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Autore: _Yozora_    22/12/2015    0 recensioni
Rukia lo guardava in silenzio, osservandolo. Era l’Ichigo di sempre, il suo aspetto, il suo preoccuparsi sempre per gli altri ma non permettere agli altri di preoccuparsi per lui, non era cambiato affatto…apparte il suo sguardo. Il suo sguardo era più adulto, più consapevole…come se, a soli 16 anni, avesse visto quanto un uomo adulto, il suo sguardo era, in tutto e per tutto, molto simile a quello di uno shinigami vero e proprio. Anche se, in effetti, Ichigo era quasi da considerarsi tale dal momento che il padre lo era per natura. Mentre pensava a tutto questo vide l’oggetto dei suoi pensieri alzarsi, andare verso la finestra e fissare il cielo immerso nei suoi pensieri. Gli altri tre uscirono borbottando qualcosa come che sarebbero andati a prendere un po’ d’aria.
Rukia si alzò a sua volta e si avvicinò al ragazzo dai capelli arancioni e anche lei prese a fissare il cielo
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chado Yasutora, Inoue Orihime, Ishida Uryuu, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella sala regnò il completo silenzio per una decina di minuti buoni.
Persino Zaraki non aveva fiatato all'arrivo di Ichigo.
Considerando il temperamento del Capitano dell' 11° brigata ed il fatto che non si vedevano da mesi, il suo silenzio non faceva che confermare che la questione era seria.
Hitsugaya li guardava serio ed incrociando il suo sguardo Ichigo vi lesse anche un po' di preoccupazione.
- Scusate se vi ho fatto venire qui di fretta, ma c'è una questione importante di cui devo discutere con voi. - cominciò il vecchio Shinigami.
- Come ben sapete c'è stato un incremento esponenziale di Hollow sulla Terra. Abbiamo avuto l'informazione da una fonte che non è un evento casuale. C'è uno scopo più grande dietro questi avvenimenti e noi dobbiamo scoprire qual'è e chi ne sta tirando i fili. O meglio, chi è il sostituto che lavora per la vera mente dietro tutto questo. -
Ichigo assunse un'espressione sconcertata.
- Aspettate, volete dire che sapete già chi c'è realmente dietro tutto questo, ma state cercando il suo burattino? Perchè non occuparsi del vero responsabile? - chiese confuso.
Il Capitano-Comandante assunse un tono grave
- Perchè il vero responsabile è già nelle nostre mani. È da lui che viene l'informazione. -
I tre sobbalzarono.
Cosa significava?
Se avevano già il responsabile, perchè non si erano occupati della faccenda e non avevano trovato chi lavorava per suo conto?
L'arancione fece scorrere lo sguardo sui presenti.
Non uno di loro riuscì a sostenerlo.
Perfino Byakuya durò solamente qualche secondo prima di abbassare gli occhi.
Tornò a rivolgersi allo Shinigami di fronte a lui.
- Chiedo scusa, ma non capisco. Se avete il responsabile perchè non vi fate dare il nome da lui? -
L'uomo fissò il pavimento per qualche secondo, come a pesare le parole che stava per usare, poi tornò a guardarlo con sicurezza negli occhi.
- Lui ha detto che avrebbe parlato soltanto in tua presenza -
Il ragazzo si immobilizzò.
Dentro di sé, sentì l'Hollow agitarsi trepidante, come se avesse già capito ciò che ad Ichigo sfuggiva e né attendesse eccitato la reazione.
- Cosa significa? - chiese cercando di ignorare la sensazione che l'altro sé gli dava.
Il Capitano si voltò verso qualcuno presente in quella stanza che dalla loro posizione i ragazzi non riuscivano a vedere.
- Portatelo avanti – ordinò.
Le due guardie si fecero avanti trascinando con loro un uomo costretto in una camicia di forza.
Non appena riuscirono a vederlo, lo riconobbero.
Rukia impallidì e portò una mano all'elsa della spada
- Non è possibile – sussurrò appena.
Renji si irrigidì e, in un gesto istintivo, si parò davanti al suo migliore amico.
Ichigo fece un impercettibile passo indietro.
- Tu...- sibilò.
L'Hollow dentro di sé ruggì euforico, per poi scoppiare in una fragorosa risata.
 
