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Autore: Ghost Writer TNCS    02/12/2015    0 recensioni
L’Aurora Stellare ha perso i contatti con la Solaria, una delle sue sfarzose astronavi da crociera, e, temendo un attacco di pirati, ha richiesto un intervento militare alla FANTOM. La squadra selezionata è quella di Eslife Hellmatyar, un gruppo di giovani soldati chiamati alla loro prima missione autonoma.
Ma la Solaria non è stata vittima di un assalto pirata. Una cellula terroristica ha liberato delle spore sulla nave e il manipolo di uomini si ritroverà isolato e costretto a confrontarsi con un esercito di migliaia di meta-zombie.
Riuscirà la Squadra di Cristallo a far fronte alla situazione, o sarà trasformata in polvere luccicante?
Domande? Dai un'occhiata a http://tncs.altervista.org/faq/
Genere: Azione, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7. Cuori che battono

La linea comune venne intasata dalle richieste di spiegazioni dei soldati, al punto che Mesut decise di disattivare momentaneamente la sua per riuscire a pensare più lucidamente.

«Scars, che facciamo?» gli chiese Larah, preoccupata.

«Eslife starà bene, restiamo concentrati sulla missione. Excalibur ci ha inviato delle coordinate, potrebbe trattarsi di una bomba. Scenderemo insieme fino al ponte cinque, poi tu andrai a dare una mano ai superstiti, io e il droide invece andremo a controllare la bomba.»

«Sei sicuro?»

«Loro hanno molto più bisogno del tuo aiuto.» gli garantì il tartariano.

Voltarono un angolo, ma dovettero fermarsi. Di fronte a loro c’era un enorme meta-zombie potenziato, era talmente alto che doveva stare piegato nonostante il soffitto di quattro metri abbondanti, e le spalle enormi continuavano a graffiare le pareti. Le linee luminose sul suo corpo erano ancora più fitte del solito e intorno a lui c’erano i resti di altri meta-zombie normali, o meglio quel poco che il mostro non si era preso la briga di divorare.

Le orecchie della han’you si abbassarono. «Questo lo lascerei a te…»

Mesut si limitò ad un mugugno di assenso e avanzò di qualche passo per attirare l’attenzione della creatura. Sparò una raffica col suo Thareuss 14, ma perfino i proiettili balistici calibro 8.54 erano pressoché inefficaci contro un essere tanto grosso e resistente.

Il meta-zombie urlò con forza e caricò a testa bassa, incurante dei danni che stava causando alla Solaria, eppure Mesut non si mosse, anzi fece sparire il suo fucile mitragliatore in una tasca dimensionale e caricò il braccio destro.

Di fronte a quella scena, le mani di Larah vennero avvolte da esalazioni gelide. Si fidava del suo compagno, ma quel mostro le sembrava oggettivamente troppo grande.

La fiera spiccò un balzo in avanti, bramosa di avventarsi sulla sua preda. Tese le mani enormi, Mesut arretrò leggermente, ma subito scattò in avanti. Una scarica elettromagnetica fece tremare il corpo del gigante, il pugno del tartariano premuto contro il suo viso deforme. L’enorme meta-zombie sobbalzò all’indietro e poi stramazzò al suolo, il cranio sfondato.

Eppure si rialzò. Non poteva vedere né sentire o anche solo fiutare, ma non voleva fermarsi. Le spore nel suo corpo lo spingevano ad attaccare alla cieca, sempre e comunque.

«Aah, che figlio di puttana!» imprecò Mesut.

Tornò all’attacco, tempestando il nemico con una raffica di pugni intrisi di una qualche forma di energia. Bastò meno di mezzo minuto per trasformare il super-meta-zombie in una massa di carne informe e, se possibile, ancora più raccapricciante.

«Andiamo.»

Larah ebbe un sussulto e si affrettò a seguire il tartariano, decisamente impressionata da quella schiacciante prova di forza.

Mesut si concesse un verso di stizza. «Figa, mi sono pure dimenticato di usare l’armatura!»

***

«Kenvster, ci vuole ancora molto?!» imprecò Katha.

«Eccomi, ci sono!» La chimera caricò senza mezze misure lo schieramento di meta-zombie e li abbatté come birilli grazie alla potenza della sua Light-Meteorgun e alla forza dei muscoli.

Superò con l’aiuto di Nessie le barricate allestite dai suoi compagni e finalmente raggiunse Queen. Era a terra, tremante di dolore, ma ancora cosciente. L’uniforme rinforzata aveva attivato le misure di emergenza per bloccare l’emorragia esterna, però quella interna era altrettanto grave e nemmeno le capacità rigenerative dell’ibrida sarebbero state sufficienti a salvarla senza un aiuto adeguato.

