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Autore: mobo    05/01/2016    4 recensioni
prima che finisse la frase, scivolò sul pavimento bagnato, pronta a un'altra caduta da aggiungere al pacchetto giornaliero, ma Ryo l'afferrò saldamente passandole un braccio attorno alla vita, inciampando però a sua volta, e cadendole addosso.
I due si ritrovarono così l'uno contro l'altro, a terra, completamenti bagnati ed entrambi senza respiro.
La storia partecipa al contest indetto da Hypnotic Poison
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Non è giusto! Non potevano aspettare un altro po', visto che tanto erano comunque in ritardo? Io volevo fare il bagno, godermi il sole, fare le gare sugli scivoli...ora è tutto rovinato!»
Ichigo si buttò sul letto, lasciandosi sprofondare tra cuscini e peluche (sì, era cresciuta, ma li amava troppo per liberarsene), continuando a lamentarsi a voce fin troppo alta per parlare tra sé e sé.
«Oh, santo cielo, Momomiya! Finiscila di fare la bambina, hai il ciclo, non un cancro. Puoi benissimo venire anche con quello, e persino fare il bagno se vuoi saperlo».
La rossa guardò malissimo l'amica. Come poteva essere così insensibile? A causa di questa gita al parco acquatico si era dovuta svegliare prestissimo -cosa impensabile per lei- e come se non bastasse, durante le vacanze estive!
Dopotutto, non aveva potuto dire di no. Purin aveva chiesto solo una cosa per il suo compleanno: una giornata tutti insieme al parco acquatico di Tokyo e una “abbuffata” al caffè subito dopo.
Aveva organizzato tutto perfettamente -altra cosa incredibile- e ora il suo piano perfetto era svanito nel nulla.
Si sarebbe svegliata alle 7:00 del mattino, si sarebbe lavata e avrebbe fatto colazione, e alle 7:40 Minto e Retasu sarebbero passate a da lei per andare tutte insieme al caffè, dove i ragazzi e Purin le aspettavano per partire (Zakuro le avrebbe raggiunte nel pomeriggio, dopo un servizio fotografico).
Una volta arrivati al parco avrebbero fatto un bagno nella piscina con le onde, poi avrebbero mangiato insieme il pranzo al sacco che le ragazze avevano preparato la sera prima, e finalmente gli scivoli.
Una volta tornati, poi, festa al caffè. Era perfetto, assolutamente.
E, cosa più importante di tutte, il costume.
Lo aveva comprato pochi giorni prima, apposta per l'occasione. Un bikini rosso con reggiseno a balconcino con un fiocchetto nel mezzo e uno slip con un nastro che si poteva legare di lato, rosso a pois bianchi. Certo, era un po' appariscente, e senz'altro provocante, ma...era da un po' di tempo che cercava quel tipo di attenzioni da Masaya, che sarebbe tornato quella stessa mattina dopo altri quattro mesi all'estero per i suoi studi, e quella era solo una piccola e innocente tattica.
Peccato, però, che non avrebbe potuto indossalo, quel costume.

«Ascolta, perché non ti porti dei pantaloncini o una gonna da tenere sopra il costume mentre siamo fuori dall'acqua? Magari non riuscirai a fare gli scivoli, ma almeno per i bagni non avrai problemi. Io resterò con te, puoi stare tranquilla; preferisco fare il bagno con calma alle code e alle cadute dagli scivoli».
Ichigo spostò lo sguardo su Retasu, che la osservava son un sorriso dolce; forse avrebbe dovuto spigarle che il suo vero problema non era esattamente quello, ma il fatto di avere una pancia gonfia, sentirsi a terra e considerare il proprio sex appeal pari a quello di un prosciutto in bikini, ma avrebbe evitato.
«Ma no, tranquilla, sarò con Masaya» .
“Già, stupendo. In queste condizioni, dopo mesi di lontananza”, pensò.
«E poi, se dovessi monopolizzarti anche quando usciamo tutti insieme, Pai mi odierebbe più di quanto già non faccia» . Scherzò la rossa, provocando un immediato cambiamento nella tonalità del viso dell'amica, che provò invano a replicare, poiché riuscì soltanto a balbettare qualcosa di incomprensibile.

