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Autore: yesterday    02/01/2016    6 recensioni
Aderisce all’iniziativa: 12 months Captainswan.
Ideata da CSgroup (Alexies, Alexandra_Potter, Clothy, CSLover, lely_1324, Manu’spirate e Pandina).
Gennaio:"Mi hai avvertito che non depredi né saccheggi al primo appuntamento, ho pensato che furto e violazione di domicilio andassero bene per il secondo"
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Con l'anno nuovo ho deciso di aderire ad un'iniziativa dell'anno scorso?  ...va bè, quest'iniziativa che mi piaceva molto, e trattandosi di dodici mesi iniziarla ad Ottobre mi sembrava innaturale. Quindi...
Mese: Gennaio
Prompt: Camino
Titolo: Second Date



 
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Emma si posizionò meglio sul divano, rannicchiandosi ancor di più nella pesante coperta in cui si era avvolta. Il suo pigiama più morbido addosso, i capelli intrattabili, la respirazione resa impossibile dal naso inesorabilmente tappato, gli occhi lucidi e lacrimosi; non che fosse mai stata il tipo da ammalarsi spesso, di natura era una donna dal metabolismo forte, ma dall'occhiata che le aveva rivolto suo figlio Henry quella stessa mattina, la questione era chiara: persino la Salvatrice non è immune all'influenza.
Che avesse risentito del cambio di stagione era possibile, ancor più ora che la città rabbrividiva imprigionata dentro al suo misterioso muro di ghiaccio, senza contare la scampata morte per ibernazione di poche settimane prima. Ad ogni modo, se mai il calore che emanava il suo corpo le avesse lasciato qualche dubbio, il termometro li aveva fugati tutti, senza lasciarle scampo.
Sbuffò ed impugnò il telecomando, abbandonandosi inerme sul poggiatesta, valutando per l'ennesima volta quanto la solitudine facesse parte di lei; si trovava stranamente sola nel loft:i suoi genitori, Henry ed anche Elsa si erano riuniti con Regina e gli altri nella sala del consiglio comunale per discutere il piano per sconfiggere la Regina delle Nevi - non senza proteste da parte di un'apprensiva Mary Margaret.
"Ho distrutto due maledizioni e sconfitto Pan, mamma, penso di poter gestire un'influenza" l'aveva bonariamente apostrofata dopo l'ennesimo tentativo di lei di rimanere a casa.
"Lo so, ma sei sempre la mia bambina. E mi sono persa anche tutte le tue influenze" Emma immaginò il punto preciso della frase della madre in cui il tono si sarebbe inevitabilmente spezzato, nel momento in cui la voce si incrinò il corpo reagì prima della mente e le strinse una mano, dando e cercando contatto e conforto allo stesso tempo.
"Starò bene, non ti preoccupare" annuì convinta, e David le cinse le spalle prima di accompagnare la moglie fuori.
Era un momento tranquillo, seppur nel mezzo di una nuova crisi - l'ennesima -, ed Emma aveva tutta l'intenzione di assaporarlo, decisa a zittire il moto di fastidio che le nasceva dentro per non poter trovarsi con gli altri e rendersi utile, fare l'eroina, salvare la situazione come dettava ciò che lei stessa era. La Salvatrice.
L'ennesimo sbuffo e puntò il telecomando verso la televisione, nel momento esatto in cui il polpastrello si abbassò sul tasto sentì chiaramente un paio di chiavi che giravano nella toppa.
Un ultimo sbuffo, si alzò a fatica e, ancora avvolta nella coperta, si diresse spedita verso la porta d'ingresso.
La maniglia si abbassò ed Emma riempì i polmoni d'aria.
"Mary Margaret, ti avevo detto che non c'era bisogno di-"
La frase rimase sospesa, la bocca semiaperta. No, non era sua madre che, spinta dalla preoccupazione, aveva deciso di fare ritorno al loft.
Stivali appuntiti, pantaloni attillati, camicia scura e giacca in pelle. La mano destra inanellata teneva strette le chiavi. La donna conservò gli occhi per ultimi, due distese chiare di mare aperto.
"Swan, sei..."
La mente rimandò ad un momento particolare, solo una settimana prima - "Swan, sei mozzafiato", le aveva confessato sullo stesso punto dello stesso ingresso, all'inizio del loro primo vero appuntamento -, e solo in quel momento abbassò lo sguardo su se stessa, nessun abito e nessun paio di scarpe che sì, le avrebbero fatto implorare pietà a metà serata, ma non avrebbe mai rinunciato ad indossare la prima volta in cui, dopo molto tempo, era nata in lei la voglia di farsi bella per qualcuno.
Sospirò. "...Orribile, lo so". La mano rimase ancorata alla porta, il lieve desiderio di cacciarlo per la vergogna di farsi vedere in quelle condizioni proprio dall'uomo con cui stava (finalmente) uscendo.
"Stavo per dire carina, ma vedo che qualcuno è particolarmente duro con se stesso oggi"
La bionda sollevò un angolo della bocca; se c'era qualcosa che davvero non era, quel giorno, era proprio carina, ma apprezzava lo sforzo.
"Cosa ci fai qui, Hook?"
Lui giocherellò con le chiavi, facendole scivolare sull' uncino; la mano buona raggiunse il centimetro di pelle dietro l'orecchio che smaniava attenzioni ogni qual volta era imbarazzato. Finalmente parlò:
"Mi hai avvertito che non depredi né saccheggi al primo appuntamento, ho pensato che furto e violazione di domicilio andassero bene per il secondo" accompagnò la frase facendo tintinnare le chiavi di Mary Margaret, "e poi se non sbaglio mi è stato promesso un caffè per il nostro secondo appuntamento, quindi sono venuto a riscuotere"
Le labbra si distesero liberando una fila di denti dritti e bianchi.
