per poi scoppiare a ridere senza contegno.

- Darcy... - Harry accarezza la testa di sua figlia, cercando di contenersi.

- Che ho detto scusate? – fa spallucce.

Louis fissa il piatto in imbarazzo fino a quando la mano di Liam si appoggia sul suo braccio e – Sì Darcy, lui è quel ragazzo, è il mio ragazzo! – sorride sincero.

- Grazie Louis, se rendi felice zio Liam, rendi felice anche me! – si alza, si avvicina piano e lo abbraccia forte. 

Louis preso in contropiede, rimane fermo qualche secondo, cercando lo sguardo di Liam, poi può solo ricambiarla, ricambiare quell'amore straordinario che in quella casa è ovunque.

Purtroppo è un amore che non può permettersi, non del tutto, perché il suo lavoro non gli consente di passare notti insonni a discapito di vite appese a un filo. 

È per questo che senza dire nulla, per la prima volta nella sua vita prende qualche giorno di ferie e torna a casa.

La stazione, il treno, il cartello Doncaster che vede dopo quasi più di due anni. 

Non risponde alle chiamate, non vuole sapere nulla, peccato che riabbracciare sua madre, le sue sorelle, niente gli toglie dalla testa e dal cuore la delusione che sa di star infliggendo a Liam. Gli incubi non se ne vanno.

Peccato che il castano non stia solo male sentimentalmente, una settimana basta e avanza per peggiorare talmente tanto da trovarsi ricoverato in ospedale, la notizia terribile che il rene, una volta sano, ha smesso di funzionare e che l'altro rene non può sopportare tale sovraccarico. 

Attimi di terrore per Harry e Niall, notti passate a vegliare sul loro amico, la decisione di richiamare Zayn. 

Tanta rabbia verso la vita, verso Louis che li ha abbandonati tutti, su tutti i fronti. 

- Eccoti ragazzo! Passato delle buone vacanze? – Asher è seduto nel suo studio, gli occhi bassi sopra una cartella, un nome che appare all'improvviso in tutti i fogli, il petto che è come se venisse schiacciato in una morsa.

- Cosa succede a Liam? – si china sulla scrivania con il respiro spezzato.

- Lo so, avrei dovuto chiamarti, ma Liz mi aveva detto che avevi chiesto di essere lasciato in pace. Rispetto il tuo lavoro e so tutto quello che hai passato, per questo anche se si trattava di Liam ho deciso di non chiamarti, è solo che... - gli allunga un foglio con un sospiro.

Il mondo si ferma – Cosa c'entra la lista trapianti? – sbianca.

- Louis, non ti ho chiamato perché non penso che si salverà, è troppo debole per essere scelto per un trapianto e il suo fisico non ce la fa più, tu non potevi fare nulla e non voglio si ripeta quello che è successo quando è morto il piccolo Sam. Devi smetterla di colpevolizzarti. Liam è tutta la vita che lotta e... - 

- Cosa stai dicendo io... io non capisco – gli bruciano gli occhi.

- Quello che ti ho detto. Louis, Liam ha finto di stare meglio in questo periodo, stava molto male e le cure non hanno contato, il rene ha ceduto ed è stato ricoverato due giorni qui. 

L'abbiamo subito inserito nel ciclo di dialisi settimanale, ma il suo voler fare l'eroe ha compromesso gravemente la situazione... - l'eroe, Liam ha fatto l'eroe per lui, era il suo eroe. 

- È colpa mia... - sussurra.

- No, Louis mi hai ascoltato? Non potevi fare nulla, non è perché tu ti sei preso una settimana di ferie che lui sarebbe stato meglio. Io ero qui! – 

- Ma io no! – 

- Louis, te lo chiedo come favore personale... - si toglie gli occhiali e lo guarda.

- Stiamo insieme! Io e Liam... noi stiamo insieme... dovevo essere qui – le lacrime arrivano, non le vorrebbe, non vorrebbe mostrarsi debole, ma non è questione di essere deboli, è questione di essere disperati.

- Lo so! Liam mi ha raccontato tutto, sei tu che devi dire la verità a lui. So che non ti piace, che credi sia da deboli, ma lui capirà. Liam ha un cuore grande e sa essere paziente e perdonare – 

- Non credo, lui è stato male ed io non ho nemmeno risposto alle sue chiamate. Non lo merito! – stringe il pugno e lo sbatte sulla scrivania.

