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Autore: Raven Callen    01/01/2016    5 recensioni
EndoKaze | AU in cui Endou non ha sposato Natsumi
***
Kazemaru non sa di preciso come è arrivato lì.
Si trova nel campo da calcio della Raimon, ci ha giocato talmente tanto che ormai potrebbe riconoscerlo tra mille: ora però il posto è completamente deserto e il cielo è nuvoloso.
Nuvoloso come quel giorno…
***
Certi demoni non scompaiono mai del tutto. Certi incubi non smettono mai di tormentarmi. Non se ne andranno mai...
Ma affrontarli con qualcuno al tuo fianco è più facile.
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel/Shuuya, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru, Nathan/Ichirouta
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Kazemaru non sa di preciso come è arrivato lì. 
Si trova nel campo da calcio della Raimon, ci ha giocato talmente tanto che ormai potrebbe riconoscerlo tra mille: ora però il posto è completamente deserto e il cielo è nuvoloso. 
Nuvoloso come quel giorno
Non riesce a capire – perché si trova in campo, da solo, con la divisa della squadra addosso? Come ci è arrivato? – e non sa spiegarsi il motivo dell’ansia che l’ha colto, tutto d’un tratto.
Un po’ per il brutto tempo, un po’ per il silenzio, o forse è solo un brivido freddo che l’ha reso nervoso.
- C’è nessuno?! – urla al vento ma nessuno risponde.
Comincia a innervosirsi.
- Se è uno scherzo, sappiate che non è divertente! Ragazzi, dove siete? Dove sono finiti tutti? –
Si guarda attorno in modo frenetico, magari sperando di veder spuntare qualcuno dei suoi amici. Ma nel campo battuto da un vento lieve quanto impietoso non c’è nessuno. Nessuno tranne lui.

All’improvviso, dalla sua sinistra qualcuno scoppia a ridere.
- Come mai così teso, Kazemaru? – 
Il turchese si volta così di scatto da sentire il collo scricchiolare. Quello che vede lo lascia pietrificato.
Totalmente indifferenti al suo turbamento, Gouenji e Kidou avanzano nella sua direzione – entrambi con la divisa dei Dark Emperors addosso.
La pietra viola dondola e rimbalza sul loro petto, attaccata ad una catenina uguale a quella che tempo prima Ichirouta stesso portava. Le tute aderenti fasciano i corpi dei suoi amici, gli stivali bianchi mettono in risalto le gambe di chi gioca a calcio da tutta una vita.
I loro sguardi sono affilati e strafottenti e fanno paura.
Gouenji ghigna nella sua direzione con un’arroganza che mai ha posseduto, mai gli ha rivolto da che si sono conosciuti.
Kidou invece – con mantello e occhialini che penzolano dalla sua mano destra per poi finire abbandonato ai suoi piedi – sembra essere tornato ad avere quell’aura inquietante di quando si erano incontrato per la prima volta, alla partita tra la Teikoku e la Raimon.
I loro occhi hanno un luccichio malevolo, a tratti violaceo, che si perde quasi immediatamente nel fondo dei loro sguardi e che fa tremare Ichirouta da capo a piedi; riesce a vedervi riflesso se stesso, un se stesso con i capelli sciolti e selvaggi come serpenti e le pupille quasi feline.

