STARGATE SG-1
Ciò che un libro non
può spiegare
di Jolinar
e kae
Kar’yn: Rya’c il tuo cuore è puro
e il tuo spirito è forte,
tu sai darmi forza, e gioia,
e io resterò al tuo fianco, per sempre.
Rya’c: Kar’yn, tu sei bella come il sole,
e il mio amore per te è come i raggi del mattino
che illuminano una giornata
senza fine.
Bra’tac: Il rito si è concluso,
possiate amarvi e combattere come guerrieri…
però non fatelo tra di voi
dal rito del matrimonio Jaffa
Stargate Sg1
8x09 Sacrifice
L’iride dello Stargate
si richiude dietro Ishta e Bra’tac, gli ultimi esuli
del pianeta Hak’til a
lasciare la base. Il colonnello Samantha Carter ha trovato per loro una nuova
patria, dopo che il perfido Goau’ld
Moloc ha scoperto l’ubicazione del rifugio del movimento di resistenza. La
convivenza delle due razze nel complesso delle Cheyenne Mountain è stato
stressante per i Tau’ri, e a complicare le cose
mancava solo il matrimonio tra Rya’k – il figlio
ormai cresciuto di Teal’c – e Kar’yn una giovane donna della tribù di Ishta.
Comprensibile quindi che dopo aver salutato gli ospiti in partenza il generale
O’Neill si sia voluto assicurare di persona che tutti
quanti i Jaffa attraversassero lo Stargate.
“Bene!” quasi esulta il generale “non
posso dire che mi dispiaccia lasciali andar via. Carter, ti ringrazio a nome di
tutti per aver trovato un pianeta abitabile, anche se ci hai messo una
settimana di troppo.”
“E’ stato un piacere signore”
risponde come al solito in modo formale il suo secondo in comando, ma prosegue
con uno sguardo malizioso appena accennato. “Se non altro, le donne della tribù
di Ishta, non saranno più fonte di distrazione.”
Daniel Jackson soffoca una risata con
un colpo di tosse. Non lo confesserebbe nemmeno sotto tortura, ma l’archeologo
ha trovato piacevole – per non dire entusiasmante – la possibilità di passare
così tanto tempo in compagnia di un’intera
fazione Jaffa, l’ha considerata una vera e
propria sessione di studi antropologici. Ha potuto studiare e comprendere
meglio la cultura di questa razza per tanto tempo vissuta sotto il giogo dei
signori del sistema. Un’esperienza da far invidia a molti studiosi.
Accanto a Daniel, Teal’c
è rinchiuso nel suo abituale silenzio. Dopo essere rimasti per qualche secondo
in contemplazione dell’iride spento e del silenzio sceso improvvisamente
all’interno della base, i quattro decidono che è il momento di tornare ognuno
alla propria occupazione. Appena prima di rinchiudersi nel proprio ufficio per
compilare l’ennesimo rapporto da inviare a Washington O’Neill
da appuntamento ai suoi per cena.
“Stesso posto, stesso menù, stessa
ora” – ovvero, il salotto di O’Neill, pizza e birra e
le 7.30PM, l’ora della puntata dei Simpson – e prima che qualcuno possa
accampare una scusa conclude “e non accetto un no per risposta.”
O’Neill
sale la scala che lo porta alla sala di controllo, gli altri, rimasti nel
corridoio alzano gli occhi al cielo.
“Credo che le ultime traduzioni
inviateci dai Tok’Ra mi occuperanno per buona parte
della nottata…”
La voce del generale risuona dall’alto.
“Ti ho sentito, Daniel… tu non hai nessuna traduzione da fare.” Dei passi
risuonano sui gradini metallici “Mentre Tu” – O’Neill
punta il dito verso Carter – “Hai appena ottenuto uno sconto di due ore sulla
fine del turno”.
“Io dovevo finire per le nove, e ho
veramente tanto lavoro da fare!”
“Sbagliato, tu finisci alla sette. In
tempo per i Simpson. Non mi devi ringraziare.” conclude con un sorriso “Sono i
vantaggi di essere il capo!”
Un altro cenno di saluto e il
generale ritorna al proprio ufficio.
“Allora sarà meglio che mi sbrighi. A
più tardi ragazzi” Sam si allontana diretta verso il proprio laboratorio.
Daniel e Teal’c
rimangono da soli.
“Ho da fare anch’io” comincia
l’archeologo.
“Se hai bisogno della mia assistenza
sarò contento di esserti d’aiuto, Daniel Jackson.”
“Grazie Teal’c,
apprezzerò il tuo aiuto.”