- La decisione spetta a te, non è qualcosa che riguarda la sfera professionale, per questo non mi sento di dirti di più di quello che ho appena fatto però, lui ha bisogno di te, come medico e come uomo – 

 

> > > > >

 

Gli occhi pieni di lacrime, il cuore pieno di ogni cosa possa, Louis corre a perdifiato con la sua borsa di pelle a tracolla. 

Solo davanti a casa di Liam si ferma, si piega appoggiando le mani sulle ginocchia e cerca il fiato, cerca il coraggio, qualsiasi cosa lo possa aiutare. 

- Louis, ciao! – Darcy gli salta al collo e lo bacia. È una bambina, ed è pura e non sa quanto non si meriti quel suo affetto – Zio Liam sta molto male! Ti chiama sempre nel sonno, finalmente sei qui! – si guardano negli occhi, quegli occhi verdi e sinceri che lo fanno sentire ancora più un mostro.

- Ho avuto qualche problema, ma ora sono qui! – la riabbraccia.

- Cosa ci fai qui? – la voce di Harry lo precede, mentre scende le scale – Darcy tesoro, potresti andare da Niall e chiedergli se potete chiamare zio Zayn per sapere dov'è? – Darcy annuisce e bacia ancora Louis, prima di uscire dalla porta.

- Fammi spiegare... -

- No, non sei più il benvenuto qui! – dice duro.

- Non volevo fargli del male... - 

- È distrutto Louis, il suo fisico non ce la fa più! Tu avresti dovuto aiutarlo, invece lo stai distruggendo ancora di più. Oltretutto sta arrivando Zayn e credimi, meglio se non ti trova qui – 

- Al diavolo Zayn, Liam mi ama ed io amo lui. Lasciami passare! – lo scansa sbattendogli addosso e corre per le scale, entra in casa, prosegue dritto per quella camera che ben conosce e non può credere ai suoi occhi.

La semi oscurità non gli impedisce di vedere le occhiaie blu sotto i suoi occhi, così in contrasto con il troppo pallore, le labbra secche e gli occhi spaventati e vinti che gli si puntano addosso. 

- Cosa ci fai qui? – chiede piano.

- Se mi lasci spiegare io vorrei... - la voce gli trema mentre prova fare un passo in avanti.

- Vattene! Sono io che prego te per una volta, va via... - chiude gli occhi e gira la testa.

- Lou credo che ora tu debba veramente andare via, te l'ho detto, non sei più il benvenuto qui... - la mano di Harry che si appoggia alla spalla di Louis, stringendo forte.

Non può fare altro che andarsene e Harry si siede sul letto – Passerà Liam, te lo giuro, starai di nuovo bene –. 

- Sai qual è il vero problema? Sono follemente innamorato di lui... - 

Ci sono persone che restano positive sempre, nonostante tutto, non smettono mai di avere fiducia nel prossimo, nemmeno quando le persone in cui decidono di riporre il loro cuore, glielo fanno in mille pezzi; però ad un certo punto anche queste persone esauriscono le forze e non ci provano nemmeno più a spiegare cosa le fa soffrire, lasciano semplicemente correre.

È questo che fa Liam, vorrebbe che per una volta fosse lui ad essere capito senza bisogno di dire nulla, come ha visto fare a Harry prima con Taylor e poi con Darcy.

Non rincorre nessuno questa volta, non può e a Liam di Louis, importa davvero, solo che ha detto vattene sperando che lui restasse e beh, lui non lo ha fatto.

Ha fatto qualcos'altro però, è tornato a correre all'incontrario sulle vie che lo conducono all'ospedale, prende l'ascensore, entra in reparto e sbatte le mani sulla pensilina della reception – Louis! – Liz lo guarda stupita da dietro gli occhiali.

- Liz, dammi il modulo! Dammeli tutti per favore... - 

- Ma... -vaga per il suo viso. Non ci vuole molto per capire di che moduli stia parlando.

- Devo provarci. Ti prego! – si ferma un attimo e vorrebbe ridere sentendo la sua stessa voce pronunciare quel ti prego che Liam ha tanto deriso.

