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Autore: Mikarchangel74    06/01/2016    0 recensioni
Ho immaginato questa storia dopo aver visto La desolazione di Smaug.
Cosa succederebbe se Legolas venisse catturato da Bolg?
Legolas sarà imprigionato e torturato, riuscirà a fuggire, ma porterà con sé qualcosa di profondo ed oscuro che lo porterà verso la morte. Incontrerà una persona speciale che lo aiuterà. Riuscirà a guarire del tutto?
Genere: Angst, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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~~"Dovremo parlarne prima con lei." Consigliò Elrond sbadigliando. Lui ed Elrond avevano discusso tutta la notte, ormai era quasi l'alba ed erano stanchi, decisero di andare a riposarsi un po'. I raggi del sole del nuovo giorno avrebbero portato consiglio e a mente più lucida avrebbero fatto il primo passo.
Avevano avuto molto su cui riflettere e discutere, a cominciare dall'attacco che aveva avuto Legolas al laghetto, sapevano entrambi che sarebbe potuto morire. Doveva esser stato un maleficio di qualcuno molto più potente di un vile orco. Per quanto Azog potesse essere spietato non poteva arrivare a scagliare tali sortilegi. Doveva assolutamente sapere cos'era successo durante la prigionia di suo figlio. Ci voleva una cura.
Questo era stato il primo argomento di discussione, poi c'era la questione Iladris.
Thranduil aveva notato da quando l'aveva incontrata, nei lineamenti delicati della ragazza umana una particolare somiglianza con il capitano dei Galadhrim: Haldir di Lòrien, infatti aveva invitato Re Elrond di Gran Burrone lì, proprio per sapere se anche lui ci vedeva tale somiglianza; Poi era successo quello che era successo a Legolas ed entrambi avevano potuto assistere alla capacità della ragazza di bloccare qualsiasi cosa stesse uccidendo il principe. I dubbi erano spariti. La ragazza non era umana al 100%, ma non era nemmeno un elfo. Poteva essere nata da l'unione di un elfo con un umana? ....
Molti anni prima erano circolate stravaganti voci tra i vari reami, secondo le quali si diceva che il guardiano di Lòrien avesse una relazione con un umana, ma poi tutto era finito nel nulla, tutte le voci avevano taciuto e tutti avevano pensato che fossero state fasulle, solo una diceria, ma adesso ...
"Io parlerò a Iladris, le chiederò tutto quello che ricorda della sua infanzia." Decise Thranduil
"Bene" Si alzò battendo le mani sulle ginocchia Elrond "Io andrò a parlare con Haldir per sapere la verità." Terminò, si sgranchì allungando la schiena e si accomiatò dall'altro re, il sole stava già spuntando e gli uccelli del bosco cinguettavano allegramente salutando la giornata che stava cominciando.
Thranduil rimase affacciato al balcone immerso nei suoi pensieri fino a quando Elrond sul suo cavallo baio sparì dalla sua vista.

Elrond si presentò alla dimora della Dama dei Boschi: Lady Galadriel.
"Benvenuto, a cosa devo la visita del Signore di Gran Burrone?" Domandò sorridente la regina. Indossava una veste splendente bianca e argento, un tessuto leggero come la seta che le scendeva fino a coprirle i piedi e larghe maniche; Una corona fine fatta di brillanti catenelle le adornava testa, capelli e viso.
"Dovrei discutere con una delle vostre guardie, con Haldir, se possibile." Chiese Elrond cortese. "Ma certo" Galadriel sorrise e fece chiamare il capitano dei Galadhrim.
"Sire Elrond" Lo salutò con un inchino deciso Haldir e dopo aver ricambiato il saluto Elrond lo invitò a fare due passi per rimanere a parlare da soli.
Il sole filtrava pallido attraverso l'intricata volta di rami e di foglie che ricoprivano il reame di Lotlòrien, l'aria era fresca e frizzantina. Gli odori di muschio e lichene riempivano l'etere.
"Ho bisogno di sapere i fatti riguardanti una questione un po' delicata."
