Serie TV > Doctor Who
Ricorda la storia  |       
Autore: Cinziart_96    03/12/2015    0 recensioni
-Benvenuti signori. Benvenuti.-
La voce attirò su di sé l’attenzione del Signore del Tempo: non riusciva a capirne la provenienza.
-Non affaticatevi. Sono molto lontano da qui e al tempo stesso sono ovunque.- continuò con un tono leggermente divertito.
L’arena intanto si stava trasformando, accompagnata da tremori più o meno consistenti.
-So che volete andarvene. Lo desiderano tutti, qui.- si fermò un momento. –E chi sono io per impedirvelo? Non posso impormi sulla vostra volontà. Non posso e non voglio.- proseguì come se stesse cordialmente chiacchierando di fronte a una tazza di tè fumante. –Dovete capire che la mia è una posizione complicata… non posso scegliere, sono costretto a fare quello che faccio.-
* * *
Per chi non ha voglia di aspettare che passino le ere prima di leggere tutti i capitoli e arrivare alla fine della storia.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note Tecniche:
La storia ha un totale di cinque capitoli che verranno pubblicati nel giro di un mese… più o meno. Appuntamento ogni cinque giorni.
Ho pensato a questa ff in modo tale da poter essere letta in poco tempo, ideale per tutte quelle persone che aspettano l’aggiornamento di altre ff (me compresa!) oppure per quelle che non hanno voglia di impegnarsi in storie lunghe e difficili.
Insomma... Un modo simpatico per fare una pausa.
Personaggi:
Beh… Ten è chiaramente presente. U_U
L’altro personaggio è una ragazza che potete trovare qui---> “Dottore, abbiamo un problema
e qui---> “The Sphere’s Melody
…il tutto è molto più complesso di come sembra, ma la cosa importante da sapere è che Lara è una normalissima ragazza terrestre, “usata” in questa ff al solo scopo di companion del Signore del Tempo. Perché? Perché non mi andava di cimentarmi con il carattere delle solite companion del Dottore, ecco perché. *incrocia le braccia* Lei è un personaggio di mia invenzione, tratta da… beh, me. Che fantasia. Ha diciotto anni e va per i diciannove, è alta per la sua età, anche se non è molto in confronto a quella pertica umana che è il Dottore- I capelli castani, lunghi e mossi, vengono tenuti raccolti in una coda. Veste comoda dalla punta delle sue scarpe alle doppie punte dei suoi capelli.
 
…Diciamocelo. Vi siete già stufati.
Vi mollo tra le mani del capitolo. Se riuscite ad arrivare in fondo sani e salvi, gradirei sapere che ne pensate. :) Buona lettura e grazie per essere passati! *W*




 

Are you kidding?

Il Signore del Tempo e la ragazza svoltarono di corsa un angolo, trovandosi davanti l’ennesimo corridoio spoglio. Sulle pareti grigio-giallognole si affacciavano diverse porte numerate. Tutte uguali, tutte marroni. Il Dottore si arrestò bruscamente a metà del corridoio, controllò la targhetta d’ottone che aveva in mano e la rimise nella tasca destra dei suoi pantaloni blu.
-Allora…- balbettò Lara tra i respiri affaticati. –Ti prego… dimmi che siamo arrivati.-  concluse a fatica, sollevando il busto.
Lui scosse la testa e le prese la mano. –No. Non ci siamo ancora.- rispose.
Iniziava a essere un po’ stanco anche lui, ma non potevano concedersi assolutamente il lusso di fermarsi.
-Dai, andiamo.-
I due ricominciarono a correre per i corridoi dell’albergo.
Salirono un altro piano.
-Mi puoi… dire il numero?- chiese la ragazza guardando dritto davanti a sé.
-No, non ti piacerebbe saperlo.-
-Grandioso!- esclamò lei ironica. –Siamo già al milleduecento cinquantatreesimo piano. Potresti almeno dirmi quanto ancora dobbiamo salire!-
Ma il tono ironico venne smussato dalla corsa, dai respiri e dal rumore dei passi attutiti dalla moquette. Lui evitò di guardarla e le lasciò la mano, in modo da permetterle di correre al ritmo che preferiva.