I due uomini si avviano insieme verso
lo studio di Daniel, dove l’archeologo si immerge nella lettura degli appunti
presi durante la “convivenza” con Ishta e il suo
popolo. Teal’c si guarda attorno, e consapevole del
fatto che l’amico si è già dimenticato della sua presenza, ne approfitta per
osservare i titoli dei libri che fanno bella mostra di sé sugli scaffali che
occupano tre quarti della stanza.
“Daniel Jackson?”
L’archeologo sobbalza “Sì, Teal’c?”
“Dici sempre che nei libri c’è la
risposta, Daniel Jackson, questi libri hanno una risposta anche per me?”
Daniel appoggia gli appunti che stava
consultando e dedica tutta la sua attenzione all’amico “Dipende da quali sono
le tue domande Teal’c!”
“Il matrimonio di mio figlio, mi ha
lasciato delle domande cui non riesco a rispondere: dopo la morte di Shau’nac* ho maturato dentro di
me la convinzione che l’amore renda deboli. Ma vedere Rya’c
e Kar’yn insieme e
determinati a combattere per la liberazione del popolo Jaffa,
mi porta a rivedere le mie posizioni. Avevo dimenticato quanto l’amore possa
riempire il cuore e dare forza a un Jaffa. Mi
chiedevo se è lo stesso per voi umani.”
Daniel
guarda Teal’c stupito. Non si reputa la persona più
indicata a spiegargli cos’è l’amore per i terrestri. Certo, anche lui è stato
innamorato. Prima c’era stata Sarah, ora posseduta da Osiride. Poi Shau’re. Ricorda ancora con dolore i giorni passati a
cercare notizie su di lei sui pianeti che all’epoca visitava con la squadra, le
notti infestate dagli incubi in cui lo pregava, supplicava, di aiutarla. Ogni
volta si svegliava sudato, le lacrime che gli rigavano il viso. Quando era
morta, quando Teal’c l’aveva uccisa per salvarlo, si
era sentito morire. Aveva cercato di salvarla con tutto se stesso, e non era
servito a niente. Ma lei gli aveva lasciato un regalo. Gli aveva dato una
ragione per continuare a vivere. Gli aveva chiesto di salvare suo figlio, il
figlio che Apophis voleva usare come ospite. Amaunet, il simbionte Goa’uld che
la possedeva, la sposa di Apophis, lo aveva nascosto per salvarlo e Daniel e l’SG-1
lo avevano trovato su un pianeta sperduto considerato dai Jaffa
un luogo sacro e inaccessibile. Se ne prendeva cura Oma
Desala, un’Ascesa, uno degli esseri più potenti e saggi della galassia, e
l’archeologo aveva capito che lei era la persona giusta a cui lasciar crescere
il bambino.
Daniel si
era ripreso, era tornato a scherzare con i suoi amici, aveva ricominciato
veramente a vivere. E col tempo aveva sperato, creduto, di aver trovato
qualcuno con cui dividere la sua vita. Ma ancora una volta era arrivato tardi.
Janet era morta durante una missione, mentre cercava di salvare uno dei loro
che era finito a terra. Quel uomo si era salvato anche grazie a lei e in onore
della dottoressa Fraiser, che gli aveva permesso di
tornare dalla sua famiglia, aveva chiamato la figlia neonata come lei, Janet.
Molto
spesso Daniel si era ritrovato a chiedersi se fosse lui la causa delle
sofferenze e delle morti delle persone che amava. Non aveva mai trovato una
risposta. Neanche quando era asceso.
Sospira
mentre cerca di trovare una risposta da dare a Teal’c.
“È un
argomento che è stato trattato vastamente, da romanzieri, filosofi e poeti.
Anche nell’antichità il tema era molto discusso e…”
Mentre alza
gli occhi sulla libreria per individuare qualche libro che parli dell’amore nei
tempi antichi, incontra lo sguardo del Jaffa. È molto
concentrato e interessato, e Daniel in quel momento si rende conto che l’amico
non troverà alcuna risposta nei libri di storia. Non gli sembra il caso di
proporgli Shakespeare; non ha ancora compreso appieno gli umani, e potrebbe
travisare le parole del poeta. Tra l’altro la copia di Daniel è una vera
rarità, donatagli da Catherine Langford, che in mani non proprio esperte nel
maneggiare antichi documenti potrebbe finire male. E poi…il linguaggio usato
dall’autore è certo aulico e arcaico. Teal’c potrebbe
non capirlo completamente.
“Proviamo
con un esempio pratico…” bisbiglia l’archeologo.
