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Autore: Lady_Pendragon    10/01/2016    2 recensioni
|| T h e ● A b o m i n a b l e ● B r i d e || J o h n + S h e r l o c k ||
Così, ora si ritrovò a salire sull'aereo che aveva maledetto precedentemente, stropicciandosi le mani nell'impazienza di rivedere colui che gli aveva sconvolto la vita.
Peccato che ciò che i suoi occhi videro, non fu ciò che si aspettava.
« . . . S h e r l o c k . » Sussurrò John, osservando la figura del moro accasciata sul sedile, con gli occhi chiusi, i capelli scompigliati e la carnagione più pallida del solito.
« E' successo /di nuovo/.» Puntualizzò Mycroft, guardando anch'egli il fratello minore in quelle condizioni.
« Cosa, Mycroft? /Cosa/ è successo di nuovo? » Chiese il biondo con preoccupazione, spostando lo sguardo momentaneamente sul fratello maggiore, il quale cercò di evitarlo.
« Un overdose, John, ecco cos'è successo. L'ha fatto di nuovo, e continuerà a farlo a quanto pare. » Ammise Mycroft, mantenendo lo sguardo basso.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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━S t a y; stay with me Sherlock.

https://www.youtube.com/watch?v=Xv-AEf8HjJ8

« E' tornato. »
Aveva semplicemente detto Mycroft Holmes prima di sorpassare la figura minuta di John, dirigendosi dove l'aereo contenente Sherlock aveva da poco decollato.
Il biondo aggrottò leggermente le sopracciglia con aria confusa, ma bastò che il maggiore degli Holmes gli mostrasse lo schermo del proprio cellulare per fargli capire di chi stava parlando.
Jim Moriarty.
Il consulente criminale, l'antagonista di Sherlock Holmes, colui che aveva portato al suicidio il suo coinquilino sotto i suoi stessi occhi blu.
Si, ancora lo ricordava come se fosse accaduto il giorno prima, e ancora gli faceva male rivivere quegli istanti.

« Ma lui è---- » 
« Morto? » Lo rimbeccò Mycroft, prima di ritrarre il cellulare e lasciare John sempre più incredulo davanti a sé.
« Credo che con questo ultimo avvenimento la vacanza del mio fratellino dovrà ritenersi annullata, ora, se non le dispiace, salga con me.» Disse Mycroft al blogger che ora lo stava seguendo con quel solito passo cadenzato che lo avrebbe sempre fatto risultare come un piccolo soldatino.
Aveva detto una sottospecie di arrivederci a lungo termine a Sherlock giusto una manciata di minuti indietro, e ora si stava congiungendo nuovamente a lui.
Era un sollievo, dentro di sé John sentiva che quell'addio non era minimamente sopportabile, non poteva stargli lontano troppo a lungo.
Lo aveva provato sulla sua stessa pelle quando il moro aveva finto la propria morte, e il biondo aveva appurato che si, l'assenza di Sherlock Holmes nella propria vita era qualcosa di insostenibile e di dannatamente doloroso da sopportare.

Così si ritrovò a salire sull'aereo che aveva maledetto precedentemente, stropicciandosi le mani nell'impazienza di rivedere colui che gli aveva sconvolto la vita.
Peccato che ciò che i suoi occhi videro, non fu ciò che si aspettava.
« . . . S h e r l o c k . » Sussurrò John, osservando la figura del moro accasciata sul sedile, con gli occhi chiusi, i capelli scompigliati e la carnagione più pallida del solito.
« E' successo di nuovo.» Puntualizzò Mycroft, guardando anch'egli il fratello minore in quelle condizioni.
« Cosa, Mycroft? Cosa è successo di nuovo? » Chiese il biondo con preoccupazione, spostando lo sguardo momentaneamente sul fratello maggiore, il quale cercò di evitarlo.
« Un overdose, John, ecco cos'è successo. L'ha fatto di nuovo, e continuerà a farlo a quanto pare. » Ammise Mycroft, mantenendo lo sguardo basso.
Il blogger sbattè lentamente le palpebre, sentendosi mancare per qualche secondo.

Overdose ? 
Sapeva che Sherlock aveva quel pessimo e dannatissimo vizio, ma dopo l'ultima volta egli gli aveva giurato che avrebbe smesso, che ora andava tutto bene perché c'era lui, al suo fianco.
John aveva sempre cercato di stargli il più accanto possibile proprio per evitare situazioni del genere, e ora?
Ora si ritrovava lì a guardare Sherlock con la fronte sudata e due piccole occhiaie visibili sotto i suoi occhi chiusi.

Le iridi blu di Watson si velarono di uno strato lucido e bagnato, al pensiero che forse l'avesse fatto proprio perché si erano detti addio quella mattina.
Si sentì in colpa, perché forse non aveva lottato abbastanza per impedirgli di salire su quel dannatissimo aereo.
Al tempo stesso si sentiva arrabbiato, perché il moro non poteva fargli una cosa del genere, semplicemente non poteva abbandonarlo così.
Il blogger si chinò su Sherlock e gli sfiorò la fronte con una lieve carezza, sospirò lievemente in cerca di calma con il quale affrontare la situazione.

« Sherlock . . . Sherlock svegliati. Andiamo, abbiamo bisogno di te, io. . . ho bisogno di te. Resta, resta con me Sherlock... e giuro che appena aprirai gli occhi un pugno non te lo toglie nessuno. » Disse John a denti stretti, ma quella piccola lacrima che solcò il suo viso rese quella minaccia nulla, quasi inesistente.
Si chinò appena di più per sfiorare la fronte con quella del moro e prese un lungo sospiro.
Pronunciò ancora il suo nome, carezzandogli una guancia, nel vago tentativo di strapparlo alla droga, quella maledetta che ora voleva portarglielo via.

Silenzio.
Ciò che seguì quegli attimi fu puro silenzio che parve durare un eternità.

John aveva già provato la perdita di Sherlock una volta, e non avrebbe retto una seconda, non così.
Improvvisamente sentì un ansimo provenire da pochi centimetri da sé, si scostò appena e vide il moro muovere appena il capo.
Lo chiamò, e Sherlock aprì a fatica gli occhi, rivelando le iridi cristalline e segnate da ciò che aveva appena vissuto.
Watson indietreggiò e Holmes si guardò intorno con aria intontita, prima di puntare nuovamente quello sguardo malconcio su John.

« Ti sono mancato, John? » Mormorò Sherlock, indossando un flebile sorriso indirizzato al suo blogger.
Il biondo sgranò gli occhi, come se avesse ricevuto il regalo più bello del mondo, gli avevano appena restituito il suo Sherlock.
Scosse più volte il capo annuendo, e si morse appena il labbro sottile e roseo prima di rispondere.
« Stramaledettamente si. » Affermò prima di sorridere, sospirando dal sollievo, per pi abbracciare quasi d'impulso colui che gli aveva stravolto la vita.

 


Ok--- ehm, che dire.
Piccolo sfogo di una settimana d'influenza e di noia. Ovviamente mi pare sottointeso che qui John non stia con Mary, ma che tra i due ci sia qualcosa. E' qualcosa di corto, ultimamente non riesco a scrivere molto e vi chiedo umilmente perdono.
Spero vi piaccia questo piccolo missing moment . . . 

-Lenore

 

   
 
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