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Autore: SaruzzaPower    16/12/2015    1 recensioni
Vi ricordate di Olivia e Liam?
Se non vi ricordare di loro è perché non avete letto il primo capitolo di questo esperimento a puntate, quindi vi consiglio di fare dietro front e cercare nella mia biblioteca la prima parte. (Over Again || Liam Payne ).
Se ve li ricordate, sapete anche che questa è una storia nata così, scritta per sfogare la mia angoscia dopo quello che è successo al mio piccolo grande uomo dopo aver chiuso con Sophia, quello che non avevo immaginato io invece, è che così tanta gente mi chiedesse di farne una long o quantomeno di scrivere altri scorci della loro vita...
Così, visti gli ultimi avvenimenti americani, l'ultima esibizione a Xfactor, le lacrime, le "The Adventurous Adventures of One Direction, i selfie, il disagio ecc ecc, ho deciso di sfogare tutto parlando ancora un po' di Liam e Olivia, questi due personaggi che in molti hanno amano!
Spero lo farete ancora!
Perché Liam, tu forse non lo sai, non lo saprai mai, ma tu sai tirare fuori parole dalla mia mente che non avrei mai creduto essere in grado di creare!
Non posso essere Olivia, ma chi mi impedisce di sognare di esserlo?
Buona Lettura
SARA
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Over Again || Liam Payne'
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Questa è solo la fine del nostro primo capitolo 

[Liam Payne]

 

 

L'Otra tour è finito da poco più di sei settimane, una fine che non è sembrata veramente una fine per i fan, perché siamo stati bombardati da miriadi di interviste, esibizioni, eventi; i One Direction che annunciano di aver bisogno di una pausa, sono ovunque, come se dovessero farci fare il pieno prima di ritirarsi per un po'. 

E tra Olivia e Liam? 

È vero, la crew dell'Otra tour si è sciolta momentaneamente, ma c'è stato un altro evento alla quale la ragazza ha presenziato ufficialmente: la London Session. Li ha guardati esibirsi sullo scenario che prima di allora aveva ospitato le riprese di Story Of My Life.

Sono allegri i ragazzi, sono carichi, felici, sembrano inarrestabili, pieni di cose da dire e con la parola pausa sempre sulle labbra, sembra la cosa che vogliono più di ogni altra, eppure i loro occhi ancora brillano davanti al loro pubblico, mentre stringono fra le braccia quelle ragazzine che per pochi istanti possono realizzare il loro sogno.

Un sogno come lo era quello di Olivia, che non è diventata la ragazza di Liam, ma è un qualcosa che gli assomiglia molto.

Lui non ha più avuto attacchi di panico, sembra più felice, sereno, forse si è reso conto che le parole che aveva detto sul lasciare andare la sua ex ragazza erano vere, che forse a volte, anche se inizialmente ci si sta male, tanto, troppo, lasciare andare è la soluzione migliore per entrambi.

Non possono farsi vedere, Olivia non vuole finire nel mirino di fan accanite e Liam non vuole correre, avrebbe voluto avere più tempo per se stesso, ma poi è arrivata lei, che non gli ha lasciato molta scelta.

È partito per l'America da solo , Olivia ha preferito continuare a fare la vita della ragazza normale, anche se è scoppiata a ridere mentre glielo diceva, perché è pur sempre una fan e per le fan ormai la frase "voglio essere un ragazzo normale" sarà sempre associata un po' comicamente a Zayn.

Liam non ha riso però, l'avrebbe voluta con sé, si è visto sommergere ancora dal panico, dalla paura di essere sopraffatto, di tutto e niente, ma lei lo ha stretto fra le braccia, gli ha baciato dolcemente la piccola voglia sul collo e gli ha promesso di aspettarlo, di telefonargli, di esserci per lui pur non essendoci.

È tornata a fare la vera ragazza normale durante la sua assenza, aspettando sveglia le apparizioni ai vari programmi, ascoltando come una pazza il nuovo CD appena uscito, innamorandosi delle canzoni, degli assoli di Liam.

Ascolta paziente la sfuriata del ragazzo quando esce l'articolo di Zayn, che non è una vera sfuriata, è più uno sfogo, dopo aver dovuto subire le lamentele degli altri ragazzi che purtroppo con Zayn non hanno lo stesso rapporto.

I giorni passano, ma loro no, loro che senza aver dato confini precisi a quello che sono, stanno diventando qualcosa di indissolubile.

 

**

POV OLIVIA 

- Tu sei matto! Stamattina ho aperto gli occhi e ho visto quella mano tutta tatuata, prima di leggere la didascalia sotto, ho perso dieci anni di vita! Razza di incosciente! – borbotto ancora assonnata.

- Tanto lo sai che è solo questione di tempo, amo i tatuaggi, li adoro sulle mani e... - ridacchia.

- Ma tua madre? Ci pensi a tua madre? – 

- Lei ama me, con o senza tatuaggi, com'è che a Zayn non dice niente? – 

- Perché non è suo figlio? – 

- Oh credimi, sono sicuro che tante volte avrebbe voluto che lo fosse! – è ancora strano per me rendermi conto di essere al telefono con Liam, che parla alla sua solita velocità super sonica, mentre io ancora tentenno con certe parole o verbi.

- Come stai? – 

- Dimmelo tu come sto! Tanto potrei mettere la mano su fuoco che non hai perso nemmeno una nostra apparizione! – mi rigiro nel letto e mi copro con una mano dalla vergogna.

- Forse... - ammetto – Ti ho visto sorridente, un po' stanco forse, ma molto entusiasta. Spero che la voce di Harry stia meglio e che Louis si sia preso cura di lui... - 

- Oliv... - mi ammonisce.

- Eddai Liam, quanto siete loschi da 1 a 10? Ma le vedi le facce di Niall quando quei due interagiscono? La parte meno nobile di me non può negare che... - 

- Ok, alt, parliamo un attimo di noi... - 

- Oh ma lo sai che non vedo l'ora di vedere il The Late Late Show, amo James! – 

Liam scoppia a ridere – Povero Niall, tu non hai idea cosa gli ha organizzato. Se non morirà di infarto questa volta non morirà mai più! –

- Dai dimmelooooo, ora sono curiosa! – faccio la voce dolce.

- Mi stai distraendo, stavo cercando di dirti una cosa – 

- Sì di noi, avanti parla, mi piace quando usi la parola noi! – 

- Vorrei che venissi in America, è strano non averti intorno e vorrei farti conoscere una persona – il mio cuore inizia andare all'impazzata, un po' perché lui mi vuole lì ma soprattutto perché lì c'è una persona in particolare che lui sa che vorrei tanto conoscere – 

- Ma io devo lavorare... - sono costretta a placare i miei salti di gioia interiori.

- In realtà potrei aver versato sul tuo conto una certa quota per permetterti di venire qui e lasciar perdere quel lavoro da quattro soldi – esclama orgoglioso.

- Liam perché? Non stiamo insieme, non sei costretto a fare certe cose – mi sento in colpa, io non voglio i suoi soldi.

- So che non stiamo insieme, ma siamo comunque qualcosa, siamo sicuramente amici e non può un amico fare un regalo alla sua amica speciale? – lo immagino con il suo sorrisetto furbo, con la certezza negli occhi che io mi stia sciogliendo al suono delle sue parole.

- Tanto la vuoi sempre avere vinta tu! – gli faccio il verso.

- Certo, perché tu non vuoi che mi venga un attacco di panico vero? – 

- Ehi, non si scherza con queste cose! – razza di cretino, passa veramente troppo tempo con Louis.

- E allora da brava, ci vediamo fra qualche giorno! –

 

**

 

Non le lascia il tempo di ribattere, ama questo loro rapporto Liam, possono essere complici ma senza il peso eccessivo di una relazione, che inevitabilmente è come se lo fosse, altrimenti non avrebbe mai deciso di presentargli Zayn, il suo migliore amico.

