In
stallo
Tutto quello
che vorresti o non vorresti vivere, i tuoi sogni l’hanno già conosciuto.
(Stefano Lanuzza)
Chiudi gli occhi per rilassarti; quell’inspiegabile ansia che ti ha
pervaso le membra non ti lascia pace. Sei in attesa, come se stesse per
accadere qualcosa di importante, qualcosa che possa dare una svolta alla tua
situazione. E, in parte, sei anche felice perché sai che quello che speri da
tanto finalmente si può avverare.
Non vedi l’ora di constatarlo con i tuoi occhi.
Dalla crescente eccitazione, potresti lasciarti sfuggire un gridolino
acuto. Ma ti imponi di calmarti e aspettare il suo arrivo in modo naturale e educato.
I tuoi sensi si concentrano, ora, sull’ambiente che ti circonda. Sei
seduta su una panchina in un viale che stranamente è deserto. Registri
l’informazione, ma non ti soffermi ad analizzarla concretamente, perché
altrimenti ti avrebbe dato da pensare.
Tuttavia, il canto degli uccellini ti distrae da possibili e complicate
riflessioni e ti dona un senso di pace e tranquillità.
Alzi il viso per specchiarti nell’azzurro luminoso del cielo e i tuoi
occhi vengono feriti dalla luce del sole.
Come è possibile? Non doveva
stagliarsi una grande e inconsueta luna?
Questi dubbi vengono dissipati come fumo al vento nell’esatto istante in
cui senti un rumore di passi.
La tua aspettativa aumenta sempre più, il tuo cuore pompa in una maniera
vertiginosa, non lo hai mai sentito così frenetico e ti sembra che da un
momento all’altro possa fare un salto e finirti in gola. E potrebbe diventare
un vero problema.
I tuoi occhi brillano, lo immagini, perché solo lui ha questo effetto su di te e non saresti stupita di vedere dipinto sul
tuo viso un largo sorriso. Non sei mai stata una ragazza estroversa, che mostra
agli altri i propri sentimenti, ma per lui e per il sentimento che provi
non riesci a farne a meno.
A causa delle circostanze della vita, sei dovuta crescere in fretta e per
difenderti ti sei chiusa in te stessa, costruendoti un’armatura che ti
proteggesse dal mondo esterno.
Ma rimani pur sempre una ragazza e, sebbene talvolta appari dura, anche tu possiedi in
fondo al cuore, ben nascosto, un po’ di romanticismo.
«Sasu-» sussurri, ma non appena scopri chi hai davvero
davanti agli occhi, la tua voce si ammutolisce.
La delusione serpeggia celere dentro di te e raggiunge i tuoi occhi, che
perdono la lucentezza che mostravano al mondo fino a pochi istanti prima.
«Stregaccia!»ti apostrofa con tono ilare Suigetsu.
Non puoi che odiare la sua voce, detesti tutto di lui. Ti domandi che
cosa tu abbia fatto di male nella tua vita per aver avuto la sfortuna di
incrociare i tuoi passi con quelli di Suigetsu Hozuki.
Quanto disprezzi quel suo ghigno strafottente e derisorio, ti fa saltare
i nervi come niente e anche ora vorresti dargliene di santa ragione.
Ma c’è una domanda che ti frena dal tuo intento. Solo quando la tua
curiosità sarà stata appagata, potrai sfogarti sul suo faccino disgustoso.
«Perché sei qui?» gli chiedi, senza giri di parole inutili.
«Intuisco che non ti faccia piacere la mia presenza.»
La sua non è una domanda, ma una constatazione.
Non commenti in alcun modo la sua congettura, aspettando invece delle
spiegazioni valide e soddisfacenti.
Perché Sasuke
non è venuto all’appuntamento?
Eri sicura che ti avrebbe raggiunto e che insieme avreste passato un
bellissimo pomeriggio, il primo di una lunga serie. Adesso non sei più così
convinta. Percepisci un piccolo dolore al petto.
«Porti un messaggio di Sasuke?» trovi la voce
per domandare.
«Più o meno.»
La risposta di Suigetsu cattura la tua
attenzione.
Cosa vuol dire?
Cala un silenzio difficile. Tu aspetti che ti vengano date le risposte
alle tue domande, mentre Suigetsu cerca il modo per
esprimerle.
In quel momento ti rendi conto che c’è qualcosa che non va, che quella
situazione è inverosimile, come se fosse all’interno di una bolla, come se il
mondo iniziasse e finisse in quel desertico viale.