Louis non è onnipotente, ma può provare ad esserlo per lui, anche se non lo fa da tanti anni, così compila i moduli in fretta, sotto gli occhi preoccupati di Liz e intanto prega.

 

> > > > > 

 

- Louis! – Asher lo blocca per il corridoio.

- È successo qualcosa? – chiede sinceramente preoccupato.

- Dove stai andando? – chiede risoluto.

- Io... - i suoi occhi vagano verso una porta.

- Louis sei stato estraniato dal caso da quando hai preso la tua decisione, mi dispiace che tu non possa stare accanto a lui come affine ed ora nemmeno come medico. Via di qui! – 

- Ma... - balbetta, ha dovuto corrompere Liz per scoprire i giorni di dialisi di Liam e sapere che è oltre quelle porte e non poterci andare lo ha torturato tutta la mattina.

La dialisi può essere una tortura per i pazienti, quattro o cinque ore attaccati ad una macchina, non tutti i fisici sopportano la procedura, si possono scatenare vertigini, nausea, crampi e tante altre cose, Louis vorrebbe solo vederlo, niente di più.

Gli sembra quasi di impazzire, eppure ancora una volta annuisce guardando il medico più anziano e va via; o meglio finge di farlo, aspetta che Asher si allontani per tornare sui suoi passi e varcare velocemente le porte del reparto quando – Zayn! – si trova davanti l'ultima persona che avrebbe voluto vedere, che risponde alla sua chiamata con occhi e labbra strette – Sei l'ultima persona che vorrei vedere! Evapora! – ringhia.

- Non lo disturberò, giuro, mi basta vederlo da lontano... - le mani iniziano a sudare.

- Hai perso tutti i tuoi diritti quando hai deciso di fregartene – 

- Non me ne sono fregato, non volontariamente – Zayn alza le sopracciglia, incredulo - Posso dirti una cosa prima? Se mi lasci parlare e non ti convincerò, sparirò dalla vostra vita, dalla sua – gli trema la voce e spera che nei suoi occhi il moro possa vedere la disarmante sincerità che lo guida, lo vede voltarsi piano, lasciando che i suoi occhi lo seguano e incontrino Liam. È seduto su un lettino, tubi che escono ed entrano in lui, una bacinella sulle gambe, la bocca anemica e gli occhi cerchiati di rosso.

- Non sopporta la dialisi Lou... - ammette.

- Lo so... - sospira – Senti Zayn, se le cose sono andate a finire così, se io mi sono comportato in questo modo c'è una spiegazione -

Zayn annuisce e lui sputa fuori tutto, gli dice tutta la verità, non risparmia nulla, si mette a nudo e nella sua testa è come se stesse provando il discorso che farà a Liam, per non risultare troppo patetico o stupido.

Da quanto è tornato non ha mai parlato veramente a qualcuno di quello che è successo, a parte Asher forse e allo psicologo. 

È con piacere che si sente libero, finalmente dopo tanto tempo. 

Zayn lo lascia guardare Liam per un po' in silenzio – Quello che hai detto cambia le cose, forse, o forse no, non sono io a decidere. Ora torno dentro... - si sorridono appena prima di separarsi.

 

> > > > >

 

- Oggi è andata meglio vero? Non hai nemmeno vomitato! – Zayn sistema i cuscini dietro la schiena di Liam e cerca di chiudere le tende. Solitamente Liam tende ad avere dei forti mal di testa dopo la seduta di dialisi e non sopporta la luce.

- Sì, non ho nemmeno mal di testa, puoi lasciare aperto! – sorride, sorseggiando un po' d'acqua.

- È un buon segno... - si siede sulla parte opposta del letto e sospira.

- Dai dimmi quello che devi dirmi, sto morendo? – si tortura le dita, mentre Zayn si raddrizza sgranando gli occhi – Senti lo so, non mi state dicendo niente ma conosco Asher e il mio corpo... - 

- Vaffanculo Liam! Tu non morirai prima di me, e io sono un'artista, sono immortale – gli lancia un cuscino e guarda Liam alzare gli occhi al cielo.

