Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: lunettaop    26/12/2015    9 recensioni
La KuroChristmas è la fabbrica di giocattoli più famosa di tutto il mondo magico.
Il 25 Dicembre è alle porte e il tempo sta per scadere. Tra battibecchi e regali da consegnare, regna il caos più totale.
Riuscirà Babbo Natale a far collaborare i suoi elfi, solo per il bene del Natale?
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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              Made in KuroChristmas                        




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Mancavano poche ore al 25 Dicembre e tutti alla KuroChristmas, folletti, elfi e gnomi, erano in movimento per la creazione dei giocattoli, richiesti dai bambini di tutto il mondo.
Una ragazzina di bassa statura, anch’essa un elfo, si rigirava tra le mani una lettera cercando di capirne il contenuto.
“Qualche problema Sieglinde?” chiese un altro elfo.
“Sì Finny, non riesco a capire cosa c’è scritto in questa dannata lettera!” sbuffò la ragazzina.
“Sieglinde sta calma, ricordati che è natale” disse un uomo dalla barba lunga, alle sue spalle.
“Ops... si scusa Babbo Natale” rispose con un sorriso da birbante.
“Brava, questo è lo spirito giusto. Come procedono le consegne?” domandò alla morettina sedendosi sulla sua grande sedia, la quale somigliava molto ad un trono.
“Bene, i ragazzi sono fuori e noi continuiamo con la produzione dei giocattoli” spiegò la ragazzina, facendo un resoconto generale.
“Eccellente” proferì Babbo Natale sornione.
“E dimmi, la consegna speciale ai bambini dell’orfanotrofio a chi l’hai assegnata?” domandò curioso.
“Ho pensato che Ciel sarebbe stato adatto a quest’incarico”.
“Ottima scelta Sieglinde” sorrise l'uomo soddisfatto.
“Oh guarda, è già di ritorno” fece notare Finny.
Ciel posò il sacco vuoto all’entrata, pronto per essere nuovamente riempito e si diresse verso Babbo Natale.
“Bentornato Ciel, hai già portato a termine la tua consegna?” chiese l’anziano uomo.
“Sì, è stato un gioco da ragazzi” rispose il giovane soddisfatto.
“Molto bene. Finny, Sieglinde preparate il prossimo carico” ordinò l'anziano ai ragazzi.
“Voliamo!” esclamarono i ragazzi.
“E’ UN’INGIUSTIZIA!” urlò all'improvviso uno strano tipo con un mini vestito rosso.
“Anche io voglio vestirmi di rosso! Guardatemi sono una favola! Dimmi tu se una bellezza come me deve uscire il 6 Gennaio!” si lamentò accarezzandosi il vestito con fare maniacale.
“Babbo Natale ti prego fammi uscire con i ragazzi!” implorò il rosso.
“Mi dispiace Grell, ma hai già il tuo giorno assegnato. Pazienta ancora un po’ su” rispose l’uomo cercando di convincerlo.
“Ma io non sono una Befana!”
“E’ quello che sei Sutcliff, quindi taci.” proruppe un' uomo dietro di lui.
“Oh Will! Sai che il verde ti dona?! Tu si che sei l’elfo più sexy di tutta la fabbrica!” esclamò facendo per saltargli addosso ma fu fermato da un pugno in testa datogli da quest’ultimo.
“Kelvin abbiamo un problema” disse una ragazzina elfo dai capelli castani.
“Doll quante volte ti ho detto di chiamarmi Babbo Natale?” fece notare l’uomo sorridendo.
“E’ vero perdonami, ma abbiamo problemi ben più gravi adesso” disse in tono serio.
“Cosa c’è bambina?”.
“Druitt doveva fare la sua consegna stanotte ma come al solito non riusciamo a trovarlo” spiegò brevemente.
“Ho ho ho, avrà incontrato di sicuro una bella fanciulla” sorrise l'uomo conoscendo il soggetto in questione.
“E’ un caso disperato, mi chiedo come sia ancora alle tue dipendenze” osservò Doll, scuotendo il capo.
“Bambina devi aver fiducia nel prossimo. Una soluzione si trova sempre”.
“Se volete vado io” propose Ciel con noncuranza.
“Oh grazie Ciel, sei proprio un caro ragazzo. Sebastian ti aiuterà”.
“S-Sebastian?” ripetè titubante.
Sebastian era uno degli elfi più in gamba della KuroChristmas, dall’aspetto idilliaco, proprio come Ciel.
Gli elfi rappresentano nella mitologia nordica creature intermedie tra il divino e l’umano. Era facile perdere la testa per loro e Sebastian sfruttava questo a suo vantaggio e Ciel non riusciva proprio a sopportarlo. Era molto abile nel circuire le persone, far fare quello che voleva, sfruttando la sua bellezza come un’arma letale.
Altro che aiutante di Babbo Natale, quello era il braccio destro di Satana; ecco cosa pensava Ciel.
“Sì Ciel, in due farete prima” disse Kelvin riportandolo alla realtà.
“Ma... non può venire Alois con me?” domandò sperando che l'uomo accettasse la richiesta del giovane.
“Mi dispiace Ciel ma sono già in partenza con Claude e una volta finito di distribuire i regali, avremo il nostro bel da fare” ammiccò il biondino maliziosamente, passandogli accanto.
“Allora vado da solo!” protestò il ragazzo.
“Quel’è il problema Ciel?” chiese alle sue spalle una voce sensuale che ben conosceva e che ogni volta lo faceva irritare.
“Io non ho nessun problema!” rispose voltandosi a pugni stretti.
“Allora poche storie. Prendi i regali, io sistemo le renne” ordinò il corvino andando via.
“Spero di finire il più presto possibile!” borbottò seguendolo.
Arrivati alla slitta, Sebastian sistemò le renne con molta cura come al solito, mentre Ciel portava il grande sacco contente i regali.
“Che hai da sorridere?” chiese Ciel scocciato prendendo posto accanto a lui.
“Il sacco... è più grande di te” osservò schernendolo.
“Ah Ah, divertente. Muoviamoci piuttosto” disse sbrigativo salendo sulla slitta, senza degnarlo di uno sguardo.
 
