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Autore: Avenal Alec    09/12/2015    0 recensioni
DAL CAPITOLO 10"
Karel aveva parlato di sacrificio e vita, sarebbe stata in grado di sacrificare se stesse e le persone che amava per un bene più grande? Aveva tentato già una volta di fare le cose migliori per la sua gente e aveva sbagliato.
Scrollò la testa tentando di allontanare quei cupi pensieri.
Si allontanò dal mare con un ultimo saluto. Un unico desiderio ora, tornare dalla sua gente, da Bellamy. Farsi avvolgere dalle sue braccia e sentirsi protetta e sicura.
Era quel pensiero che la sosteneva.
Questa volta ogni cosa sarebbe stata diversa, lei non era più sola."
Lexa e il suo tradimento, A.L.I.E. e Jaha, il popolo delle barche, una leggenda vecchia di oltre 500 anni…
Il campo Jaha ha superato l’inverno, Bellamy e Clarke hanno trovato finalmente la pace ma la primavera ormai è alle porte e ogni cosa non sarà più come prima.....
Attenzione, questa Long è il diretto seguito di Forgiveness….
Genere: Azione, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, John Murphy, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The 100 - Welcome to the new world'
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Eccomi qui, nuovamente a seccarvi con una nuova Long. Devo essere sincera, era molto indecisa se pubblicarla o meno, diciamo che sapere della messa in onda il 21 gennaio della 3° stagione ha decisamente destabilizzato i miei progetti. Questa Long doveva accompagnarvi fino all' inizio della nuova stagione e, invece, si andrà a sovrapporre. Che dire...spero vi piacerà. Alcune notarelle subito: sebbene sia Bellarke inside, questa Long avrà un carattere diverso e sarà più generale inserendo anche altri personaggi e le loro storie. Mi sono "divertita" a vedere cosa sarebbe successo ai nostri due eroi con l'arrivo della primavera. Mi scuso se questi primi capitolo saranno un po' introduttivi, diciamo che dovevo tirare le fila delle tante situazioni rimaste in sospeso dopo il termine della 2x16 e dopo il finale della long che ho pubblicato quest'estate. :)...ma, magari, se avrete un po' di pazienza, spero che questa storia con l'andare del tempo vi appassionerà. Ok, ho finito la mia solita introduzione...come al solito spero in un vostro commento e un vostro giudizio. Buona lettura a tutte!!




SACRIFICE &LIFE
 
 
“Dalla Chesapeake Bay sarebbe sorta la nazione che avrebbe posto fine all’impero Powhatan” così profetizzarono i sacerdoti della confederazione Powhatan.
Poco prima del 1607 la confederazione Powhatan spazzo via la tribù Chesapian. Non ci furono sopravvissuti secondo gli annali eppure, la storia spesso mente…

 
(pezzo liberamente ispirato ad una nota presente su “L’histoire di Travaile in Virginia Britannica” di William Strachey)
 

PROLOGO
 
Negli stessi giorni in cui si disputava il torneo al campo Jaha, il resto del mondo a loro conosciuto faceva i suoi piani. L’inverno presto sarebbe terminato e, con la primavera, la Terra avrebbe definitivamente cambiato volto.
Presto una nuova Era avrebbe avuto il suo inizio.
 