- Allora cosa? È da stamattina che stai cercando di farti uscire qualcosa di bocca, ma non ce la fai... - lo incoraggia.

- Io, beh è possibile che io abbia fatto una cosa e ora ho paura che mi odierai. Solo che vorrei che tu ascoltassi quello che ti verrà detto e che solo dopo dica la tua. Te lo chiedo come favore personale.

- Non credo di capire... - lo guarda confuso, e il campanello suona.

Zayn si alza di scatto, asciugandosi le mani nei pantaloni e camminando all'indietro guardandolo con un mezzo sorriso teso.

Quando ricompare accanto a lui, c'è Louis.

- Cosa sta succedendo? – chiede, gli mancano totalmente le parole, vede solo gli occhi spaventati di Louis e sebbene la testa sembri scoppiargli all'improvviso e lo stomaco si contorca impazzito, è da settimane che non si sente così bene.

- Louis deve raccontarti una cosa, è questo che vorrei che ascoltassi in silenzio – Liam li guarda entrambi e poi annuisce solo – Se avete bisogno sono di là... - da una pacca sulla spalla a Louis e gli fa l'occhiolino. 

Zayn è stanco, preoccupato e avvilito, Liam sa che sta morendo, anche se tutti fanno finta di no, se lo sente di non avere più molte carte nel mazzo, eppure, nonostante si senta il dovere di fare il sostenuto, davanti a Louis non gli importa, gli basta anche solo un giorno, se può passarlo con lui. 

- Parla... - dice solo. Non può dire altro, altrimenti la sua voce tremante e innamorata, lo tradirebbe.

Louis fa qualche passo avanti, lo fissa talmente intensamente da non riuscire a vedere altro, c'è solo Liam e niente più – Non so da dove cominciare, eppure devi sapere perché io sono così... - si copre la faccia con le mani cercando di respirare.

- Louis, sono solo io... parla...- allunga una mano per incoraggiarlo.

- Non sono pazzo... o forse lo sono, ma non ero così quando avevo sedici anni, ero pieno di voglia di fare, volevo aiutare il prossimo, volevo aiutare la gente come te, sentivo in fondo al cuore di volerlo fare, così mi sono iscritto a medicina all'università. Ero un pazzo, mi buttavo, alzavo la mano, seguivo più corsi di chiunque e andavo bene in tutti. Non mi pesava, e quando iniziata la specializzazione mi hanno parlato di Emergency, degli ospedali da campo, di salvare vite a cui la guerra aveva tolto anche la forza di credere nella speranza, ho abbracciato mia madre e le mie sorelle, ho riempito uno zaino piccolissimo e sono partito. 

Due anni più tardi sono tornato per restare, peccato che quello che era rimasto... in realtà non era rimasto niente di quel Louis. 

Odiavo il mondo, odiavo la gente, la politica, tutti. Ho visto così tanta gente morire, bambini, anziani, anche animali, nessuno veniva risparmiato laggiù. L'ultima missione a cui ho partecipato non me la dimenticherò mai: ero in Siria, nel nord, in un paese chiamato Sarmin, ogni giorno bombardavano, ma le morti erano controllate, per lo più arginavamo la perdita di arti, insegnavamo loro ad usare le protesi provvisorie, a recuperare ed assimilare l'idea della perdita di braccia e gambe; c'erano giorni tranquilli, tutti i bambini mi adoravano e sai, io ho sei fratelli, la mia casa è sempre stata un casino totale, urla, litigi, dispetti e tante risate, per cui mi sentivo al mio posto, giocavamo a calcio, gli insegnavo l'inglese sì, era davvero il mio posto. Dovevo stare lì, dove potevo fare la differenza. 

Avrei dovuto ma una notte non sono rimasto al campo, erano arrivate delle nuove reclute americane, sai bei ragazzi giovani e con tanta voglia di morire, mi sono detto, non tocchi un uomo da più di un anno, perché no? Vuoi che non ci fosse un gay tra di loro? Quando mi hanno invitato ad uscire con loro, ho accettato. Siamo andati in città, una città per metà distrutta, ma ovunque tu vai nel mondo, un bar lo trovi, nonostante in Siria, non bevano molti alcolici. 