Ma prima del suo arrivo ci sono ancora tante partecipazioni, c'è l'Ellen Show, dove le peggio domande vengono rivolte loro, Harry è preso di mira e tutti sembrano voler sapere in che rapporti i ragazzi sono con Zayn, dopo la famosa intervista uscita per la rivista Fader.

C'è il The Late Late Show, che Olivia guarda in streaming nella sua stanza, cercando di tenere gli occhi aperti per la differenza di orario: qualcuno farà un tatuaggio e Niall perde veramente mille anni di vita, come le aveva detto Liam. Povero piccolo biondo, bullizzato da tutti i suoi amici, messo per ultimo in fila, i piedi che non riescono a stare fermi, si copre gli occhi mentre Harry alza il coperchio della sua scatola e: Tattoo! La scampa Niall, esultando quasi come se l'Irlanda avesse vinto i mondiali, si asciuga il sudore sulla fronte e abbraccia forte tutti quanti, mentre lascia scemare la tensione.

 

**

POV LIAM

Tutti gli eventi ufficiali sono finiti, fra poco torneremo a Londra e se devo essere sincero non ho voglia di essere fotografato in giro, preferisco restare in casa, andare a trovare Zayn, rilassarmi, ma soprattutto aspettare Olivia.

Paddy la sta andando a prendere all'aeroporto, poi verranno da Zayn, sono affacciato al balcone, sto fumando e lui è in giardino sulla scalinata, che continua a scarabocchiare i muri. Alcuni dei suoi disegni devo ammettere non hanno un senso logico, sono mal rifiniti e ambigui, eppure mi fanno sorridere, mi piace guardarlo con i suoi capelli argentati, con la mascherina, chino con il dito premuto sull'erogatore. È tranquillo ora, anche se non tutto è come lo immaginava, anche se le sue interviste vengono ancora corrette e gli vengono imposte figure come Gigi a scopo promozionale, però sta tornando pian piano la persona che ho conosciuto cinque anni fa a XFactor e quindi quando lo vedo guardare verso l'alto, alzando la mano a coprirsi gli occhi dal sole, nella mia direzione, lo saluto sorridendo.

Apro lo sportello del van nero e la trascino fuori, la sollevo per il sedere e mentre lei avvolge le gambe al mio bacino, cerco la sua bocca e la bacio con foga, spingendo la testa verso la sua e cercando la sua lingua, che vispa si scontra con la mia per approfondire il contatto. Continuo a baciarla non curandomi di Paddy che ci sta guardando, penso solo che mi è mancata e vorrei andare subito in camera per godere dei suoi effetti tranquillizzanti, invece un tossicchiare insistente ci fa separare e troviamo Zayn con le braccia incrociate e la mascherina che gli pende appesa ad un orecchio, guardarci con un mezzo sorriso.

- Tu devi essere la famosa Olivia! – non allunga la mano verso di lei, nemmeno dopo che io le faccio toccare i piedi per terra. Vedo dai suoi occhi che la sta studiando, sta cercando di capire se la deve odiare come faceva con Sophia o le può concedere una chance. Io sorrido a lui, prima di avvolgere le sue spalle con il braccio e stamparle un bacio in fronte. Lei mi guarda, poi guarda lui, la sento tremare come una foglia, e per l'ennesima volta quella che ho di fronte è la peggiore delle fangirl, per questo non mi stupisco quando fa un passo avanti e senza dargli possibilità di scappare, stringe le braccia attorno alla vita esile di Zayn che rimane con le braccia sollevate in aria, mentre i suoi occhi mi fissano increduli.

- Ti sei trovata una come te? Senso degli spazi vitali pari a zero? – sa benissimo come mi ha conquistato Olivia, del suo particolarissimo modo di calmarmi, ha riso come un matto tenendosi la pancia quando gliel'ho raccontato, per questo ridacchio alla sua domanda.

- Ciao Zayn! Mi sei mancato così tanto! – scoppio a ridere perché è assurdo che uno possa sentire la mancanza di qualcuno che non ha mai conosciuto, ma non so se nel suo caso si può veramente dire che non lo conosca. 

Alla fine le braccia di Zayn ricadono sulla sua schiena e un borbottante – Piacere mio, Olivia - esce dalle sue labbra.

Non ci vuole molto perché lei lo conquisti, si mette a parlare a ruota libera di quello che ha pensato quando se n'è andato, di cosa ha letto lei fra le righe di quell'intervista e di come non vede l'ora di andare ad un suo concerto, nemmeno io mi ero mai accorto di quanto amasse Zayn e di quanto avesse capito la sua vera essenza, e lo vedo dai suoi occhi che ne è piacevolmente sorpreso.

Il colpo di grazia arriva quando tira fuori il suo peggiore lato nerd, fumetti, supereroi, arte, Zayn la guarda incantato e mi guarda sorridendo grattandosi il sopracciglio come fa sempre, prima di chiederle qualche consiglio tecnico sull'acustica della piccola sala di incisione che ha in casa.

Per l'ennesima volta mi sento in pace e non c'è nessun altro posto al mondo in cui vorrei essere, per qualche giorno mi dimentico del mondo esterno, degli altri ragazzi, di essere un cantante di successo ecc ecc, per questi ultimi giorni in America sono solo Liam che sta passando una tranquilla settimana di relax, in una bellissima villa con la sua fantastica "qualsiasi cosa sia Olivia per lui" e i suo migliore amico.

Facciamo il bagno in piscina, cantiamo a squarciagola e Zayn ci lascia usare le bombolette, anche se finiamo per essere più sporchi noi dei muri che ci da a disposizione. 

Spesso Oliva si immobilizza mentre io e Zayn canticchiamo insieme o parliamo di musica e scoppia a piangere come una sciocca, ma noi ci ridiamo su, e se una persona fa ridere Zayn, se lo sa conquistare in così poco tempo, ho ben poco da aggiungere. 

 

**

 

Tornano a casa tutti insieme, o meglio, Liam, Louis, Andy, Oli, Zayn e Olivia, Harry e Niall se la fanno in solitaria, e mentre aspettano le auto che li portino all'aeroporto, in un'epica battaglia a sasso carta e forbici, Louis è il prescelto per fare da diversivo per nascondere Olivia e Zayn dai paparazzi.

Non lo fa senza brontolare ovviamente, con un muso lungo e lo sguardo truce, Andy usa snapchat come ulteriore diversivo, e stranamente tutto fila liscio, nessuna foto esce e tutti possono andare a casa "sani e salvi".

Olivia riesce anche ad andare alle prove, riesce a sentire tutti e cinque cantare, e quasi piange a sentire gli acuti di Zayn che volano oltre le altre voci, dando quel tocco in più.

Sapeva che metà dell'album era stato registrato prima dell'abbandono del moro, ma non era mai riuscita a sentire le tracce originali, beh, forse ora è felice di aver atteso, perché la voce dal vivo di Zayn, mescolata a quella di Liam e agli altri tre è qualcosa di unico.

Preregistrano altre apparizioni che verranno messe in onda fino a capodanno e Liam e Olivia riescono a passare dell'altro tempo insieme.

 

** 

POV OLIVIA

Sento bussare alla porta e no, non aspetto nessuno. 
Liam non si fa sentire da un giorno intero e io me ne sto abbandonata sul divano: patatine, pop corn, caramelle gommose e la nuova serie di The Adventurous Adventure of One Direction che mi sta tenendo compagnia.

Amo questa serie, ammetto di ridere a crepapelle quando Harry si dimentica del compleanno di Louis e lui, che ci assomiglia quasi in tutto e per tutto ci rimane male. Quasi mi commuovo quando Simon li richiama al quartier generale e alla domanda: "E Zayn?" tutti insieme decidono che sebbene possano stare senza di lui nella band, non possono lasciarlo indietro nel team.

Ed è così che vado aprire la porta, con un fazzoletto in mano e gli occhi un po' umidi.