 

 

Consegnarono un bel po’ di regali, finchè arrivarono ad una piccola baita in montagna. Sebastian parcheggiò la slitta scendendo con il sacco.
“Tu resta qui, faccio in un attimo” disse arrivando sul tetto col fare di un acrobata.
“Tsk, esibizionista” commentò Ciel a bassa voce, incrociando le braccia al petto.
Sebastian entrò in casa, calandosi giù per il camino: era stretto e le sue spalle strusciavano lungo i mattoni.
Continuò la discesa lenta e attenta, puntellandosi con i piedi nel poco spazio che gli era concesso. Finalmente vide una pallida luce filtrare; era giunto alla base del camino. Come previsto, si ritrovò nel salotto e silenziosamente cominciò a disporre i regali sotto l’albero.
Una ragazza dai capelli bruni, si avvicinò lentamente a lui, mentre sorseggiava una cioccolata calda.
“Babbo Natale... come sei cambiato” osservò maliziosamente chinando il capo di lato, per guardargli meglio il fondoschiena.
A quell’affermazione Sebastian si voltò, incrociando il loro sguardi.
“Ops... beccato. Cosa ci fai in piedi  a quest’ora?” chiese il corvino alzandosi.
“Sì lo so, Babbo Natale non dovrebbe essere visto. Ma avevo fame, che posso farci” si giustificò la ragazza.
“Ma io non sono Babbo Natale” precisò Sebastian.
“Davvero? E cosa sei?” chiese la ragazza interessata, avvicinandosi.
“Sono uno dei suoi aiutanti speciali”.
“Ahh... interessante.” rispose guardandolo dalla testa ai piedi.
“Avete ricevuto la lettera di mio figlio, sono contenta. Da quando suo padre è morto, la sua unica gioia è il natale. Sente la magia nell’aria; all’inizio pensavo fosse solo una sua fantasia ma adesso che ti vedo... sono felice di sapere che aveva ragione” riflettè la fanciulla, ricevendo un sorriso da parte del ragazzo.
“Come ti chiami?” domandò curiosa.
“Sebastian e tu?”
“Beast” sorrise.
“E’ un piacere conoscerti Beast” disse Sebastian facendole il baciamano.
Quel contatto fece fremere la ragazza, la quale perse la presa sulla tazza che arrivò a terra rompendosi.
“Oh mi dispiace” si scusò Sebastian.
“Non fa niente, non era poi così importante” gesticolò con noncuranza.
“E la tua fame?” chiese il moro con un leggero ghigno.
“Hm... penso di aver trovato il modo di placarla” rispose attirando a sé il moro, baciandolo in modo affamato, stuzzicandolo con la lingua mugolando e gemendo di piacere.
Sebastian le prese il viso tra le mani e ricambiò il bacio a sua volta con una tale passione che gli sembrò di rubargli l’anima; d'altronde era la sua specialità.
 

