Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |      
Autore: Ossidiana_    23/12/2015    1 recensioni
"-Ho sempre avuto un vuoto al centro del petto sai? Un vuoto che, a lungo andare, ha iniziato ad inghiottire tutto, senza lasciare spazio nemmeno alla luce. In questo periodo, però, ho capito che tu potevi colmarlo, e non so nemmeno perché.-"
"-Perché siamo due pezzi combacianti, mia piccola Rosebelle, siamo opposti ma ci completiamo, non possiamo evitare di incontrarci, perderci e poi ritrovarci. Ora, non importa quanto lontano andrai e se stai con un altro, niente e nessuno potrà mai intaccare il nostro legame, né ora, né mai.-"
Primo libro della saga 'Starlight.'
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Ho paura mamma, e se non dovessi piacere a nessuno?- la donna accanto a me mi sorride dolcemente scompigliandomi i capelli ramati, io sospiro rannicchiando nel sedile con le gambe al petto.

-Andrà tutta bene Rosebelle, sei un esserino talmente adorabile- butto un'occhiata fuori dal finestrino, il paesaggio totalmente nuovo di New York si delimita piano piano, una successione infinita di grattacieli grigi e luci psichedeliche, è tutto così diverso dalla mia amata Londra. Là mi trovavo totalmente in simbiosi con il cielo grigio, le piogge frequenti, con quella sottile malinconia che impregna tutte le giornate, con il sole che, anche quando è al suo massimo, non ti scalderà mai completamente.

Ma mia madre ha trovato l'amore, dopo otto anni che mio padre ci ha lasciate, e il caso ha voluto che si trattasse di un importante uomo d'affari newyorkese, ed ecco che ci ritroviamo dall'altra parte del mondo, e io credo di non essermi mai sentita così fuori posto in vita mia.

-Ma questo è l'Upper East Side! O mio dio dove è ambientato Gossip Girl- 

-Ecco già così va meglio- imbocca una stradina in salita che porta ad una collina, io sobbalzo un po' sul sedile sbattendo di tanto in tanto la testa contro il tettuccio dell'auto.

-Wow- strabuzzo gli occhi vedendo una specie di castello spiccare sulla cima, un po' diverso dall'appartamento in cui eravamo abituate a vivere a Londra.

-Coraggio topolina, benvenuta nel resto della tua nuova vita- salto giù dalla macchina senza smettere di guardare a bocca aperta la mia nuova casa.

-Tesoro!- non avevo mai visto Derek prima d'ora ma, da come spalanca le braccia verso mia madre, credo che la ami davvero. -E tu devi essere Rosebelle! Sei davvero bella come la mamma ti ha descritto- allunga un braccio verso di me per farmi una carezza ma io mi scosto spaventata, non mi piace essere toccata, non dopo quello che è successo quando mio padre se ne è andato. -Sono molto contento di avervi qui, e spero che ti troverai bene nella nuova scuola, per qualsiasi cosa puoi fare affidamento su mio figlio Daniel...- si guarda intorno e sospira prima di urlare il suo nome. -DANIEEEELLLL- un ragazzo biondo corre fuori seguito a ruota da uno coi capelli scuri, sorridono.

-Non c'è bisogno di urlare- il mio nuovo fratellastro posa gli occhi su di me e mi porge la mano -Sono Daniel, piacere-

-R-Rosebelle- deglutisco a fatica e lui scuote la testa come se si fosse appena ricordato qualcosa.

-Oh già scusa, tu non vuoi essere toccata...lui invece è Will, il mio migliore amico- le sue grandi iridi azzurre mi fissano curiose, io mi sento molto a disagio.

-E' un piacere conoscerti Rose, abbiamo sentito tanto parlare di te- boccheggio cercando di trovare le parole adatte, ma alla fine decido di abbassare il capo per evitare ulteriori figuracce.

-E' molto timida, scusatela-

-Oh tranquilla, una settimana con questi due e non la riconoscerai più- Derek e mia madre si guardano sorridendo ed io, in quel momento, mi accorgo di un piccolo particolare: Daniel ha gli occhi viola, due profondissimi ed ipnotizzanti occhi viola.

Storco il naso guardando l'imponente edificio di fronte a me, l'Avalon High School è molto più grande di quel che pensassi e piena di ragazzi ricchi che osservano dall'alto in basso le mie vecchie Converse rosse.