-  Andiamo, amico, che ti prende? Non sembri contento di vederci.. –
- Kidou… Gouenji… Che significa tutto questo? Dove sono tutti? Perché indossate quelle divise? –
I suoi amici continuano ad avanzare, sogghignando in quel modo tremendamente inquietante, e lui d’istinto muove un passo indietro.
- Ma come, Kazemaru, non ricordi? E’ per merito tuo se anche noi abbiamo conosciuto l’incredibile potenza della pietra di Alius. – inizia Kidou, inclinando appena il capo. – dopo che i Dark Emperors hanno sconfitto la Raimon, l’intera squadra è stata obbligata a…. convertirsi, diciamo… -
Lo dice così, con un tono assolutamente tranquillo, quasi cantilenante. Come se non gli importasse affatto. Come se non comprendesse la gravità della situazione…
- … mentre chi si è rifiutato è stato… come dire? … non ha fatto una bella fine. Fubuki, per esempio. E’ diventato un ottimo esempio per noi tutti. – prosegue, mostrando i palmi.
Kazemaru osserva quelle mani, mani che tante volte hanno aiutato lui e gli altri a rialzarsi, dopo una caduta o uno scivolone. Mani che sono state strette a pugno per la determinazione, mani che hanno accarezzato i capelli di Haruna con dolcezza…
Le sue mani ora sono completamente macchiate di rosso scuro - sangue ormai secco.

- No… no… non è possibile! Non può essere! – 
- Povero, povero Shirou. Se solo non avesse tentato di scappare in quel modo… Ora sarebbe uno di noi, ma vivo. -
Il cuore batte come un forsennato nel petto di Kazemaru, che continua a indietreggiare.
Ad un certo punto sente qualcosa premergli contro la schiena e si rende conto di essere ormai arrivato contro uno dei pali della porta del campo. Quella stessa porta che Endou ha sempre difeso così strenuamente, da amici e nemici.
- No! Tu menti! Endou mi ha salvato! Endou quel giorno ci ha salvati tutti! –
Ormai le ombre dei suoi più cari amici l’hanno accerchiato, non può fuggire. Non riuscirebbe a farlo in ogni caso, bloccato dallo shock e con l’intero corpo che ha cominciato a tremare leggermente.
- Te lo sei sognato, Kazemaru. Nessuno ci ha salvati, quel giorno. Nessuno ha potuto farlo. – sente una mano di Shuuya prenderlo per le guance e sollevargli il viso. Le unghie affilate cercano di scavare nella sua pelle. Le allontana con uno schiaffo secco. 
- Endou non avrebbe mai permesso questo! Non avrebbe mai lasciato che il resto della squadra cadesse sotto l’influsso della pietra,  l’avrebbe impedito ad ogni costo! – 
A quelle parole, entrambi i suoi assalitori scoprono i denti- non li ricordava così aguzzi e pronunciati - in un sorriso che mette i brividi. 
Con uno scatto repentino Gouenji va ad afferrargli i polsi mentre Kidou lo spintona con forza contro il palo metallico a cui è appoggiato.
- Lasciami! Lasciami andare! – Ichirouta si dimena da quella presa con tutte le sue forze, anche se il dolore acuto alla schiena gli fa lacrimare un poco gli occhi. – Voi non siete reali! Niente di tutto questo è reale! –
I polsi gli vengono sollevati con forza e incastrati in qualche modo nelle maglie della rete della porta, mentre sente delle mani munite di artigli serrarsi attorno al suo collo, togliendogli il respiro.

- Può darsi che tutto questo non sia reale. O magari lo è. Ha davvero così importanza?