Sì, ma che
esempio pratico? Non vuole parlare di sé, non vuole parlare di Shau’re. Sa che Teal’c, per
quanto non si sia pentito di avergli salvato la vita, si è sentito in colpa per
aver ucciso la donna che amava, anche se era posseduta da un Goa’uld. E nessuno sa che tra lui e Janet stava nascendo
qualcosa. Non ha altra scelta.
“Non vorrei
usare come esempio me e Shau’re, ma non saprei come
spiegarti altrimenti.”
Teal’c annuisce, serio e concentrato. Ora che il mistero
sta per essere svelato non vuole perdersi nessuna delle parole che usciranno
dalla bocca dell’archeologo.
“Hai detto
che l’amore riempie il cuore e da forza ai Jaffa. Per
noi è più o meno la stessa cosa. Certo non siamo forti come voi, o orgogliosi,
e testardi a volte, su questo nessuno vi batte, ma anche a noi l’amore riempie
il cuore di gioia, di felicità, di…”
“No, Daniel
Jackson, non hai capito. Quando prova amore, un Jaffa
ha il cuore colmo di orgoglio per il proprio compagno o per la propria
compagna. È orgoglioso della sua forza, della sua tenacia, della sua fedeltà.”
Daniel lo
guarda a bocca aperta e si dà dello stupido. Avrebbe dovuto capire che per i Jaffa la felicità e la gioia sono importanti, ma non quanto
la loro forte identità di razza.
“Ma
continua, Daniel Jackson. Il tuo discorso è interessante.”
L’archeologo
scuote la testa per schiarirsi le idee e prosegue.
“Dicevo che
l’amore ci riempie il cuore di gioia, felicità, speranza e buoni propositi per
il mondo.”
Prima che Teal’c possa chiedergli che sono i “buoni propositi per il
mondo” si affretta a spiegarglielo.
“Con buoni
propositi intendo la salvaguardia del pianeta. Tipo…tipo il riciclaggio.”
Sul volto
del Jaffa si dipinge l’espressione interrogativa che
negli ultimi otto anni Daniel ha imparato a conoscere molto bene.
“Ok, io non
sono un buon esempio. Cambiamo soggetti. Prendiamo…”
“O’Neill e il colonnello Carter?” propone Teal’c.
Daniel
quasi si soffoca, un po’ per lo stupore, un po’ per un attacco di risatine.
“Jack e
Sam?!”
Il Jaffa è serio, più serio del solito, mentre Daniel lo guarda
stupito.
“Ti sarai
accorto anche tu, Daniel Jackson, del forte sentimento d’affetto che lega O’Neill a Samantha Carter. E anche il colonnello prova un
forte sentimento d’affetto per O’Neill.”
Daniel
sbatte le palpebre perplesso. Sam e Jack?
Jack e Sam? Insomma, sì, lo ha notato anche lui, ma non pensava fosse
così evidente. Teal’c è la persona più profonda che conosca,
ma di certe cose il Jaffa proprio non si rende conto.
Ora non sa se se ne è accorto per via della sua profondità d’animo o perché
quei due lo danno troppo a vedere. Nel primo caso, non ci sarebbe problema,
perché la questione sarebbe ancora un segreto. Nel secondo, invece…
Daniel si
guarda intorno e adocchia la telecamera che riprende il suo ufficio. Le dà le
spalle, nel qual caso qualcuno li stia guardando e legga il labiale.
“Ok, prendiamo
ad esempio loro due.”
Sospira e
si siede.
“Come hai
notato, suppongo, in più occasioni, Sam e Jack sono piuttosto…ehm…vicini. Certo
sono colleghi, ma noi ben sappiamo che sotto sotto
quei due si amano. Il perché non l’ammettano non lo so, forse perché non
potrebbero amarsi e stare insieme, sarebbe una chiara violazione del
regolamento a cui devono sottostare. Potrebbe anche essere che non l’abbiano
ancora capito, di amarsi intendo, ma non credo che dopo tutti questi anni,
siano ancora così ciechi a quello che provano l’uno per l’altra.”
Le ultime
frasi sono poco più di un sussurro, quasi Daniel stia parlando da solo, e Teal’c è costretto ad avvicinarsi per sentire quello che
l’amico dice.
“Comunque.
Avrai notato che quando uno dei due è in pericolo l’altro mette a rischio la
sua vita per salvarlo. Che quando ha bisogno d’aiuto gli è accanto. Che quando
soffre lo consola con la sua sola presenza. Che lo fa ridere, arrabbiare,
piangere, divertire. È questo l’amore per noi Tau’ri,
Teal’c. Donarsi alla persona che amiamo
completamente, senza riserve, senza timore. Renderla felice e soffrire con lei
quando sta male. Percorrere miglia e miglia per vederla anche solo per un
istante. Sacrificare tutto per lei, la carriera, la felicità, la vita, sia in
senso astratto sia in senso fisico.”
