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Autore: TotalEclipseOfTheHeart    04/12/2015    3 recensioni
"5° classificata al "The AU Theory Contest - La teoria dei multiversi", indetto da Uzumaki_Devil_Dario sul forum di EFP"
http://freeforumzone.leonardo.it/d/11183935/The-AU-Theory-Contest-La-Teoria-dei-Multiversi/discussione.aspx/1
Minato e Kushina si uniscono alla Compagnia dell’Anello.
Durante il viaggio emerge la furia da gestazione della donna, così come la fissa per il vino del marito, e la mania di Gandalf per far sempre peggiorare le situazioni.
Unendo tutto cosa si ottiene?
Una donna incinta in preda all’isteria che rade al suolo una taverna, Legolas vestito da femmina, Gimli baby sitter e Minato preso a padellate in testa da Arwen…cosa ci può essere di meglio?
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kushina Uzumaki, Minato Namikaze | Coppie: Minato/Kushina
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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GANDALF PORTA SEMPRE CON SE’ TIPI STRANI, MA QUESTO E’ TROPPO!!!

Legolas non sapeva proprio cosa pensare, era abbastanza risaputo che, ogni tanto, Gandalf se ne usciva con qualche nuovo aquisto per la loro causa.
Gente stramba, mai vista prima…come quando, anni addietro, se ne era uscito facendo partecipare Bilbo Baggins alla riconquista dell’Arkengemma. Un hobbit, in una missione contro un drago sputafuoco. Cheee?!?
Ovviamente, per mantere alti i prorpi standard e non smentirsi, anche quella volta se ne era uscito con un aquisto strambo. Ossia, due ninja, di cui una incinta. Già, una donna incinta. E loro dovevano salvare le Terre di Mezzo.
Legolas crollò sul bancone della taverna in cui alloggiavano, depresso. E ora che avrebbero fatto? Che fosse chiaro, se la ninja partoriva, lui non avrebbe fatto il baby sitter.
Non ci sapeva fare con i mocciosi. Urlavano, puzzavano e gli facevano venire il mal di testa. Quindi niente da fare, ci avrebbe pensato Gigmli!
Spostò lo sguardo al tavolo vicino, dove il suo amico con problemi di statura (e anche di galateo, e di estetica, e di personalità…ma insomma, verrà mai il giorno in cui elfi e nani sapranno comprendersi?) stava sfidando il nuovo arrivato in una gara di bevute.
Eheheh…forse avrebbe potuto unirsi a loro. Tanto a lui l’alcool non faceva effetto.
Sorprendentemente, il ninja maschio pareva perfettamente in grado di tenere testa alla resistenza da idromele del nano, che invece iniziava già a ciondolare sullo sgabello mentre Gandalf, tutto contento, fissava la scena senza muovere un dito.
“Forse dovremmo fermarli” fece Elrond, fissando diffidente il duo di festaioli che ora aveva deciso di danzare il valzer sul bancone, di fronte a un Legolas scioccato che faceva di tutto per evitare la scena pietosa.
“A me sembra che si stiano divertendo” ribettè Aragorn, Arwen stretta al fianco sorridente.
Le piacevano i due nuovi arrivati.
Kushina era piena di vita e sempre in movimento, era un piacere passare i pomeriggi con lei e spesso passavano il tempo a fare lunghe passeggiate, parlando dei loro compagni e del loro futuro. Purtroppo, la gravidanza aveva reso la sua mente già irrimediabilmente devita ancora più instabile, per cui bastava un niente per farle perdere le staffe, e allora la Volpe a Nove Code si risvegliava. L’ultima volta che era successo aveva distrutto quasi metà della reggia di suo padre prima che Minato riuscisse a farla calmare, e tutto perché lui le aveva preparato una torta alle more e non ai lamponi.
Minato era il classico tipo che va sempre d’amore e d’accordo con il mondo intero. Aveva fatto innamorare qualcosa come metà della popolazione femminile di Gran Burrone, e tutto in un solo giorno. Lui e Gigmli erano subito andati d’accordo, e anche Elrond dimostrava di apprezzare molto la sua compagnia allegra e solidale.
Improvvisamente, ormai ubriaco fradicio, il Quarto Hokage scese dal bancone mezzo ciondolante, e si avvicinò a passo deciso ad Arwen.
Fiutando la minaccia in arrivo, sia Elrond che Aragorn si misero sull’attenti, fissando in cagnesco il nuovo arrivato a facendogli capire che se avesse allungato le sue mani sulla giovane elfa le avrebbe perse entrambe.
Non che lui ci facesse molto caso, anzi, li aveva completamente ignorati, mettendo un braccio sulle spalle di Arwen e dicendo in tono suadente: “Ehila dolcezza, ti va di vedere qualche mia supertecnica ninja?”
Un rombo.
La parete saltò letteralmente in aria.
Un’aura micidiale e oscura avvolse l’aria.
“Sauron?” lesto come al solito, Legolas si affrettò a impugnare l’arco mentre Gandalf, ce dal canto suo non pareva minimamente turbato, continuava a fumare pacifico la sua pipa.
“Tranquillo amico mio, non c’è nulla di cui preoccuparsi” fece il mago, accennando alla figura di una Kushina molto incazzata che fuoriusciva dal fumo dell’esplosione livida di rabbia.
Gamli si mise a sedere di colpo: “Nulla di cui preoccuparsi?!? Moriremo tutti!!! È entrata in terminator mode, nemmeno Galadriel è riuscita a fermarla l’ultima volta! Io me la filo!”
Kushina, nel frattempo, era comparsa alle spalle del marito (ancora col braccio sulle spalle di Arwen) e lo fissava con il fuoco negli occhi. Roba che neanche Sauron in persona può eguagliare (e lui è un occhio fiammeggiante, beninteso).