Anche il canto melodioso degli uccellini, ora, è cessato.
È tutto troppo strano, non è reale, ne sei certa, ma non riesci a trovare
le prove di questa tua intuizione.
Cerchi lo sguardo di Suigetsu per capire, ma
nei suoi occhi non noti nessun turbamento, come se per lui fosse tutto nella
norma.
Inizi a preoccuparti e cerchi una via di fuga da questo scenario così
veritiero e perfetto, da sembrare falso.
Lasci guizzare il tuo sguardo a destra e a manca, ma non riesci a
individuare una falla.
«Dovresti lasciarlo perdere.»
Sono le parole di Suigetsu a riportarti alla
presunta realtà. Lo osservi attentamente, perché non puoi credere alle tue
orecchie: per la prima volta da ché hai memoria, il giovane spadaccino ti si è
rivolto con serietà, il suo tono è privo di scherno, ma serio e pacato.
Sei sorpresa. Non sai bene come interpretare l’ultima uscita di Suigetsu.
Mi sta dando un consiglio? E perché
mai?
«Come fai a non capire che tu non gli interessi? Non ti ama.»
Come non detto, la sardina non si è proposta di aiutarti, ma solo di distruggere tutte le
tue speranze. E quel maledetto si diverte pure.
Sei così avvilita che non hai nemmeno le forze per rifilargli uno sguardo
minaccioso e mostrargli tutta la tua rabbia.
Non ti ama.
Quelle tre parole ti ridondano nella mente e il loro significato ti
assale tutto in una volta.
E quello che ti resta da fare è domandarti perché, cosa non funziona in
te per non essere riuscita a rapire il
cuore di Sasuke.
«Dovresti cercare chi ti sa apprezzare.»
Perché c’è qualcuno in questo folle
mondo che ha la facoltà per apprezzarmi e amarmi?
Ne dubiti.
Grugnisci, in disapprovazione.
«Forse non hai guardato nella giusta direzione.»
E quello cos’è?
Per la seconda volta, Suigetsu ti stupisce.
Sta cercando di consolarmi? Oppure…
Non puoi credere ai tuoi occhi, non avresti mai immaginato di vedere tale
giorno.
E ne sei sorpresa.
Quando mai quel rompiscatole di Hozuki si
sarebbe preso la briga di togliersi quella maschera di scherno, che
abitualmente indossa e che lo contraddistingue?
Focalizzi nuovamente la tua attenzione a quello che sta succedendo e noti
che Suigetsu ti si è avvicinato.
Per la prima volta, ti soffermi sul suo viso, i tuoi occhi incontrano
occhi sorprendentemente curiosi, sinceri, hanno abbandonato il classico
sarcasmo per lasciare posto a qualcos’altro, che non sei ancora riuscita a
definire. E questo ti destabilizza, paralizzandoti.
Anche il sorriso che ti rivolge è soffice, quasi tenero – e mai avresti
associato tale aggettivo a quello spietato e rude assassino.
C’è qualcosa che non va. Seriamente.
Perché tutto quello non è possibile. E tu lo sai.
Ma, in quel momento, non hai idea di come riportare la vostra normalità.
Lo senti nell’aria, che qualcosa, inevitabilmente, non è corretto, giusto, ma da una parte sei
curiosa di vedere come evolverà quella stramba situazione.
E ti auguri di non pentirtene in futuro.
Non hai altro tempo per rimuginare se entrare in azione, perché ormai Suigetsu si trova di fronte a te e ti fissa dritto negli
occhi.
Il suo sguardo deciso ti impedisce di fare alcunché, persino di pensare e
vorresti davvero trovare un modo per districarti da quel contesto spiacevole.
Ti senti impotente e a disagio, non sai cosa Suigetsu
possa farti; non siete mai stati così vicini.
Cerchi nel suo sguardo le sue intenzioni e ti rilassi, almeno un po’,
perché non vedi nessun intento omicida.
Tuttavia, il suo comportamento è strano e inspiegabile.
Delicatamente, ti prende il viso tra le mani, ti rivolge uno sguardo
intenso prima di darti un bacio.
Le sue labbra accarezzano saggiamente le tue e ti dà la strana
impressione che lui abbia aspettato questo momento da una vita, come se avesse
sempre desiderato baciarti.
Sei talmente scioccata dai tuoi stessi pensieri che non hai le facoltà di
rispondere al bacio, non che l’avresti fatto normalmente.