-Ci siamo quasi.-
-…lo avevi detto anche dodici piani fa.- borbottò tra sé la ragazza.
Non ci furono altri commenti ad accompagnare i tre piani successivi che scalarono. Dovettero però fermarsi, esausti, all’inizio del quarto.
-Dimmi… perché diamine… stiamo correndo.- disse Lara scivolando contro una parete del corridoio.
Le lampade dalla calda luce gialla creavano un’atmosfera finta.
Il Dottore ridacchiò. –Per non faci prendere!- rispose piegandosi sulle ginocchia.
Era abbastanza sicuro che se solo si fosse seduto non si sarebbe più tirato su.
-Dottore, abbiamo seminato quei robot tremila piani più in basso!- esclamò lei. –Per quel che ne sanno loro potremmo essere in una qualunque di queste camere!-
Lui scosse piano la testa. –Già… infatti le stanno controllando tutte, una per una.-
-E allora abbiamo un sacco di tempo! Non hai notato quanto sono lenti?-
Il Signore del Tempo le passò accanto e, prendendole le mani, si sbilanciò all’indietro per alzarla in piedi. Lara si lasciò circondare un momento dalle sue braccia.
-Ci sono quattro robot che pattugliano ogni piano.- iniziò a spiegare lui. –In totale, per controllare ogni camera del piano impiegano circa dieci minuti.-
Lei si allontanò da lui, iniziando a camminarsi lentamente verso la fine del corridoio. –E allora? A che ci è servito salire fin qui?-
Prendendo un respiro profondo, l’uomo seguì la ragazza iniziando una corsa leggera che subito venne imitata. –Alla fine del giro di ogni piano, i quattro robot danno il permesso agli altri quattro del piano successivo per iniziare il giro di controllo.-
-Quindi…- pensò a voce alta la ragazza, iniziando per l’ennesima volta a correre. –Quindi più saliamo più tempo abbiamo!-
Il Dottore approvò con un sorriso.
-…ma per fare cosa?-
Lui in risposta salì un’altra rampa di scale ed estrasse dalla tasca dei pantaloni la medaglietta in ottone. –Ancora un piano.- disse semplicemente.
La ragazza rallentò leggermente la corsa in corrispondenza della successiva scalinata, fino a fermarsi davanti all’unica porta in metallo grigio. Si allacciò meglio la coda di cavallo che le legava i capelli mossi. L’ascensore aveva due semplici bottoni esagonali spenti. Le veniva una rabbia a pensare che fino a cinque minuti prima stavano usando l’ascensore per salire velocemente i piani dell’albergo. Ne avevano saliti più di mille, poi i robot si erano accorti della cosa e avevano disattivato tutto, rompendo i comandi. Ora quell’apparecchio se ne stava lì, inerte. Sembrava addirittura dispiaciuto di non poter lavorare.
-Lara?- la chiamò il Dottore dalla cima delle scale.
Lei si voltò a guardarlo, lo sguardo un po’ assente per la stanchezza.
-Dai, vieni!-
Con un ultimo sguardo malinconico rivolto all’ascensore, la ragazza si lasciò convincere e salì le scale velocemente. Il Signore del Tempo era alla fine del corridoio, di fronte a una porta marrone, come tutte le altre, senza maniglia. Lara lo affiancò.
-Arrivati?-
Il Dottore lanciò in aria la piastra in metallo e la riprese al volo con la mano.
-Arrivati.- e appoggiò la targhetta sotto il numero inciso sulla porta: 2644.
Quest’ultima si aprì dolcemente con un morbido “clic” e i due entrarono nella stanza.
Era una camera abbastanza spaziosa sui toni dell’arancione-rosa e si era appena illuminata grazie a una luce da notte a forma di cuore posta sopra al letto matrimoniale. A sinistra, addossato al muro, un ampio armadio a due ante chiaro, in cui il Signore del Tempo era mezzo scomparso. Lara distolse lo sguardo da lui, soffermandosi sul morbido letto che occupava gran parte della camera. C’era un odore di miele e pesca e tutto sembrava sospeso in una soffice coltre di tranquillità.
