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Autore: _Cissy_    31/12/2015    2 recensioni
Durante un viaggio verso uno dei pianeti della Galassia Oniderea, la pazzia del Dottore sembra raggiungere il picco massimo nel momento in cui chiede a Rose di tingergli i capelli di rosso.
E’ la mia prima Fanfiction su Doctor Who. Siate spietati... ma non troppo!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ginger Hair


Rose stava leggendo una rivista, preso sul pianeta Nantidium durante la loro ultima visita, cercando di capire come si potesse definire “gossip” la cattura di una delle più famose scrittrici del pianeta da parte di un gruppo di fan sfegatati della serie. La ragazza emise un sospiro divertito, pensando che, probabilmente, sulla Terra presto sarebbe successo. Se lo immaginava già: una scrittrice di fama internazionale, del calibro di J.K. Rowling, rapita da un gruppo di ragazzini sfegatati… magari vestiti con abiti ispirati alla saga di Harry Potter.
Dei borbottii e dei tonfi si levarono nell’aria, provenienti dalla sala di controllo del TARDIS. La giovane non ci fece molto caso: probabilmente era solo il Dottore che cercava di rimettere a posto un bullone che si era tolto… o cercava di acchiappare una mentina fuoriuscita dalle tasche del completo gessato. Rose voltò pagina, interessandosi maggiormente al colore che, secondo la rivista, sarebbe andato per la maggiore la primavera successiva nella galassia di Acquifex: il color malva.
-Il malva?! Sul serio?- esclamò la ragazza, come se al suo fianco ci fosse qualcuno. Cosa che, in fondo, si reputò vera. Si vide sfilare il giornale dalle mani, per poi trovare il Dottore davanti a se, con uno sguardo serio e le braccia incrociate al petto. La rivista sbucava dal sotto il suo gomito sinistro. Rose percorse la figura dell’uomo, per poi guardarlo negli occhi. –C’è qualche problema?-.
Il Dottore non distolse lo sguardo dalla bionda, rimanendo in silenzio per qualche minuto. Poi, parlò. –Rose. Mi devi tingere i capelli!-.
La terrestre strabuzzò gli occhi, rizzandosi a sedere. –Come, scusa?-.
-Tingermi i capelli! Andiamo. È una cosa che voi umani fate in continuazione!-. Il Dottore si buttò a pancia in su sul letto della ragazza, lanciando in aria la rivista che cadde in testa a Rose. –Vi vedo, quando passate per strada: gente con i capelli viola, verdi muschio e blu elettrico. Scommetto che anche tu te li tingi!- esclamò poi, volgendo lo sguardo verso la compagna di viaggio.
Rose, per ripicca, lo picchiò con il giornale. –IO NON MI TINGO I CAPELLI!-.
-Ok, va bene.  Ad ogni modo, me lo fai questo favore?-.
-Uhm.. No so… Non ho mai fatto la tinta, quindi non saprei come iniziar…-
-Ti prego, Rose. Io non posso farlo mentre leggo le istruzioni… Non sono una donna!-
La ragazza alzò un sopracciglio, domandandosi il perché di quel paragone. Ma lasciò correre. –E sentiamo, di che colore vorresti tingerteli?-.
La bocca del Dottore si schiuse in un grande sorriso. –Prova ad indovinare!-
 