Purtroppo non ho avuto modo di scoprire se qualcuno di loro fosse gay, perché le sirene hanno iniziato a suonare, formazioni di caccia russi volavano sulle nostre teste e proprio sul nostro campo sono state sganciate bombe di sarin. Sai Liam cos'è il sarin? – gli occhi gli bruciano e il castano lo guarda scuotendo appena la testa – Il sarin è un gas nervino, non ti da scampo, nemmeno con le maschere anti-gas. Quella notte non ci è stato permesso di tornare al campo, non c'era nulla a cui tornare, nessuno era sopravvissuto, solo io. I miei bambini, i miei colleghi e amici. Nessuno.

Erano nove mesi che non tornavo a casa, eravamo una famiglia e sono morti tutti. 

Il mondo fa questo Liam, partorisce persone che non pensano, agiscono e alzano le spalle, chiudono gli occhi, mentre gli innocenti muoiono. 

Sono impazzito, non potevo farmene una ragione, nessuno mi poteva capire. Quando sono tornato a casa, ogni singolo essere vivente mi faceva schifo, li odiavo tutti, tutti a vivere nelle proprie belle case, a parlare di problemi normali, come cinema, cosa indossare e cose così, non potevo più vivere, ogni notte sognavo i volti di chi avevo lasciato, deturpati da un gas che probabilmente non era nemmeno destinato a loro, ed io ero salvo. Nessuno aveva colpa, io stesso sarei morto con loro se fossi stato lì, eppure non c'ero, così ho deciso che non mi interessava del resto del mondo, ero sopravvissuto per aiutare e quello ho fatto da quel giorno in poi. 

Ho lavorato, lavorato e lavorato. Tutto il resto non esisteva,

È assurdo, perché finché vedo la gente in ospedale, va tutto bene, sono persone che hanno bisogno di aiuto e riesco ad essere ancora un po' me stesso, il problema arriva quando torno nel mondo esterno, non vedo più nessuno, vedo solo persone colpevoli, non degne del mio rispetto. È un meccanismo che fatico a fermare.

- Lou... - Louis piange e anche Liam lo sta facendo.

- Poi una mattina è arrivato Sam, avevo scelto nefrologia perché tutto mi ricordava il campo, invece i reni, il sangue, le tossine, sono cose più labili, la gente guarisce, si riprende, torna a casa e può tornare alla sua vita, spesso. Avevo bisogno di questo, di finta e apparente normalità. 

A Sam io mi ci sono aggrappato, era un microbo, così piccolo e malato, nonostante questo pieno di vita. Abbiamo lottato insieme per anni, e tu me lo ricordi così tanto, sempre gli occhi vispi, leggermente arroganti ma pieni di amore. Lui mi faceva sentire un uomo migliore, e dopo essere tornato da quell'inferno, non mi era più capitato. Anche tu mi fai questo effetto, mi sono innamorato di te al primo sguardo, non mi hai lasciato scampo, sei entrato, ti sei piazzato in mezzo al mio petto e non era questione di accettarti. C'eri.

Ho provato con tutto me stesso a non volerti, ad allontanarti, ma tu eri sempre lì. Alla fine, provando a vincere il terrore ho detto: perché no? Perché non provarci? - 

- Beh, il resto lo so... - Liam tira su con il naso.

- No, non sai che il tuo arrivo e la morte di Sam, senza volerlo mi hanno riportato indietro, tutte le notti io chiudo gli occhi e sono di nuovo in quel campo, con tutti i miei amici morti, con una piccola variante, ora tutti hanno lo stesso volto, il tuo Liam, ogni persona che muore attorno a me o che è morta, per me sei tu. Non posso vivere così, non posso perdere anche te e mi odio per essermi affezionato perché tu sei malato e... Se ti perdessi, perderei anche quel briciolo di umanità che mi rimane, io non voglio perderla, e non voglio perderti. Io ti amo! – le lacrime che scendono senza sosta.

- E io non voglio morire, lo so che sto morendo ma non voglio, non voglio lasciare i ragazzi, Darcy e te, anche io ti amo Louis e non voglio andare da nessuna parte! – si gettano uno nelle braccia dell'altro e si abbracciano, si stringono talmente forte da faticare a respirare.