- Che succede Oliv? – la bocca mi si spalanca perché avere Liam in piedi, bello come non mai, in tuta, con un giubbotto di pelle aperto e i capelli super ordinati di fronte, ancora mi scompensa.

- Ehi... - lui mi spinge dentro e prendendomi le mani mi bacia, cammino all'indietro lasciando che mi guidi fino al divano e finiamo uno sopra all'altro con la testa che quasi mi sbatte sulla tastiera del portatile, la sua lingua mi accarezza le labbra, per poi fermarsi all'improvviso – Guardi anche questa roba? – 

- Non ti permetto di dire nulla, è bellissimo! E poi tu che hai trovato Shadow Pico e lo hai pure twittato, sei l'ultimo che può dirmi qualcosa! – gli faccio la lingua e lui me la morde, per poi succhiarla piano, facendomi venire i brividi.

- Infatti non sono venuto per parlare! – allunga la mano e chiude il pc, tornando sul mio collo e succhiando con forza.

Ancora non lo capisco benissimo Liam, ci sono momenti in cui sorride e il mondo si ferma, in cui la sua dolcezza mi fa svenire ripetutamente sul posto e poi ci sono attimi in cui si trasforma, in cui le sue mani si muovono sicure e veloci su di me, la sua bocca cerca avida la via del mio piacere e mi ritrovo nuda e ansimante prima ancora di rendermene conto.

Non mi lamento ovviamente, sia mai, però è una cosa che mi fa ridere, finisco sempre per farlo quando finiamo così, e sì, forse è una reazione isterica a tutta questa follia che è diventata la mia vita, ma è bello vedere che lui finisce per ridere con me.

- Un giorno mi spiegherai perché ridi sempre! – passa un braccio attorno al mio collo per avvicinarmi ancora più a me, allarga un po' di più le mie gambe spostando il bacino e senza darmi tempo di rispondere, con una spinta mi toglie il fiato. Mi guarda soddisfatto rimanendo fermo, schiudendo un po' le labbra per imitarmi – Non ridi più ora? – morde il mio labbro con forza, facendomi sussultare nuovamente, respirando il mio stesso respiro caldo, chiudendo gli occhi.

Mi aggrappo alle sue spalle e affondo i denti nella sua spalla, cercando ossigeno, cercando più contatto. Un contatto che non tarda ad arrivare, perché inizia a muoversi lento, su e giù, su e giù, baciandomi le labbra ogni volta che si avvicina.

Ha gli occhi lucidi che non si staccano da me, mi tenie forte, si muove forte, con calma ma con decisione e mi fa letteralmente impazzire, stringo le gambe dietro la sua schiena, le unghie che quasi gli incidono la pelle e se gli faccio male, lui non si lamenta.

Non parliamo mai molto, certe volte un "piccola" gli scappa o qualcosa tipo "come sei calda", "vieni per me" ma sono cose che mi fanno sentire parte della peggiore telenovela argentina, lo prendo sempre in giro quando lo fa, guidato dall'entusiasmo, così se riesce evita. 

La verità è che non mi importa niente, Liam può anche chiamarmi piccola mentre mi fa provare un piacere così forte, mentre la sua pelle è sulla mia e il suo piacevole peso mi schiaccia un po'. 

Posso sentire il suo cuore battere forte, vedere la vena del collo pulsare veloce, su e giù, su e giù, ed è talmente magico ogni momento che passo con lui che alla fine mi arrendo, quasi fatico a respirare, annaspo ad ogni spinta e mi lascio andare con qualche versetto di piacere che esce mentre il torpore si impossessa delle mie gambe e le allungo, avvolgendo le braccia attorno a Liam che si abbandona su di me con un sospiro, lasciando che gli accarezzi la schiena con i polpastrelli.

Amo quando disegnando piccoli motivi concentrici, la sua pelle si increspa, e lui sorride sul mio collo. Il mio piccolo grande Liam, che mai e poi mai avrei creduto potesse diventare così mio. 

- Non sono venuto solo per questo, lo giuro! – sussurra al mio orecchio – ma è bello prenderti alla sprovvista! – scivola di lato e cerca le mie labbra.

- Già, sei proprio un maleducato, credo che non ti parlerò più! – bleffo.

- Sì, credo proprio che faresti bene! – mi bacia ancora, soffermandosi tra le mie labbra, allungando la mano e catturandomi la guancia. Mi tira di nuovo a lui, e non posso credere di sentire ancora qualcosa muoversi.

- Beata gioventù! – alzo gli occhi al cielo, ma ricambio i suoi baci, ancora e ancora.

- Beata te, vorrai dire! – mi prende per il bacino e mi tira sopra di sé, e io lascio vagare le braccia per il suo petto, ammirando il suo viso rilassato e gli occhi soddisfatti. 

A volte ricordo ancora il suo primo attacco di panico e posso dire di preferirlo di gran lunga molesto e voglioso.

 

**

POV LIAM 

È tardi, tardissimo, mi sono perso facendomi dei selfie post doccia e cercando il filtro migliore per vincere la mia personale sfida con Zayn, che ha postato stamattina, facendo eccessivamente il figo.

I miei genitori sono già partiti, Niall è a Birmingham da un po', Louis e Harry stanno partendo e io sono ancora qui che cerco di sistemarmi i capelli, ormai troppo lunghi. 

Li acconcio come meglio posso e confido in un miracolo da parte di Lou, come sempre; afferro il cellulare, infilo la giacca e esco dalla stanza, trovando Watson intendo a mangiare l'angolo di una delle sedie del soggiorno, c'è gomma piuma ovunque, altre tre sedie sono rovesciate e quando mi giro un cuscino, o quello che una volta era un cuscino, giace in mille pezzi per la cucina e il divano.

Prendo un respiro e guardo il lampadario – Te lo meriti Liam, te lo meriti perché ti sei dovuto comprare un mammut, e ora ne subisci le conseguenze – dico ad alta voce, mentre cerco di stringere gli occhi e – Watson! – urlo. Mi guarda con quei suoi occhi languidi, il rosso della palpebra inferiore ben in evidenza per la pesantezza delle labbra piene di bava, ancora strette al bordo della mia povera sedia. Per un attimo finge anche di fermarsi e guardarmi, muovendo le orecchie, ma poi credo decida che non sono affatto spaventoso, perché ricomincia da dove l'ho interrotto.

Cammino spedito verso di lui, mi chino e afferro il suo collare – Ok, hai vinto una gita a Birmingham razza di stronzetto! E vedi di fare il bravo in macchina – devo puntare i piedi per trascinarlo, non sembra convinto di voler venire, ma non ho altra scelta, lo scenario che mi lascio alle spalle, che guardo sconsolato prima di chiudermi la porta alle spalle è già abbastanza lugubre. 

Tiro fuori un telo dal bagaglio, copro i sedili posteriori e lo faccio salire a fatica, spingendolo con la schiena e chiudendo lo sportello cercando di non lasciarmi intimidire dal suo guaito contrariato e dai suoi occhioni di nuovo languidi.

Sono più che conscio di stare infrangendo tutti i limiti consentiti dalla legge, ma le chiamate alle quali non rispondo, che si ripetono senza sosta, non mi lasciano altra scelta che spingere il piede sull'acceleratore.

- Paddy ho dovuto portarmi dietro il mammut! – dico quando arrivo e lui mi apre lo sportello con la faccia dura.

- Lascia fare a me, ti stanno aspettando per le prove, muoviti! – 

- Fa il bravo, stronzetto! – allungo la mano e gli sfrego la testa con un sorriso, in fondo adoro questo bestione, che in realtà è ancora un cucciolo, riempie la casa in un modo tutto suo che mi aiuta a non sentire altre mancanze, che ancora oggi ogni tanto cercano di sopraffarmi.

È una delle nostre ultime esibizioni, ci sono i miei e nel backstage ridono e scherzano con personaggi famosi, per loro ormai sono miei amici, li sentono come figli loro, e a me piace averli qui, vederli ridere, e sapere che nella pausa potrò passare più tempo con loro, restituendogli un po' della normalità che gli ho tolto andandomene di casa a diciassette anni.

