Buonasera , <3.
Esatto, dopo più di anno di pausa, sono tornata! E cosa c’è di meglio che iniziare con una piccola flashfic sulla mia otp del momento? <3
Piccole note:
Contiene spoiler della seconda stagione io vi ho avvertito.
Essendo bloccata alla terza stagione e non avendo la più pallida idea di cosa succeda nelle prossime stagioni, non dovrebbero esserci ulteriori spoiler.
E’ completamente inventata da me, una storia cortissima senza nulla di pretenzioso in cui provo ad immaginare un futuro alternativo in cui il Dottore può finalmente ricongiungersi a Rose /sigh/.
Quindi nulla, vi lascio alla fic. Grazie mille per la lettura, spero vi piaccia. <3
 
“Fino a quando resterai con me?”
“Per sempre.”
O almeno così speravo
 
Si avvicinò a Rose Tyler.
La osservava, cercava di non perdersi nemmeno un dettaglio della sua persona, come se avesse potuto perderla di nuovo, come se avesse potuto appassire davanti ai suoi occhi.
Gli anni non l’avevano cambiata: era sempre bellissima.
I suoi capelli biondi erano scomparsi, sostituiti da una cascata candida che le incorniciava il volto, affaticato dalla lunga vita che aveva vissuto. Gli occhi erano sempre gli stessi però, sempre chiari. Riflettevano il cielo nuvoloso, la schiuma delle onde del mare e sembravano quasi grigi.
Aveva l’orlo dei jeans e le scarpe sporchi di sabbia, la stessa spiaggia dove anni prima si erano dati l’addio definitivo…
Aveva viaggiato per ogni Universo, l’aveva cercata senza sosta. Dopo che le barriere del tempo erano definitivamente crollate, l’aveva cercata nelle città di ogni mondo, tempo, in ogni volto.
Aveva cercato i suoi tratti tra i visi dei bambini, il suo nome urlato tra le folle. Aveva rischiato, osato. Era morto e si era rigenerato, ma non aveva smesso di cercarla.
In quegli anni c’erano state altre donne, innumerevoli, che avevano amato quel suo volto mutevole; e lui le aveva amate a sua volta. Alcune le aveva tenute tra le braccia una notte, altre le aveva viste sfiorire davanti a lui, perdere la giovinezza e la vita in un lasso di tempo troppo, troppo breve.
Fragili vite umane.
Ma intanto cercava Rose.
Rose, la sua Rose, che di lei non gli era rimasto nulla, non una foto, non un ritratto, solo il suo volto il giorno in cui l’aveva vista per l’ultima volta marchiato a fuoco nella memoria.  Avrebbe bruciato altri mille Soli per lei.  
“C’è voluto molto tempo Rose, così tanto tempo…”
Rose lo guardava, in silenzio.
Lo aveva riconosciuto subito. Il suo viso, la sua voce, erano cambiati, ma aveva ancora quella luce negli occhi che col tempo aveva imparato a conoscere. Quella luce, lei non l’aveva trovata in nessun’altra persona; era come il tratto distintivo della sua mutevole vita.
“Sapevo che saresti tornato a prendermi, Dottore. Ho sempre creduto in te.”
I ricordi danzavano nelle loro menti, mutevoli quasi liquidi, come la piccola fiamma di una candela; i ricordi del loro viaggio insieme, molti anni prima.
Si era spinta così lontana, Rose! E come era giovane!
Per il Dottore non erano passati più che qualche anno, un piccolo frammento nella sua Immortalità, la maledizione dei Signori del Tempo, ma per Rose era passata quasi una vita intera, da quel viaggio.
I loro corpi si fusero in un abbraccio impacciato, il corpo del Dottore che inghiottiva quello fragile di Rose, rovinato dagli anni, e le lacrime iniziarono a fluire sui loro volti, calde, la prova che erano ancora vivi, insieme.
“Credevo di averti perso per sempre questa volta, Rose… Rose Tyler, io…”
“Oh Dottore ci sarà tempo per parlare più tardi, ora torniamo a casa.”