10+
Una
ragazza cammina sicura per la strada: la gonna in bilico tra la decenza e la
provocazione, la camicetta aperta quel tanto che basta
a far sognare gli sguardi peccaminosi e che si assicura di non scandalizzare gli
anziani conservatori, mentre i capelli biondi sciolti le danzano sulla schiena in
una sinuosa cascata d’oro.
10+,
è il pensiero di ogni maschio della zona.
Un
ragazzo castano, spettinato e dagli occhi famelici la guarda come un cane farebbe
con la preda mentre le lunghe gambe di lei volgono
spedite a meta certa e lui – si vede - è pronto a saltarle addosso non appena
qualcuno la stani dal suo impeccabile contegno. La ragazza si sente osservata,
si volta leggermente a sfiorare gli occhi del ragazzo coi
suoi, lo squadra brevemente e decide: 7 ½. Continua a camminare. Non si accorge
che le cade uno dei fogli che sta portando con tanta
cura alla sua destinazione, e un uomo dai capelli argentati, visibilmente più
grande, non fa che guardarla provocante dietro il collo troppo alto della
maglia che gli copre le labbra, forse trattenendolo dal sibilare -dall’urlare- provocazioni a quella bellezza devastante. Le
porge il foglio, forse si lecca le labbra mentre lo
fa, ma lei non distoglie la mente dal 7 che ha in testa. Passa oltre.
Un
ragazzo dai capelli rossi la guarda di sottecchi aprendole la porta
dell’ufficio, mentre lei ringrazia fior di labbra e lo riconosce: si sono visti
solo il giorno prima, e lui è già lì, in cerca di
risposte. La ragazza sospira osservando la sua chioma spettinata: 7+.
Riprende
a camminare, ma non copre che qualche metro prima di
scorgere un giovane biondo come lei, ma dai capelli di un colore più intenso,
del grano prorompente che non è il pallido sole dei suoi capelli: la scruta con
enormi occhi azzurri mentre se ne sta seduto nell’atrio dell’edificio senza
riuscire a calmare quel piede che si sposta impazzito a destra e a sinistra,
sintomo di un nervosismo palpabile. Lei gli sorride con gentilezza, ma questo non cambia nulla: 6.
La
bionda entra e saluta con un cenno della mano la collega: “Ciao Shiho”.
La
rossa sorride senza alzare gli occhi (gli occhiali) dalle sue carte, facendole
un breve cenno con la mano: “Ha chiamato Choji”
mormora “Voleva sapere se…”.
4,
si disegna lentamente nella mente di Ino, mentre la
ragazza si dispera cercando di evadere l’argomento.
“E anche…” ricomincia Shiho, poi esasperata
le porge una lista di nomi ai quali Ino associa mentalmente un numero che non
va più in là dell’otto, e Ino Yamanaka non si
accontenta dell’otto; lei vuole la perfezione. Se
possibile, anche qualcosa di più.
“Ancora
niente? Non hai deciso?” chiede la rossa. La bionda
scuote il capo, irritata, mentre torna a concentrarsi su quello che ha preso a
scrivere, gli occhi incollati ai fogli, la mano sulla fronte, i capelli perfetti.
Mentre sa altrettanto perfettamente che nell’atrio c’è uno stuolo di uomini che non attende altro che una sua risposta.
Poi
un tocco leggero alla porta la distrae mentre un ragazzo
fa il suo ingresso, l’ennesimo. Ad accoglierlo, l’ennesimo sguardo indagatore
di lei: un po’ di stupore dapprima, poi un moto di interesse,
e, a sorpresa, un guizzo repentino negli occhi cerulei, accuratamente nascosto
dietro una maschera di contegno.
“Yamanaka” sussurra pacato il
ragazzo, l’ombra di un sorriso sulle labbra.
“Hyuuga” risponde
lei mordendosi il labbro inferiore.
Un
cenno di assenso mentre lui posa qualche foglio sulla
scrivania di lei, uno sguardo d’intesa prima di sparire nel bagno dell’ufficio,
uno dietro l’altra.
Shiho sbuffa, guardando la porta che si chiude,
rabbrividendo un poco alla temperatura di febbraio.
E dentro è acqua che scorre per soffocare i gemiti, sono
braccia che si rincorrono e labbra che soffocano parole, occhi che si scrutano,
si esaminano, insaziabili, sono mani che massaggiano, sospiri senza tregua.
Entrano
uno a uno nell’ufficio attirati da quell’improvviso
silenzio, i pretendenti; entrano Kiba, Kakashi, Gaara, Naruto.
Shiho li guarda imbarazzata
mentre scruta l’orologio chiedendosi cosa stia succedendo, là dentro, domandandosi
se il suo capo troverà mai quello che cerca, in così poco tempo, in un bagno
aziendale.
È
un bagno che diventa più intimo di quanto qualunque progettista avrebbe mai
pensato, è una doccia che diventa battaglia: “Mi bastano cinque minuti per
convincerti” sospira Neji “Cinque
minuti, poi voglio il tuo voto”.
Ino
trattiene il respiro: fatica a credergli mentre i muscoli si contraggono in
sospiri malcelati e mani candide afferrano capelli corvini e li tirano e li
contorcono e respirano il loro odore.
E
sono pochi attimi mentre gli altri, in fila, si
guardano allibiti perché ognuno ha sentito ma nessuno osa parlare. Sono istanti
cocenti mentre l’unico suono che si ode è un ronzare
persistente che cela chissà quali rivelazioni e Ino lascia che la frangia le
ricada sugli occhi per non fissare le pupille in quelle di lui, mentre lui si
ravviva i capelli fingendo di guardarsi allo specchio e la osserva mentre si ricompone.
Forse desidera che non lo faccia, non ancora.
Qualche
secondo e lei esce sfiorandosi i capelli: è perfetta,
impeccabile, come sempre. Ognuno dei ragazzi ora guarda l’altro sbeffeggiandosi
di qualsivoglia fantasia: nessuno ne sarebbe capace, in così poco tempo.
Nessuno sarebbe in grado.
In
un lampo esce anche lui: ugualmente alto, altero e impeccabile.
Il
biondo guarda il castano e scuote la testa: “Impossibile” mormora.
Il
castano annuisce, ridendo a sua volta. “Impossibile” ripete divertito.
La
bionda si accomoda alla scrivania, il moro riprende posto tra i ragazzi, poi la
guarda alzando un sopracciglio e lei per tutta risposta mostra il foglio al
quale stava lavorando.
10+, si legge mentre
lui si drizza trionfante ed estrae dalla giacca una bottiglietta di shampoo,
guardandola compiaciuto.
Poi,
lo schermo è nero finché una scritta bianca non campeggia:
Bagnali, tirali,
contorcili: tornano sempre al loro posto. In soli 5 minuti!
10+ l’Oréal.
Con noi è possibile.
D’accordo: premetto che proprio non me l’aspettavo di vincere, pensavo che fosse una grande scemata. Anyway,
ringrazio tanto le giudicE che hanno letto, e anche
tutti quelli che passando di qui si sono fatti due risate.
Ah, sì: NejiIno rulez!
[w il crack]