Il pubblico è caloroso, e le nuove canzoni ormai sono totalmente nelle nostre corde, mi manca Zayn, ma siamo veramente grandiosi anche solo noi quattro insieme.

Quando finiamo non posso stare con i ragazzi, abbraccio i miei che mi aspettano fuori giocando con il cane e dopo avergli fatto fare i suoi bisogni, lo rispingo a forza nell'abitacolo. Il viaggio di ritorno è un'esperienza che non augurerei al mio peggior nemico, Watson pare deciso a rendermi il tragitto un vero inferno e riuscendoci egregiamente.

Gli ululati non sono niente se confrontati al suo voler venire davanti, il suo grattare senza sosta sui sedili, finestrini, interni, come se dovesse fuggire dalla gabbia delle torture. Mi lecca la faccia, cerca di strapparmi il giubbotto di pelle, mi sbatte la coda in faccia e sì, mi aggrada con la sua flatulenza. La situazione è talmente tragica da sembrare comica, così ad un semaforo gli faccio una foto e la twitto, rendendo il mondo partecipe delle mie disgrazie

Arrivo a casa esausto, libero Watson nel giardino e quando entro ricordo della confusione che avevamo lasciato; sbuffo fragorosamente e cammino fino al divano, lasciando la vetrata aperta, abbandonandomi e portandomi le mani davanti al viso.

Sbatto gli occhi velocemente, cerco di capire da dove iniziare e faccio un piccolo urlo prima di mettermi seduto, guardando comparire Watson scodinzolando felice.

Mi viene vicino e inizia a leccarmi la faccia con gusto – Ok, ora ti do la pappa! Monello! – mi alzo e aggiro il bancone della cucina aprendo il frigorifero.

Il cellulare mi vibra in tasca e sorrido vedendo il suo nome sul display – Bollettino fangirl? – ridacchio.

- Ti prego dimmi che hai ancora addosso quel gilet! – esclama con la voce piena di enfasi.

- No, ma se ti piace così tanto posso farmelo dare! – 

- Siete stati bravissimi! – 

- E tu sei troppo poco obiettiva quando si tratta di noi! - dico mentre finisco di preparare la ciotola e Watson abbia facendomi sobbalzare.

- Affamato il piccoletto? – mi prende in giro.

- No, tu non puoi capire! Mi sta distruggendo la casa, ogni volta che parto e torno, ha qualche vizio in più, l'ho dovuto portare con me a Birmingham capisci? Sai cosa vuol dire farmi due ore chiuso con lui in macchina, da solo? – borbotto.

- È quello che meriti per aver postato quella foto mezzo nudo nel pomeriggio! Come ti salta in mente di fare una cosa del genere, mi hai ucciso e con me altro mezzo milione di ragazze! – protesta.

- Non ti lamenti così quando mi vedi dal vivo! – la prendo in giro.

- È diverso... - 

- Te l'ho già detto che tu sei strana? – ridacchio ancora.

- Può essere... - fa la finta vaga – Comunque se non sai con chi lasciarlo, sabato per XFactor posso stare io con il cucciolo! – 

- Ma è la finale... l'ultima esibizione... -

- Appunto, vorrei che tu fossi tranquillo! – dice dolcemente.

- Sarei tranquillo se tu venissi – è strano doverlo ammettere, ma sono sicuro che sarà un duro colpo dire addio per un po' a tutto questo mondo, esibirci per l'ultima volta proprio dove tutto è iniziato, sarà forte, commuovente, stressante e se lei fosse con me, saprei che tutto potrebbe andare bene. 

- Non so se avrei il coraggio di vedervi per l'ultima volta dal vivo, sapendo che è l'ultima. Finirei io per stare male, sciogliendomi in pianti di cui potrei solo vergognarmi. Forse la cosa migliore è che io faccia quello che ho sempre fatto prima di conoscervi, ovvero optare per un bel divano comodo e le coccole di un enorme e dolcissimo cane -

- Quando smetterai di sentirti solo una fan? Tu potrai sentirci in studio ogni volta che vorrai! – la prendo in giro.

- Per un po' no, non tutti sono iperattivi come te Liam, Niall vuole viaggiare, e Lou e Harry... Quindi sì, sarà diverso... - 

Sospiro, è una testarda cronica, quindi non provo a convincerla oltre, provo a vedere il lato positivo, ovvero che nessuno mi distruggerà casa.

 

**

 

È finita: la fine che non sarà la fine, la promessa di tornare, Louis che ci tira uno contro l'altro in un abbraccio fortissimo, sento le loro mani stringermi la giacca e Niall bisbigliare che ci vuole bene.

Sono io a dover fare l'ultimo discorso, ringrazio tutti per i cinque meravigliosi anni passati, per il supporto, l'affetto e tutto, veramente tutto quello che abbiamo creato in questo lavoro di squadra, noi e loro. 

Riguardo le immagini che scorrono sullo schermo sopra di noi, gli inizi: Dio com'eravamo pettinati e vestiti male, però quella luce nei nostri occhi c'è ancora, forse siamo stanchi è vero, siamo un po' meno sognatori, ma amiamo i nostri fan, e so che già da domani mi mancheranno tantissimo. 

Cantiamo come se dovessimo far arrivare le nostre voci fino alla fine del mondo, oltre la fine del mondo; tutti devono sapere che abbiamo ancora molto da dire e che niente sta per finire.

Mi si spezza la voce e ho gli occhi lucidi mentre parlo e guardo con la coda dell'occhio i miei fratelli, mentre vedo quel vuoto che fino a poco tempo fa riempiva quel ragazzo taciturno dai capelli mori e dall'animo gentile.

È strano sentire Simon ringraziarci, siamo partiti in cinque per creare qualcosa di assoluto e siamo arrivati qui in quattro, anche se so che Zayn è nascosto da qualche parte in mezzo al pubblico, lui che non è fuori da tutto questo per colpa nostra, ma per l'etichetta che non gli ha permesso di essere se stesso. 

Vorrei tanto urlare il suo nome e abbracciare anche lui, anche se sono sicuro che Louis avrebbe qualcosa da brontolare. 

Guardo per l'ultima volta il pubblico, la Wembley Arena e le scrivanie dei giudici, che settimana dopo settimana ho visto e rivisto, scalando verso la finale del programma a cui devo tutto. 

Appena c'è la pubblicità salto gli scalini che mi separano dalla platea e corro verso i miei genitori li abbraccio e li bacio, ringraziandoli di tutto, prima di correre di nuovo via, mentre Paddy avvolge un braccio attorno alla mia vita e – Sono così orgoglioso di te, ragazzone! - 

Entriamo in camerino ancora frastornati, ancora increduli, ci mettono subito davanti una telecamera e mi fanno parlare, come al solito, ringrazio nuovamente tutti e ribadisco il concetto: - È solo la fine del nostro primo capitolo! Abbiamo ancora tutta la vita davanti, a presto! – ci abbracciamo ancora quando il led rosso si spegne e – Credevo venisse giù l'arena quando è partita la base di History, amano questa canzone! – esclama Louis.

- Perché parla di noi, di loro e quel: This is not the end, è esattamente quello che vogliono sentire, vogliono essere sicuri che torneremo da loro! – spiega Harry

- Certo che torneremo! E forse pensandoci dovrebbe essere questo il nuovo singolo, lascerebbe qualcosa di più profondo – alza il pugno al cielo Niall.

- Potrebbe essere un'idea – assecondandolo.

- E ora tutti al party! – urla Louis.

Afferro una redbull e li guardo – Olivia è a casa da sola con Watson, vi dispiace se torno da lei? – mi guardano con un sorriso malizioso.

- Ormai fate sul serio eh? – mi stuzzica Louis.

- No, cioè... mi piace, però non stiamo insieme e... - balbetto

- Ti stai innamorando, Payno? – rincara la dose Niall.