 
7 febbraio Kelleys Island
 
Erano una donna e due uomini.
I due maschi sedevano comodamente su poltrone Luigi XVI originali, sorseggiando rilassati in bicchieri tulipano in cristallo di Baccarat del cognac invecchiato oltre 100 anni. La donna dai lunghi capelli corvini era accanto ad una delle immense vetrate che davano sul giardino del retro della casa bianca in stile coloniale. Le finestre erano chiuse, una coltre bianca di neve racchiudeva ogni cosa in un ovattato silenzio.
“Finalmente il momento è giunto” disse la donna bruna mentre il suo sguardo non si staccava dal panorama fuori dalla casa.
“Sarà in primavera” replicò l’uomo seduto su una delle poltroncine. Il viso non era più segnato dall’esperienza del deserto e dalla fame. Le ferite inferte dalla Terra erano solo un vago ricordo. Indossava un cardigan grigio fumo, una camicia bianca perfettamente inamidata e un paio di pantaloni neri d’alta sartoria. Un vezzo che cominciava ad amare.
“Si, per la primavera tutto sarà pronto” rispose l’altro uomo, non indossava più alcuna divisa, ma il taglio corto di capelli e il portamento lasciavano trasparire il suo passato militare.
“Saremo pronti per l’Esodo quando il segnale si attiverà” replicò l’uomo in cardigan poi, volse lo sguardo verso la quarta figura, discosta dagli altri, uno zaino ai suoi piedi. Era vestita di stracci, erano gli stessi che aveva indosso la prima volta che era approdato sull’isola.
“Quando partirai?” chiese “Il tuo compito è fondamentale, sarai i nostri occhi e le nostre orecchie.”
Il ragazzo annuì, nello sguardo l’espressione folle di chi crede di seguire un nuovo Messia “partirò ora e domani sarò già in viaggio verso il territorio dei clan.”
“il Kraken?” chiese il militare
Il ragazzo rabbrividì al ricordo del mostro marino che avevano incrociato all’inizio della loro traversata, lo odiava ma era uno dei protettori di quel luogo.
“È stato sfamato, il mio sarà un viaggio senza imprevisti e l’inverno non mi spaventa.”
L’uomo in cardigan si alzò dalla sua poltrona e si avvicinò al ragazzo. Appoggiò una mano sulla sua spalla.
“Che la tua missione abbia successo.“ l’uomo scrutò negli occhi il ragazzo cercando qualche incertezza, qualche sintomo di un possibile tradimento ma la determinazione che vide nei suoi occhi lo rassicurò.
“May we meet again John Murphy.” concluse quindi l’uomo.
“May we meet again Thelonious Jaha” replicò il ragazzo annuendo e voltandosi per cominciare la sua missione.
Jaha rimase alcuni istanti a osservare il ragazzo che percorreva il grande atrio che portava all’uscita principale della casa.
“Ti fidi di lui?”
“No Emerson, non mi fido di chi ha già tradito, ma è meglio che sia là fuori senza conoscere l’intero piano piuttosto che saperlo qui a seguirci come un’ombra.”
L’uomo annuì poi si alzò in piedi, un cenno di saluto alla donna bruna che, per tutto quel tempo, era rimasta immobile accanto alla finestra. La luce che filtrava rendeva più evidente l’incorporeità dell’ologramma.
Passò accanto a Jaha. “Domani mattina partiremo per New Heaven, un lungo lavoro ci attende” e uscì.
“Finalmente il momento è giunto” disse A.L.I.E.
Jaha scosse le spalle infastidito. In momenti come quello, in cui l’ologramma continuava a ripetere frasi preconfezionate dal vago sapore drammatico, l’uomo si rendeva conto della follia di tutto quello che stavano vivendo e preparando, dell’assurdità di farsi comandare da un computer. Era una scintilla, un istante che cacciava in fondo alla parte più nascosta dei suoi pensieri. Il resto del tempo si sentiva il Messia, l’uomo che avrebbe finalmente portato il popolo dell’Arca sulla Terra, nel luogo profetizzato, com’era stato loro promesso. Perché loro erano l’unico popolo che sarebbe dovuto sopravvivere, l’unica vera civiltà in grado di riportare la Terra ai fasti di un tempo, all’impero che erano prima che tutto svanisse.
Lasciò la stanza senza rispondere all’intelligenza artificiale, la bruna si sarebbe smaterializzata appena lui se ne fosse andato. Sarebbe tornata solo una serie di stringhe all’intero della memoria di un computer, nulla di più.
 