Giusto, non doveva lasciarsi abbattere. Dopotutto, avrebbe rivisto Masaya, non importa in che condizioni.
«Se adesso volessi darti una mossa, magari, potremmo arrivare prima dell'ora di pranzo».
«Senti, acidume, non potresti, per un volta essere un po' più carin...ah!»
Ichigo non riuscì a terminare la frase che si ritrovò di fronte due occhi color ambra dall'aria decisamente annoiata.
«Bamboline, so che dovete farvi belle per mettervi in mostra? Vi stiamo aspettando tutti, Pai ha già attivato gli schermi per non farci notare».
Minto ignorò il sarcasmo del ragazzo, roteando gli occhi con fare teatrale. 
«Mi spiace, Kisshu, ma qui c'è qualcuno che deve assolutamente aggiornarci in tempo reale per ogni cambiamento del proprio corpo. La solita melodrammatica».

«Ehi! Come hai detto, scusa?»
«Per caso hai anche le orecchie otturate?»
Retasu fece per intervenire, temendo già una giornata di litigi (considerando il carattere di Minto, le attuali condizioni della rossa e il caldo estivo, sarebbe stata sicuramente dura gestirle), ma fu interrotta da una voce alle sue spalle.
«Ma come, state già litigando? Guardate che Purin è già pronta e vi aspetta». Le due si girarono verso Taruto, che le osservava con sguardo accusatorio. Avrebbero dovuto fare le brave, almeno il giorno del compleanno dell'amica. Si guardarono per un attimo e bastò uno sguardo a comunicare che la pensavano allo stesso modo.
«Hai ragione, ti chiediamo scusa. Siamo pronte, ora. Andiamo?» disse Ichigo afferrandogli il braccio. A lei si aggiunse anche Retasu, mentre Minto fu “rapita” da Kisshu, che la portò via prima che potesse lamentarsi in qualche modo.

 

Pochi istanti dopo, i cinque arrivarono al caffè, dove una Purin agitatissima li accolse in preda ad abbracci e risate, e Keichiro salutò le ragazze con la sua solita dolcezza; Ryo si lamentò del ritardo della mew gatto, chiedendole se non fosse in realtà sonnambula, vista l'ora, che avrebbe fatto infuriare Ichigo, se non avesse notato, guardandosi intorno, l'assenza del suo ragazzo.
«Ichigo, Aoyama ha chiamato per avvertire che non ce l'avrebbe fatta,purtroppo; a quanto pare il suo volo è stato cancellato e lui ha deciso di approfittarne per finire una ricerca che avrebbe dovuto lasciare sospesa, probabilmente partirà la prossima settimana» le disse Keichiro, intuendo i pensieri della ragazza, «dice che ha provato a chiamarti, ma il tuo telefono era spento».
La rossa rimase un attimo colpita da quelle parole. Già, si era scordata di accendere il cellulare. Quindi non sarebbe venuto...beh, meglio; non era nelle condizioni adatte al loro primo incontro dopo mesi, alla fine.
Certo, una settimana in più, però... era davvero necessario?
No, non avrebbe dovuto fare certi ragionamenti. Lui pensava al suo futuro, era anche giusto.
Le ragazze cercarono subito di tirarle su il morale, distraendola con l'elenco delle cose che avrebbero fatto nel corso della giornata. Lei sorrise, cercando di non farle preoccupare. Però, certo, era un pochino delusa.
«Cerca di non addormentarti di nuovo, Momomiya, stiamo per partire. Sali in macchina».
Ah, certo. Ci mancava solo lui. Già era di ottimo umore, e lui iniziava a punzecchiarla fin da subito. Prima o poi lo avrebbe steso, ne era certa.