- Pensa a Selena tu! – 

- Oh, ci penso eccome! Stai tranquillo! – 

- Lasciatelo stare, oltretutto Nicola mi ha detto che vengono a casa con te stanotte, è già abbastanza una punizione per abbandonarci, no? – sorride.

- Ho una casa abbastanza grande per fare quello che mi pare nonostante i miei genitori siano con me! – rido. 

- Sentiteloooo! – tutti urlano e ridono e io sorseggio la mia redbull facendo finta di nulla, so che non dovrei abusarne, però mi aiuta a stare lontano dall'alcool. Li abbraccio ancora, li ringrazio e li guardo andando via, non so perché, posso vederli quando mi pare, eppure una parte di me si sente triste. 

Richiamo la mia famiglia all'ordine e do loro un telecomando del cancello, sapendo già che spingerò il piede sull'acceleratore per tornare a casa da lei, per consolarla, perché sono sicuro che sarà stato difficile viversi l'ultima esibizione da sola.

Arrivo a casa in tempo record, per fortuna ormai sono diventato bravo a sfuggire ai fotografi, entro veloce nel cortile, abbandono la macchina e corro in casa.

Le luci sono tutte soffuse, attraverso quasi di corsa il salone e sento il rumore della tv accesa, e lì la trovo, raggomitolata sul divano, avvolta nella mia coperta, con Watson accoccolato vicino, è quasi più grande di lei, che ha una scatola enorme di clinex ancora stretta nella mano e un numero spropositato di fazzoletti tutto attorno. 

Muovo la bocca di lato emettendo un piccolo richiamo per Watson, che subito muove le orecchie e fa scattare la testa nella mia direzione, scodinzola felice ma non si allontana da lei, anzi, le spinge i piedi con il muso, come se volesse svegliarla.

- È lei che ha fatto la guardia a te o sei tu che l'hai dovuta consolare? – chiedo piano, accarezzandolo e guardandola rispirare, la bocca semi aperta e i capelli scompigliati.

Appoggio una mano sulla sua coscia, la massaggio da sopra la coperta e – Oliv, ehi! Olivia? – la scuoto ancora un po', finché non le vedo muovere le palpebre, apre gli occhi e li punta su di me, certamente non mi aspetto una reazione così repentina, perché me la ritrovo stretta al collo, i singhiozzi che la scuotono e le sue mani che mi stringono la giacca – Che hai ora? – chiedo sorridendo, le annuso i capelli e sa di casa mia, è una sensazione così appagante.

- Sei qui... mi sento così fortunata, non posso credere che non sarete più gli One Direction per così tanto tempo. Forse non sei reale e io mi sto immaginando tutto! – si stringe ancora di più a me.

- Saremo sempre i One Direction, non sarà una vacanza a cambiare le cose, e sì, sono reale, talmente tanto reale che c'era un party per la finale e Lou e gli altri sono andati al Libertine, ma io avevo solo voglia di vedere te! Sono reale e un po' patetico – mi sporgo a baciarla, queste sue labbra che sanno di lacrime, lacrime per me e per quello che rappresento per lei e non solo.

Mi guarda per un po' dopo che si stacca, mi studia, appoggia le mani sulla mia barba incolta e l'accarezza prima di sospirare – Forse è meglio che vada, Wats è stato un angioletto come puoi vedere, mi ha riempita di coccole, ma ora stanno arrivando le tue sorelle e i tuoi genitori, ho visto che erano in studio e non vorrei che... - straparla.

- Sono tornato per te e tu te ne vuoi andare? – sgrano gli occhi incredulo.

- Ma è la tua famiglia e... - 

- Appunto! Vorrei che conoscessero la persona che mi ha salvato il culo nel momento del bisogno – 

- Mi avranno visto mille volte in tour – ride.

- Non sapevano che fossi tu... - ok forse se la mettiamo così sono arrivato a un punto di non ritorno e il cuore inizia a spaccarmi il petto, sento la voce di quei tre prendermi in giro: "Payno è innamorato".

- Io cosa? – così non mi aiuti, Olivia!

- Tu! – la guardo intensamente e spero che capisca, capisca che con questo tu, intendo la persona che voglio al mio fianco adesso. 

Lei sorride arrossendo e non posso fare altro che baciarla, chiedere accesso alla sua bocca, accarezzandola con la lingua e godendo del calore della sua bocca – E poi devi dormire con me stanotte, non posso lasciarti andare a casa dopo che hai pianto davanti ad un televisore tutta la sera... - la prendo in giro.

- Non sono io quella che... - ma non la faccio finire, mi riappoggio alle sue labbra sentendola tremare – Sarà, eppure io ti sento nervosa – la bacio ancora – quindi stavo pensando che potrei... – scendo verso il collo mentre faccio scivolare una mano sotto la sua maglietta incurante del tempo che passa e degli ospiti che stanno arrivando.

È Watson a riportarci alla realtà con un abbaio che fa vibrare l'intera stanza, guardo oltre la vetrata e l'inconfondibile lampeggiare del cancello mi costringe a far scivolare via le mani ed allontanarmi da lei giusto in tempo perché mia madre irrompa in casa trotterellando commossa, un fazzoletto fra le mani e mio padre che trascina le loro valigie dietro, seguito da Ruth e Nicola.

- Mamma, stai ancora piangendo? Ma cosa devo fare io con te! – corro ad abbracciarla, la stringo forte e la bacio e quando alzo gli occhi sul resto della famiglia so già cosa stanno guardando con gli occhi un po' turbati. 

 

**

 

Non c'è bisogno che Liam li presenti, tutti riconoscono Olivia, l'hanno vista mille volte dietro le quinte, lavorare con le cuffie e il walky talky parlando con gli altri tecnici, è il perché si trovi nel salotto di quella casa, sdraiata sul divano con i capelli arruffati, avvolta in una coperta e con il grande alano sdraiato accanto, che li lascia scossi.

Karen si allontana dall'abbraccio, guarda il marito, le figlie e dopo un attimo di esitazione fa qualche passo verso di lei, che si alza prontamente seguita da Watson, non sa cosa fare, se deve porgerle la mano, se basta un saluto informale, non sa proprio nulla, per fortuna l'angelicità e la mancanza di spazi altrui Liam deve averla presa da lei, perché senza rendersene conto se la trova fra le braccia. 

È tutto molto meno imbarazzante di quello che Olivia avrebbe creduto, nonostante non riesca a staccare gli occhi da Liam, che sembra ancora più irrequieto del solito, mentre fa da tramite fra lei e loro. È tutto molto meno imbarazzante finché iniziano i primi sbadigli e Liam annuncia che sarebbe ora di andare a letto; diventa molto imbarazzante quando dopo aver detto a tutti di usare pure le loro solite stanze, sovrappensiero allunga la mano verso quella di Oliva e fa intrecciare le loro dita. 

Tutti gli occhi si puntano su quell'intreccio e Geoff guarda il figlio con aria interrogativa, tossicchiando qualcosa che Olivia e il suo inglese stentato, certo non possono capire, al contrario del ragazzo, lui capisce, perché diventa rosso all'improvviso e dando la buona notte a tutti, la trascina via

 

**

POV OLIVIA

- Io lo sapevo! – la vergogna potrebbe uscirmi da occhi, bocca e orecchie. Come posso restare a dormire in questa stanza, sapendo che i genitori di Liam sono da qualche parte in questa casa e sono sconvolti da quello che hanno visto, cioè me, prima sul divano di casa del loro figlio e poi mano nella mano con lui.

- Ruth e Nicola sapevano di te, glielo avevo accennato, mamma già ti adora e papà forse ha paura che ti stia usando, sai per via di Soph! – spiega grattandosi la testa in imbarazzo.