«Nessie, dammi una mano!» ordinò la chimera.

La fatina, che aveva già creato una barriera magica supplementare per tenere lontani i meta-zombie attratti dal sangue, si affrettò ad unirsi a Kenvster nel processo curativo. La colonna vertebrale e i polmoni non erano stati intaccati per fortuna, ma molti altri organi erano stati squarciati dal dito artigliato e andavano risanati nel modo giusto.

Ci volle poco meno di un minuto per completare l’intero processo, ma a tutti quanti parve un’eternità.

«Von Death…? Von Death, mi senti?»

Il silenzio che seguì preoccupò non poco la chimera, poi però qualcosa gli prese la mano e la portò sul seno dell’ibrida.

«Dammi una strizzata alle tette e vedrai che starò meglio.» affermò Queen con voce appena affaticata.

Nonostante il contatto attenuato dalle uniformi, la chimera rimase un attimo imbambolata, almeno finché Nessie non lo riscosse con uno stizzito calcio sul casco.

«È lei che mi ha preso la mano!» si affrettò a dire Kenvster, decisamente imbarazzato.

La fatina gonfiò le guance, rossa in volto.

Katha respinse l’ennesimo nemico e poi, sollevato, lanciò uno sguardo all’improbabile triangolo che era venuto a crearsi. «Ragazzi, non potreste discuterne dopo?»

«Ma guardatevi! Non posso lasciarvi soli due minuti!»

«Hellmatyar!» esclamò Kenvster.

«Eslife! Mi dai anche tu una strizzata alle tette?»

«Zitta!» la sgridò la mezzademone «Katha, Kenvster, posizionatevi ai lati del corridoio e sparate a tutti quelli che si avvicinano. Queen, tu stai qui con me e vediamo di coprirli. Nessie, tieniti pronta con le barriere se una barricata dovesse cedere. Mesut, Larah, da voi come procede?»

I soldati non persero un secondo e si disposero come ordinato, improvvisamente più concentrati e determinati. Anche l’ultimo clone era stato fatto a pezzi, quindi restavano solo loro a difesa dei superstiti.

Queen prese la mira contro un meta-zombie più rapido degli altri, premette il grilletto, ma non accadde nulla. «Figa… credo di avere la batteria scarica…»

«Cosa? Ma non l’hai controllata prima di partire?» fece Eslife, piuttosto contrariata.

«Ecco… temo di essermene dimenticata…»

«Ti sei dimenticata?!»

«Ehi! Hanno cambiato la centralina che controlla l’erogazione del carburante sulla Raamos e ti assicuro che quello che l’aveva regolata non aveva mai guidato un’astronave! L’ho dovuta ricalibrare quasi da zero!»

La mezzademone spirò di rabbia e le diede il suo NRT-72.

«Grazie Eslife, saprò farmi perdonare.»

Con una raffica di impulsi stordenti mandò al tappeto un pyrovad[18] infettato, quindi tornò a lanciare uno sguardo in direzione della sua compagna di accademia. «A proposito, che mi sono persa?»

«Dal centro di controllo ho visto qualcosa che sembrava una bomba nel ponte dieci, vicino al punto dove si trovava una scialuppa di salvataggio mancante, però non ho fatto in tempo a darvi disposizioni perché i meta-zombie hanno fatto irruzione e sono dovuta scappare.»

«E come hai fatto?»

«Ho usato un anello per la spettrizzazione.» rispose la mezzademone sollevando la mano sinistra «Me l’ha regalato mio fratello per situazioni come quella di prima.»

«Ottima idea! Dici che ne regala uno anche a me se ci vado a letto?»

«È molto probabile, adesso però pensa ai meta-zombie.»

La guerriglia andò avanti ancora per una manciata di minuti, poi di colpo accadde quello che nessuno poteva aspettarsi: tutti i meta-zombie si bloccarono e uno dopo l’altro stramazzarono al suolo, come svenuti; solo quelli che avevano raggiunto lo stadio critico continuarono ad attaccare. Neutralizzati questi ultimi, la Solaria piombò nel silenzio.

L’assenza delle grida e del fragore degli spari accentuò tutti gli altri suoni ed Eslife scoprì di avere il battito accelerato. Cos’era successo? Perché erano tutti svenuti? I parametri vitali sembravano nella norma, ma allora…

«La bomba è esplosa, solo che evidentemente non era fatta per distruggere la Solaria.» annunciò Mesut.