 

 

Il viaggio verso il parco fu più veloce del previsto. Ichigo dormì per quasi tutto il viaggio, mentre Taruto e Purin, accanto a lei, erano intenti a giocare a fruit ninja sul tablet di Keichiro, e Retasu parlava con Ryo intento a guidare (inutile dire quanto Pai fosse scontroso sull'altra vettura, sapendo che la ragazza aveva preferito andare in macchina con il biondo per evitare che si sentisse solo, sapendo già che il resto della compagnia sarebbe stata di poche parole).
Quando arrivarono, sistemarono immediatamente i teli su un prato più lontano dalla folla, concentrata nell'area attorno agli scivoli, e le ragazze in un attimo si erano già spogliate dei vestiti e si stavano spalmando la crema solare.

In pochi minuti, tutti erano già pronti per il bagno, fatta eccezione per Pai, che non aveva voglia di entrare in acqua, e Ichigo, che non voleva togliere i pantaloncini.
Convincere il primo fu più facile del previsto, dato che Kisshu non mancò di fargli notare che la pesciolina aveva un costume che lasciava davvero poco spazio all'immaginazione, e sola sarebbe stata una preda facile.
Nel caso della rossa, invece, non ci fu verso di farla ragionare. Non se la sentiva, no. No, non era triste, aveva solo poca voglia di dover stare attenta al costume e tutto il resto. Sì, avrebbe aspettato lì, le faceva bene prendere un po' di sole.
Non ci fu molta sorpresa, quindi, quando Ryo dichiarò di aver voglia di rilassarsi un po' prima di andare a fare il bagno. E nonostante le preteste di lei, quando gli altri si avviarono verso le piscine (chi praticamente volando, come Purin e il povero Taruto che cercava di starle dietro, chi soffermandosi a osservare ogni singola ragazza come Kisshu, che Minto avrebbe presto gettato in una vasca possibilmente piena di squali) il biondo restò a farle compagnia.

 

Ryo osservò di sottecchi la ragazza accanto a lui. Indossava ancora i pantaloncini, neri con i bordi rossi, e stringeva a sé la canottiera rossa, a disagio, lasciando intravedere il top di un bikini.
«Senti, so che a volte capita a voi ragazze di sentirvi insicure sul vostro corpo, e certo tu ti abbuffi come poche altre ragazze che conosco, ma ti assicuro che non hai bisogno di coprirti. Siamo in piscina, non pensarci e divertiti».
Ichigo si girò a guardarlo di scatto, colta di sorpresa, il viso completamente rosso.
«Guarda che non...non è quello. E' solo il giorno sbagliato per la piscina..».
Il ragazzo la osservò, senza capire. Porca miseria, non importa quanto il loro Q.I. sia alto, gli uomini sono tutti lenti su certi argomenti.
Lo guardò negli occhi per un momento, e lentamente, come parlando con un bambino, sussurrò: «prova a collegare l'idea di ragazza e quella di giorni particolari del mese per cui andare in piscina può risultare scomodo».
Non c'è bisogno di dire che dopo quella affermazione Ryo si zittì immediatamente.

