Caro
vecchio amico mio,
mi sembra
strano scriverti una lettera sapendo
che non la riceverai, eppure, ho scelto di farlo comunque.
Voglio lasciarla sua tua tomba
e sperare che, in fondo, tu non sia veramente scomparso da questo mondo.
Una piccola parte di me continua a sperare che tu sia riuscito, ancora una
volta,
a fare un miracolo e che tu sia da qualche parte, nascosto, ferito ma vivo.
So che è qualcosa di irreale
impossibile,
ti ho visto morire dinanzi ai miei occhi senza riuscire a fare nulla,
ma è come se la mia mente non si
volesse arrendere al fatto che non sei più qui.
Ci siamo allontanati tante volte,
ci siamo rincorsi e, alla fine,
ci siamo ritrovati.
Non c’è stato
scontro, litigio che ci abbia diviso.
Per quanto io scegliessi di percorrere vie oscure, tu, non hai mai smesso di
credere in me.
Non hai mai smesso di cercare nella mia mente il mutante che vedevi in me.
Per tanto tempo, vecchio amico mio, sei stato la mia sicurezza.
Sapevo che per quanto le cose andassero male,
per quanto il mondo ci odiasse,
tu ci saresti stato sempre e, nel caso di crisi irreparabili, avremmo potuto
affrontarle insieme.
Abbiamo sceso insieme un milione di scale e, ora che non ci sei,
malgrado io sappia volare,
avverto il vuoto ad ogni gradino.
Ti ho odiato all’inizio, quando hai fatto la tua scelta.
Ti ho odiato.
Sapevo che chiamandati avrei rischiato di perderti, ma l’ho fatto comunque.
Ho sperato che potessimo risolvere tutto insieme, di nuovo,
ho sempre pensato che uniti fossimo inarrestabili.
Ma quando sarei dovuto stare al tuo fianco per proteggerti, non ci sono stato.
Ti ho odiato perché sei andato in un luogo dove
non posso raggiungerti,
ma più di tutti odio me stesso per averti
permesso di andarci.
Mi mancano le nostre partite a scacchi,
mi mancano i tuoi sorrisi rassicuranti
e, soprattutto, mi mancano le tue intrusioni nella mia mente.
Hai sempre visto in me qualcosa che, io, tutt’ora non riesco a vedere.
Mi hai sempre detto che in me c’era altro oltre a rabbia ed odio,
che potevo essere un mutante migliore ma, ora che non ci sei, non riesco
proprio ad esserlo.
Con te è andata via la parte
migliore di me.
Il mondo è di nuovo scivolato in una
crisi che pare più buia di tutte le altre
e, io, non penso che avrò la forza
di essere quel mutante che tu desideravi.
Come posso combattere per il mondo che tu desideravi se non ci sei più?
Come posso essere mutante migliore se la persona per chi volevo esserlo
non è al mio fianco per vederlo?
Mi manchi, terribilmente.
Non posso raggiungerti,
non ancora.
Vorrei farlo ma, prima di andarmene, voglio assicurare un futuro ai mutanti.
So che, probabilmente, ti arrabbierai per i miei metodi,
ma voglio riuscirci nel più breve
tempo possibile.
So che saranno metodi brutali e che, probabilmente, se fossi qui mi
ostacoleresti.
Ma tu non sei qui e, io, voglio raggiungerti.
Perdonarmi per quello che farò,
perdonami per la strada che, da oggi, percorrerò,
ma proprio come l’ombra non
può esistere senza la luce,
così Magneto non può esistere senza il Professor X,
così Erik non può esistere senza
Charles.
La mia maledizione, a quanto pare, è portare al
macello le persone che amo.
Proprio come Magda sono stato anche per te la causa che ti ha portato alla
morte.
Mi dispiace, forse, se fossi riuscito a mettere da parte il mio odio.
Forse.
Le cose sarebbero andate diversamente.
Non riuscirò mai ad essere il mutante
che tu desideravi,
ma almeno cercherò di permettere alle persone
che ami ed ai tuoi allievi di vivere in un mondo in cui possano camminare a
testa alta.
Tu sei sparito, questo non è più il mio tempo.
Ti prego, aspettami e, se puoi, perdonami.
Erik