- Sei un idiota, potevi dirmelo, potevi raccontarmi di questa parte della tua vita, perché hai voluto fare l'eroe tu? Non spetta a te... – 

- Avevi già tanti problemi – sospira.

- Quindi era meglio farmi diventare matto pensando che tu fossi uno stronzo patentato! – ridacchia.

- È che lo sono, avrei voluto conoscerti quando ero quel ragazzo di sedici anni... - 

- Forse non mi avresti visto! Ti sono piaciuto solo perché hai la vocazione del buon samaritano! E poi io ti amo così come sei, ma... - 

- Se non riesci a perdonarmi, io posso capirlo – si allontana asciugandosi gli occhi.

- È che io sto... - 

- Liam smettila! 

- Non prendiamoci in giro, lo sai bene. E poi ti piace tanto fare il dottore, ora sono molto malato, puoi farlo... - anche nella disperazione, stando insieme tutto sembra meno nero.

- Appunto sono il tuo dottore e ti sto dicendo che non stai andando proprio da nessuna parte! – lo tira a se e lo bacia, lo bacia per tutti i baci che si è negato di dargli e con tutto l'amore che ha negato anche a se stesso. 

E se dopo aver raccontato tutto a Zayn, Louis si è sentito libero, su quelle labbra per la prima volta, si sente di nuovo quel ragazzino di sedici anni che si era perduto sui campi di battaglia. 

 

> > > > > 

 

- Bevi questo! – Lou entra in camera di Liam e gli porge un bicchiere con del liquido denso e verde dentro.

- Non ha una bella faccia, stai cercando di avvelenarmi? – ride lui, appoggiandosi una mano sulla bocca.

- È un frullato di frutta, cretino! In queste ultime settimane sei dimagrito troppo! Questo ti toglierà un po' di sete e darà al tuo corpo qualcosa di sostanzioso da assimilare! – Liam lo afferra e lo guarda scettico mentre si porta il bicchiere alle labbra, strizza gli occhi mentre deglutisce e – È buono! – esclama sorpreso.

- Apprezzo la fiducia che riponi in me! E smettila di grattarti quel braccio, ti sei tolto la pelle ormai! – gli da uno schiaffetto sulla mano.

- Ormai non so più cosa fare, quando faccio la dialisi sto male, se non la faccio sto male – chiude gli occhi, appoggiando la testa alla testata del letto.

Louis vorrebbe dire qualcosa ma ogni volta che lui e Liam intraprendono questo discorso finiscono per discutere, lui si arrabbia e il più piccolo si agita, così coglie l'occasione per cambiare discorso, sentendo la voce di Zayn toccare delle note che nessun umano, a suo parere potrebbe toccare dal vivo. 

- Dove se la tirerà fuori tutta quella voce poi, quanto pesa, cinquanta chili con le scarpe e il gel per i capelli? – alza gli occhi al cielo. 

- Un giorno ricordami di farti vedere i video di quando cantavamo tutti e tre insieme! Eravamo bravi! – Liam continua a bere sorseggiando.

- È carino però, è rimasto per sostituirti con i ragazzi! – ammette.

- Non sei più geloso, ora? – lo prende in giro.

- Dovrei? – chiede avvicinandosi e girovagando con gli occhi per il suo viso. Liam guarda la mano prendergli il bicchiere e metterlo sul comodino – Guarda qui, ti sei sporcato tutto il labbro – muove la testa verso la sua dischiudendo le labbra, appoggiandole sulle sue e succhiando piano il frullato rimasto intrappolato nella baffetti.

- No... – risponde piano. Iniziano così a baciarsi, le mani di Lou che scivolano sotto le lenzuola in cerca di qualcosa, non si preoccupano dei pantaloni della tuta, li scostano e li superno, insinuandosi al di sotto. 

Muove la mano piano, accarezza con delicatezza la pelle sensibile di Liam, che chiude gli occhi e respira con la bocca, in cerca di più ossigeno, mentre allunga la mano fra i capelli di Lou, tirandoli appena. 

Louis ama Liam e non è certo il gonfiore alle gambe, il dimagrimento accentuato o la fistola arterio-venosa usata per la dialisi e che gli sfigura un po' il braccio a fare indebolire il suo sentimento.

