Serie TV > Doctor Who
Ricorda la storia  |      
Autore: Wavy13    27/12/2015    1 recensioni
SPOILER 9X10
"Ma le braccia, le braccia sono quelle che più mi colpiscono. Sono lunghe, sembrano voler evadere dalla vecchia giacca di tweed, ormai troppo stretta, seguono bizzarre traiettorie, calcano e sottolineanoo le parole, insieme a quell'inaspettata cadenza scozzese della sua nuova voce, bassa e roca, che si sofferma sulle r ben più del dovuto"
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 12
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NOTA DELL'AUTRICE: è qualcosa come, due anni, che non pubblico più nulla. Okay. E credo di aver perso l'uso dell'italiano. Okay di nuovo. Va bene, proviamo a scrivere qualcosa di sensato.
Allora, questa storia è un po' particolare, nel senso che nasce dal mio crogiolarmi nel dolore durante la settimana successiva all'uscita della 9x10, ma se letta prendendo in considerazione il finale di stagione, non ha alcun senso logico. O meglio, ne ha, ma solo parzialmente (leggendo comunque capirete). Ci tenevo a condividere questa mia perla (si fa per dire) di angst irrazionale con tutta la comunitá, quasi più per una necessitá di terapia di gruppo che per altro. Ciò detto, vi auguro una quanto più possibile buona lettura 




I personaggi chiaramente non mi appartengono, purtroppo, e tutti i diritti della serie sono riservati a BBC, Moffat e compagnia bella.
Non credo che in nessun universo questo disclaimer possa essere legalmente accettabile, ma mi affido alla comprensione dei Britannici.






















Nell'insieme, una delle cose che più mi colpisce di lui, sono le sue braccia: compiono movimenti ampi, teatrali, e sembrano quasi confuse. A essere sincera, tutto di lui, in questo momento, sembra confuso e incerto: i suoi nuovi grandi occhi da gufo color del ghiaccio, le sue sopracciglia, che devono ancora decidere se essere arrabbiate o spaventate, quella zazzera di capelli bianchi a sprazzi neri. La sua stessa mente, mi pare terribilmente confusa, a ritrovarsi, antica di duemila anni, in un corpo nuovo di zecca, che comunque sembra più vecchio di lei. Ma le braccia, le braccia sono quelle che più mi colpiscono. Sono lunghe, sembrano voler evadere dalla vecchia giacca di tweed, ormai troppo stretta, seguono bizzarre traiettorie, calcano e sottolineanoo le parole, insieme a quell'inaspettata cadenza scozzese della sua nuova voce, bassa e roca, che si sofferma sulle r ben più del dovuto. Si allacciano al busto in un paio di spalle strette e spigolose. Non le controlla, o almeno, io credo: forse è qualcosa di inconscio, ma è come se non riuscisse più a decidere dove mettere quegli arti e che questi abbiano acquisito una propria libertá e indipendenza. Mi colpiscono perchè, più del resto, sono lo specchio dell'uomo terrorizzato che è chiuso in quel vecchio corpo dinoccolato, che ancora non gli appartiene davvero. E mi spezzano il cuore. Vorrei stringerle, placare i loro gesti bruschi e fare sapere loro che va tutto bene, che è tutto esattamente come era prima. Ma non lo faccio, per il semplice fatto che non ci credo neppure io. Forse, più tardi, quando il Tardis sará riuscito ad atterrare dal suo volo incontrollato, tutto sarà più calmo e nitido e io avrò ritrovato in quell'uomo il mio Dottore, avrò il coraggio di farlo.  


     





Le sue braccia si irrigidiscono bruscamente, come il resto del suo corpo, restano a fluttuare a mezz'aria, senza meta. In altre circostanze questa impacciataggine, quasi fosse quella di un cerbiatto che si alza per la prima volta sulle proprie zampe, mi provocherebbe un moto di tenerezza. E in veritá lo fa, non posso negarlo. Ma non posso far finta che questa senzazione non sia anestetizzata dal dolore per la consapevolezza che la sua rigiditá sia provocata dal mio abbraccio. Lo stringo con più forza, cercando di fare coraggio più a me che a lui.        