Ma Suigetsu non sembra accorgersene o, se così
fosse, non sembra dargli particolarmente fastidio. E ciò ti sembra strano,
perché di norma è una vera spina nel fianco, sa solo lamentarsi. E, quindi, ti
sorprende che in quel momento non trovi fastidiosa quella tua immobilità.
Ti saresti aspettata uno sbuffo infastidito o un commento poco carino
sulla tua poca collaborazione e, probabilmente, per innervosirti ulteriormente
ti avrebbe baciato di nuovo, ma con più impeto di prima.
Non sai spiegarti da dove vengono questi pensieri e soprattutto la
certezza che il vero
Suigetsu si sarebbe comportato così, perché non hai
mai fantasticato su di lui in una circostanza simile.
Osservi gli occhi violacei del ninja, che si è appena staccato dalle tue
labbra, e non percepisci nel suo sguardo nessun senso di irritazione, anzi
potresti giurare di aver visto il principio di un lieve sorriso. Non di un
mezzo ghigno, ma di un comune sorriso.
In un modo o nell’altro Suigetsu ti arreca
sempre noia. E questo, in particolare, ti inquieta pure, perché non si comporta
come dovrebbe, come ti aspetteresti, lo preferisci come è di solito – ed è
strano ammetterlo –, perché almeno sai come reagire.
Fortunatamente o sfortunatamente non hai tempo per scoprire quale mossa
successiva ha in mente l’Hozuki, perché vedi che quel
piccolo mondo si frantuma in mille pezzi. E così anche l’immagine del ragazzo
insieme a quel sorriso troppo dolce, non da Suigetsu.
E poi c’è solo il buio.
***
È un sogno, non sai come altro definirlo. Davanti a te, posate su un
tavolo di pietra, si trovano tutte e sette le spade dei Sette Spadaccini della
Nebbia.
Non ci credi: finalmente le hai collezionate tutte quante.
Non ti domandi come sia stato possibile, come sia finita la guerra –
perché hai un vago ricordo della quarta Guerra Ninja.
Scrolli le spalle, ti sembra di essere in un altro mondo, dove non c’è
stato nessun conflitto e dove tu hai realizzato il tuo più grande sogno.
Che mi importa della guerra?
Magari era solo un’illusione oppure è passato talmente tanto tempo che
non ricordi cosa sia successo.
Ammiri le tue spade, pensando a quale vorresti prendere in mano, per
sentirne la consistenza, la forza e le abilità.
Infine, ti risolvi e allunghi le tue mani su Pelle di Squalo.
Appena la impugni, ne senti vibrare la vita. Senti il suo potere scorrere
lungo il manico e fondersi con il tuo chakra.
Sei estasiato; ti senti invincibile. Nessuno può sconfiggerti.
Ti senti realizzato, perché puoi mostrare a tutti che vali, che anche tu
sai utilizzare le Sette Spade, come tuo fratello maggiore. Anzi, osi pensare
che sei anche più bravo di lui.
Così puoi zittire tutti quelli che non credevano in te, quelli che ti
sottovalutavano, che ti deridevano non appena dichiaravi il tuo intento,
dandoti dello spaccone.
Alla faccia vostra!
Sorridi, compiaciuto.
La tua concentrazione ritorna a focalizzarsi sulla ex spada di Kisame Hoshigaki. La brandisci a
destra e a sinistra, sferrando colpi ad un nemico immaginario, per testarla.
E non puoi far altro che rimanerne ammirato: quella spada è davvero
fantastica.
Ma sei certo che anche le altre lo siano.
Non vedi l’ora di scoprirlo e sai che non ne rimarrai affatto deluso.
Con cura posi Pelle di Squalo al suo posto, prima di indirizzarti alla
prossima da provare.
«Guarda chi abbiamo qui: un bambino con i suoi giocattoli. Non ti senti
un po’ solo?»
Una voce, sgradevole alle tue orecchie, ti rovina quel momento speciale,
destinato a te e alle tue spade.
La sua presenza ti infastidisce – e di solito è tuo quel compito, ma
sembra che i ruoli, per qualche strana ragione, si siano invertiti.
Ha usato un tono derisorio, quello stesso tono che riconosci aver usato
tu stesso in passato per innervosirla e non puoi fare a meno di pensare che
percepito nella sua voce sia sbagliato.
«Stregaccia!» l’apostrofi con fastidio per nulla nascosto.