Passarono una mezz'ora buona in silenzio, lui leggendo quello che Ichigo aveva identificato come un saggio di biotecnologie molecolari (certo, Ryo era Ryo, non poteva di certo leggere un giallo o un fantasy come tutti) e lei ascoltando la musica e lanciando occhiate a lui di tanto in tanto, approfittando della sua concentrazione sul libro. Doveva ammettere che il suo effetto lo faceva. Quel fisico perfetto, il costume azzurro che ne risaltava il colorito bronzeo, e...no, calma. Cosa stava pensando? Si accorse troppo tardi che nel mentre in cui si era incantata a fissarlo, due occhi color cielo si erano rispecchiati nei suoi.
Convinta di aver fatto l'ennesima figuraccia, fece per scusarsi, ma lui scostò immediatamente lo sguardo, come scottato, e saltò in piedi.
«Ho bisogno di bere qualcosa di fresco, o morirò qui. Vieni?». La ragazza ci pensò un secondo. Non ne poteva più di stare ferma al sole, in effetti.
Lo seguì al bar del parco, dove ordinarono un succo di frutta e una cola, sedendosi a un tavolo che dava sulla piscina olimpionica.
Ryo ne approfittò per osservarla, ora che finalmente aveva messo da parte la canottiera. Quel costume le stava bene, sì. Eccome. Doveva darsi una calmata, o non avrebbe retto il resto della giornata. Per fortuna, la ragazza sembrava non essersene accorta, intenta a guardare dei bambini che gareggiavano per il tuffo migliore.
«Più tardi, magari... potremmo andare a bagnarci un po'. Solo le gambe, se vuoi; ti siedi sul ciglio della vasca, così per rinfrescarti». Ma perché stava parlando in quel modo? E cos'era quella voce? Si sentiva un idiota.
Ichigo distolse subito l'attenzione dai ragazzini e la spostò su di lui. Si sentiva in colpa, sapeva che con quel caldo avrebbe preferito di gran lunga essere in acqua.
«Va bene, si può fare» gli disse, sorridendo. Lui ricambio il sorriso. Altro che caldo estivo, qualcosa dentro di lui lo avrebbe sciolto molto prima, ne era certo.

 

«Quando ho detto su ciglio della vasca, intendevo che ci saresti dovuta restare. Non pensavo che ti saresti fiondata in acqua ancora vestita».
«Oh, ma come siamo spiritosi, Shirogane. Davvero, che ridere».
Un Ryo divertito e una Ichigo fradicia si stavano avviando agli spogliatoi nella zona più isolata del parco acquatico. Dopo pranzo gli altri si erano avviati verso gli scivoli e loro erano andati alla piscina Tahiti, dove avrebbero potuto stare sulla finta spiaggia a rinfrescarsi. Aveva parlato del più e del meno e si erano rilassati, finchè Ichigo non si era sporta verso l'acqua per rinfrescarsi anche le braccia, scivolando prima che Ryo potesse afferrarla in tempo.
Come risultato, erano dovuti tornare agli asciugamani, dove Ichigo aveva preso i vestiti di ricambio, e ora erano in quei camerini, completamente vuoti. La rossa si ritrovò un attimo a pensare che la situazione fosse un po' strana, ma scacciò subito quel pensiero. Masaya. Era la sua mancanza, sicuro. Le giocava brutti scherzi.
Erano soli, attorno a loro solo le voci lontane dei clienti del parco, ammassati intorno alle piscine, e la musica degli altoparlanti, che in quel momento trasmetteva una canzone che la giovane aveva già sentito, ma non riusciva a riconoscere.
«Va bene, allora mi aspetti qui fuori? Io ci metto un attimo, poi...» prima che finisse la frase, scivolò sul pavimento bagnato, pronta a un'altra caduta da aggiungere al pacchetto giornaliero, ma Ryo l'afferrò saldamente passandole un braccio attorno alla vita, inciampando però a sua volta, e cadendole addosso.
I due si ritrovarono così l'uno contro l'altro, a terra, completamenti bagnati ed entrambi senza respiro. Dopo attimi che parvero ore, Ichigo fece per scostarsi da lui, che fu però più veloce nell'annullare la distanza tra loro e baciandola.
La ragazza rimase pietrificata. Non si aspettava quella situazione, non così, non con Ryo.
Però...una parte di lei, si stava dando della sciocca. Infondo, lo voleva. E da così tanto tempo.
Fu così che senza neppure rendersene conto aveva ricambiato quel bacio, così intenso, così passionale; sentiva le mani di lui che vagavano sul suo corpo bramose, affamate, e non le dispiacque affatto. La sua mente era completamente offuscata, non riusciva a ragionare. E non voleva.
Ryo, stupito dalla reazione accondiscendente di lei, ma troppo preso dalla situazione per fermarsi a pensare, la spinse dentro uno degli spogliatoi, dove le sue mani iniziarono a scendere verso le gambe di lei, e i baci si spostavano sul collo, sulla clavicola.
Ichigo era completamente smarrita, il caldo la stava bruciando da dentro, non c'era più nulla, se non loro. Stava impazzendo. Sentì una mano che le scostava la cerniera dei pantaloncini e cercava di entrare, allora si riprese di colpo, come se fosse stata toccata da ghiaccio puro.
«N-no aspetta!» gridò, togliendo la mano. Lui la guardò, ancora frastornato dalla situazione, temendo un rifiuto.
«Non possiamo...io...ricordi?» disse lei, imbarazzata.
Ryo rimase un secondo immobile, fissandola intensamente. Quindi...era solo un “non ora”? Non era un rifiuto?
Lei si scostò da lui, distogliendo lo sguardo.
«Sarà meglio che mi cambi. Tra poco dovremo tornare».
«Sì. Scusa. Io ti aspetto fuori».
Lo osservò uscire, e sentì le gambe cedere e il cuore battere all'impazzata. Cosa stavano facendo? Come le era saltato in mente?

