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Autore: Mala Mela    09/03/2009    14 recensioni
“Quindi… ehm… ti piacciono gli insetti”.
Telegrafica, incerta: più una constatazione che una domanda.
“Già”.
Risposta altrettanto breve.
Ecco come, in sette parole e cinque secondi, si era appena conclusa la loro prima significativa conversazione.
[ShinoShino - La Green Fortnight continua!]
You're just too good to be true
Can't keep my eyes out of you
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Shino Aburame
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Quindi… ehm… ti piacciono gli insetti”

A tutti i Coleotteri Verdi <3

 

 

 

 

 

 

~Can’t take my eyes off of you

[500 parole]

 

 

 

 

 

“Quindi… ehm… ti piacciono gli insetti”.

Telegrafica, incerta: più una constatazione che una domanda.

“Già”.

Risposta altrettanto breve.

Ecco come, in sette parole e cinque secondi, si era appena conclusa la loro prima significativa conversazione. Shiho, spiazzata, era tornata in silenzio ad esaminare il rapporto che Shino le aveva consegnato poco prima, mentre quest’ultimo si era appoggiato alla parete e aveva continuato ad osservarla.

La ragazza fece più volte scorrere lo sguardo sul foglio pieno di dati, ma la presenza di un altro ninja nella stanza sembrava distrarla più del dovuto. A sua discolpa bisognava ammettere che la compagnia dello shinobi non era esattamente piacevole; stranamente attratto dagli insetti, taciturno ed inquietante: Shino Aburame avrebbe messo a disagio chiunque.

Rileggendo per la decima volta il terzo rigo, Shiho sbuffò. No, così non poteva lavorare. Lei era una professionista, un genio della matematica e della decriptazione, se ad altri serviva il suo aiuto, avrebbero dovuto quantomeno lasciarla lavorare in pace.

E invece quello continuava a fissarla.

“Scusa, mi chiedevo se ti dispiacerebbe… uscire?”.

“Sì”.

Dietro le spesse lenti circolari, Shiho sollevò un sopracciglio, perplessa.

“S-sì?”.

“Sì, mi dispiacerebbe”.

“Ahn”.

Bene, termine della seconda significativa conversazione. Bilancio della suddetta: tredici parole dette in quindici secondi e mezzo. La comunicazione tra loro stava veramente migliorando. La ragazza decise di ignorare quel siparietto spiacevole e tornò a voltare febbrilmente le pagine piene di numeri senza apparente logica. Socchiuse gli occhi imponendosi concentrazione: forse, fissando intensamente quei segni d’inchiostro ed escludendo ogni altra cosa dalla propria mente, sarebbe riuscita ad ignorare Shino Aburame.

56.

Sì, il cinquantasei era un bellissimo numero. Probabilmente aveva qualche cosa a che fare con il quarantacinque poche righe sotto. E con l’otto esattamente sopra.

Era ovvio, come aveva fatto a non pensarci prima!

Cinquantasei meno quarantacinque più otto faceva diciannove, e –come tutti chiaramente sapevano- la diciannovesima lettera dell’alfabeto era la esse.

Esse come Shino.

Istintivamente si portò una mano agli occhi, coprendoseli esasperata. Sì, stava decisamente impazzendo. C’erano talmente tanti nomi che iniziavano con quella lettere e, tra tutti, le era venuto proprio in mente quello.

“Qualche problema?” chiese l’elemento di disturbo in questione.

“Sì” borbottò Shiho, cominciando ad abbandonare il solito alone di timidezza per fare posto ad una genuina irritazione. “Non riesco a lavorare sotto pressione”.

Shino alzò le spalle.

“Fai pure” rispose laconico. “Non ho fretta”.

“No… i-insomma… non hai capito” balbettò lei, sistemandosi gli occhiali sul naso. “Non mi concentro se qualcuno mi fissa”.

“Guarderò altrove” concluse lo shinobi, mettendo così fine alla conversazione significativa numero tre, composta da vent’otto parole e durata circa una trentina di secondi.

Imbarazzata, la ragazza tornò a concentrarsi sui dati. Ah, come le piacevano i numeri: semplici, bidimensionali e privi di occhi (soprattutto non celati dietro imperscrutabili occhiali da sole).

Lentamente, mossa dalla curiosità, risollevò la testa, trovando davanti alle sue due lenti scure. Arrossì e arricciò lievemente il naso.

“Non hai detto che avresti guardato altrove?”.

“Ci ho provato” disse, sembrando seriamente preoccupato. “…è che non ci riesco”.

 

 

 

 

You're just too good to be true
Can't keep my eyes out of you

 

 

 

 

 

 

 

***

 

 

 

E dopo aver quasi raggiunto i due mesi di inattività, ecco che torno in onore della gloriosa Green Fortnight!

 

 

Non sarà mai Canon? Chissenefrega.
Il nome è uno scioglilingua? E' uno dei motivi per cui insieme li amiamo.
Sono orribili? Non capite l'arte.
Io li ADORO profondamente”

© Tya

 

Maggiore coleottero Mela a rapporto!

 

   
 
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