Aragorn, prima arrabbiato, stava già sogghignando in attesa che la punizione divina si scatenasse sul rivale.
“Caro, cosa stai facendo, posso sapere?” la voce dolce della sua amatissima mogliettina non rispecchiava per niente lo sguardo omicida che aveva rivolto al marito.
“Ehm…vedi cara…” anche da ubriaco, il povero Minato aveva capito che non era meglio farla arrabbiare ulteriormente, e quindi si stava arrampicando sugli specchi in cerca di una via di uscita.
Ovviamente, né Elrond, né Aragorn, né Gandalf e la sua pipa erano intenzionati a venire in suo aiuto, e anzi si godevano lo spettacolo in santa pace.
Kurama invece, dal suo piccolo nascondiglio nel corpo della nostra incinta psicopatica, sghignazzava divertito, in attesa delle botte.
Gimli e Legolas dal canto loro, fiutando il pericolo e la catastrofe imminente, si erano rifugiati sotto un tavolo e già stavano litigando su chi dei due ci fosse arrivato per primo (quando si dice amore a prima vista…).
“Ci stai provando con lei?” la domanda fatale trapassò l’aria, e ovviamente a risponderle ci furono solo i grilli.
“Beh…no, sai che per me sei la sola, no?” tentò di difendersi disperatamente Minato, che già mezzo sconfitto dal vino non poteva certo affrontare la furia della moglie.
Elrond, in quanto medico ufficiale di Gran Burrone, non poteva però permettere che una donna incinta e già instabile di suo si affaticasse troppo, e quindi fece la sua parte…dicendo le uniche parole che non si dovrebbero mai dire a una donna incinta: “Signora, la prego di calmarsi. È già abbastanza affaticata dal peso del bambino, non dovrebbe agitarsi oltre”
Gli occhi della donna lo fulminarono: “Signora? Ti sembro forse una vecchia?!? E con , vuoi forse insinuare che sembro una balena?!?”
Il chakra rosso della volpe l’aveva già circondata quando Gandalf decise che era giunto il momento di darle il colpo di grazia (tanto, era già sopravvissuto al Balrog, non poteva essere peggio, giusto?): “No, solo un’orca assassina, per essere precisi. Non te la prendere, un drago incinta pesa poco più di te…”
Silenzio.
Aragorn sbiancò di colpo, poi fece dietrofront, Arwen in braccio, e se la diede a gambe.
Legolas si immobilizzò, fiutando il pericolo e iniziando a pregare tutti gli dei esistenti di fargli superare quel giorno.
Gimli…beh, aveva bevuto decisamente troppo e quindi ci aveva già la sciati per passare al mondo dei sogni.
“Che cooosa?!?”
E fu la fine.
Il potere della Volpe a Nove Code invase la taverna, distruggendo tutto e coinvolgendo alcune donne vestite in modo indecente, dei poveri contadini fuggiti dall’ira della moglie (per capitare tra le grinfie di una ninja ancora più incazzata) e un povero oste che non aveva altro che quel posto in cui vivere.
E poi ci lamentiamo noi della disoccupazione.
La sfuriata di quel giorno avrebbe segnato la vita degli abitanti del villaggio per generazioni, e ancora oggi si sente parlare del fatto, anche se ovviamente col tempo la versione originale è stata deviata così tanto da raccontare di una volpe gigante e incinta in preda ai fumi dell’alcool.
Comunque, fatto sta che, per somma fortuna dei nostri malcapitati, il piccolo Naruto decise proprio in quel momento che era giunta l’ora di presentarsi al mondo. O forse, più semplicemente, aveva capito che di quel passo la madre avrebbe distrutto tutto, ed era meglio defilarsi il prima possibile. Fatto sta che un secondo dopo la povera partoriente era in una tenda con il povero Elrond che cercava di calmarla per farle dare alla luce il figlioletto causa di tanti guai (e si, già prima della nascita il nostro Uzumaki non si smentiva per niente).
Minato, intanto, cercava in tutti i modi di entrare nella camera della moglie…per essere puntualmente rigettato indietro a padellate in testa da Arwen: “L’hai già fatta agitare abbastanza! E poi niente uomini, solo il medico e le donne, quindi smamma!”
Fu allora che al Quarto venne l’illuminazione, e fissò Legolas sogghignando.
“Beh? Che hai da fissare?”
“Tu sei una donna giusto? Perché non ti infiltri la dentro e mi passi informazioni?”
Gimli, che nel frattempo era rinvenuto, scoppiò letteralmente a ridere: “Ahahah…te l’avevo detto io che dovevi tagliarteli, quei capelli da prostituta!”
Legolas, sconvolto, gonfiò il petto: “Mi scusi signore, ma tempo proprio che ci sia stato un fraintendimento, vede…”
Niente da fare, Minato lo aveva già infilato in un lungo abito da balia e gettato nella stanza della partoriente.
Come andò a finire?
Beh…Gandalf divenne padrino e iniziò sin dall’inizio a trasmettere la sua arte dei fuochi d’artificio al pargoletto.
Legolas, scoperto il suo misfatto, venne preso a padellate in testa da Arwen e nominato balia del piccolo Naruto. Anche oggi la storia del suo travestimento da femmina è una delle preferite del giovane ninja.
Gimli cercò di darsi alla macchia, ma fu rintracciato da Elrond e nominato baby sitter del piccoletto. Un giorno, accidentalmente, questo gli rase a zero la barba, motivo per cui ancora oggi il nano è soprannominato “Lo Sbarbato”.
Kushina alla fine perdonò Minato, ma da allora non lo fece mai più entrare in una taverna per tutta la sua vita.
   
 
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