Haldir osservò serio e concentrato il Re e annuì con la testa.
Elrond ponderò come affrontare l'argomento e quali parole usare "Anni fa giunsero voci a Gran Burrone riguardo..." "Una mia relazione con un umana, giusto?" Interruppe e finì la frase l'alto elfo biondo, Elrond annuì "Devo chiederti se per caso ...." Si bloccò non sapendo come continuare la frase, ma s'intromise Haldir "Non c'è niente da dire. E' vero, avevo conosciuto una donna, era bellissima, si chiamava Hèlan. L'amavo profondamente" Lasciò vagare lo sguardo velato di tristezza ed Elrond attese paziente che lui proseguisse "Ci vedevamo di nascosto per non creare problemi. Sapevamo che era una relazione impossibile, ma eravamo persi l'uno per l'altra ..." Sospirò ed abbassò lo sguardo "..O almeno così sembrava." Fece una pausa, poi si risollevò e sul suo volto ricomparve la solenne espressione di sempre, come se avesse scacciato il triste ricordo "Un giorno lei sparì, senza darmi spiegazioni non si fece più viva, la cercai per mari e per monti, ma di Hèlan non trovai traccia." Haldir tacque ed Elrond rifletté su quanto aveva ascoltato poi lo guardò negli occhi e proferì "Mi dispiace averti fatto ricordare quest'episodio spiacevole, ma ho bisogno di chiederti anche un'altra cosa "...Non sai se lei fosse incinta?" Haldir sussultò ed il suo cuore accellerò "No ... Non .. perché? Cos'è successo?" Il capitano della guardia reale adesso era teso con tutti i suoi sensi concentrati su Elrond.
"Una ragazza di nome Iladris .."
"Iladris..." Ripeté Haldir interrompendo di nuovo Elrond che rimase in silenzio "Iladris ... Un giorno scherzando ci eravamo immaginati di poter diventare genitori e ... Iladris fu il nome che avevamo scelto se fosse nata una bambina..." Gli occhi di Haldir si riempirono di lacrime.
Elrond gli mise una mano sulla spalla, lo guardò comprensivo con un accenno di sorriso sul volto e gli confidò "Non ci sono più dubbi credo. Tu hai una figlia. E in questo momento si trova a Bosco Atro."
L'elfo biondo impallidì e vacillò.
"Io credo che Hèlan ti amasse moltissimo, ma per non costringerti a fare scelte estreme, o per non farti bandire se fosse venuta fuori la notizia, decise di andarsene senza dirti niente." Lo confortò il Re.
"Ho una figlia.." Disse come a se stesso Haldir, mentre una lacrima scivolava giù sul suo bel volto che sembrava di porcellana tanto era liscio. Guardò Elrond "Posso vederla?"
"Ma certo, in questo momento Re Thranduil sta parlando con lei, perché anche lei non sa chi sia."

Iladris non era mai entrata nelle stanze del palazzo e mentre procedeva verso il salone dei ricevimenti, si guardava intorno stupefatta. Da fuori non si riusciva ad immaginarne la bellezza. Il soffitto sembrava fatto di madreperla che brillava alla luce del sole, creando piccoli arcobaleni ovunque.
Legolas e Tauriel l'accompagnavano. Erano già stati messi al corrente del perché la ragazza fosse stata convocata lì.
La mattina presto Tauriel l'aveva portata da un'elfa che le aveva cucito un bellissimo abito lungo fino alle caviglie color verde acqua con rifiniture rosa scuro, che aveva fatto uscire la ragazza di testa per la gioia. Adorava quel vestito e lì tra gli elfi si sentiva meno a disagio, assomigliando un po' più a loro almeno nell'abbigliamento.
Quando giunsero nel salone, Iladris si diresse al grande balcone che dava sul reame. Si affacciò ammirando il panorama. Il bosco che si estendeva fino alle colline verdi rischiarate dal sole. Ispirò chiudendo gli occhi, riempiendosi i polmoni. Era felice lì. In tutto il reame regnava pace e serenità, non come tra gli uomini. Tutti erano cordiali. Peccato non essere nata elfo pensò.
