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Autore: Ciulla    21/12/2015    2 recensioni
Kenpachi Zaraki arriva sulla terra e si ritrova in una situazione a dir poco terribile... Per lui.
In rima.
"Ce ne fossero di giovani sì gentili ed educati!
Ti ringrazio, bravo uomo dai capelli acuminati!"
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kusajishi Yachiru, Zaraki Kenpachi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un giorno come tanti e Kenpachi l’omaccione
si trovava sulla terra in incognita missione.
Il suo umore era tutt’altro che sereno e rilassato,
perché odiava stare dentro quel suo corpo surrogato;
la sua schiena già robusta era inoltre appesantita
da Yachiru la bambina che faceva una dormita.
Quindi stanco e innervosito il fortissimo Zaraki
camminava barcollando come fanno gli ubriachi.
Passeggiando sulla strada una splendida vecchina
lo fermò appoggiando sul suo braccio la manina;
egli, disperato, provò a scappar di corsa,
ma la vecchia gli andò dietro e lo strinse in una morsa!
“Per favore, non mi lasci, energumeno ignorante!
Sono solo una vecchina, non un ladro od un brigante!”
Al Kenpachi non piaceva quel suo nuovo e brutto insulto,
e vedendo la sua rabbia la nonnina ebbe un singulto.
“Mi perdoni, buon signore, dell’offesa son pentita,
ma se adesso non m’aiuta potrei perdere la vita!”
L’interesse del Kenpachi crebbe a udir queste parole;
“Forse è un Hollow che la insegue e che uccidere la vuole?”
Detto ciò si preparò e sguainò una strana spada,
ma la vecchia lo fermò. “Devo attraversar la strada!
O mi aiuta o Dio solo sa come potrà finir!
Investita da un ciclista o schiacciata sotto a un tir?
O magari un scivolone faccio sopra un po’ di ghiaccio,
e perciò, perciò la prego che mi porga quel suo braccio!”
Era estate, e di ghiaccio non ce n’era neanche un po’,
ma Kenpachi era stupito, non poté dire di no.
Porse il braccio alla vecchina e la fece attraversare;
quando fu dall’altra parte si provò ad allontanare.
“Caro, aspetta!” disse urlando la simpatica vecchietta,
ed a lui si avvicinò sventolando la borsetta.
“Ce ne fossero di giovani sì gentili ed educati!
Ti ringrazio, bravo uomo dai capelli acuminati!”
Poi gli fece una carezza e gli diede ben tre baci,
mentre immobile e scioccato rimaneva quel Kenpachi.
Quando lei si allontanò sospirò con gran sollievo
e pensò: “Mai a nessuno raccontare questo devo!
Per fortuna che Yachiru sonnecchiava e non m’ha visto,
o m’avrebbe preso in giro per lo scomodo imprevisto!”
Ma purtroppo la fortuna non fu mai sua grande fan,
e Yachiru era già sveglia. “Com’è buono il mio ken-chan!”
Arrabbiato lui la prese con lo sguardo minaccioso
e le disse: “Se lo narri diverrò pericoloso!
Sai che sono un capitano, la vendetta non la fuggo,
se lo dici ad altra gente questa volta ti distruggo!”
Ma la bimba ridacchiando volle dirlo a tutti i costi;
l’indomani lo sapevan capitani e sottoposti,
che applaudirono ridendo un Kenpachi dal volto paonazzo
che insultava la “cretina che mi ha messo in imbarazzo”.
   
 
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