Mentre Gouenji – no, lui non è Gouenji, è solo un mostro orribile con le sue sembianze! – serra le dita attorno alla gola del turchese, la creatura con le fattezze di Kidou gli strappa la maglia della divisa con un solo colpo d’artigli, aprendogli ferite scarlatte nella pelle chiara. 
Il dolore è insopportabile.
Urla, o almeno, ci prova, perché tutto quello che gli esce è un rantolo soffocato e patetico.
- Noi siamo i mostri dentro la tua testa, Kazemaru, rappresentiamo le tue colpe e le tue debolezze. Sei tu che ci hai evocato e ora siamo qui per farti a pezzi e divorarti. –
Gli artigli abbandonano il suo collo e Ichirouta può di nuovo respirare ma è come se non ci riuscisse.
Un peso insopportabile gli schiaccia il petto e lacrime amarissime hanno preso a scorrergli sulle guance senza controllo.
Si sente afferrare per i capelli e tirato di lato.
Non riesce a capire bene cosa stia succedendo, non finchè i denti del mostro-Gouenji non affondano nel suo collo.
Il sangue prende a sgorgare ovunque, mischiandosi a quello che già cola dalle ferite al petto.
Brucia, brucia da morire.
Il mostro-Kidou, che ancora lo tiene per i capelli, gli si avvicina all’orecchio.
- Lascia che ti sveli un segreto… Endou è stato l’ultimo a cedere. Ha combattuto strenuamente per salvarci, come hai detto tu, ma ha solo prolungato la sua agonia. L’abbiamo sentito urlare per ore. Ha visto tutti i suoi amici cadere. 
Uno. Dopo. L’altro. 
Alla fine non gli è rimasto nient’altro da fare se non arrendersi. –
Ogni maledetta parola va a segno, distruggendolo interiormente. Non serve a nulla ripetersi che è tutta un’illusione della sua mente, perché non riesce a svegliarsi. 
Mentre ormai sta tremando violentemente, ecco che arriva la stoccata finale.
- Ed è solo colpa tua. –
E’ così. E’ colpa sua. Solo sua.
Se non si fosse lasciato affascinare dalla promessa di essere più forte, se non si fosse lasciato raggirare come uno stupido, Endou non sarebbe mai stato costretto a soffrire tanto…
Chiude con forza gli occhi.
“Non è reale, non è reale, non è reale, non è reale!”

- Ragazzi, fermatevi! –
Immediatamente  i due obbediscono, lasciando andare il turchese, che si libera i polsi e crolla seduto contro il palo della porta.
Trema così forte da non riuscire nemmeno ad asciugarsi le lacrime dal viso.
- E-Endou…? –
Il suo Capitano avanza tranquillamente verso di loro.
Kazemaru è così felice di vederlo che per un istante non nota nemmeno la stessa divisa dei mostri, né la collana violacea appesa al suo collo.
Non riesce a vederle, tutte quelle cose, riesce solo a intravedere il viso tondo e rassicurante di Endou avanzare verso di lui.
- Gouenji, dovresti vergognarti. Abbi un po’ di contegno, accidenti! – sbotta il Capitano, rimproverando il suo capo cannoniere che ha il viso e la divisa completamente imbrattati di sangue. 
- Scusami, Capitano. –
- E tu, Kidou, come puoi rovinarmi tutto il divertimento? Mi meraviglio di te. –
- Scusa, Endou. Non succederà più. –
Endou fa per sorpassarli entrambi, poi sembra ripensaci.
Torna indietro. Raccoglie un po’ di sangue – del suo sangue – dalle labbra di Gouenji e lo assaggia, come avrebbe fatto con del miele, o della cioccolata.

Tutto il senso di sicurezza e rassicurazione che ha provato per un momento, tutto quanto, viene spazzato via.
Kazemaru non può credere a quello che ha sentito. A quello che ha visto.
Non può. Quello è solo un incubo. Deve trattarsi per forza di un incubo!
- Perdonali, Ichi-kun, non sanno davvero come comportarsi. – il moro torna ad avvicinarsi a lui.
Non riesce a muoversi. Il corpo è paralizzato dal dolore, gli occhi sono sgranati dalla paura e dall’orrore.
Sente a malapena Endou prendergli il viso tra le mani e asciugare con i pollici i segni del pianto che ancora si riversa sulle sue guance. 
- Non piangere, Ichi-kun. – lo blandisce il moro di fronte a lui.
Ichirouta non ci riesce. Ci prova, ma non ci riesce.
Sembra dannatamente lui, il suo amato Capitano, ma non lo è.
Non lo è più…
- Sai, Ichi-kun, io devo proprio ringraziarti. Senza di te non avrei mai scoperto questo nuovo potere. Non avrei mai scoperto quanto era inutile quel mio battermi per un calcio migliore. Ti sono molto grato. –
Kazemaru si sente così nauseato che potrebbe vomitare.
Un mostro. È colpa sua se Endou è diventato un mostro.
E’ colpa sua…
- Lascia che ti ricompensi come meriti… - e il viso del portiere si avvicina al suo..
Solo colpa sua.
Poi Ichirouta inizia ad urlare.