Polis
 
Fiaccole accese illuminavano la stanza. Ai lati della locale 12 seggi in legno, 12 come i clan dei territori del nord. Ogni scranno in quel momento era occupato da un comandante, il capo del proprio clan, dietro di essi due guardie del corpo, una per ogni lato. Erano disarmati ma questo non bastava per cancellare la ferocia nel loro sguardo, la minaccia nelle loro posture.
Al centro della stanza una figura era inginocchiata, lo sguardo rivolto a terra, una posizione da supplice eppure, anche per un estraneo, era evidente l’alterigia che si sprigionava da quel corpo.
Di fronte a lei, su un palco di legno, 7 posti erano occupati dal consiglio dei venerabili. Uomini e donne che avevano scelto di abbandonare i vessilli delle loro tribù per diventare la memoria storica del popolo del nord. Discosti dalle questioni ordinarie erano interpellati quando le diatribe fra i clan o problemi più grandi potevano mettere in pericolo l’equilibrio dell’intero popolo.
“Comandante Lexa ti abbiamo dato un enorme potere quando ti abbiamo permesso di unire tutti i clan sotto un unico vessillo per combattere gli uomini della montagna e gli sky people. Molti di noi ora sono scontenti delle scelte che tu hai preso. Hai molto da spiegare” disse l’uomo al centro del palco.
Era vecchio, molto vecchio soprattutto per un mondo come il loro. Appariva fragile e piccolo su quell’enorme scranno eppure, la sua voce, era forte e chiara. “Ti abbia dato quasi tutto l’autunno e l’inverno per riflettere. Ora è giunto il momento che tu chiarisca le tue ragioni” concluse.
Il silenzio pervadeva ogni angolo della stanza, la giovane donna al centro prese un respiro poi alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi verdi sull’uomo che aveva parlato. Erano freddi come il ghiaccio, duri come la pietra, non c’era l’ombra di paura nel suo sguardo.
“Venerabile consiglio, mi dolgo al pensiero che le mie azioni non abbiano ottenuto il vostro consenso. Gli uomini delle montagne non saranno più un problema, ho salvato la nostra gente e il numero di vittime è stato trascurabile.”
La giovane donna sentiva in sottofondo un mormorio di dissenso. Sapeva cosa ognuno di loro pensava, lo percepiva in quei mormorii. Era conscia delle scelte che aveva fatto. Avrebbe fatto di nuovo le stesse scelte, solo una cosa avrebbe cambiato. Strinse le labbra a quel pensiero.
Una voce fra i capi si sollevò fra le altre, riconosceva quell’accento e la sua padrona. Una donna che odiava per ciò che le aveva portato via.
“Le azioni che hai compiuto ci hanno disonorato.” Disse la comandante del clan dei ghiacci.
“Eppure tu sei qua a parlare Echo” rispose sferzante Lexa.
“Non per quello che tu hai fatto, gli Sky people ci hanno liberato. Avrei preferito morire in combattimento contro gli uomini della montagna piuttosto che subire l’onta del tradimento” Ribatté quindi la donna che era stata liberata a Mount Weather da Bellamy.
“Ho fatto delle scelte per il mio popolo, per la loro salvezza. Ho ottenuto il risultato prefissato” rispose testarda Lexa
“No!” intervenne Caradoc capo del popolo dei fiumi “Avresti ottenuto la salvezza per tutto il popolo del nord se avessi sterminato non solo gli uomini delle montagne ma anche gli sky people. È stato accettabile l’azzardo di fare un patto con gli uomini del monte e credere che la donna bionda avrebbe fatto il lavoro sporco per te. Non è ammissibile che essi siano ancora vivi e in procinto di stringere un’alleanza con il popolo delle barche. A questo bisogna porre rimedio”
Lexa strinse le labbra, sapeva che ciò che gli veniva imputato non era aver tradito un alleato ma averlo poi lasciato vivere. Lei sapeva che la sua era stata una debolezza.
“Allora attaccheremo a primavera, tutte le tribù del popolo del nord unite. Il campo Jaha diventerà una tomba per tutti quelli che si metteranno contro i popoli del nord. Il popolo delle barche ci temerà, la sua leggenda morirà e noi domineremo su questi luoghi.”
Proclamò decisa il comandante alzandosi in piedi e guardando negli occhi tutti gli uomini riuniti. In molti di loro leggeva la sua stessa decisione in altri, come Echo, vedeva solo disgusto.
Uscì dalla stanza senza voltarsi dietro. Il consiglio dei venerabili aveva un certo potere ma era stata lei a prendere in carico il Garatogh diventando così il nuovo Comandante dei popoli del Nord dopo oltre vent’anni.
Echo osservò la donna uscire. Il suo popolo non aveva mai voluto un’alleanza con i Tree People, era il momento di fare una scelta diversa per il suo clan. Gli Sky people erano guerrieri onorevoli e una stupida ragazzetta in amore come Lexa non avrebbe fatto morire altra gente per i suoi ottusi errori. Il suo sguardo intercettò quello di Indra, il vice di Lexa. Le fece  un cenno con il capo al quale il vice rispose prima di uscire. Dopo il comportamento ignobile durante quella notte a Mount Weather, sapeva che molti non amavano il nuovo comandante e non condividevano le sue idee; Quella sarebbe stata la loro forza e forse, entro breve, la pace sarebbe realmente regnata nei loro territori. Erano troppi pochi per continuare a morire come mosche. 


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NOTA: Kellyes Island esiste veramente...mi sono divertita a dare una posizione geografica a molti dei luoghi e...la casa dove Jaha incontra A.L.I.E. a differenza di quello che pensate, si trova sui grandi laghi. Molto a est rispetto a Mount Weather e Camp Jaha. New Heaven è il nome che ho dato al Raven Rock Mountain Complex che si trovo non molto distante da Washington e Mount Weather. Insomma ho voluto un po' sbizzarirmi e trovare dei luoghi interessanti e diversi. Anche il pezzo della profezia esiste veramente ma, ovviamente...scoprirete il resto più avanti ;)
  
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