-Finalmente al sicuro.- disse lei lasciandosi cadere a braccia aperte sul materasso.
Il Dottore interruppe il suo ossessivo rovistare nell’armadio per voltarsi verso la ragazza sdraiata. Aveva un’espressione rilassata, un sorriso leggero sulle labbra.
-…scherzi vero?-
Lei corrucciò la fronte e si alzò a sedere, guardando il Signore del Tempo. –No, tu scherzi.- ribatté.
Il Dottore riemerse completamente dall’armadio e la ragazza notò come una ventina di capi d’abbigliamento stavano strabordando dalle ante. Lui poi ne aveva un mucchio indistinto tra le braccia e alcuni sulle spalle.
-No, io non sto scherzando.- disse voltandosi. –Ti sei dimenticata dei controlli per piano?-
Prima ancora che l’uomo avesse completato la domanda retorica, Lara era scattata in piedi come una molla.
-Cosa cerchi?- chiese, improvvisamente consapevole della loro precaria condizione.
-Pigiami.- rispose il Dottore, mollando nelle mani della ragazza tutto quello che aveva tenuto lui fino a quel momento.
-Pigiami?- chiese lei. –E per cosa?-
Mentre parlavano il Signore del Tempo stava dando sempre più vestiti alla ragazza che stava progressivamente diventando un attaccapanni umano.
-Non per cosa. Per chi.- rispose lui bloccandosi con dei pantaloni a righe gialle e arancioni in mano. –Secondo te questi sono della mia misura?-
Lara buttò a terra e vestiti e lo osservò appoggiarsi il nuovo paio su quelli che indossava, guardandosi un po’ da tutti i lati.
-A parte il colore tremendo, credo di sì. Perché poi?-
-Perché me li devo mettere!- esclamò lui togliendosi dalle spalle alcuni vestiti per gettarli alla rinfusa nell’armadio.
-Ma… ma ne hai già addosso un paio!- ribatté Lara senza capire.
-Senti, Lara.- la richiamò il Dottore prendendola per le spalle. –Lo so che è stata una lunga e complicata giornata. So che sei stanca e che non hai più voglia di fare niente. Ma so anche che tra qualche minuto quattro droni inizieranno a perlustrare le camere e grazie al cielo abbiamo una delle ultime stanze del piano.- disse conciso. –Perciò dobbiamo illuderli del fatto che noi siamo dei clienti dell’albergo e che abbiamo pagato il prezzo per il soggiorno. E metterci dei pigiami e andare sotto le coperte è una delle caratteristiche fondamentali del piano. Intesi?-
Lei annuì e il Dottore le lasciò una carezza sulla guancia.
-Molto bene.- le abbandonò tra le braccia un vestito. –Mettitelo. E’ la misura più piccola che ho trovato.-
Lara sospirò e distese il vestito di fronte a sé. -…ma è una camicia da notte!-
Il Signore del Tempo si era già tolto la giacca blu e ora si stava sbottonando la camicia bianca. –E’ un grosso e invalicabile problema?-
-No… è che non sopporto i vestiti. E mi piace essere comoda per andare a letto.-
-E’ solo per poco.- le fece notare lui sfilandosi le maniche della camicia mentre si girava per darle la schiena. –E ricordati che non abbiamo ancora molto tempo, perciò muoviti.-
Lara si tolse velocemente scarpe e calze, si sfilò il maglione arancione e si girò verso la porta. –Non ti voltare per nessuna ragione al mondo.- gli fece sapere lei mentre si slacciava la corta cerniera dei Jeans.
Il Dottore si stava infilando la parte superiore del suo nuovo pigiama. –Ma qui non siamo sulla Terra.-
-Hai capito perfettamente cosa intendo.-
I pantaloni di entrambi scivolarono giù dalle gambe di entrambi con un sorriso sottile. Le guance leggermente calde.
Il Signore del Tempo coprì i suoi boxer chiari con i pantaloni mentre la ragazza, dietro di lui faceva passare le braccia e la testa fuori dalla sua camicia lunga e azzurrina. Aveva dei ricami sull’orlo delle spalline che scendevano lungo i fianchi.