-Come mai non indossiamo le divise? Credevo che ce le avessero tutte le scuole private...-

-Non qui alla Avalon, sono parecchio moderni, e poi alla ragazze di qui non piace indossarle, quindi basta solo una telefonata da parte dei genitori e puff, le regole della scuola vengono cambiate...ora andiamo- Daniel si passa una mano tra i capelli biondi facendomi cenno di seguirlo, le mie gambe tremano ad ogni passo mentre sento gli occhi di tutti addosso. -Ciao ragazzi, lei è Rosebelle, la mia sorellestra, Rose loro sono Pyper, Diana e Tristan...quel deficiente di Will già lo conosci- il suo migliore amico mi strizza l'occhio mentre una ragazza dai lunghi capelli biondo platino mi getta le braccia al collo sorridendo.

-Tu ancora non lo sai ma diventeremo grandi amiche noi due- sorride chinando la testa di lato, l'altra ragazza, invece rimane in disparte squadrandomi dalla testa ai piedi.

-Converse sotto il vestito? Sei per caso uscita da qualche blog di Tumblr?- le mie guance assumono colore per la vergogna, voglio tornare in Inghilterra.

-Diana vacci piano dai, non li para i tuoi colpi- i suoi occhi scintillano sentendo la voce di Daniel, Pyper mi prende la mano e comincia a camminare verso l'entrata.

-Dai entriamo, non vedo l'ora di mostrarti la scuola- è impossibile che un corpicino così gracile possa avere una tale forza.

-A-aspetta rallenta- improvvisamente mi ritrovo dentro l'edificio, le pareti bianche che mi circondano e i ragazzi che camminano velocemente per i corridoi.

-Pyper, non è la tua nuova bambolina- la bionda sbuffa incrociando le braccia al petto. -Vieni con me dai- tiro le maniche della felpa bianca cercando di coprirmi le mani, Daniel cammina a passo svelto davanti a me. -Devi uscire gli artigli Rose, o qui non durerai un giorno-

-I-io non credo di esserne capace- aggiusto i grandi occhiali neri e quadrati che sono scivolati lungo il ponte del naso, di tanto in tanto lui si volta indietro per vedere se ancora lo stia seguendo.

-Lo so, si vede dal viso. Un faccino come il tuo non potrebbe essere attribuito a qualcuno di sicuro o di saccente-

-Non capisco se prenderlo come complimento o...-

-Lascia stare- taglia corto suonando il campanello della guardiola della segretaria, una donna sui sessanta dai corti capelli biondi ci sorride.

-Daniel, tesoro, come stai? Passato delle belle vacanze di primavera?-

-Bene Shirley, mi sono divertito tantissimo...comunque oggi sono qui perché Rosebelle, la mia sorellastra, si è appena trasferita e aveva bisogno del suo orario e di tutto il resto-

-Ma che ragazzina adorabile! Ti darei volentieri un morso- si volta cercando qualcosa in un grande e vecchio schedario di legno, Daniel batte il piede ritmicamente salutando tutti quelli che lo incrociano. -Ecco a te zucchero: il tuo armadietto è il 128 e questo è il tuo orario- mi strizza una guancia con fare materna, io le sorrido, mi ricorda mia nonna.

-La ringrazio tantissimo- 

-Di niente tesoro, e benvenuta alla Avalon!- Daniel fa capolino alle mie spalle, sento il suo fiato sul collo, mi solletica la pelle.

-Ehi, com'è possibile che tu abbia così tanti corsi in comune con me se sei solo al primo anno? Sei una specie di piccolo genietto?-

-Memoria fotografica, se vedo una cosa una volta la ricorderò per sempre- 

-Beh, allora meglio non farti arrabbiare, potresti rinfacciare un bel po' di cose...comunque vieni, l'aula di matematica è la 102-

-Grazie, non sei obbligato ad aiutarmi, ma lo apprezzo tantissimo- mi sorride facendomi l'occhiolino; tutti i ragazzi lo salutano mentre si destreggia sicuro tra i corridoi della scuola. Ogni membro dell'istituto pare impazzire per lui.

-Siamo una famiglia Rose, è giusto così- la classe in cui entriamo è molto spaziosa e luminosa, i banchi sono a due e gli studenti chiacchierano contenti.

-Come fa a frequentare un corso del terzo anno?- Tristan mi guarda corrucciato mentre io cerco un posto che sia il più nascosto possibile.

-Piccolo genio- odio quando la gente mi apostrofa in questo modo, ma non dico niente e mi limito a sedermi nell'ultimo banco vicino alla finestra, nessuno fa caso a me, e rimango sola.