Punti i tuoi occhi sulla sua figura, che lentamente e con movenze
sensuali – di cui ti meravigli, perché non le ha mai usate con te – ti
raggiunge.
Hai giusto pochi secondi per domandarti che cosa le passi per la mente,
quando il suo sguardo, fiero e deciso, si incatena al tuo, in quel momento
confuso.
Sembra divertita da ciò che vede e si lecca le labbra, maliziosa e
provocante.
Ti chiedi quale pezzo mancante di tutta la faccenda hai perso per
arrivare a quella situazione, ma non trovi una risposta, perché la ragazza
protende una mano verso di te e la lascia vagare sul tuo petto. Il suo tocco
riesce a farti desiderare che fra le sue mani e la tua pelle non ci sia
frapposto il tessuto della tua maglia e, quando realizzi cosa hai veramente
pensato, ti rimproveri mentalmente. Quella che ti sta seducendo – e solo
pensarlo è sbagliato, perché lei non farebbe mai una cosa del genere: ha sempre mantenuto tutte le sue energie per
far innamorare Sasuke Uchiha,
ma sempre senza risultati – è la Racchia.
«Non ti senti solo?» ripete e, senza aspettare una tua risposta,
continua: «Perché non giochi un po’ con me?»
Non sei stupido e capisci le sue vere intenzioni, ma non ti fidi
assolutamente di lei: questa potrebbe essere una trappola, non abbassi la
guardia.
Perché, poi, dovresti accettare le sue condizioni?
Non riesci a non domandarti il perché delle sue azioni ancora e ancora,
finché Karin non prende in mano la situazione, dominatrice.
Lei con poca grazia ti spinge a terra e, prima che tu possa alzarti, ti
si pone a cavalcioni, impedendoti ogni movimento.
In realtà, basterebbe poco per scrollartela via di dosso, ma in quel
momento la sua determinazione ti frena dal tuo intento.
E pensi che sia bella, con quel sorriso soddisfatto dipinto in viso, con
quegli occhi brillanti risolutezza, i suoi lunghi e folti capelli color rosso
fuoco che le cascano lungo le spalle – ti stupisci delle tue stesse riflessioni
e ti chiedi come sia possibile che non ti sia mai accorto di tutto questo. Ma
conosci la risposta: eri troppo intento a stuzzicarla e a litigare con lei – ;
quell’immagine ti eccita.
La ragazza ti osserva, compiaciuta, e schiocca la lingua. Con lentezza
misurata si toglie gli occhiali – non hai un minimo dubbio sulle sue
intenzioni, sono palesemente dichiarate, sebbene tu non capisca per quale
motivo lei si comporti così – e si porta una stanghetta tra le labbra.
Ti rivolge quello sguardo, lascivo e sexy, quello stesso
sguardo che le hai visto molte volte in viso, quando si metteva in testa di
conquistare Sasuke.
Lei è convinta di avere le redini del gioco e tu sei la sua preda.
Non puoi non ammettere che la ragazza ci sappia fare, ma tu non puoi
lasciarti abbindolare come succederebbe a un uomo qualsiasi, tu sei un ninja,
dopotutto. E se questa scusa non bastasse, ti ricordi che quella che sta sopra
di te è Karin, quella ragazza noiosa e urticante, non hai mai sopportato la sua
voce acuta, quindi non puoi assolutamente lasciarti andare ai piaceri della
carne con lei – anche se i tuoi ormoni dicono tutt’altro – , altrimenti te lo
rinfaccerebbe per tutta la vita. E tu preferisci la situazione inversa, ovvero
che sia tu quello a sbatterle in faccia le sue debolezze.
La ragazza, intanto, si abbassa su di te, allineando il suo viso con il
tuo e ti fissa dritto negli occhi, prima di appropriarsi delle tue labbra,
famelica.
Stordito, non riesci a lasciarti andare, perché una parte della tua mente
continua a ripeterti che tutto questo non è reale: devi trovare un modo per
abbandonare quel posto e allontanarti da Karin, ma hai l’impressione di essere
prigioniero di quella caverna.
Se si tratta di un ninjutsu, non puoi far altro
che constatare quanto sia potente, perché tutto è così dannatamente reale e
consistente; l’unica spia che ti possa allarmare che qualcosa effettivamente
non va nel verso giusto è proprio il comportamento inusuale di Karin.
La ragazza, però, ti sembra vera: senti il sapore delle sue labbra – e se
non fossi in una situazione simile ti meraviglieresti nel pensare che è buono –
e il suo peso sulla tua pancia.