2 passerotti si posarono accanto a lei cinguettando e arruffando le piume, Li accarezzò con un dito.
Arrivò Thranduil e si schiarì la voce per attirare l'attenzione della ragazza che si voltò subito e chinò la testa.
"Come stai oggi Iladris?" Le domandò
"Bene sire ... solo che ho alcuni dubbi e domande da farle." Rispose
"Lo so, è per questo che ti ho convocata a palazzo, puoi raccontarmi qualcosa su di te? Cosa ti ricordi della tua infanzia?"
La ragazza si concentrò e cominciò a camminare lenta per la stanza "Mi ricordo che da piccola vivevo con mia madre in una piccola ed umile casa non distante dal centro di Rohan. Ho sempre vissuto lì finché non mi sono spostata ai confini della foresta di Fangorn perché non approvavo lo stile di vita degli uomini."
"Dov'è tua madre adesso?" Le chiese il re
"Mia madre è morta poco prima che lasciassi Rohan, circa 7 anni fa."
"Mi dispiace" Ribadì Thranduil sincero "E tuo padre?"
"Non ho mai conosciuto mio padre, mia madre mi raccontò che era un uomo bellissimo e coraggioso, che morì in battaglia."
Thranduil e gli altri due elfi presenti si scambiarono un'occhiata poi il re proseguì "E questo tuo dono di poter comunicare con gli animali, lo hai sempre avuto?"
"Ehm.. Non credo che ci possa comunicare.. non penso riescano a capirmi, anche se .." Si ricordò di quando la cerva aveva intuito perfettamente il suo bisogno ed aveva trasportato l'incosciente Legolas fino a casa sua. "Comunque sì, da piccola giocavo con i bellissimi cavalli che vivevano liberi nei prati attorno alla città. Li chiamavo e loro arrivavano." Sorrise al ricordo.
"Immagino che i tuoi dubbi riguardino ciò che è accaduto ieri." Iniziò Thranduil e Iladris fermandosi al centro della stanza lo guardò ed annuì.
"Se ti dicessi che tuo padre è vivo e so dove vive."
La ragazza s'incupì riflettendo su quanto appena udito "M-mio padre?..." esordì dopo un momento di silenzio. Guardò Legolas e Tauriel che le sorrisero debolmente.
Thranduil proseguì "Non hai solamente la capacità di parlare con gli animali... hai poteri curativi, che hai manifestato attraverso le tue lacrime, aiutando mio figlio. ... Probabilmente hai altri poteri di cui non ne hai la consapevolezza."
"Ma com'è possibile? Appartengo alla stirpe degli uomini..." Ribadì Iladris sempre più confusa.
"Tu sei in parte umana ed in parte elfo."
Il cuore della ragazza aumentò i battiti e si riempì di una strana e meravigliosa sensazione, lei un elfo... "Chi è mio padre?" Domandò infine
"Haldir di Lòrien, penso che domani o domani l'altro sarà qui, Re Elrond è andato a parlare con lui." Il cuore della ragazza si riempì di una gioia incontenibile, aveva appena appreso di avere un padre elfo e tra qualche giorno lo avrebbe incontrato. Si portò le mani sul petto. Avrebbe voluto correre ad abbracciare il Re, ma si trattenne.
"Ik Toled, Ben venuta nella nostra grande famiglia!" Gli sorrise Legolas.
Anche a Thranduil scappò un sorriso, ma svanì subito, perché adesso rimaneva da risolvere il problema più preoccupante. Trovare un rimedio per scacciare quell'orribile male da Legolas.

Due giorni dopo...
"Calmati o finirai per scavare un fossetto continuando a camminare in lungo e in largo" Le suggerì Legolas ridendo.
"E come faccio a stare tranquilla. Tra poco sarà qui mio padre... che fino a due giorni fa credevo morto..." Rispose tormentandosi le dita delle mani e guardando il viale d'ingresso che portava a Palazzo. Per l'incontro Thranduil aveva preferito farlo all'interno delle mura della sua residenza, per non avere troppi elfi curiosi attorno e lasciare che padre e figlia si conoscessero con tranquillità.