Continua a urlare per molto tempo.
Anche quando tutto svanisce e si sente precipitare nel vuoto.
Anche quando sente sotto di sé la presenza rassicurante del materasso e tutt’attorno un groviglio di lenzuola. Continua solo ad urlare.

Quando poi sente un peso inaspettato sopra di lui e due braccia bloccarlo per i polsi, allora urla ancora più forte. Si dimena, anche.
Parte un colpo tirato a casaccio e in un attimo il peso scompare.
Riapre di scatto gli occhi, libero e al buio della stanza, mentre accanto a lui qualcuno si tiene il viso tra le mani e mugugna lamenti.
- Che… cosa…?! –
Kazemaru accende di scatto la luce della lampada sul comodino e si trova davanti un Endou dolorante che si sta sfregando l’occhio infortunato.
- Ahi, ahi, Kaze-chan, hai un destro micidiale. – scherza il suo ragazzo, mentre il turchese lo fissa stralunato.
Poi alla fine realizza.
Oh. Oh.

- I-io… scusami, non volevo! – inizia, sfregandosi gli occhi che hanno iniziato a pizzicare un poco.
- Non preoccuparti, dai. Non è niente. -
- No, davvero, bisogna metterci del ghiaccio immediatamente! Altrimenti ti verrà un occhio nero e domani tutti si chiederanno come hai fatto a procurartelo e io… - 
Ichirouta fa per alzarsi ma il moro lo trattiene per una spalla.

- Kazemaru… - inizia. Il diretto interessato trema un pochino. 
- Era solo un brutto sogno, Endou. Anzi, scusami se ti ho svegliato. Ora vado a prendere il… - 
La mano sulla sua spalla viene sostituita da un paio di braccia gentili che lo stringono delicatamente.
- Stai ancora tremando. –
- Sciocchezze! – mente spudoratamente.
- E ti sei messo a urlare nel cuore della notte. Probabilmente avrai svegliato tutto il vicinato. –
- …- 
- E hai cominciato ad agitarti come un forsennato, mi sono spaventato. –
- … Mi dispiace. Ora vado a… - ma non si muove, perché quell’abbraccio lo trattiene con decisione.
- Non dovevi guardare per forza quella replica con la squadra, ieri sera. Nessuno di voi doveva farlo per forza, lo sai. Ma tu e Someoka siete dei testoni, scommetto che anche lui sta facendo preoccupare tantissimo Shirou in questo momento. –
Silenzio. 
Rimangono così per un po’, con Mamoru che ha la testa appoggiata contro la schiena del turchese e parla piano e dolcemente. Le sue dita sono intrecciate a quelle di Ichirouta contro il petto di quest’ultimo. Con pazienza, aspetta una risposta.
- Io… non pensavo che sarebbero tornati, dopo così tanto tempo. –
- Gli incubi? Ne avevi di così brutti anche dopo quella partita..? –
- Come sai che era così brutto? –
- Kaze-chan, non hai risposto! –
Il turchese fa un mezzo sorriso divertito, approfittando del fatto che l’altro non possa vederlo.
- Neanche tu. –
Endou soffoca un brontolio contro la maglia del pigiama di Ichirouta - che sorride un po’ di più. – e risponde con un “mi hai tirato un pugno in faccia…doveva essere parecchio brutto per forza!”.
- Seriamente, vado a prenderti un po’ di ghiaccio o domani avrai un occhio nero. –
- Vorrà dire che lo porterò a testa alta. –
Quella gabbia calda e accogliente non accenna a liberarlo, così si arrende alla volontà del suo Capitano e lascia che questo lo guidi a stendersi sul letto al suo fianco.
- E quando ti chiederanno cosa hai combinato, cosa risponderai? –
- Penseranno tutti che durante gli allenamenti mattutini mi sia arrivata una pallonata in faccia. Poi Fudou farà qualche commento imbarazzante che mi farà arrossire, tu lo sentirai e ti metterai a rispondergli a tono, come fai sempre. –
- Endou! –
Ignorando le sue lamentele, Mamoru prende il lenzuolo e lo usa per coprire se stesso e il ragazzo di cui è innamorato. 
Si sistema al calduccio, stringendo Ichirouta a sé. Non lo sente più tremare e ne è felice.
- E poi… - commenta, tra uno sbadiglio e l’altro. – Dirò al resto della squadra che ti ho difeso da dei brutti mostri cattivi che volevano farti del male… Perché non permetterò a nessuno ti portati di nuovo via da me… -