 
 

Erano già diversi minuti che Ciel aspettava fuori. Era strano perché Sebastian era sempre veloce nelle consegne, quasi quanto lui. Doveva essere successo qualcosa.
“Si gela qui fuori. Dannato... dove si  è cacciato?”
Decise di scendere dalla slitta e recarsi nella piccola baita.
Aprendo la porta restò sconcertato nel vedere la ragazza avvinghiata a Sebastian  come una ventosa.
“Che diavolo stai facendo!” urlò facendoli staccare.
“C-Ciel” si staccò dalla ragazza, guardandolo con un risolino.
“Sei disgustoso” ringhiò andandosene.
“Aspetta!” esclamò Sebastian rincorrendolo. “Posso spiegarti, non è come sembra”.
“Che pensavi, che il corpo di quella ragazza fosse l’albero di natale?!” chiese continuando a camminare, fino a raggiungere la slitta.
“C’è un malinteso, è lei che mi ha baciato” spiegò ridacchiando per la reazione esagerata di Ciel.
“Oh certo, infatti hai opposto un estrema resistenza!” gli fece notare il giovane con un sarcasmo che trasudava fastidio da ogni parte.
“Sei geloso per caso?” provocò il corvino all'improvviso.
Ciel si girò di scatto verso di lui digrignando i denti e puntandogli il dito contro.
“Stammi a sentire, a me non interessa quello che fai e con chi lo fai, ma esigo che tu sia il più professionale possibile quando lavori con me, è chiaro?!” sbottò continuando ad urlare.
“E’ chiaro, scusami” rispose Sebastian, senza continuare la discussione. Quel rimprovero era più che giustificato.
Aveva sbagliato. Un perfetto elfo come lui non si sarebbe mai dovuto lasciar andare con tanta facilità, soprattutto mentre lavorava.
Restarono in silenzio durante tragitto, passando da una città all’altra. Sebastian guardava di sottecchi Ciel, il quale era ancora furioso.
Doveva farsi perdonare.
“Vuoi tenermi il muso ancora per molto?” chiese non ricevendo nessuna risposta.
“Ti ho già chiesto scusa” ripetè con fare innocente.
“Non voglio le tue scuse. Limitati a consegnare i regali e basta. I tuoi regali personali tienili per quando avrai finito” disse Ciel in modo gelido facendo ridacchiare il moro.
“Cosa intendi per regali personali?” domandò l'elfo fingendo di non capire.
Ciel lo guardò malamente incrociando le braccia al petto.
“Sai benissimo a cosa mi riferisco” alluse velenoso.
“La prossima tappa?” chiese poco dopo.
“E’ l’ultima, villa Phantomhive” rispose Sebastian, guardando le case sotto di lui.
“Ok, sbrighiamoci”.
 

 