- È normale che pensi ancora a lei, è per quello che credo sarebbe meglio che io tornassi a casa mia! So che mi vuoi qui, come mi avresti voluto a Wembley stasera, ma vedi Liam, ci sono cose che hanno bisogno dei tempi giusti e... - 

- Sono andato via di casa quando avevo appena diciassette anni, giro per il mondo da cinque anni, ho più soldi di qualunque ragazzo della mia età, a meno che non si parli degli altri quattro e so badare a me stesso; quindi se dico che voglio che tu rimanga, non devi andartene, almeno non per qualcosa di cui non dovresti preoccuparti! – è una bella teoria, vorrei tanto che fosse applicabile.

- Loro sono i tuoi genitori, è vero tu sai fare tutto da solo, sei maggiorenne e sai badare a te stesso, ma tua mamma è ancora scioccata per tutti i tuoi tatuaggi, per quello che ti è successo in Irlanda e se io posso essere un problema minore... - 

- Lo vuoi capire che tu stai diventando la soluzione ai miei problemi e non viceversa? – si avvicina a me, divarica le gambe appena, giusto per abbassarsi il tanto che basta per essere alla giusta altezza, perché i suoi occhi piccoli e caldi, si fissino sui miei, mentre mi afferra per la camicia e mi tira verso di lui, intrappolandomi in un bacio quasi disperato. Sento che a modo suo mi sta pregando di rimanere con lui. 

Lo guardo, ormai so tutto a memoria di lui, eppure più mi soffermo sul suo viso, più mi sembra che ogni volta ci sia qualcosa di nuovo da scoprire, come se i giorni e i minuti passando, rendessero ancora migliore il suo insieme, il suo essere così perfetto e unico.

Dovrei andare via, il mio cuore sa che sarebbe la cosa più giusta, che abbiamo deciso di non tracciare confini che delineino il nostro essere, eppure le sue mani che mi sfiorano i fianchi insinuandosi di nuovo sotto la maglietta, le sue gambe che si appoggiano alle mie, mentre la sua bocca mi bacia la fronte, il naso ed infine la bocca, non hanno nessuna intenzione di ascoltarlo, vogliono Liam, ogni parte del mio corpo lo vuole e quando mi lascio adagiare sul letto, quando lo guardo sbottonarmi lentamente un bottone della camicia dopo l'altro, so che domani mattina affronterò di nuovo la sua famiglia, questa volta con più sicurezza.

Ho sempre voluto Liam da quando era un ammasso di capelli ricci indomabili, mi sono affezionata al suo tutto, al suo essere criticano, non amano ed escluso, al suo essere dolce e timido ma leader della situazione, l'ho amato davanti al pc, attraverso le foto e sotto il palco, quando ancora ricevere il suo sguardo per due secondi era il regalo più grande che l'intera vita potesse farmi; ho affrontato cose peggiori di una colazione con la sua famiglia per averlo vicino, perché ora dovrebbe essere diverso?

- Te l'ho detto, non voglio sapere cosa sei per me, ma sei tu, qualunque cosa voglia dire, anche se non lo so spiegare a parole... - si abbassa a baciarmi lo spacco del seno, fa uscire piano la lingua e la fa scorrere delicatamente nella spaccatura, facendomi sussultare cercando di scostare la coppa del reggiseno e scoprire il capezzolo, lo bacia piano e sorridendo appena lo vede prendere vita. Schiude le labbra e lo accoglie, succhiando piano e spezzandomi il respiro.

Cerco di fare l'unica cosa che mi impedisce di urlare come una pazza per il piacere, affondo le dita nel suo ciuffo di capelli impomatati e mi perdo in quel gesto, mentre lui continua la sua dolce tortura.

- Se ti chiedo una cosa ti scandalizzi? – mi sussurra risalendo verso il collo, fino ad appoggiare le labbra al lobo. 

- Non siamo abbastanza intimi per... - anche se vorrei essere così falsa per dire che a lui non mi concederei in tutto e per tutto.

- Avanti, fidati di me! – sorride e con un gesto deciso mi tira via i pantaloni e tutto il resto e mi fa girare di schiena, sento il suo fiato sul collo, mentre mi lecca la pelle sensibile dietro l'orecchio.

Mi lascia ansimare appena, perché le sue mani scivolano sui miei fianchi facendomi alzare sulle ginocchia, il mio sedere contro il suo bacino. 

- Ci sono i tuoi di là! – cerco di liberarmi dalla sua presa ma – quindi se ti prendessi nella posizione del missionario sarebbe ok, ma così no, perché i mie genitori dormono in una stanza nell'ala opposta della casa? – mi prende in giro.

- Tu stai troppo con Louis! – protesto e – Possibile! - ridacchia.

Non dico nient'altro, mi godo il tocco leggero delle sue dita che risalgono lungo i miei fianchi, le sento forti avvolgermi i seni e massaggiarli, sento il suo piacere crescere a dismisura, sfregandosi contro di me. 

- Ok dai, non fa niente, anzi scusami se... - fa per allontanarsi, ma sarei io se ora non mi sentissi male al pensiero di non accontentare le sue fantasie? 
Ho sempre voluto fare la differenza per lui, poter avere il privilegio di essere la persona capace di fargli tornare il sorriso, quando il sorriso non ce l'ha; ora posso, ora riesco ad essere quella che fa la differenza nelle sue giornate, quindi annuisco appena e inarco la schiena, sentendo le sue mani aggrapparsi sui miei fianchi senza farselo ripetere due volte.

- Tu mi farai impazzire un giorno o l'altro, sei così... - quasi ringhia, mentre mi prende senza troppe cerimonie, iniziando a muoversi piano. Sento il suo ventre caldo sulla schiena, sento ogni cosa, lo sento e vorrei urlare di nuovo, invece mi piego in avanti e affondo la testa nel cuscino. 

Si alza appena, velocizza il ritmo, mi tiene ferma appoggiando entrambe le mani sulla mia schiena, cercando di fare presa con i polpastrelli bollenti e un po' umidi, ha queste mani forti ma delicate allo stesso tempo, ed ogni suo tocco mi lascia in estasi.

Sembra folle, io mi sento folle, si abbassa, mi bacia la pelle, si alza e aumenta il ritmo, mi tiene ferma, ma allo stesso tempo mi fa sentire amata, protetta, desiderata.

Vedo di sfuggita il nostro riflesso nel grande specchio della sua camera, distolgo gli occhi subito perché è una cosa che nonostante la bellezza del vederlo concentrato e desideroso... e bello e... lui, provo un po' di vergogna, ho sempre odiato gli specchi nelle camere.

Poi lo sento sussultare, mugolare piano, stringe i miei fianchi ancora con più forza e capisco, capisco che posso lasciarmi andare perché voglio arrivare con lui, mi concentro sulle spinte, sul piacere, sul torpore che si espande, il respiro che mi manca e gli occhi che si alzano al cielo.

Quel calore che accompagna l'apice, mentre ci stendiamo uno accanto all'altro e lui mi bacia la fronte prima di avvolgermi in un abbraccio – Sei così... - ripete con il fiatone – Vorrei darti di più... - 

- Più di così Liam? – so che forse pensa che io possa sentirmi usata dal suo non volere niente di serio, ma non è così, a me non importa, io lo vedo nei suoi occhi, nei suoi gesti, che per lui non sono il sesso di una notte, non importa veramente che urli al mondo il suo amore, o mi presenti come la sua fidanzata ufficiale: io voglio Liam, il vero Liam, che non è altro che il ragazzo che mi supplica di accontentare una sua voglia notturna, che salta un party per correre a casa da me e che sente il bisogno di farmi conoscere alla sua famiglia, ma soprattutto che vuole che dorma con lui, perché la mia vicinanza lo tranquillizza.

Non cerco la fama, i suoi soldi o altro, io cerco il ragazzo di cui mi sono innamorata di nascosto e senza possibilità di scelta. È il ragazzo che mi guarda con occhi felici e assonnati, mentre mi accarezza i capelli piano e canticchia il testo di I wanna write you a song, perché sa essere una delle mie preferite.