Emma scosse la testa, malcelando il divertimento, e il suo braccio crollò, lasciando libero ingresso al pirata, che con un paio di falcate si era già introdotto nel loft e si era bellamente appollaiato sul tavolo, ginocchia divaricate e mano che si divertiva ad estrarre le chiavi dall'uncino in cui le aveva infilate poco prima.
"Perciò... Sei andato alla riunione, hai notato la mia assenza e hai rubato le chiavi di casa di mia madre?"
"Sono un pirata, so riconoscere una situazione con del potenziale quando ne vedo una, tesoro" terminò spudoratamente strizzandole l'occhio.
Emma alzò le mani in segno di resa: "Se questo" si indicò brevemente con gli indici, da testa a piedi "ti sembra del potenziale per un secondo appuntamento..."
Di risposta lui sollevò un sopracciglio, guardandola come se davvero non vedesse alcun problema.
"Lo so che sei ammalata, Swan. A proposito, grazie per avermi chiamato, è un piacere portarmi in giro quell'aggeggio ridicolo se poi tu non usi il tuo per farmi sapere che stai male"
"Ma è solo un'influenza!" protestò lei, tornando ad afferrare i lembi della coperta e riparandocisi all'interno, inutile scudo all'occhiata accusatoria di lui.
"Detto dalla donna che diceva di avere "un po' di freddo" quando ha corso il rischio di morire congelata... Capirai il mio bisogno di sincerare personalmente le tue condizioni"
Emma arrossì dalla punta dei capelli fino alla pianta dei piedi - come potesse flirtare ogni volta che apriva bocca non l'avrebbe mai compreso. O forse, più probabilmente, le era solo salita la febbre.
Decise quindi di filarsela, lasciandolo lì con le sue frasi allusorie, andò infatti ad accoccolarsi sul divano.
Impugnò nuovamente il telecomando, ma prima che potesse cambiare il canale lui gliel'aveva già strappato di mano; i cuscini del divano si abbassarono sotto il suo peso. Lui osservò la griglia ordinata di tasti senza capirci molto, poi spostò lo sguardo dentro il suo.
"Immagino ora sia il momento in cui siamo a casa a vedere cosa danno su.. Net-cosa-diavolo-era"
"Netflix" corresse lei automaticamente, riprendendo possesso del telecomando e pigiando il tasto giusto. Sentì il braccio del pirata avvolgerla, sopra la coperta, ed attirarla a sé. Non protestò affatto.
"Un normalissimo secondo appuntamento, non era poi tanto difficile"
Emma valutò la situazione: era a casa sua, sola, (ammalata), con un pirata pluricentenario che aveva fatto razzie di tesori e di cuori. Abbracciati sul divano a guardare un film.
"Un perfetto secondo appuntamento se hai sedici anni" ridacchiò.
Lui finse sdegno e abbandonò il suo fianco; prim'ancora che lei ne avvertisse l'assenza era tornato, bottiglia di rum e un paio di bicchieri alla mano, appoggiò il tutto sul tappeto ai suoi piedi, poi le diede le spalle, armeggiando col camino.
Emma si allungò verso uno dei due bicchieri vuoti, si beò per qualche secondo della freschezza della superficie di vetro, poi richiamò l'attenzione di lui.
"Hai intenzione di farmi bere? Ti ricordo che sono ammalata" lo ammonì.
Lui soffiò un paio di volte sul camino con fare esperto, poi si girò. "Come credi sia sopravvissuto trecento anni in perfetta salute? Lo sto facendo per il tuo bene!"
Finse nuovamente sdegno, si allontanò - alle sue spalle una fiammella scoppiettava iniziando a riscaldare l'ambiente. Afferrò un'altra coperta dall'altro divano, un paio di cuscini, e li gettò senza complimenti ai piedi di Emma. Perse un po' troppo tempo a capire quale luce dovesse spegnere, ritornò al suo fianco, aprì la bottiglia e riempì per metà entrambi i bicchieri.
Si sedette ai piedi del divano e la trascinò giù con sé, sistemandosela addosso nella penombra del salotto, crepitio del camino acceso e sonoro del film come unici rumori - ed uniche fonti di luce.
"Oh, così va meglio"  sospirò infine, ed Emma non potè far altro che abbandonare la testa nell'incavo del suo collo e lasciarsi cullare dal sollevarsi ed abbassarsi ritmico del suo petto.
Provò sinceramente a spiegargli la trama del film che stavano vedendo, ma al primo accenno di tecnologia sullo schermo lui perdeva il filo e cercava risposte nel fondo del bicchiere di rum, inveendo contro le diavolerie del ventunesimo secolo. E provò sinceramente a seguire per intero le vicende trasmesse dal televisore, ma non era facile con le sue labbra che le sfioravano la fronte, il respiro cadenzato su di sé, le dita della sua mano che le lasciavano i brividi ovunque la accarezzasse - e l'accarezzava di continuo -, nella tranquillità del loft buio, accanto al camino, sorseggiando rum. Ci provò davvero, ma ad un certo punto la coperta diventò talmente calda, o la sua febbre talmente alta, che l'unico rimedio le sembrò assecondare quelle stesse labbra affamate che si avventarono sulle proprie.
Il giorno successivo Killian Jones scoprì sulla sua pelle che forse, forse, la sua buona salute non era merito del rum. O forse, forse, che il rum non era del tutto infallibile.
In quanto agli altri, fu conveniente per tutti considerare che, alla notizia di un Captain Hook ammalato, dovesse esserci un virus nell'aria, o si trattasse di una mera coincidenza.
E nessuno, nessuno si accorse mai dello sguardo vagamente colpevole negli occhi di Emma.
   
 
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