La ragazza non sembra innervosita dalla mancanza delle tue reazioni, forse
troppo concentrata su se stessa o forse consapevole che tutto vada secondo i
piani, o quasi, e che lei sappia come fare per volgere tutto a suo favore.
Infatti, dopo poco, lascia libere le tue labbra per dedicarsi a
vezzeggiarti il collo, mentre la sua mano s’intrufola sotto la maglia e ti
accarezza la pelle, provocandoti brividi di piacere.
Mano a mano che lei continua la sua attività, tu non puoi far altro che
pensare alle sue mani, che ti sfiorano
delicatamente il torace per poi passare a lambire il tuo addome, alla
sua bocca, che ti lascia baci sensuali, ai suoi denti, che ti mordicchiano la
pelle tenera del collo, e alla sua lingua, che ti lascia scie infuocate.
Chiudi gli occhi per goderti al meglio quel momento – perché sai che non
avrai mai più un’occasione del genere e, nonostante tutto, lo consideri un
passatempo piacevole; ti passa per la mente, veloce, il pensiero che Karin sia
davvero brava nel fare quello che sta facendo e vi potreste pure divertire.
Hai preso la tua decisione: rilassi i muscoli, tesi come una molla pronta
per saltare, e ti abbandoni a quelle sensazioni. Ora ti concentri interamente
sulla ragazza, sulle sue azioni e sulle reazioni che ti provoca.
Ti lasci sfuggire un leggero mugugno di approvazione – non hai idea di
quale espressione Karin abbia in viso per questa tua ammissione, ma non te ne
importa.
Scegli di seguire il tuo istinto e, con decisione, le afferri con
entrambe le mani i glutei, perché senti il bisogno di sentirla.
Apri piano gli occhi per vedere la sua reazione al tuo gesto impulsivo e
incontri occhi lussuriosi, che approvano
le tue azioni – e questo ti lascia spiazzato; ti saresti aspettato una
faccia inizialmente imbarazzata, con le guance dello stesso colore dei suoi
capelli, e poi infervorata. Ti saresti immaginato un suo sguardo eloquente,
sprizzante rabbia, che ti avrebbe ordinato di togliere immediatamente le mani
da lì. E tu sai che, invece, non avresti seguito per nulla il suo volere.
Sghignazzi solo all’idea e te la appunti, come cosa da fare per
infastidire la Racchia, solo – e sottolinei il solo – se ti troveresti in una
situazione così intima.
Non ti crucci troppo: se a questa Karin non dà fastidio, ben venga.
Tanto avresti fatto di testa tua, in ogni caso.
Fai risalire le tue mani, in una carezza rude, dal suo fondoschiena,
lungo la schiena, fino ad arrivare al collo con l’intenzione di catturare la
sua attenzione; la ragazza alza il viso e ti lancia un’occhiata interrogativa,
ma tu non le dai nessuna spiegazione, invece le catturi le labbra.
Lei, tuttavia, non perde tempo a rimproverarti o a capire le ragioni del
cambio repentino delle tue azioni, accoglie volentieri il tuo bacio e schiude
le labbra, permettendo alla tua lingua di scivolare dentro, invito che tu
accetti di buon grado.
Ancora una volta, chiudi gli occhi, lasciandoti sopraffare dalle
emozioni; i vostri corpi strusciano l’uno contro l’altro, frementi, e sai che è
solo questione di tempo prima che accada l’irreparabile, ma in quel momento non
pensi affatto alle conseguenze.
Quando apri gli occhi, però, Karin e quella caverna sono scomparse e
scopri una forte luce che ti abbaglia, lasciandoti confuso.
Ciao a tutti! ^^
Ed eccomi tornata con questo piccolo
progetto. Diciamo che è un esperimento. L’avevo pensato come una shot unica, però mi sono detta perché non dividerla in due?
Mi sembrava un’idea carina e fattibile in questo caso. Speriamo funzioni. ;)
Come si è notato questa prima parte è
incentrata sullo Tsukuyomi Infinito di Suigetsu e Karin.
Ho segnalato l’OOC, perché è
inevitabile in un contesto del genere. XD Ma mi auguro si noti la differenza
del comportamento dei personaggi del sogno da quelli reali.
Che ne pensate?
Se vorreste lasciare una vostra opinione,
ve ne sarei davvero grata.♥
Ci vediamo al prossimo capitolo! ;)
Selly