La mezzademone non ci mise molto per capire cosa intendesse dire il tartariano. «Excalibur, le spore?»

«Spiacente, non dispongo di rilevatori adatti a verificarne la presenza.»

«Credi che la bomba abbia fatto sparire le spore?» le chiese Queen.

«Ma perché?» obiettò Larah «Non avrebbe senso.»

«Invece ha senso.» ribatté Mesut «Niente spore, niente studi per capire come debellarle.»

«Eslife, che facciamo?» volle sapere Katha.

«Tenete gli occhi aperti e non, ripeto non toglietevi i caschi: non sappiamo se le spore sono state effettivamente debellate. Mesut, Larah, raggiungeteci; voi, ragazzi, date un’occhiata ai corpi dei meta-zombie normali e verificate i loro parametri vitali, ma mantenete una distanza di sicurezza. Excalibur, puoi mettermi in contatto con i superstiti?»

«Mi collego alla rete della Solaria e provo ad accedere ai comunicatori nella zona interessata.»

Eslife non dovette attendere a lungo e, mentre i suoi uomini si occupavano di eseguire gli ordini, lei riuscì per la prima volta a parlare con le persone scampate alle spore. Avrebbe voluto farlo dal centro di controllo, ma la sua IA era già occupata a debellare il virus e non ne aveva avuto il tempo.

«Quali sono le vostre condizioni? Ci sono dei feriti?»

«Per fortuna qui noi stiamo tutti bene,» rispose un licantropo dal muso schiacciato, simile a quello di un bulldog, «cos’è successo sulla Solaria?»

«Ci sono state delle complicazioni, ma ora la situazione sembra sotto controllo. I miei uomini hanno già messo in sicurezza la zona limitrofa alla vostra.»

«Allora possiamo uscire?» chiese una donna dal corpo diafano, forse una ninfa.

«Mi spiace, ma dovrete pazientare ancora un po’. Stiamo aspettando i rinforzi per essere sicuri che non ci siano altri pericoli.»

Eslife continuò a parlare con i superstiti per cercare di rassicurarli e in parte di tenerli occupati fino all’arrivo dei soccorsi, in questo modo riuscì anche a scoprire che era stato un angelo uditore di nome Claire a portare in salvo quelle persone.

Quando ormai la squadra della mezzademone si fu riunita e la situazione sembrava sotto controllo, ecco arrivare la frase tanto attesa: «Qui parla il tenente Pumpkin; sergente maggiore Crystal Queen, mi ricevete?»

«Forte e chiaro, ben arrivati ragazzi!»

«Com’è la situazione?»

«Il divertimento è finito, abbiamo più di duecento civili pressoché incolumi e gli altri sono per la maggior parte privi di senso ma vivi. Noi abbiamo perso quasi tutte le unità di supporto, ma stiamo bene.» La giovane riferì delle spore e si raccomandò di fare un attento controllo dell’aria, quindi spiegò brevemente quanto successo.

Come ipotizzato, l’ordigno doveva aver in qualche modo eliminato le spore, così si decise che non era nemmeno indispensabile lasciare la Solaria, e si limitarono a dirottarla verso l’astroporto più vicino per effettuare al più presto dei test approfonditi.

Prima di far uscire i superstiti dalla zona in cui si erano rifugiati, i militari si occuparono di ripulire i corridoi limitrofi dai resti dei super-meta-zombie uccisi e dal sangue, fecero stendere quelli all’apparenza sani dovunque fosse possibile e poi, non appena l’impianto d’areazione ebbe smaltito la puzza, diedero ordine alla porta blindata di aprirsi.

L’aria dall’altra parte era densa e viziata, ma la principale preoccupazione di tutti era quella di chiedere notizie dei propri cari. Dopo una discussione fra i militari, era stato deciso di non rivelare delle spore, limitandosi a dire che c’era stato un attentato terroristico basato su gas tossici.

«Beh, missione compiuta.» disse Larah.

«Abbiamo perso le unità di supporto, ma la cosa importante è che voi stiate tutti bene.» affermò Eslife.

«Ora però ci toccherà stare in quarantena come gli altri nonostante le uniformi.» fece notare Mesut.

Queen sbuffò sonoramente. «E io che già mi pregustavo il mio appuntamento…»

 

Note dell’autore

Acciderbolina, la storia sta per finire! Questo weekend pubblicherò l'epilogo, mercoledì prossimo invece spazio ad una nuova ministoria della raccolta Bandiera Nera!

A presto e grazie per essere arrivati fin qui! :D

 


[18] Specie originale di TNCS. Il prefisso “pyr” riprende il significato di “fuoco” in greco antico.

   
 
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