Per il dottore, quel ragazzo è ormai tutto tranne che un paziente, è ossigeno, è luce ed è la sua salvezza, non gli importa più dei sogni, della possibilità di perderlo, vuole viverlo e vuole farlo appieno.

E poi lo vuole, lo desidera, brama quella bocca resa secca dall'eccessiva sete che tormenta il castano, ama sentire la sua pelle sotto le dita e il suo cuore affaticato, iniziare a battere veloce quando Lou lo tocca in quel modo.

Gioca un po' con le mani, muove la bocca su quel collo e succhia vicino a quella piccola voglia color caffè latte, poi arriva un sospiro, Liam che lo blocca e – Scusa, davvero scusami, io ti voglio ma... - chiude gli occhi e si copre la faccia con le mani.

- Tranquillo lo so... - gli bacia la fronte con dolcezza. Louis non vuole fare il dottore, ma lo è e sa che il calo della libido è uno dei tanti effetti collaterali della dialisi – Forse è meglio così, devo proprio andare a lavoro! – lo rassicura.

- Devi proprio? – Liam apre gli occhi e lo guarda triste.

- Devo... - si sporge a baciarlo.

- Allora aiutami, ti accompagno di sotto, la lezione è quasi finita, vorrei stare un po' con loro, c'è anche Darcy! – sorride.

- Sei sicuro? – Louis vorrebbe che lo evitasse, ma allunga comunque la mano aiutandolo a mettersi in piedi.

- Sì! – 

Lo aiuta a scendere le scale e resta sulla porta a guardare tutti i bambini che corrono attorno a Liam e lo abbracciano felici.

Saluta Darcy e Zayn con un occhiolino e va a lavoro con un sorriso in più, è bello vederlo felice.

È così che scorrono le ore di lavoro, pensando al sorriso di Liam mentre tenendo ferma la manica della felpa per nascondere il braccio, si era abbassato ad abbracciare i suoi alunni, rivede la sua mano accarezzare quelle testoline e con la consapevolezza che dieci minuti in quella sala musica valgono per il suo ragazzo più di mille medicinali.

Il suo turno finisce prima del previsto, prima odiava i giorni di ambulatorio, preferiva le dodici ore in reparto, ore e ore di sala operatoria, ora invece ama iniziare la mattina e avere il tempo di passare da Liam, uscire presto e tornare da lui.

Si appoggia al bancone della guardiola del reparto e saluta Liz allegro, sono le sette e ripone tutte le cartelle cliniche sull'apposito contenitore – Ragazza, non so tu, ma io vado a mettere i piedi sotto la tavola! – sorride.

- Aspetta! – Liz lo blocca prima che le possa dare le spalle, allungandogli una busta. Ha un'aria solenne e timorosa – È... ? – non riesce nemmeno a dire niente.

-È qui da stamattina, ma Asher mi ha detto di dartela solo a fine turno, scusa – la lascia nelle mani del dottore e lo guarda aprirla con lentezza, estrarla ed una volta aperta, seguire i suoi occhi che si muovono veloci fra le righe. 

La borsa che è appoggiata alla sua spalla cade, gli occhi diventano lucidi e una mano li copre di scatto, mentre l'altra stringe il foglio fra le dita.

- Oh Lou, mi disp... - ma non finisce la frase, perché Louis le fa scivolare il foglio davanti.

 

> > > > >

 

A casa di Liam ci sono tutti, ormai è una routine, cenare tutti insieme in quella cucina, da quando ha accettato i suoi sentimenti, da quando ha deciso di non avere più paura, ha scoperto che è bello avere un posto dove tornare ogni sera, un posto pieno di volti amici, pronti a condividere una buona cena, ascoltare i bisticci di Darcy e Niall o le chiacchiere su come i gusti musicali di Liam, Harry e Zayn siano cambiati con lo scorrere degli anni.

È una serata tranquilla come sempre, Liam è felice per il tempo passato nella scuola di musica, Niall ride per la faccia offesa di Darcy, mentre la prende in giro per i dispetti del suo compagno Theo e quando il telefono suona, Zayn si alza tranquillo e va a rispondere, come fosse anche lui a casa sua. 