Dopo una decina di minuti, Rose non riusciva ancora a capacitarsi di essere in uno di grandi bagni del TARDIS, con i guanti infilati e un tubetto di tinta in mano. Il Dottore era con la testa appoggiata sul lavandino, con un sorriso sornione.
-Avanti Rose. Fallo!- esclamò, allegro. –E’ tutta la vita che aspetto di essere rosso-.
-Di quale delle tue vite parli?- borbottò lei di rimando, aprendo il tubetto di tinta e mettendosi al lavoro.
Per tutto il tempo, l’uomo non aveva mai aperto gli occhi, continuando a parlare di quanto i capelli rossi fossero meravigliosi, del fatto che erano sinonimo di magia e stregoneria durante il Medioevo e di come fossero altamente vietati su Iota Draconis nell’anno terrestre 6048. Rose era tentata di decolorargli i capelli, rendendo il Dottore un biondino platinato simile ad quelle star che giravano in televisione. Alla fine, era venuta all’estrema decisione che non  sarebbe stata cosa buona e giusta litigare con il Dottore. Dovette abbandonare l’idea anche d tingergli le sopracciglia per ripicca: non si era ancora tolta dalla mente l’entusiasmo che lui aveva quando le aveva detto di essere stato baciato da Madame de Pompadour, e, sebbene a quel tempo aveva Mickey al suo fianco, la fitta di gelosia che l’aveva attraversata ancora non si era rimarginata.
-Allora, Rose.. Hai finito?- domandò l’uomo trepidante.
La bionda scosse la testa, tornando al presente… o qualunque fosse il tempo in cui stavano viaggiando. –Cosa…? Oh, si. Ancora una ventina di minuti che… Si, solo venti minuti-. Si rimise al lavoro, cercando di non pensare troppo a quello che era successo.
Nel giro di venti minuti, come aveva predetto, la tinta aveva fatto il suo effetto e il Dottore si stava rimirando i capelli bagnati allo specchio. Storse la bocca, spostano il capo prima a destra e poi a sinistra. –Non vedo la differenza- borbottò, appoggiando lo specchio sul lavandino, macchiato di rosso. –Che non funzioni sui capelli dei Signori del Tempo?-
Rose alzò gli occhi al cielo. –Oppure bisogna prima asciugarli?- replicò, imbracciando il phon. –Lasciami finire-.
-Quindi non mancavano esattamente venti minuti-
-Da quando il Dottore fa una paternale sul concetto di “tempo per fare una tinta”?-
-Da oggi-. Sorrise e chiuse gli occhi. –Avanti, Rose! Voglio vedermi rosso ed esultare come un bambino di Gallifrey quando riceve il suo primo TARDIS giocattolo!-
-Non indago oltre su questa storia dei TARDIS giocattolo-. La bionda accese il phon, asciugando quelli che, fino ad un’ora prima erano i capelli castani dell’uomo, i quali, man mano che venivano asciugati dal phon, assumevano prima una sfumatura rossastra, per poi sprigionare in tutto il loro splendore il colore. Rose spense il phon, fissando stralunata i capelli del Dottore.
-Allora? Hai fatto?!- domandò impaziente lui.
-Ehm… Si. Ma…-. Non aprire gli occhi, avrebbe voluto dire lei.
Ma non ce la fece: il Dottore aveva già aperto gli occhi, fissandosi entusiasta allo specchio. Poi, il suo sorriso scomparve, lasciando posto ad una smorfia di disgusto. Si passo una mano sui capelli, senza distogliere lo sguardo da essi. –So… Sono… Sembro…- balbettò.
Rose si avvicinò a lui, preoccupata. –Va tutto bene?- domandò, posando una mano sulla sua spalla.
L’uomo si voltò di scatto, fissando, con uno sguardo spaventato, la ragazza. –SEMBRA CHE MI STIANO ANDANDO A FUOCO I CAPELLI!- urlò lui, tornando a fissarsi, inorridito, la testa.
La bionda non voleva essere indiscreta, ma aveva ragione lui: i capelli color rosso dell’uomo davano l’impressione che stesse andando a fuoco. –Beh, non sono così male…-, mentì.
-C’è qualcosa che non mi piace-. Il Dottore afferrò il tubetto di tinta che Rose aveva usato, per poi emettere un altro urlo raccapricciante. –ROSSO IRLANDESE? MI HAI SUL SERIO FATTO UNA TINTA CON IL COLORE DEI CAPELLI DI QUEI MANGIA PATATE?-
-Ma che hai contro gli irlandesi?!- domandò la ragazza.
-NULLA!-. Il Dottore corse fuori dal bagno, riversandosi nella sala dei comandi dell’astronave.
Rose lo seguì, con ancora l’asciugamano sulla spalla. –E ora che intendi fare?-
-Intendo dimenticare questa cavolata che ho fatto! Dio, i capelli rossi fanno schifo!- urlò, premendo dei bottoni. Quando un grosso bottone rosso si accese, l’uomo si voltò verso Rose, serio. –Ora, io premerò questo pulsante e dimenticherò le ultime due ore. Per un tempo uguale a quello che intendo dimenticare, sarò privo di sensi. Durante quelle due ore, dovrai farmi tornare al mio colore iniziale.- Si avvicinò alla ragazza, prendendola per le spalle. –E se mai ti chiederò di tingermi i capelli di rosso, in futuro… NON FARLO! Tutto chiaro, Rose?-
-Ok. Addio, ginger hair- esclamò l’uomo, fissandosi al vetro del TARDIS. –E’ stato breve, intenso e.. orripilante-. Poi, premette il pulsante, candendo a terra, svenuto.

Rose era in camera sua a mettere in ordine il suo armadio, anche se, alla fine, si era rivelato inutile, dato il guardaroba che il TARDIS le offriva.
Il rumore della porta sbattuta la fecero voltare, trovando il Dottore, ansimante e sorridente sull’uscio. –Rose! Preparati a fare la cosa più spericolata della tua vita!-
-Andiamo a gareggiare con le moto da cross su Plutone?-. La bionda all’idea si era esaltata, ma la scuotere la testa dell’uomo le fecero capire che, in quel momento, non parlava ne di moto da cross, ne di Plutone.
-Dovrai tingermi i capelli. Di rosso!- esclamò lui, allegro.
Per tutta risposta, la ragazza gli chiuse la porta in faccia, tornando a concentrarsi sul suo armadio e ignorando le suppliche del Dottore di aprigli la porta, per spiegargli la sua decisione. 

 
SPAZIO AUTRICE: Buon pomeriggio e buon ultimo giorno di 2015! 
Allora, io sono _Cissy_, scrittrice di fanfiction per hobby, follower di innumerevoli serie tv di professione... o lo sarei, se esistesse un lavoro simile! Ad ogni modo, tra le innumerevoli serie tv che seguo (circa una cinquantina), è presente anche Doctor Who, della quale, da sei anni a questa parte, mi ha fatto innamorare dei viaggi spazio-temporali (e delle cambine della polizia anni '50). 
In poche parole, adoro questa serie. Da come avrete capito dalla storia, il mio Dottore preferito è Tenth (alias David Tennant ♥ ), anche se non escludo di poter scrivere, in futuro anche su Eleventh. 
Ad ogni modo, questa, è stata la mia prima Fanfiction su Doctor Who, ispirata alla battuta dello special di Natale del 2006 -
Am I.. Ginger?!-. Mettendovi anche un mio amico che passa i tre quarti del suo tempo a chiedermi come sarebbe Tenth con i capelli rossi e.. Bam (?).. ecco che nasce questa OneShot. 
Spero vivamente che vi piaccia, oltre che sperare di leggere una vostra recensione. 
Concludo augurandovi Buon Capodanno e Buone Feste. 

Allons-y, _Cissy_ 
  
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