-Buongiorno ragazzi- un professore piuttosto giovane dagli occhiali rotondi entra e tutti si zittiscono. -A quanto pare abbiamo una nuova compagna, tu sei...-

-Rosebelle Greyson- mi alzo parlando con un filo di voce, odio essere al centro dell'attenzione, per questo mi limito ad osservare la punta delle mie Converse rosse.

-Sei più piccola degli altri, o sbaglio?-

-No, no, giusto, ho quasi quindici anni- le sue labbra si curvano in un sorriso mentre si passa una mano tra i ricci scuri e ribelli.

-Sono sicuro che sarai un soggetto interessante...puoi anche sederti ora- ringrazio il cielo in almeno venti lingue diverse, gli occhiali mi scivolano sul ponte del naso, sono fuori posto proprio come lo sono io.

Passo il resto dell'ora seguendo la lezione e cercando di non ascoltare il chiacchiericcio delle altre ragazze su di me, o gli occhi di Daniel che, di tanto in tanto, mi squadrano incuriositi. 

Daniel

-Allora, cosa ne pensi della tua nuova sorellastra?- schiudo le labbra lasciando che il fumo esca denso e bianco, Will si lascia andare con la schiena contro le mattonelle del tetto.

-Non penso niente e basta, credo che sia piuttosto insignificante, sta sempre sulle sue, in silenzio oppure, se si azzarda a dire qualcosa, lo fa solo per confermare l'idea di un altro, non ha personalità-

-Sei crudele, tuo padre ci ha raccontato ciò che le è successo-

-Lo so, ma io la penso allo stesso modo sul genere femminile, non vedo come qualcuno mi possa far cambiare idea. Le uniche ragazze che reggo sono Pyper e Diana, ma solo perché le conosciamo da quando eravamo piccoli- imito Will chiudendo gli occhi sotto il sole primaverile di New York.

-Diana ti sbava dietro come un cagnolino, farebbe di tutto pur di venire a letto con te- 

-Magari potrei accontentarla un giorno di questi-

-Sei un mostro Daniel- sospiro rumorosamente. No, non lo sono, semplicemente voglio evitare di essere ferito come è accaduto in passato, troppe cattive esperienze mi hanno portato ad essere chi sono oggi, e non ne vado fiero.

-Woah, come avete fatto ad arrivare lassù?- spalanco gli occhi non appena sento la voce di Rose, mi affaccio dal tetto vedendola con lo sguardo rivolto verso l'altro e le orbite sbarrate, merda.

-Non dovresti essere a danza?-

-Sono appena tornata- noto lo chignon tenuto su da un fiocco rosa, a volte dimostra molto meno dell'età che ha.

-Torna dentro okay? Io e Will stavamo parlando-

-Okay scusa, ero solo curiosa di sapere come foste riusciti a salire- il suo capo scompare dalla mia vista ed io sbuffo sentendo gli occhi del mio migliore amico che mi perforano la pelle. -Che c'è?-

-Come fai a rispondere male ad un esserino del genere? E' come spezzare il cuore del Coniglio Pasquale-

-Deformazione professionale- getto la sigaretta dal tetto buttando fuori l'ultima nuvola di fumo, mi volto verso Will sospettoso. -Non è che per caso ti piace?-

-Sì- alza le spalle con noncuranza, una morsa mi attanaglia lo stomaco. -Non te lo so spiegare, forse perché è diversa da tutte, sembra una bambolina-

-I gusti sono gusti, non è proprio il mio tipo-

-Lo so. Non ha né il fisico né la sicurezza delle tue solite ragazze-

-E' una bambina ancora- in quel momento sentiamo un tonfo provenire da dentro, subito scattiamo come due molle e ci precipitiamo dentro, trovando Rose sotto tutte le pentole della cucina. -Che cosa hai combinato?-

-Volevo fare i biscotti- 

-Ti sei fatta male?- Will sposta prontamente le vettovaglie dal suo corpo, cominciamo bene.

-Dico, se non ci arrivavi, non potevi chiamarci?-

-Ma tu poco fa mi avevi detto di non disturbarvi- si rialza ignorando la mano tesa del mio migliore amico e spolverandosi i vestiti.

