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Autore: ScarceWordsByVain    02/01/2016    0 recensioni
Ma in quel momento non provava tristezza, no, solo spaesamento. E quel maledettissimo senso di colpa, perché lui non dimenticava mai nessuno. Mai. Avrebbe voluto che i suoi occhiali da sole nascondessero qualche lacrima, o almeno un paio di occhi lucidi, ma quello che voleva nascondere era il fatto di non essere per niente triste.
Clara Oswald. Clara Oswald era stata triste? Prima di morire?

"Same old, same old. Just the Doctor and Clara Oswald in the Tardis".
Con queste parole avevamo iniziato la nona stagione di Doctor Who, e con parole molto diverse è invece finita: anzi, è addirittura terminata con una canzone. "A sad song".
Questa vuole essere una raccolta di storie brevi con protagonisti il Dottore e Clara Oswald, "... just as it should be". Alcune sono demenziali, altre un po' più malinconiche.
Genere: Comico, Malinconico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Clara Oswin Oswald, Doctor - 12
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Just the Doctor and Clara Oswald in the Tardis #1
Clara ha bisogno di una parrucca





Il Tardis si materializzò all’interno dell’appartamento di Clara Oswald, come già aveva fatto tante altre volte. Inizialmente il suono caratteristico della cabina blu aveva destato la curiosità di qualche vicino di casa, ma ormai tutto il  palazzo pensava semplicemente che Miss Oswald avesse qualche problema con una lavatrice fin troppo rumorosa: cosa non poi così lontana dalla verità, se con “problema” si intendeva “sopravvivere e salvare mondi interi” e con “lavatrice” una macchina del tempo che, in quanto a carattere, a volte era peggio di una suocera. E questo Clara Oswald lo sapeva fin troppo bene.            
Il Dottore uscì dal Tardis con un balzo energico ed urlò: “CRISTOFORO COLOMBO! 1492! LA SCOPERTA DELL’AMERICA! Certo, non proprio scoperta, l’America era già stata scoperta da secoli ma… Insomma, scommetto che non sei mai stata in America! E perché non essere la prima inglese a vederla con i suoi stessi occhi… Che te ne pare, Clara?!”          
Ma il Dottore non ricevette nessuna risposta, cosa alla quale non era per niente abituato.       
“… Clara?”          
Il silenzio dell’appartamento era quasi assordante.       
“CLARA”.            
Il Signore del Tempo gironzolò velocemente da una stanza all’altra, facendo svolazzare la giacca bicolore. Iniziò dalla camera da letto, dove Clara passava ore ed ore davanti allo specchio solamente per uscire di casa con lo stesso aspetto di prima (o così pensava lui), ma non la trovò. E non era nemmeno in bagno, in cucina, o in salotto. Prima di quel momento, il Dottore pensava che la vita di Clara fosse tutta casa, scuola e… beh, e lui, ovviamente: dove poteva essersi cacciata?! Fu tentato di rientrare nel Tardis e programmare la Coal Hill School come prossima destinazione, quando sul tavolo del salotto avvistò qualcosa che avrebbe potuto essere molto utile.           
L’agenda di Clara Oswald.          
Il Dottore non si fece nessun tipo di problema ad aprire il taccuino e a cercare la data di quel giorno… A proposito, che giorno era? Il Signore del Tempo si tappò con l’indice una narice e inspirò profondamente, poi fece la stessa cosa con l’altra narice e rifletté per un secondo. Infine, bisbigliò trionfante: “Uhm… 18 aprile!”              
Sfogliò velocemente le pagine e, finalmente, trovò quello che stava cercando: Clara per quel giorno aveva un appuntamento in un luogo altrimenti detto “Parrucchiera”. Il Dottore sollevò un sopracciglio cespuglioso: da quando in qua Clara aveva bisogno di una parrucca?! Certo, i suoi capelli non erano proprio il massimo, ma lui stesso aveva avuto acconciature peggiori… con la frangia, addirittura. Rabbrividì per un istante… Poi, nel vedere che Clara si era segnata l’indirizzo della parrucchiera, si precipitò nel Tardis e si preparò a farle una bellissima sorpresa.