Tauriel le aveva raccolto i capelli adornandoli con piccoli fiori di pesco bianchi. Era proprio carina e se non fosse stato per le orecchie che non erano a punta, la si sarebbe potuta tranquillamente scambiare per un elfo.
Rumore di zoccoli. Iladris si sporse dal balcone con impeto e Legolas si affrettò ad afferrarla per le spalle prima che cadesse di sotto.
Un piccolo corteo si avvicinava tranquillo in sella a bellissimi cavalli bianchi. Erano in fila di due. I primi due elfi in testa reggevano stendardi. Poi venivano altri quattro cavalieri. Erano tutti biondi con i capelli lisci, eccetto uno, da sopra era difficile distinguerli.
Iladris lasciò il balcone e si voltò verso la porta della sala, dal quale sarebbero entrati tutti. Emise un sonoro sospiro. Si poteva quasi sentir battere il suo cuore dall'esterno tanta era la sua agitazione.
"E .. se .. non gli piaccio? .. E se .." Balbettò. Legolas e Tauriel che le stavano accanto le misero entrambi le braccia sulle spalle, infondendole serenità.
"Non puoi non piacergli. Sei piaciuta a tutti noi e poi, sei sua figlia. Anche lui fino a due giorni fa non sapeva di averne una." Le disse dolce Tauriel all'orecchio.
La porta si aprì ed entrò il Re e dietro di lui un alto elfo biondo come Thranduil, vestito con un abito grigio e pantaloni verdi scuri e il Re di GranBurrone. L'elfo biondo aveva profondi occhi castano scuro che lasciavano trapelare apprensione, come pure tutti i muscoli tesi del volto.
Legolas e Tauriel salutarono con un gesto della mano e spinsero gentilmente in avanti Iladris, che era rimasta paralizzata.
Padre e figlia incrociarono i loro sguardi, gli occhi di Haldir si riempirono subito di lacrime e la tensione crollò, a quella vista il cuore di Iladris si sciolse e corse ad abbracciarlo. Lo cinse forte al petto appoggiandovi la guancia. Lui dopo lo stupore iniziale ricambiò l'abbraccio. Gli altri presenti sorrisero felici.
"Figlia, sei bella quanto tua madre" Si complimentò Haldir, ma Thranduil lo corresse "Mi sa che molto ha preso da te, altrimenti non saremmo qui adesso." Risero.
"Mi hanno detto che hai anche alcuni poteri... Se ... ti sentirai di venire a vivere a Lotlòrien .. con me, potrò aiutarti a migliorarli, a gestirli e magari scoprirne altri..." Ma si accorse che stava correndo troppo e la frase finì in un sussurro, mentre abbassava gli occhi e tratteneva il fiato per paura di una risposta negativa da parte di Iladris.
Lei si abbassò per incontrare nuovamente il suo sguardo profondo e quando lui lo sollevò di nuovo, lei gli sorrise "Certo che voglio venire con te. E sarò felice di imparare qualsiasi cosa tu mi insegnerai...il mondo elfico è strabiliante! Mi piace!" Haldir l'abbracciò ancora e la baciò sui capelli.
La sera ci furono grandi festeggiamenti a palazzo ed in tutto Bosco Atro.
In una stanza appartata del palazzo, due soli elfi non stavano festeggiando, Thranduil ed Elrond, preoccupati per la salute di Legolas. Quanto tempo sarebbe passato prima del prossimo attacco? Sarebbe stato quello fatale? Se non ci fosse stata Iladris nei paraggi con cosa avrebbero potuto aiutarlo? Elrond aprì un grosso libro vecchio dalla copertina in pelle con fibbie color rame, la prima pagina riportava la scritta . Sospirando si misero a leggerli, uno per uno.