Daniel si
interrompe, stupito delle sue stesse parole, e Teal’c
annuisce.
“Ho capito,
Daniel Jackson. Ti ringrazio per avermi aiutato a comprendere.”
Il Jaffa fa il suo solito inchino e si avvia alla porta.
Daniel lo segue con lo sguardo pensieroso.
“Grazie a
te, Teal’c. È stato un piacere.”
La squadra
al completo è riunita davanti al televisore di Jack, con due cartoni semivuoti
della pizza sul tavolino e sparpagliate intorno ad essi lattine di birra e
cola.
Jack sta
commentando l’ultimo episodio dei Simpson e Sam, seduta accanto a lui, lo sta
ad ascoltare rapita, quasi fosse ad una conferenza degli Asgard
sul viaggio interstellare, ridendo alle sue battute.
Daniel
sorride vedendo due dei suoi più cari amici ridere e scherzare liberamente,
senza le restrizioni che li dividono alla base. Sposta lo sguardo su Teal’c e si accorge che anche lui li sta osservando.
Il Jaffa spera che presto quei due possano stare insieme. Sono
davvero una bella coppia, come lo sono suo figlio Rya’c
e sua moglie Kar’yn. Come
lo erano lui e sua moglie Drey'auc,
come lo è stato con Shau’nac.
Come lo è ora con Ishta.
Poi
incontra gli occhi di Daniel che lo sta guardando e lo vede sorridere; poi
torna a guardare i loro due amici. Anche se i suoi occhi sono colmi di felicità
per loro, Teal’c sa che in profondità è celata la
sofferenza di aver perso per tre volte una persona che amava. Sorride e nella
sua mente prende vita una preghiera, un augurio. Che anche Daniel Jackson possa
trovare la felicità.
*ep 4x14, Shau’nac è la Sacerdotessa Jaffa delle Colline Rosse di Chulak, che pensava di aver convinto il suo simbionte ad opporsi ai Goa'uld.
Commento di kae
Questa
collaborazione vede il mio grande ritorno alle storie su “Stargate”.
In molti hanno detto di sentire la mia mancanza, e io mi sono spesso sentita
esclusa da questo mondo vedendo gli aggiornamenti degli altri e non avendo idee
per una nuova storia. Quindi dedico la parte che ho scritto io alle persone che
hanno seguito con passione le mie storie, a quelle stesse persone che mi hanno
ricoperto di complimenti e che ringrazio per avermi aiutato a migliorare. Una
dedica speciale e un ringraziamento altrettanto speciale vanno a Jolinar, che voleva a tutti
i costi che fossi io a scrivere completamente questa storia e che alla fine ha
deciso di propormi questa collaborazione, a kloe2004
e Nahid, che faccio
penare parecchio con le mie pazze idee, e, non ultima, a domaris, che non sento da un’eternità, ma di cui non
mi sono mai dimenticata e che avrà presto mie notizie.
Detto
questo…a presto. Baci, Chiara.
ps: vediamo
chi è così bravo da capire qual è la parte che ho scritto io e quale è quella
scritta da Jolinar…
Commento di Jolinar
Lo ammetto, mi mancava una Stargate Story, e Teal’c mi ha
sempre affascinato, perché ho sempre pensato che avesse più cose da dirci di
quante in realtà gli hanno fatto dire. Cosa c’entrano questi due motivi
insieme?
Semplice: stavo studiando e così,
senza motivo, mi è apparsa la scena di Teal’c che
chiedeva qualcosa a Daniel, e sapevo che, per interessare le lettrici, doveva
per forza chiedere qualcosa a proposito di Sam e Jack (un po’ di gossip
insomma). Poi mi è capitata per le mani la puntata del matrimonio di Rya’c e i dubbi di Teal’c.
Praticamente un invito a nozze. Infine, mi sono ricordata di una fanfic della raccolta di kae – Perché
è così difficile amarti? – e ho capito che l’unica persona in grado di
spiegare a Teal’c l’amore per i Tau’ri e l’amore tra i nostri Jarter era proprio lei. Ho
faticato parecchio a convincerla, perché diceva che Teal’c
per lei era troppo difficile. Allora mi sono offerta di iniziargliela, di
traghettarla fino al punto in cui avrebbe dovuto parlare dell’amore.
Ne state leggendo il risultato, e
devo dire che – come volevasi dimostrare – kae era
davvero la persona giusta!