Il suo braccio non è così esile come m'è sempre parso. Sotto agli strati di tessuto del cappotto e della camicia, colgo comunque il suo volume, i suoi muscoli irrigiditi, mentre lo stringo e mi appoggio alla sua spalla. Sorrido, guardando l'universo che scorre oltre le finestre del treno, e chiudo gli occhi, inspirando il profumo di antico che impregna suoi abiti e lasciandomi cullare dalla musica e dall'armonioso incedere dei vagoni lungo rotaie inesistenti. So che lui è a disagio, sento i nervi tesi, il respiro stretto, il suo sguardo perso nella ricerca di qualcosa che possa distrarlo dall'intimitá di quel gesto. Ma so anche che sta cercando di ritrovare un rapporto normale con questo tipo di cose. So che per lui è difficile ma che, ciononostante, si impegna con tutte le sue forze. So che servirà tempo. So anche che io non ne avrò più con lui, dopo questo viaggio. Perciò, quando si mette a blaterare di stelle e pianeti, non me la prendo. Lo tiro più vicino a me, per sentire meglio la sua voce.        








Le sue braccia mi avvolgono con impeto improvviso e anche lo spessore della tuta spaziale non riesce ad allontanare il calore della sua stretta. Mi solleva, felice come un bambino, un sorriso che da tempo non si apriva più così sul suo volto. Lascia che tutta la sua apprensione si dissolva in una giravolta. Il gesto è così spontaneo e incontrollato, così lontano dal suo comportamento abituale, che mi rendo pienamente conto di ciò che è successo solo quando i miei piedi toccano nuovamente terra. E mentre tutti gli occhi del villaggio vichingo sono su di me e Ashildir, io davvero non posso fare a meno di abbandonarmi alcuni istanti alla sensazione, arrivata solo ora, della leggerezza del mio corpo nel suo abbraccio.        








Le sue braccia sono forti, mentre sollevano il mio corpo dalla strada, le sue braccia hanno cura di me. Le sue braccia mi stringono, forte come mai l'hanno fatto, tentano di proteggermi, ora, per non averlo potuto fare prima. La sua mano sorregge il mio volto, le sue dita accarezzano i miei capelli, senza quella malizia che avrebbe forse usato in attimi mai vissuti, ma con la cura di un padre per la sua bambina. Il suo silenzio riempie la strada. Non ha molto tempo, ma mi riporta dentro la casa con passi lenti, misurati. Oltrepassa gli astanti, senza parlare e si ferma di fronte a una porta. Ashildir si avvicina e gliela apre, per poi allontanarsi nuovamente, a osservarlo. Entra nella stanza e si ferma di fronte all'unico letto. Le sue braccia tremano, una lacrima bagna l'elegante velluto rosso della sua manica. Poggia con delicatezza il mio corpo sul letto. Per alcuni istanti resta immobile, di fronte alla propria desolazione, impreparato, come quel lontano giorno, quando per la prima volta avevo stretto in un abbraccio la nuova versione di lui. Poi, le sue gambe sembrano cedere e il suo corpo cade sul mio, lo avvolge, lo stringe, nell'ingenua speranza che così non possa più fuggirgli. E io, se ancora fossi lì, sentirei ora la sua stretta, la sua colonia, il profumo ferroso di corde di chitarra sulle le sue dita, le sue labbra sottili e i segni del tempo sul suo volto mentre mi bacia la fronte. E darei la vita ancora una volta, se potessi, per avere altri mille ultimi abbracci con lui. Il mio tempo è poco. Vedo tutto questo da fuori, fuori dal mio corpo, e fa freddo. Ancora poco. Ancora poco. Il Dottore si solleva dal mio corpo. Si volge verso la porta ed esce. L'ultimo attimo che ho di lui è il suo braccio, che richiude la porta dietro di sé.    
















 


NOTA PARTE II : come giá annunciato, tutto ciò non ha senso. Diciamo che Clara un giorno dovrà effettivamente decidersi a morire (ti voglio tanto bene ragazza mia ma "RICORDATI CHE DEVI MORIREEEE"). ma anche quando avverá, una situazione del genere sará piuttosto inverosimile. Quindi, niente, a conti fatti tutto questo pippone melodrammatico ha senso solo se si prende la morte di Clara come evento finale della nona stagione. Scegliete voi se lo sforzo di astrazione vale la storia XD

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Wavy13