* * *

Mentre Dolores iniziava a fonarle i capelli, Clara Oswald iniziò a sfogliare il vecchio numero di una rivista di moda e decise di ignorare momentaneamente le sue pretese letterarie leggendo un articolo sui peggiori outfit della settimana (o, meglio, della settimana di qualche mese prima), quando la porta del locale venne sbattuta con forza. Un istante dopo una voce familiare, con un ancora più familiare accento scozzese, esclamò: “TARDIS. IN DOPPIA FILA. DOBBIAMO MUOVERCI”.   
Clara per poco non fece cadere la rivista dalle ginocchia e nel riflesso dello specchio vide proprio il Dottore, il suo Dottore, iniziare ad osservare stranito tutti gli aggeggi e i prodotti per la cura dei capelli per signore.
“Nemmeno nel mio Tardis ho certe diavolerie…!” lo sentì bisbigliare, mentre studiava sospettoso un arricciacapelli.   
“… Dot… tore?!” riuscì finalmente a biascicare Clara “Dottore, cosa ci fai qui?!”
Il Signore del Tempo distolse l’attenzione dall’arricciacapelli e la salutò, agitando fin troppo cordialmente una mano. “Quella parrucca ti sta proprio bene! Ora possiamo anche andare!”      
Clara non si chiese nemmeno da dove saltasse fuori la storia della parrucca. “Non posso andarmene, Dottore! Non ho ancora finito!” 
“Mi dispiace, signore, ma questo non è un negozio di parrucchiere per uomini” cominciò poi a spiegargli Dolores, puntando momentaneamente il phon verso di lui. Il Dottore fu tentato di prendere il cacciavite sonico dalla tasca della giacca, per poi ricordarsi che non ne aveva più uno “ma, se ha bisogno di una tinta, non ci sarebbero problemi, dopotutto… Ringiovanirebbe di alcuni decenni, con un bel rosso ginger!”
“Ti prego, Dolores, non dargli corda…” la avvisò sottovoce Clara.            
“I miei capelli sono già rosso ginger” rispose con nonchalance il Dottore, per poi tornare a rivolgersi alla sua companion “Cristoforo. Colombo. America. Hop hop, non c’è tempo!”       
Dolores lanciò un’occhiata stranita sia al Signore del Tempo che a Clara, dalla quale si aspettava una spiegazione. La ragazza sorrise nervosamente al Dottore e rispose: “Oh, ma sono certa che Cristoforo e Colombo, i nostri amici americani, possano aspettare! P-perché non mi aspetti anche tu, Dottore, magari a casa tua?!”     
“A casa…?!”      
“Nella tua bellissima e spaziosissima casa BLU”.              
Al Dottore si illuminò lo sguardo. “Oh! Ora capisco! Ma no, credo che aspetterò qui!” 
Era l’ultima cosa che Clara avrebbe voluto. “Non avevi parcheggiato il Tar… ehm, la macchina in seconda fila?”              
“Saprà cavarsela, è una macchina intelligente!” replicò il Dottore, facendo spallucce, per poi sedersi sulla poltrona di fianco a quella di Clara “Allora, che si legge? Qualche avventuroso feuilleton?” 
“Se per te l’ultimo outfit disastroso di Lady Gaga è degna materia per un feuilleton… sì” rispose Clara, cercando di ignorare gli sguardi interrogativi di Dolores: probabilmente con il Dottore presente non avrebbe fatto troppe domande ma, non appena sarebbe stata di nuovo faccia a faccia con lei, di sicuro l’avrebbe sfinita con un interrogatorio.
“Alcune lady possono essere veramente eccentriche” disse il Signore del Tempo “quando conobbi Lady Seymour Worsley, ad esempio, fui veramente sconvolto quando…”           
Clara decise che quello era il momento adatto per essere vittima di un violento attacco di tosse.          
“Scusami, Dolores… potrei avere un bicchiere d’acqua?”            
La parrucchiera annuì, anche se le si leggeva negli occhi che non avrebbe voluto allontanarsi da lì per nessuna ragione al mondo. Anche se controvoglia, però, spense il phon e uscì dalla stanza, non senza prima aver lanciato un’ennesima occhiata penetrante a quello strano signore che le era piombato in negozio.   
“Dottore! Che hai intenzione di fare?!” esclamò sottovoce Clara.          
“Di sicuro non tingermi i capelli!” rispose il Dottore, adeguandosi al suo tono di voce “e perché stiamo bisbigliando?” 
“Perché non voglio inventarmi altre spiegazioni su Cristoforo e Colombo!” gli spiegò la companion “e, comunque, non hai mai avuto i capelli rossi…”          
“Questo lo dici tu” replicò il Dottore “scommetto che, da giovane, questa rigenerazione poteva vantare un gingerissimo ciuffo rosso, come Mirko dei Bee Hive!”             
Clara trattenne una risata. “Ma non lo sapremo mai, no? Insomma… questa rigenerazione non è mai stata giovane: sei così… così…”     
Vecchio?” completò il Dottore, alzando gli occhi al cielo.           
“… Antico. Quasi preistorico, direi”.       
“Dovrei andare ad esibirmi in un museo, allora”.            
“Non sarebbe una cattiva idea: sempre meglio di attirare le curiosità di una parrucchiera, comunque!”              
“Ancora mi devi spiegare a cosa ti serve una parrucca” gli fece notare il Dottore “anzi, no… Hai sempre avuto dei capelli buffi”.  
“Buffi?”              
La conversazione, però, non continuò oltre: in quel momento infatti un vigile dall’aria particolarmente preoccupata, con la faccia di chi stava passando una giornata difficile entrò nel negozio.     
“Scusate… qualcuno di voi sa da dove viene o a chi appartiene quella vecchia cabina della polizia? Sta praticamente intasando il traffico!”    
Il Dottore e Clara si scambiarono uno sguardo e trattennero una risata.              
“Vado a vedere se Cristoforo e Colombo sono pronti!” la salutò il Dottore, alzandosi in piedi.  
“E io ti aspetterò con una parrucca nuova di zecca!” gli rispose Clara, sorridendogli.      
“A New New Clara”.     
Quando il vigile e il Dottore uscirono dal negozio, fu il turno di Dolores di rientrare in scena con il bicchiere d’acqua per Clara: sembrò un po’ delusa, quando si rese conto che quell’insolito signore se n’era andato.
“Questi scozzesi…” si limitò a dire “tipi strani, vero?”    
“Se si vuole parlare per eufemismi…” disse Clara, per poi bere il bicchiere in un sorso.


   
 
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