-E tu prendi alla lettera tutto ciò che ti dicono oppure usi un po' di invettiva personale?- i suoi occhi azzurri cominciano a velarsi di lacrime e il labbro inferiore a tremare, se scoppia a piangere do di matto. -No, no, no, non sopporto quando dovete piagnucolare, mi irritate-

-Daniel non stai migliorando la situazione- Will mi fa cenno di andarci piano, sto per urlare.

-Va bene, scusa, non volevo essere così scontroso...però pure tu, non puoi essere così debole- per tutta risposta Rose se ne va in camera sua senza fiatare, come se io e Will fossimo scomparsi improvvisamente. -E' totalmente suonata-

-Beh, diciamoci la verità Manson, non ci sei andato tanto leggero- sbuffo ruotando gli occhi al cielo, odio quando deve impartirmi lezioni di vita non richieste. -Comunque io ora devo andare, ho un appuntamento con Marianne-

-Ah certo, ci provi con la mia sorellastra però ancora non hai messo un punto con la nostra bella cheerleader- mi lancia un'occhiata di fuoco prima di afferrare il giubbotto di pelle all'attaccapanni.

-Vado a rompere con lei...e fossi in te starei attento con Diana, se te la porti a letto poi non te la scollerai più di dosso...la adoro per carità, ma venderebbe l'anima al diavolo pur di star con te-

-Ciao- gli chiudo la porta dietro le spalle, ancora una volta ha dovuto dimostrarsi più in gamba di me. Per quanto io gli voglia bene, non posso fare a meno di ammettere che tra noi due ci sia sempre stata una sorta di competizioni, in qualsiasi campo. Siamo come le due faccia della stessa medaglia: io biondo e con gli occhi viola, e lui bruno con gli occhi azzurri, io che rompo i cuori e lui che li cura, il cattivo ragazzo e l'angioletto della situazione. Mio padre ha sempre desiderato che diventassi almeno la metà di come è lui, ma sa che ho il male dentro, e ben presto intaccherà ogni parte del mio corpo, proprio come è successo con mia madre.

Scuoto la testa ritornando sulla terra, il mio stomaco brontola, forse sarebbe il caso che ordinassi la pizza, e che facessi uscire dal suo nascondiglio la bambolina.

-Rose, Rose- busso alla sua porta un paio di volte senza ottenere risposta. Sto quasi per andarmene quando mi ricordo che mio padre, prima che loro venissero qui, mi ha informato di una malattia al cuore della ragazza, quindi decido di entrare senza tante cerimonie. Quando i miei occhi viola si incastrano nei suoi azzurri attraverso lo specchio rabbrividisco. -Che diamine stai facendo?! Credevo che ti sentissi male- con un colpo le faccio volare la lametta dalle mai, lei boccheggia prima di allungare le maniche del maglione lungo le braccia mutilate.

-I-io...-

-Oddio, ci mancava pure che fossi autolesionista- mi sbatto le mani in faccia cercando di cancellare quell'immagine dalla mia mente. -Ti prego, cerca di non ucciderti davanti a me- e per la prima volta, nei suoi occhi, vedo qualcosa di nuovo, un barlume strano che ancora non avevo visto: odio.

-Tranquillo, non devi preoccuparti di questo...ed ora credo che faresti meglio ad uscire di qui- un sorriso sghembo compare sul mio volto, sembra quasi adorabile mentre cerca di farsi la dura, mentre cerca di tenermi testa inutilmente.

-Ascolta, sono io il più grande tra noi due, e quando i nostri genitori non ci sono comando io- le sue iridi celesti mi fissano, quasi a volermi trafiggere, e per un momento ci riescono, sento tante lame che mi trafiggono il petto.

-Questa convivenza sarà più dura del previsto- borbotta superandomi e sedendosi sul letto, un piccolo quaderno nero sulle gambe e la penna nella mano destra, ecco che ci risiamo, lei affronta così tutto, si isola e comincia a scrivere, non so bene cosa, ma sembra alleviare il peso che la opprime.

-Comunque sto ordinando le pizze, volevo solo sapere se avesse preferenze o altro-

-No fai tu, mangio di tutto- sospiro esasperato, ci rinuncio, è materia per Will, non per me.

-Va bene, cerca di non ammazzarti nel frattempo-

-Fottiti- sibila quelle parole con una tale rabbia nella voce che stento quasi a riconoscerla. 

-Brava Rose, così mi piaci- mi richiudo la porta alle spalle scuotendo la testa, ci ho sempre saputo fare con le ragazze, mezza scuola è ai miei piedi, ma lei, invece, sembra stare in un mondo tutto suo, non si interessa di niente e di nessuno.