Un suono acuto bloccò i loro movimenti.
-Veniva da fuori.- constatò l’uomo, cercando una conferma nello sguardo della ragazza.
Nel momento in cui quest’ultima si voltava, un secondo suono, uguale al primo, percorreva le pareti.
-Sì decisamente.- disse lei slegandosi la coda. –Viene dal corridoio.-
L’uomo lasciò cadere a terra le sue All Star rosse e si avvicinò alla porta lentamente.
Ancora il suono di prima.
Lara guardò il Dottore appoggiare un orecchio sul legno della porta proprio nel momento in cui il quarto fischio attraversava rapido il corridoio per raggiungere anche loro.
-Arrivano.- bisbigliò lui. –Sei pronta? Vai sotto le coperte.- continuò appena la vide farsi passare l’elastico attorno al polso mentre saltellando alternativamente su un piede si sfilava le calze chiare.
Prima di obbedire la ragazza ammonticchiò tutti i capi d’abbigliamento che avevano tirato fuori nell’armadio. Si era creata una massa informe, dall’aspetto anche abbastanza inquietante, che a malapena non fuoriusciva dalle ante. Il Dottore ci lanciò dentro le calze e Lara rischiuse con un sonoro “clic”.
-Sssh!- intimò lui mentre la ragazza faceva il giro del letto e si sdraiava sotto le coperte.
Il Signore del Tempo la seguì, tirando le coperte verso l’alto. A malapena riuscivano a coprir loro le spalle.
-…poi ce li riprendiamo i nostri vestiti, vero?- sussurrò Lara girandosi sul fianco per guardare l’uomo.
-Non preoccupare di questo adesso.-
-Ehi!- esclamò piano. –Io non voglio andare in giro in camicia da notte!-
-Sssh!- rispose lui appoggiandole un indice sulle labbra.
-Ok.- si arrese lei. –Allora adesso che si fa?-
Il Dottore la guardò e le tolse il dito dalla bocca. –Adesso devi abbracciarmi.- rispose mettendosi supino.
Una porta di una camera vicino alla loro si chiuse, facendo rabbrividire l’uomo.
-….dimmi che stai scherzando.- disse la ragazza.
-No. Non sto scherzando.- rispose lui, poi si girò a guardarla. –Perché continui a pensarlo?-
-Perché là fuori ci sono quattro robot che se ci trovano ci uccidono e tu mi stai chiedendo un abbraccio!- urlò piano.
-SSSH!!- ripeté il Dottore, esasperato. -…che c’è di strano? Ci abbracciamo in ogni momento possibile…!-
-No, non è vero.- ribattè seccata Lara. –Non quando stiamo per essere uccisi!-
Il Dottore sbuffò. –Beh, allora dovremmo iniziare a farlo. A partire da adesso, magari.-
Altre porte si aprirono e si chiusero. Molto vicine.
I due si guardarono.
-Abbraccio. ORA.- le intimò lui.
Lara finalmente si decise e si avvicinò al Dottore, appoggiandogli la guancia destra sul petto mentre con il braccio sinistro gli cingeva la vita sottile. Era strano. Era abituata ad abbracciare praticamente chiunque ma ora, con la paura di morire, un abbraccio era l’ultima cosa che voleva dare o ricevere. Avrebbe volentieri corso via.
-Puoi almeno spiegarmi?- chiese piano.
-…ma voi umani dovete chiedere spiegazioni sempre nei momenti peggiori?- disse esasperato lui, facendo scorrere il braccio sinistro sul tessuto morbido della camicia da notte della ragazza.
Le circondò piano la vita.
-Ascolta, metti… metti il braccio sopra alla mia spalla.- le disse il Signore del Tempo.
-…ora non va bene nemmeno come ci abbracciamo, non ci credo!-
Il Dottore era sull’orlo di una crisi. –Fallo e basta!-
Lara obbedì e chiuse la bocca, permettendo al silenzio di entrare nella stanza. Ora l’unica cosa che sentiva era il veloce tamburellare del cuore dell’uomo seguito dall’eco del gemello.