 
Ben presto arrivarono alla villa.
“Quanti bambini abitano in questa villa?” chiese Ciel, guardando l’enorme edificio.
“Solo uno, Ciel Phantomhive. Si chiama come te” fece notare il corvino.
I ragazzi per essere prudenti, prima di entrare si affacciarono dalla finestra per guardare all’interno. Videro un piccolo bambino dai capelli color antracite, circondato da giocattoli, seduto sul tappeto di fronte al grande camino, mentre giocava con una barchetta.
“Quel bambino ti somiglia tantissimo” disse Sebastian, osservando la somiglianza tra i due.
“E’ vero” sibilò Ciel, non riuscendo a distogliere lo sguardo da quella piccola figura.
“Cosa può mai volere quel moccioso da Babbo Natale? Mi sembra che non gli manchi niente” osservò il ragazzo, scuotendo il capo.
“Adesso vedrai” rispose il corvino ghignando.
Qualcuno aveva suonato alla porta, videro l’anziano maggiordomo andare ad aprire, mentre il piccolo restava da solo nella grande stanza.
Un giovane uomo, elegante e di bell’aspetto, si tolse il cappotto e lo ripose sulla poltrona inginocchiandosi.
“Allora è qui il mio ometto” disse sorridendo attirando l’attenzione del bambino.
“Papà!” esclamò il piccolo correndo verso di lui per abbracciarlo.
“Che bello! Sei tornato!”
“Sì piccolo mio.” sussurrò l’uomo stringendolo forte a sé.
“Babbo Natale ha letto la mia lettera!” esclamò il bambino con le lacrime agli occhi.
Ciel a quel punto capì ogni cosa e si voltò incredulo verso Sebastian.
“Non dirmi che... quel bambino... voleva...”
“Voleva che suo padre tornasse da lui per natale” finì la frase il corvino.
“La madre è morta dandolo alla luce e il padre è sempre fuori per lavoro. Nonostante lo ricopra di regali il piccolo non è mai stato felice. E’ da un po’ anni che lo tengo d’occhio e finalmente oggi, posso vedere sul suo viso un bel sorriso”.
Ciel ascoltò le parole del corvino con estrema attenzione provando per la prima volta un senso di solitudine e tristezza.
Non era la prima volta che sentiva una situazione del genere, i  bambini dell’orfanotrofio avevano storie ben peggiori, ma forse quel piccolo toccava il cuore rigido di Ciel perché gli somigliava talmente tanto che vi si immedesimava lui stesso.
“Io non sono mai stato qui”.
“Lo so, per questo Kelvin ha voluto che ti accompagnassi” rivelò il corvino soddisfatto.
“Ho capito, ma noi non facciamo questo tipo di regali, portiamo solo giocattoli”
Sebastian lo guardò sorridendo e con la mano destra gli accarezzò dolcemente i capelli.
“Qualche volta possiamo anche farlo. E’ questo che rende magico il natale”.
Ciel rimase a guardare Sebastian senza dire nulla. Tutta la rabbia che aveva provato prima verso di lui era sparita.
“Adesso capisco, perché sei l’elfo migliore della KuroChristmas” osservò donandogli per la prima volta un sorriso sincero, cosa che colpì parecchio il corvino.
“Ho imparato dal migliore” sussurrò facendogli l’occhiolino.
“Andiamo adesso, la missione è conclusa” disse Sebastian dirigendosi verso la slitta.
Ciel in quel momento provò una sensazione di vuoto, tutto sommato non voleva che quella serata finisse.
Guardò dentro la villa; il padre teneva in braccio il suo piccolo, con il maggiordomo che sorrideva contento alle loro spalle, poi si voltò verso Sebastian, desiderando per la prima volta di abbracciarlo.
Scuotè il capo, scacciando via quel pensiero, tornando verso la slitta.
“Bene, anche quest’anno abbiamo portato a termine il nostro incarico. Adesso potrai dedicarti ai tuoi regali personali” provocò Ciel con un lieve sorriso, altamente ricambiato da Sebastian.
“C’è solo un regalo che non ho mai dato e che ogni anno desidero dare ardentemente” confessò il corvino.
“E quale sarebbe?” chiese Ciel incuriosito.
Sebastian lo guardò intensamente negli occhi facendolo fremere, gli prese il viso tra le mani attirandolo dolcemente verso di sé.
Ciel sgranò gli occhi quando sentì le labbra di Sebastian sulle sue: così morbide e calde. Improvvisamente quel senso di vuoto che aveva provato prima sparì.
Sebastian riaprì gli occhi allontanandosi di pochi centimetri: “Buon Natale Ciel” sussurrò tra le sue labbra, lasciandolo boccheggiante.
Sebastian fece per salire sulla slitta, ma Ciel lo bloccò per un braccio. Lo attirò velocemente di nuovo su di sé, premendogli la testa contro la sua. Lo fissò intensamente per poi donargli un caldo e travolgente, bacio che ben presto diventò ancor più passionale.
“Buon Natale Sebastian” sussurrò il giovane leccandosi il labbro inferiore, cosa che infiammò il corvino.
Lo prese di pesò e se lo caricò in spalla.
“Ma che fai?!” esclamò Ciel.
“Abbiamo ancora un po’ di tempo prima di tornare e penso di sapere come impiegarlo” ammiccò maliziosamente, dandogli una forte pacca sul sedere.
“Sei sempre il solito pervertito!” urlò Ciel, ridendo poco dopo mentre si lasciava trasportare in un luogo dove avrebbe ricevuto, per la prima volta, un fantastico regalo di natale: pieno d’amore.





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Angolo dell’autrice
 
 
Ed eccomi qui con una piccola one shot tutta per voi *^*
Un’idea bizzarra, (così come le altre) che volevo condividere con i miei amati lettori <3
Spero vi sia piaciuta ^^
Vi auguro Buon Natale e un sereno e felice anno nuovo!!
Baciiii :***

 





 
   
 
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