Ho giusto la forza di afferrare il piumino con le braccia ancora molli dal piacere, ci copro entrambi e respiro forte il suo odore, mentre spero di incontrarlo anche nei miei sogni, perché di lui, non ne ho mai abbastanza.

 

**

 

La mattina successiva la colazione è un po' imbarazzante, si trovano tutti attorno al bancone della grande cucina a vista di Liam, è strano come tutti sappiano dove prendere le cose, e si muovano meccanicamente e un po' a disagio, mentre il castano li osserva scuotendo la testa.

Parlano un po' della serata precedente, di quanto Karen e Geoff siano orgogliosi del figlio e degli altri ragazzi e ovviamente Karen chiede a Liam se si è accorto che Zayn era presente in arena.

Sono due genitori dolci, pieni di premure, Olivia guarda Karen riempire due volte la tazza di Liam con il caffè caldo, e Geoff senza nemmeno chiedere il permesso imburra fette di pane tostato per tutti, anche per la ragazza che con la sua presenza lo ha turbato la sera prima.

Alla fine finiscono per ridere tutti insieme, ricordando aneddoti del tour o le varie cavolate dei ragazzi in giro per il mondo. Liam di tanto in tanto guarda Olivia ed un piccolo sorriso gli fa increspare le labbra, prima di distogliere lo sguardo.

È un qualcosa che non passa inosservata ai suoi genitori e nemmeno a Ruth e Nicola che si scambiano sguardi complici, forse non capiscono cosa ci faccia lei lì, ma quando Liam sorride in quel modo, è veramente necessario farsi altre domande?

Per questo dopo pranzo, Karen finisce per abbracciare di nuovo Olivia, ringraziandola per qualcosa che non sa nemmeno bene lei cosa sia, eppure ricorda il periodo nero di suo figlio, vede la differenza con il suo stato d'animo attuale, e non ci vuole un luminare per capire grazie a chi, ora lui sta meglio.

Anche Geoff cede e la stringe forte, seguito dalle figlie; restano in casa da soli, loro e il grande cane grigio, Liam pubblica qualche tweet di ringraziamento per questi cinque anni passati insieme, e scherza sul fatto che ora dovrà uscire a cercarsi un lavoro.

Escono, portano a passeggio il cane, tornano a casa, rifanno l'amore e poi escono di nuovo affamati. Si fermano al solito Sainsbury, Liam è talmente sereno che decide anche di postarlo al mondo. Olivia non è felice, ha paura che qualche fan corra a cercarlo ma "Sai quanti Sainsbury ci sono a Londra, Oliv?" la prende in giro, allungando la mano verso di lei e avvicinandola a sé, mentre camminano teneramente mano nella mano fra i corridoi del supermercato.

Si sente quasi normale Liam, anche se ha un cappellino nero e il cappuccio a nasconderlo un po', fa cadere roba nel carrello senza curarsi della linea, in fondo è quasi Natale e qualche chiletto in più potrà pur concederselo, pensa.

Non riescono nemmeno a contare quante buste riempiono il bagagliaio, ma non importa, giocano rincorrendosi per il bancone della cucina mentre sistemano tutto nei vari armadietti, e finiscono a baciarsi stampando impronte ovunque per la cucina nera laccata, mentre Watson abbaia scodinzolando entusiasta.

Liam va in studio e Olivia a volte va con lui, lo guarda collaborare con Zayn, o scrivere testi nella stanzetta con il divano rosso, mentre l'odore di fumo riempie l'aria "E il tuo fioretto?" gli chiede guardando la sigaretta fra le sue dita "È un proposito per l'anno nuovo, siamo ancora a Dicembre, lasciami essere vizioso" sorride sghembo, perché veramente vizioso lo sa essere a casa, mentre la fa sua in salotto, in camera da letto o semplicemente nella vasca da bagno ovale che troneggia nel grande bagno principale della casa di Liam.

Sperimentano, dandosi piacere a vicenda e anche Payno l'iperattivo, scopre i piaceri di stare sdraiato a letto con la sua ragazza fra le braccia, godendosi le coccole e la normalità.

 

**

POV OLIVIA

- Louis ti ringrazia per gli auguri e chiede se sei sicura di non voler venire al suo compleanno! – guardo Liam impeccabile, mentre si sistema il colletto della camicia e controlla nello specchio che i capelli siano perfetti, come se qualcosa in lui possa non essere perfetto. 

Il solito ciuffo lungo ricade sul davanti e giuro che se non fosse il compleanno di Lou, lo costringerei a rimanere qui con me.

- Io e Watson staremo bene! – sorrido, sporgendomi a baciarlo.

- A volte vorrei che tutti sapessero di te, vorrei poter uscire tenendoti per meno e non preoccuparmi dei giudizi altrui – sbuffa.

- Usciamo tenendoci mano nella mano, le persone importanti sanno di noi e non ci preoccupiamo dei giudizi altrui, è solo che ci piace la tranquillità di questa pausa e non vogliamo le nostre facce su tutte le testate giornaliste del mondo – gli ricordo, appoggiando l'indice sul suo labbro piegato in avanti. Mi sporgo a baciare delicatamente il suo broncio adorabile e stringo le mani sulle estremità del suo gilet.

- Hai ragione! E poi hai acconsentito a passare il Natale a Wolver con me, non posso veramente chiedere di più! – mi prende il mento con la mano tatuata e cattura le mie labbra con passione, solleticandomi con la lingua calda.

- Tua madre lo sa vero? Non mi fai fare la figura dell'invadente? – sì, ho paura. Non ho avuto paura di slacciare l'accappatoio a Liam Payne con un modo tutto mio per placare gli attacchi di panico, ma ho una fottuta paura di intrufolarmi nell'intimità di quella famiglia che lui cerca a tutti i costi di proteggere dal resto del mondo.

- Sì che lo sa, è entusiasta! Non mi dire che stai ancora pensando a due settimane fa? Eddai Oliv, non sapevano di te, è normale che abbiano reagito così, ma oramai lo sanno, e sanno che per me sei parte della famiglia! – 

Gli occhi mi si inumidiscono e mi alzo in punta di piedi per allacciare le braccia attorno al suo collo. Lo guardo negli occhi e vorrei tanto dire qualcosa di spropositato perché ogni parte di me lo ama follemente da sempre, ma non voglio dire un "ti amo" da fan, io voglio donargli un amore unico fatto su misura per lui. Anche se ho l'impressione che le due cose non potranno mai essere completamente separate.

Non riesco ad aspettarlo sveglia, ho sbagliato ad andare a letto, godendo del caldo corpo muscolo di Watson a farmi compagnia, così mi sveglio che è già mattina, il letto accanto a me è sfatto ma di Liam nessuna traccia. Mi alzo veloce e seguo il rumore della coda di Watson che sbatte inconfondibilmente sui mobili della cucina, e lì li trovo, Liam accovacciato davanti al grande cane e lo guarda mangiare con gusto. 

- Buon Natale dormigliona! – si alza in piedi e mi viene incontro, prendendomi fra le braccia.

- Buon Natale a te! – gli bacio il petto, sbirciando da sotto le sue braccia il grande albero del salotto, la base piena di mille pacchetti colorati.

- Ma... - e ora capisco il selfie che mi ha fatto andare di traverso la cena e il tweet "Christmas Doneee" di qualche giorno fa, quando mi ha chiusa in casa dicendo che aveva una missione top secret da compiere.

- Non sono tutti per te, però sì, la maggior parte forse... - sgrano gli occhi e lo guardo incredula.

- Per me? – mi avvicino come una bambina curiosa, nessuno mi ha mia fatto una montagna tale di regali, batto le mani felice – Non dovevi! – dico per correttezza, prima di afferrare un pacchetto e scuoterlo, cercando il consenso da parte di Liam per aprirlo.

- So che non vuoi i miei soldi, ma lì ho, ed è bello spenderli per una delle persone che amo di più in questo momento della mia vita! – ho la carta metà strappata fra le mani, ma mi blocco e lo guardo inebetita.