- Casa Payne – dice solo, poi con occhi seri e fissi nel vuoto, sembra ascoltare qualcosa con molto interesse – Liz, non stai scherzando, vero? – gli occhi gli diventano lucidi, una mano corre sul microfono del telefono e – Liam? – gli porge la cornetta.

Da Zayn, tutti gli occhi dei presenti passano a Liam, che una dopo l'altra ripete le stesse mosse del moro, fino a chiudere la chiamata e guardandoli uno ad uno dice solo – Hanno trovato un rene - 

 

> > > > > 

 

- Louis dov'è? – la cuffia, il camice, la flebo che scorre veloce: Liam è pronto, finalmente.

Settimane di immunosoppressori, medicine anti rigetto, analisi su analisi, ma è finalmente pronto per il suo nuovo rene. 

Nella stanza che gli hanno assegnato ci sono quasi tutti e – Eccomi! – esclama l'unico mancante, entrando in camera con il camice aperto e il viso un po' stravolto.

Sorride piano e si avvicina a baciare il castano – Scusami se sono arrivato solo adesso, sembra che il mondo intero sappia che oggi è uno dei giorni più importanti della nostra vita! – al nostra, Liam allunga la mano e gliela stringe.

- Te l'avevo detto che potevi prenderti un giorno di ferie, ho gestito questo reparto anche prima che tu venissi a rompermi le scatole con la tua saccenza, Tomlinson! – Asher entra nella stanza, ormai sovraffollata – Pronto ragazzo? – 

- Lo assisterai tu? – Liam si gira verso Louis speranzoso.

- Sai che non può, non lo fare sentire in colpa, Liam! Se ti fa sentire più tranquillo però, lo farò assistere dalla galleria. Ora forza, c'è un rene che ti aspetta! – 

- Ci vediamo fra qualche ora, eroe! – Louis si china a baciarlo e lo stringe forte. 

- Vedi di esserci, dì ai tuoi pazienti che possono aspettare, almeno per un giorno! – passa poi a Niall, Zayn, Harry e infine fa salire Darcy sul letto e la riempie di baci – So che ci stai pensando, che tuo padre ti ha detto di non dirlo, ma non me ne sto andando da nessuna parte, fra qualche ora torno da te, e sarò nuovo di zecca! – la piccola ride e gli porge il mignolino – Me lo prometti zio? – 

- Prometto! – 

Tre ore più tardi, Liam apre gli occhi un po' intontito e la prima cosa che vede girando la testa di lato è un altro letto accanto al suo, il nuovo paziente, non è poi così "nuovo" – Oddio, cos'è successo? – cerca di alzarsi ma una fitta al fianco lo blocca, lasciandolo senza fiato ancora di più.

- Ehi, stai buono. È tutto a posto, è solo che sembra che non sei il solo ora, abbiamo due eroi in famiglia! – Zayn gli sorride e Louis, gli occhi stanchi e una mano che si alza piano per salutarlo, fa lo stesso.

 

> > > > >

Ultima parte prima dell'epilogo, eh beh, anche se manca ancora qualche particolare il peggio è passato.

La parte che ho preferito questa volta credo sia il racconto di Lou, della guerra e le parole che lui ha per il mondo e per le cattiverie che partorisce, in realtà sono miei pensieri. Siamo ne 2015 e  dopo tutto quello che è accaduto è assurdo leggere ancora della guerra, tutti dicono di voler cambiare le cose, ma non è con chiodo scaccia chiodo che salveremo degli innocenti! Purtroppo c'è troppa gente che parla senza sapere il significato delle cose che dice e troppa gente che segue queste parole come se fossero legge.

Tutto questo mi rende molto triste, e spero che nella vostra vita voi abbiate il coraggio di fermarvi a pensare senza giudicare, ma soprattuto informatevi, perché la cultura e l'intelligenza sono l'unica cosa che ci resta insieme al cuore! 

Detto ciò anche questo capito ha termini tecnici, e non c'è bisogno che vi dica che la dialisi, e suoi effetti collaterali sono tutte cose vere, sono rimasta sconvolta documentandomi! 

Mi mancheranno questi personaggi, e questa storia, quindi spero di avervi toccati e fatto riflettere! 

Un bacio

SARA

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: SaruzzaPower