Mentre ordino finalmente le pizze, sento il mio cellulare squillare, i miei amici mi stanno cercando, è forse il primo venerdì di tutta la mia vita che non esco, ma mio padre e Scarlett sono fuori per il week-end, e lasciare sola a casa la nostra Baudelaire non mi sembra una buona idea.

-Non devi dirlo a nessuno- sussulto vedendola dietro di me, le braccia incrociate sotto il seno e gli occhi ridotti a due fessure che mi fissano.

-Cosa?-

-Non devi dire a nessuno ciò che hai visto poco fa-

-L'hai detto pure tu, non sono cose che mi riguardano e terrò la bocca chiusa- le sue spalle si rilassano e, per un attimo, temo che possa cadere giù come una foglia da un albero.

-Bene- mi getto sul divano col cellulare in mano, Rose fa per andarsene ma poi fa marcia indietro. -Mi sono dimenticata di darti questi, oggi- mi porge dei bigliettini con alcuni numeri di telefono, io la guardo corrucciato. -Le mie compagne di classe mi hanno chiesto farli arrivare a te, pare che tu sia parecchio famoso a scuola, pensa che mi avevano anche invitato ad una festa sta sera, nella speranza che portassi anche te- le mie orecchie captano quella parola, un'idea si fa strada nella mia mente.

-A casa di chi è?- fa mente locale mordendosi le labbra, è innaturale che cerchi di farsi male in ogni modo possibile ed immaginabile.

-Mckenzie Clouds- capelli biondi, sedici anni, non troppo intelligente, e questo spiega come mai segua gli stessi corsi di Rose, gambe vertiginose e seno, beh, su cui non mi esprimo.

-Sai sorellina, credo che dovremmo fare alcune attività atte a intensificare il nostro rapporto, dopotutto siamo una famiglia ora, no?-

-Ma cosa...?- scuote la testa contrariata prima di sospirare rumorosamente. -Te la vuoi portare a letto vero?-

-Sei perspicace, ora va' a prepararti, siamo ancora in tempo per arrivare nel momento clou- non le do nemmeno il tempo di protestare che subito corro in camera liberandomi dei vestiti. So che quello che sto facendo non è eticamente corretto, e che molto probabilmente Will avrà molto da ridire sul mio comportamento, ma in teoria le sto facendo un favore, non è ancora uscita una volta da quando è arrivata qui, è giusto che conosca la vita notturna di questa bellissima e pazza città che è New York.

Mi faccio una doccia veloce, ma appena esco sento una voce provenire dalla camera accanto. Appoggio delicatamente l'orecchio alla parete, è Rose, e sta cantando. Il suo timbro è così delicato e angelico che mi sembra quasi irreale, ne sono rapito. Poi, improvvisamente, smette, ed io scuoto la testa liberandomi da quella specie di incantesimo.

Mi vesto, sistemo i capelli biondi che forse dovrei decidere a tagliare e mi guardo un'ultima volta allo specchio prima di andare a bussare alla porta di Rose.

-Capisco che tu ci metta poco in quanto ragazzo, ma io ho bisogno di un po' di tempo- mi apre con i capelli totalmente zuppi, una maglietta viola mono spalla ed una gonna nera che le si alza in continuazione.

-Bene, allora che sia meglio darci una mossa- la supero rischiando di inciampare nelle sue Converse basse e nere, dio, ma questa ragazza non ha altre scarpe. -E' la seconda volta che entri in camera mia senza aspettare che io ti dia il permesso-

-Beh, in teoria questa è casa mia da circa sedici anni, quindi...- rotea gli occhi al cielo, io afferro il phon e inizio ad asciugarle i capelli.

-Che stai facendo?!-

-Il bravo fratello- la sento irrigidirsi, ha la pelle d'oca. -Tranquilla non ti toccherò, hai un bel po' di tic sai?-

-Non è un tic- ribatte atona. -E' una forma di difesa-


Angolo autrice

Salve a tutti, finalmente sono tornata suefp dopo mesi di silenzio, ma sta volta con una nuova storia, niente fanfictio o roba così per adesso.

Anyway, per quanto riguarda questo nuovo racconto è da un po' che ci lavoro, ho cambiato la trama circa cinque volte prima di arrivare a questa, e mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate, per ora ho bisogno della mia buona dosa di autostima anch'io ahaha.

Okay, detto questo mi dileguo, un bacio, Rose xx
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Ossidiana_