-…respira più piano, chiudi gli occhi.- disse il Dottore a Lara, sentendo come il suo unico cuore le batteva forte nel petto. –Fingi di dormire.-
In quel momento la porta della camera si aprì, riversando all’interno la luce del corridoio. I cuori dei due persero un battito. A terra, sulla leggera moquette color pesca, si allungava l’ombra ingombrante del robot grigio e bianco che sostava sulla soglia.
Un ronzio leggero appena percepibile scandagliò l’intera stanza per un’abbondante manciata di secondi.
Il respiro dei due era ridotto al minimo, Lara iniziava ad accusare anche un certo mal di testa.
Dai… dai vattene, si ritrovò a pensare il Dottore più e più volte a occhi chiusi. Siamo solo una delle coppie che alloggiano in questo albergo da incubo… vai via, fidati questa volta, forza!
Ma il robot non se ne andava. Non un suono che annunciasse una cosa qualsiasi. Nessun allarme, perciò teoricamente non li avevano scoperti, ma nonostante questo era ancora lì. La porta non si era chiusa.
E i secondi passavano.
Lara rabbrividì e si strinse di più al Dottore che le accarezzò la schiena in un gesto un po’ goffo e teso.
Il robot fece una seconda scansione ronzando. Finalmente si reputò soddisfatto e lasciò la stanza. La porta si richiuse piano.
La ragazza sollevò la testa dal petto del Signore del Tempo, allontanandosi dal suono agitato di quei tamburi.
-E’ andato via?- mormorò.
-Sssh…-
Il Dottore tese le orecchie e la spinse di nuovo contro il suo torace.
Sentì qualche porta aprirsi e chiudersi ancora, poi il silenzio.
-Sì… sì dovrebbero essere andati adesso.- rispose piano, incerto.
Lara si allontanò dall’uomo e ricadde sul suo cuscino, sospirando.
-Ora siamo al sicuro, vero?- chiese a occhi chiusi.
Si sentiva improvvisamente stanchissima.
Il Dottore alzò il busto dal materasso sostenendosi con un braccio il capo. Scosse piano la testa appena la ragazza gli rivolse uno sguardo.
-Fino a quando saremo in questo albergo tutto è pericoloso per noi. Tutto.-
-…bello.- commentò lei. –Qual è il piano adesso?-
-Il piano è sopravvivere.-
-Siamo sopravvissuti mi pare. Ora?-
-Continuiamo a sopravvivere.-
Lara roteò gli occhi e non fece altre domande al Dottore, che intanto si era seduto sul letto.
Qualcosa non gli tornava. Era stato tutto fin troppo facile. Insomma si erano infilati in fretta e furia un paio di pigiami, si erano abbracciati e avevano fatto finta di dormire. Davvero bastavano queste cose sciocchezze per eludere la guardia? E proprio questo dubbio gli faceva pizzicare fastidiosamente la nuca.
Lara di fianco a lui sbadigliò fino a far scricchiolare le ossa.
-…stanca?-
Lei annuì e si rannicchiò sotto le coperte. Anche questa cosa era un po’ strana, il Dottore ne era certo. Solo che non riusciva a cogliere il punto. Scosse la testa per cercare di schiarirsi le idee ma il gesto non fece altro che provocagli un forte mal di testa.
Emise un gemito e ricadde sul letto, senza forze. Cercò con fatica la mano di Lara sotto il piumino e la strinse.
Non dormire… Lara svegliati! Non ti addormentare!
Purtroppo il pensiero era troppo pesante per concretizzarsi in suono. La via per raggiungere le labbra sembrò decisamente troppo ardua.
Lara, ci hanno scoperto! Dobbiamo… andare!
I pensieri iniziarono a confondersi sempre più, il Dottore perse la percezione di dove e quand’era mentre un vuoto buio e profondo soffocò ogni suo tentativo di opposizione.


//////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////




Campagna di Promozione Sociale - Messaggio di No Profit:
Dona l’8% del tuo tempo alla causa pro recensioni. Farai felice milioni di scrittori.
-Messaggio copiaincollabile in ogni angolo dello Spazio e del Tempo-





La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Cinziart_96