 
Non c’è posto lontano in cui non possa raggiungerti, e non c’è nemico che io non possa sconfiggere per proteggerti…


Kazemaru diventa di una vivace tonalità magenta, mentre seppellisce il viso nel petto di Endou.
- Baka… -  mugugna, finalmente tranquillo, prima di riaddormentarsi.
Dopotutto, ora che le braccia del loro Capitano lo stringono forte scacciando ogni pericolo, non ha più nulla da temere...











Angolo del Corvo:


[*] Il titolo è un verso di "Fallen Angel" dei Three Days Grace.
Che volete farci, per me Kazemaru è un adorabile angioletto ^^


BUON ANNO NUOVO!
Scusate per il ritardo, ho avuto un piccolo problema con il pc e sono stata costretta a posticipare la pubblicazione x.x
Shame on me! Mi scuso in particolare con Seth, che era particolarmente curiosa di leggere questa mia creazione.
Come avrete notato, è mezza angst.
Insomma, non avevo il coraggio di disintegrare ancora questa mia OTP ^^
Chi ricorda la mia prima ff su di loro sa a cosa mi riferisco ehehe n.n’’
Un po’ di riposo glielo devo, no?
Ma il sangue non è mancato, anche se solo in sogno.
Come tematica non centra particolarmente il Capodanno, come in quella di Natale il tema era a malapena accennato. Ma vedete, in punto è questo; scrivere ff a tema per le festività non è il mio forte. Non mi riesce male, ma mi sembra un po’ forzato. E a tratti noioso. Non mi va troppo a genio scrivere della Raimon che si esibisce in balli e canti coreografati con tanti costumini natalizi – non nego che sarebbe divertente assai, ma preferisco tenere l’idea per altre occasioni.
Ergo, il mio regalo consiste in fan fiction non a tema. Ehi, sono sempre regali v.v
Io mica scrivo solo per me stessa. O meglio, non pubblico solo per me stessa, ma anche per tutte quelle persone che sono ansiose di leggere qualcosa creato da me.
Lo so che sono sparita per tanto tempo, ma per me è stato un anno davvero difficile e sono contenta che sia finito. Ora che sono tornata vorrei tornare a sentire i pareri che voi avete delle mie storie.
Quindi, non siate timidi ^^
Accetto tutto, critiche incluse, a patto che siano prive di insulti, maleducazione e volgarità.
Non pretendo nulla se non le basi dell’educazione.
E’ tutto.
Perdonatemi per lo sproloquio, ma mi andava di dirlo.
Ancora buon anno a tutti.
Vi auguro che sia stupendo, ve lo auguro col cuore – accantonando per un attimo pessimismo e aspettative esagerate.
Vi auguro che veniate sorpresi nel senso più positivo possibile e che vi regali tanti bei momenti.
Questo anno è per me carico di promesse per una quotidianità più felice, e spero che lo sia per tutti voi. 
Per la prima volta in cinque anno, sono serena. E felice anche. Per la prima volta in cinque anni non scrivo più solo per sfogarmi. Al di là di tutti i guai che potrebbero capitare d’ora in poi, io sono ottimista.

Kiss


The Raven


 
  
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