 

Quando uscì, Ryo le disse che era tardi, senza guardarla negli occhi, e i due si avviarono verso gli asciugamani, dove trovarono poi gli altri ad aspettarli per cambiarsi e ripartire.

Durante il viaggio di ritorno, Retasu scelse di andare con Pai, Kei, Minto e Kisshu, per evitare la gelosia del suo ragazzo -che in quella giornata era salita a livelli stellari-, Purin e Taruto dormirono tutto il tempo, stremati dalla giornata, e Ichigo finse di ascoltare la musica, per evitare di dover parlare con lui. Ovviamente, entrambi non fecero che pensare all'accaduto.

 

 

Una volta tornati al caffè, Keichiro si avviò subito in cucina per ultimare i preparativi per la serata, mentre tutti gli altri tornarono a casa per cambiarsi e prepararsi alla serata di festa.
Ichigo scappò dopo un saluto veloce, indecisa sul da farsi. Avrebbe dovuto parlargli? Avrebbe dovuto fare qualcosa? Oppure avrebbe potuto passare la serata a ignorare il tutto, rimandando l'inevitabile.
Cosa fare? Cosa fare? Cosa fare?

Immersa in questi pensieri, arrivò a casa, fiondandosi sotto la doccia.
Ne uscì più rilassata, ma il pensiero di Ryo continuava a tormentarla.
Sentendo un suono provenire dalla stanza, si riscosse. Era il suo telefono. Un messaggio vocale...da parte di Ryo? Non era certa di volerlo fare, ma la curiosità era troppa. Così, lo avviò.

She told me, "Don't worry about it."
She told me, "Don't worry no more."
We both knew we can't go without it
She told me you'll never be alone-oh-oh, whoa

I can't feel my face when I'm with you
But I love it, but I love it, oh
I can't feel my face when I'm with you
But I love it, but I love it, oh

 

Avvampò. Quella era la canzone che aveva sentito nel camerino.
Sorrise.
E iniziò a digitare il testo del messaggio.


















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Ciao a tutti! Questa storia dovrebbe partecipare ad un contest indetto da Hypnotic Poison (più precisamente questo: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=11212070) con i seguenti prompt: piscina, compleanno, costume, telefono. Purtroppo però mi vedo costretta a ritirarmi, in quanto non riesco davvero a creare una storia lemon come si deve. Non ce la faccio, tutto ciò che scrivo mi fa pena XD Inoltre, la storia, in sè, non mi convince per niente. Avevo tante idee, tantissime, ma mi manca davvero il tempo e la concentrazione per mettere tutto insieme!

Allora che pubblichi a fare, direte? Beh, dopo che la povera HP ha pure spostato la scadenza del contest non posso proprio presentarmi a mani vuote...mi sentirei una cacca enorme XD
Quindi nulla, accetto tutte le critiche se avete voglia di farne e aspetto un verdetto XD 
Bacione a tutti, grazie per aver letto.
mobo

 

  
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