Quella frase buttata un po' lì per caso, credo abbia un significato molto più grande di quello che potrebbe sembrare, infatti le guance di Liam sono rosse e si morde il labbro come un cucciolo colto sul fatto. 

- Hai detto che... - 

Lui dopo un attimo di esitazione si avvicina e mi cinge la vita con un braccio – Sai, stanotte quando sono tornato e ti ho vista dormire così serena nel mio grande letto, mi sei sembrata al posto giusto, ho sentito un gran calore nel petto e non ho provato nemmeno un po' di ansia o di smania, non c'era altro posto dove volevo essere, non c'erano altri pensieri nella mia mente e allora ho pensato: magari è troppo presto, magari non è un grande amore, però è amore, lo è eccome! – sorride timido, gli occhi che si stringono a fessure e la lingua che fa capolino fra le labbra. 

- Sì lo so, è proprio amore! – lo bacio piano, completamente dimentica del pacchetto che ho fra le mani, il mio regalo più bello di Natale è sicuramente questo: Liam che sorride come un bambino felice, come un qualsiasi ragazzo normale che svela per la prima volta l'entità dei suoi sentimenti alla sua ragazza. 

 

**

 

Non per niente si chiama Magia del Natale, perché pensare al romanticismo di questi due ragazzi fa venire voglia di Natale anche a me, che negli ultimi tempi passerei dal ventitré di dicembre al ventisei senza troppe cerimonie.

Ma non Liam, lui guarda paziente Olivia mentre apre i regali, sta seduto sul divano lanciando a ripetizione la palla a Watson mentre lei spacchetta con il sorriso; una bella borsa, degli orecchini, berrette come se piovesse - visto che sa che sono una sua grande passione invernale - scarpe, vestiti di ogni tipo e infine nell'ultima scatola c'è Ipod nero abbastanza rovinato, lei lo guarda curiosa e lui le svela un piccolo segreto facendole l'occhiolino. 

"Forse non è all'ultimo grido, ma contiene un sacco di tracce che ho inciso con Louis, Zayn e altra bella gente. Sono canzoni che forse nessuno sentirà mai, a parte noi che le abbiamo incise e ora tu! Hai detto che come fan sarà difficile passare questi diciotto mesi senza di noi, e anche se sappiamo che non sarai proprio senza di noi, io di te adoro anche la parte nerd e piena di disagio da fangirl, quindi ho deciso di farti questo regalo unico nel suo genere."

Scoppia piangere Olivia, mettendosi subito una cuffia all'orecchio e correndo sul divano ad accoccolarsi fra le gambe di Liam, che indossando l'altra cuffia, spiega le varie canzoni che si susseguono.

Continua ad ascoltarle anche in macchina, mentre Liam guida verso Wolverhampton con Watson che dorme sdraiato nei sedili posteriori perché "Anche lui sembra più tranquillo quando ci sei tu" le dice con il sorriso.

Batte le dita sul ginocchio ascoltando la voce di Liam e Zayn mescolarsi in un ritmo r&b totalmente diverso dal genere a cui è abituata, ma che la colpisce piacevolmente, picchietta le dita anche per smorzare la tensione, man mano che le miglia che li separano da casa Payne diminuiscono. 

"Mia mamma mi ha detto di non dirti che ha una sorpresa per te" ridacchia col viso rivolto alla strada, ma gli occhi che sbirciano nella sua direzione.

"E quale parte del non devi dirmelo ti è sfuggita?" lo prende in giro.

"Quella in cui mi diverto a farti morire di curiosità". 

Il resto del viaggio è tranquillo, anche se l'ansia sale quando passano il cartello di benvenuto alla città, Liam indica a Olivia la sua vecchia casa, la sua scuola, il suo bar preferito e il negozio dove ha comprato la sua prima tastiera. È intimo e commuovente sapere che il piccolo Liam Payne che ancora si nasconde nel cuore del ragazzo che le è seduto a fianco, è cresciuto camminando per quelle strade, quando ancora la normalità, quella vera, era quotidianità. 

Prende un respiro appena Liam parcheggia davanti ad una bella villetta ad angolo, piena di addobbi natalizi che la decorano. 

Lui scende veloce, aggira il suv e le apre lo sportello facendo un piccolo inchino che la fa arrossire, apre la portiera a Watson e allungando la mano verso di lei, si incamminano davanti alla porta.

Liam suona il campanello, la porta si apre e un'intera famiglia vestita con maglioncini natalizi, accoglie i due ragazzi e il grande cane, che viene liberato nel soggiorno e "Wats se fai cadere l'albero passerai il Natale fuori" lo sgrida Karen, prima di essere atterrata dal bestione. "Wats lascia stare mamma" Liam corre ad aiutarla ad alzarsi e la abbraccia forte e "Per un po' non sarò a casa solo per Natale!" le sussurra all'orecchio. Karen inizia a piangere, finché non si accorge di Olivia e le va incontro "Benvenuta in casa Payne tesoro, vieni con me, voglio mostrarti una cosa!".

La sua manina piccola e un po' paffuta afferra quella della ragazza e la porta davanti al camino, è acceso e tutto attorno è pieno di regali, ma c'è un qualcosa che la lascia a bocca aperta, che le fa luccicare gli occhi. Sul cornicione del camino infatti, ci sono appese delle calze che riportano dei nomi: Karen, Geoff, Nicola, Ruth, i loro ragazzi e infine Liam... 

Il nome Liam però non è l'ultimo, accanto a suo ce n'è un altro che lei conosce bene, infatti la scritta in corsivo Olivia, spicca in ultima posizione e le fa battere il cuore di gioia. 

Le braccia di Liam la avvolgono da dietro, il suo mento si appoggia nell'incavo della scapola e "ancora Buon Natale Oliv", lei si gira e gli stampa un tenero bacio, prima di abbassarsi ad abbracciare Karen "Sai Olivia, ha ragione Liam quando ha detto che si è appena chiuso il primo capitolo della sua vita, è vero anche che ce ne saranno tanti altri, quindi credo tu ti sia meritata un posto d'onore nel nostro prossimo capitolo, Buon Natale e benvenuta in famiglia" 

Tutti gridano Buon Natale mentre Karen e Olivia piangono una abbracciata all'altra. 

Forse non è detto che una persona farà parte di tutta la storia della nostra vita, eppure sarebbe bello fare quello che stanno facendo Olivia e Liam, ovvero godersi gli attimi che si susseguono senza pensare ad una fine che nella vita non è mai una vera fine, ma sempre l'inizio di qualcos'altro che, chi lo sa, potrebbe essere ancora più bello di quello che abbiamo immaginato. 

 

**

Buonasera, molti di voi volevano qualcosa del genere, altri forse non se lo aspettavano, ma chi mi conosce sa che l'imprevedibilità è il mio pane e divagare quando ho tremila altre cose da fare è un mio must!

Oliva e Liam e... che altro dire, forse dopo tutto questo strano sentimento che mi ha lasciato vederli cantare sul quel palco ad Xfactor, sentire Liam dire che è solo la fine del primo capitolo, e che torneranno, tutti i saluti, i tweet, le parole di quei grandi artisti che li hanno salutati in quel video messaggio, mi fa sentire ancora più triste del dovuto.

Saranno 18 mesi lunghi e corti, non saremo mai veramente sole, ma non saremo comunque bombardate come è nostra abitudine.

Un po' mi spaventa, un po' è come se una parte di me dicesse: Sara è ora di provare a fare un po' la persona normale. Peccato che la normalità non faccia per me e mi faccia anche un po' schifo XD.

So che so essere Ziam, Larry, Niam ecc ecc della peggior specie, riesco a vedere congetture e storie fantastiche dietro ogni cosa che succede, eppure una parte di me sa essere romantica e vorrebbe che Liam tranquillo e sereno (così magari non mi distrugge il cuore con selfie senza pietà come quello di oggi).

Buona serata! 

un bacio 

SARA

 

 

   
 
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