 
Una risata sommessa e raggelante.
Fu quella a far voltare Renji verso il ragazzo alle sue spalle.
Ichigo teneva lo sguardo così basso che non si riusciva a vederne gli occhi e rideva.
Un tipo di risata che non apparteneva al sostituto Shinigami.
Alzò lo sguardo di scatto e lo puntò di fronte a sé.
Tutti nella stanza trattennero il respiro, immobili.
Gli occhi non appartenevano al sedicenne.
L'aspetto era senz'altro il suo, ma quegli occhi ed il ghigno che si era disegnato sulla sua faccia, non gli appartenevano affatto.
In un attimo, senza che nessuno facesse in tempo ad accorgersene o ad intervenire, l'essere che aveva preso possesso del corpo di Ichigo si era avvicinato all'uomo che aveva appena fatto il suo ingresso e lo aveva attaccato al muro tenendolo per la gola con una mano.
L'altro non ne sembrò sorpreso né spaventato, si limitò a sorridere.
- è un piacere incontrarti...Aizen – disse l'Hollow.
Neanche la voce era quella dell'arancione.
- Lo stesso vale per me, Ogihci – rispose l'ex Shinigami aprendo bocca per la prima volta.
Il “ mostro “ scoppiò nuovamente a ridere, prima di indietreggiare allontanandosi da lui e portarsi una mano alla testa piegandosi per il dolore.
Fu questione di secondi, il colore dei suoi occhi tornò allo stato originario ed il ragazzo crollò.
- Ichigo! - esclamò Renji.
In un secondo fu accanto all'amico afferrandolo un attimo prima che questo finisse sul pavimento.
 
 
Quando si svegliò si trovava in una stanza che non conosceva.
Guardandosi intorno notò Renji e Rukia seduti alla sua destra, dall'altro lato si trovavano Kyoraku ed Ukitake.
Tutti e 4 avevano un espressione preoccupata.
- Come ti senti Ichigo-kun? – chiese il Capitano della 13° brigata.
Per tutta risposta il ragazzo si mise a sedere e si portò una mano alla tempia.
Aveva un mal di testa assordante e tutto il suo corpo era dolorante come se avesse lottato senza sosta per tre ore piene.
- Non dovresti sforzarti – lo ammonì Rukia.
Ichigo si voltò a guardarla.
- Cosa...è successo? -
L'ultima cosa che ricordava era di aver visto Aizen di fronte a sé e di essere stato invaso dal terrore, poi quella risata.
Sgranò gli occhi, capendo improvvisamente quello che doveva essere successo dopo.
Guardò Renji in preda al panico.
- Ha preso il controllo, non è vero? -
Il rosso ricambiò lo sguardo e notando la paura negli occhi dell'amico sentì un po' di tenerezza farsi spazio dentro di sé.
- Solo per qualche minuto – ammise.
Cercava di tranquillizzarlo.
Sapeva che temeva di aver fatto del male a qualcuno, perciò aveva detto quella frase per fargli capire che non era così.
L'arancione sospirò ed il suo corpo si rilassò appena.
- Che sta succedendo, Ichigo-kun? - chiese Kyoraku guardandolo serio.
Il ragazzo non riusciva a guardare nessuno dei due Capitani.
Fu Rukia a prendere la parola
- Ichigo si trova in una posizione complicata, non possiamo scendere nei dettagli, ma al momento non è completamente stabile -
- Rukia – sussurrò Renji.
L'avvertimento nella sua voce era chiaro, ma non avevano alternativa.
Dovevano dirgli qualcosa, anche essendo poco chiara, poi la ragazza riponeva particolarmente fiducia in quei due uomini.
- Cosa intendi per non stabile? - insistette il Capitano della 9° brigata.
La mora esitò, in cerca di qualcosa da dire senza rivelare troppo le condizioni del sostituto Shinigami.
Guardò l'interessato che continuava a tenere lo sguardo basso.
- Non si è ancora ristabilito dopo lo scontro con Aizen, per così dire. Quello che è successo poco fa ne è la prova. Abbiamo un piano, ma improvvisamente le cose si sono congelate e se non ci muoviamo alla svelta potrebbe essere troppo tardi. -
La ragazza disse quelle parole con un'espressione talmente seria da far incupire i due Capitani che non fecero altre domande, capendo che i tre non avrebbero detto niente più di quello.
Kyoraku sospirò e si alzò seguito da Ukitake
- Bene, noi adesso andiamo. Il vecchio Yamamoto ci sta aspettando per finire la riunione, vi terremo informati. Per il momento rimanete qui e tu riposati Ichigo-kun -
Il ragazzo si decise ad alzare lo sguardo su di loro ed annuì
- Grazie -
Ukitate gli sorrise rassicurante
- Non preoccuparti troppo e per adesso cerca di riposarti -
Con queste parole i due uscirono chiudendosi la porta dietro di loro.
  
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