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Autore: princess_sweet_94    25/11/2015    2 recensioni
"C'è stato un momento in cui, lo ammetto, avrei fatto di tutto per trovarmi in questa situazione. E' buffo, lo sai? In questi sei mesi ho fatto di tutto per farti innamorare di me, per pura vanità lo ammetto, il fatto è che sono così abituata ad abbindolare gli uomini che non mi va giù l'idea che ci sia qualcuno che non mi desidera ma, senza accorgermene, ho finito io per innamorarmi di te.
Quanta ironia in una sola frase."
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[IrinaPOV]
[In qualche modo collegata alla fic 'Pulizie']
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Irina Jelavic, Karasuma Tadaomi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sinceramente, non mi aspettavo una svolta del genere: tu che ti mostri tanto freddo e risoluto hai dimostrato di avere dei sentimenti.
Chi se lo immaginava che il tuo fare severo e autoritario fosse solo un modo per dimostrare la tua gelosia. Non ci sai proprio fare con le donne, Karasuma.
Almeno per quanto riguarda l’aspetto sentimentale, i fatti sai farli anche troppo bene.
Un tavolo non è certo il posto migliore su cui io abbia fatto l’amore ma immagino di potermi accontentare, in fin dei conti nemmeno gli uomini con cui ho avuto a che fare erano dei migliori.
Tutta gente straricca e malfamata, tutte persone che ho fatto fuori; gli uomini che ho ucciso li posso contare sulle dita delle mie mani, gli uomini con cui sono andata a letto no. Perché c’erano anche le loro guardie del corpo da infinocchiare e in effetti mi sento un po’ sporca in questo momento, mentre sono avvinghiata a te su questo pezzo di mobilio nell’ombra della sera, nel silenzio della sede.
Le tue mani sul mio corpo mi fanno sentire desiderata, i tuoi baci sul mio collo estasiata ma c’è qualcosa che mi da sempre un freno per raggiungere l’appagamento totale: sei tu.
Tadaomi Karasuma, un membro del Ministro della Difesa, un’insegnante di una scuola media, un addestratore di killer... un uomo.
Perché prima di tutto sei questo, un uomo che si sta scopando un’assassina da quattro soldi che ha bisogno di donarsi spirito e carne per raggiungere il suo obbiettivo, e mi chiedo il perché; tu puoi avere di meglio e questo lo sappiamo entrambi.
Che senso ha accontentarti di me?
C'è stato un momento in cui, lo ammetto, avrei fatto di tutto per trovarmi in questa situazione. E' buffo, lo sai? In questi sei mesi ho fatto di tutto per farti innamorare di me, per pura vanità lo ammetto, il fatto è che sono così abituata ad abbindolare gli uomini che non mi va giù l'idea che ci sia qualcuno che non mi desidera ma, senza accorgermene, ho finito io per innamorarmi di te.
Quanta ironia in una sola frase. Mi scappa una risata mentre ci penso, una risata amara e priva di divertimento, soffocata immediatamente da un gemito.
Così non va, non mi sarei dovuta innamorare di te... io sono un assassina e, per raggiungere il mio obbiettivo, 'vendo' il mio corpo alla vittima prima di toglierla di mezzo. Non è una cosa che mi piace ma è il mio lavoro, non ho altro. Se mi innamoro di te come potrò continuare questo indegno e meschino mestiere con la stessa scioltezza e tranquillità? Come potrò farlo senza avere la sensazione di averti, in un certo senso, tradito?
No, così non va... dannazione, non va!
Sento uno strano rumore, come di un sospiro trattenuto ma non siamo né io né tu, Karasuma. Dei lievi e lenti passi, quasi impercettibili, si allontanano dalla porta che dà all'aula insegnanti, dove siamo io e te; tu non te ne sei accorto ma io si.
Qualcuno ci ha visti.
Questo pensiero mi attraversa mentre immagino la faccia di quel polpo pervertito che ci spia dallo spiraglio nella porta, cancellandosi immediatamente... no, non era Korosensei, il rumore che ho sentito non era quello dei suoi viscidi tentacoli che strisciano sul pavimento ma di passi: passi umani.
E se uno dei ragazzi ci avesse visto? Forse coloro che erano rimasti per pulire l'aula...
Sto per parlare, per dirtelo, quando le tue labbra mi zittiscono catturando le mie, le parole mi muoiono in gola e ti do man forte. Non ce la faccio, non riesco ad essere razionale, non con te.
Anche mentre seduco i miei obbiettivi resto sempre concentrata sul mio scopo e il piano che devo seguire ma con te non ci riesco, mi fai perdere la ragione.
Dannazione, non deve succedere!
Non sono solo un assassina io, faccio parte delle due fazioni peggiori della società, sono una specie di squillo che come compenso per i suoi servigi si prende la vita di chi ne usufruisce.
A volte, i miei colleghi, mi hanno paragonato ad una Mantide Religiosa o una Vedova Nera... non che la cosa mi piaccia, sai?
"Fermo!" sbotto all'improvviso, allontanandoti da me. Mi guardi spiazzato, senza sapere cosa dire e, sinceramente, non lo so neanche io; scendo dal tavolo e raccatto i miei vestiti, infilandomeli in fretta e furia. Esco dall'aula, senza voltarmi indietro, con il top infilato a metà e la giacca in mano.
Idiota! Sono un idiota! Ma cosa mi è saltato in mente? Perché mi sono fatta abbindolare così, come una perfetta demente, da quel... quel... Karasuma!
Allaccio tutti i bottoni della giacca color vaniglia mentre esco dalla baracca che ci fa da edificio scolastico, cammino nel prato tirato a lucido dal polpo sei mesi fa e curato dai ragazzi in questo lasso di tempo.
E' già buio e io inizio a sentire freddo con questa gonna troppo corta e il collo scoperto, Dio mi sembro una puttana! Forse i ragazzi non sbagliano a chiamarmi Bitch-sensei, forse hanno ragione quando dicono... beh, tutte le cose che dicono su di me!
Sorrido amaramente mentre raggiungo il viale principale per scendere da questa montagna e tornare in città, tornare a casa... già, casa.
Mi fermo nel bel mezzo della boscaglia e sospiro. Perché sono rimasta? Perché non me ne sono semplicemente andata quando Karasuma mi ha detto che non ero portata per questo lavoro? Perché ho voluto a tutti i costi dimostrare di poter fare sia l'assassina che la professoressa?
Io non sono fatta per insegnare inglese ad un gruppo di studenti di terza media, non sono fatta per uccidere un polpo alto due metri che viaggia a velocità Mach 20... io sono una normale assassina che uccide persone normali.
Ecco ciò che sono.
Non sono fatta nemmeno per avere una relazione stabile o per innamorarmi.
Io non provo sentimenti, non io che ho ucciso un soldato all'età di dodici anni per poi riscaldarmi col suo corpo... io uccido per vivere, non c'è spazio per i sentimenti in ciò che faccio.
Ecco ciò che sono veramente: una rude assassina, senza pietà e senza rimorso, niente di più niente di meno.
  
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