Anche se Legolas era sempre sereno e non aveva mai dato l'impressione d'esser preoccupato o sofferente da quando erano tornati a Bosco Atro, dentro di se sapeva che era solo questione di tempo prima che 'quel qualcosa' che si era insediato nel suo cuore lo uccidesse. Il gelo lo attanagliava dall'interno ed aumentava ogni giorno di più e poi c'erano gli attacchi secondo lui comandati da Sauron in persona.
Ci sarebbe stato un solo modo per non trascinare tutti coloro che gli stavano vicini, in un vortice di sofferenza e preoccupazione; Andare nuovamente a Dol Guldur e affrontare i 9 spettri, anche se non aveva la più pallida idea di come riuscire a sconfiggerli. Inoltre, quel posto pullulava di orchi e un brivido gli passò lungo la schiena al ricordo della sua prigionia.
Non voleva coinvolgere suo padre che avrebbe sicuramente mandato un esercito con lui e quasi sicuramente avrebbero fatto ritorno meno della metà. Non sapeva contro chi effettivamente doveva lottare... Gli spettri riuscivano a passare attraverso i corpi e lasciavano dentro gelo e morte. No, non poteva condannare un esercito di elfi a quella terribile fine. Ora che si stava rimettendo in forze ci sarebbe tornato da solo, questa volta aveva la carta sorpresa dalla sua parte.

Iladris aveva ormai lasciato Bosco Atro seguendo Haldir già da una settimana, tutto era tornato alla normalità nel reame. Tauriel si era accorta che Legolas aveva qualcosa di strano, gli era capitato di toccargli le mani di recente e l'aveva sentite gelide, così non lo lasciava quasi mai da solo, lo seguiva come un'ombra. Gli aveva anche provato a chiedere come si sentiva, ma lui tagliava sempre corto con un "Bene", ma non ingannava l'elfa che l'aveva visto cambiare.
Una sera Legolas stava seduto su un ramo di un pino vicino alla cima e guardava la pioggia che cadeva da un cielo grigio, era immerso nei propri pensieri, quando s'irrigidì all'improvviso. Si appoggiò con la schiena al tronco sperando di non cadere di sotto. Sentì un forte dolore al petto, come una morsa di ghiaccio e acciaio. Si abbracciò piegandosi in avanti e fu allora che nella sua testa esplose la voce . Spalancò gli occhi e si portò le mani ai lati della testa.
Tauriel era ad un albero di distanza lo chiamò preoccupata "Legolas! Hey! Cos'hai Legolas?"
Lui perse l'equilibrio, ma fortunatamente l'agilità dell'elfa le permise di saltare di ramo in ramo e rallentare la rovinosa caduta. Ruzzolarono sul terreno impregnato di acqua e fango. Legolas stava respirando velocemente riprendendosi. Tauriel si mise a sedere tenendo la schiena e la testa del principe sulle sue gambe e guardò lo preoccupata.
"Sauron mi chiama. Sauron mi vuole. Devo andare da lui." Disse in un bisbiglio l'elfo biondo come in trance.
Il giorno dopo Tauriel si recò dal Re Thranduil, non poteva più indugiare, doveva raccontargli cos'era successo la sera prima e spiegargli i suoi timori.
"Legolas sta lentamente morendo! Questo è quello che credo!" Disse risoluta e quando vide l'espressione triste del Re aggiunse incredula "Voi lo sapevate già!! Da quanto siete al corrente delle condizioni di Legolas?" Proferì quasi urlando.
"Ricordati a chi ti stai rivolgendo!" La redarguì severo Thranduil, poi proseguì "Abbiamo cercato soluzioni con Re Elrond di Gran Burrone...." Scosse la testa cercando di scacciare un brutto pensiero "E' rischioso, potrebbe morire."
"Morirà comunque! O cederà al richiamo e andrà da Sauron e lo perderemo per sempre o durante un attacco di quel gelo che si sta impossessando di lui giorno per giorno!" Ribadì Tauriel risentita.
"Ditemi cosa c'è da fare, se posso aiuterò anch'io. Ma dobbiamo assolutamente tentare!"
Così Thranduil prese un'ardua decisione.

To be continued...

   
 
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