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Autore: Ciulla    10/01/2016    4 recensioni
Raccolta di dieci drabble incentrate sulla convivenza tra Beerus, gattino di quattro anni destinato a diventare dio della distruzione, e il suo maestro Whis.
1_Test di idoneità
2_Regali di compleanno
3_Il troppo stroppia
4_Punti di vista
5_Lezioni teoriche
6_Conoscenze sgradite
7_Incubi
8_Errore fatale
9_La favola della buonanotte
10_Animali da compagnia
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Bills, Whis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Un maestro per sempre'
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TEST DI IDONEITÀ


“Maestro Whis?” 
Beerus fissava l’alieno azzurro, i piccoli indici uniti in una posa tipicamente imbarazzata.
“Tu non ce l’hai una fidanzata?”
Il maestro ridacchiò, continuando a sfogliare la rivista di cucina che aveva tra le mani. “No, piccolo”.
“Allora hai un fidanzato?”
Whis lo scrutò perplesso e il piccolo cominciò a borbottare: “Su molti pianeti è vista come una cosa brutta ma a me va bene lo stesso”.
”Non ho nemmeno un fidanzato, Beerus”. 
“E non ti senti solo?”
“Ma io non sono solo. Ho te”.
Beerus sorrise soddisfatto. Il maestro aveva superato il suo test: poteva continuare a volergli bene.

 

REGALI DI COMPLEANNO


“Maestro! Oggi è il mio compleanno!”
“Non lo sapevo. Auguri”.
L’entusiasmo del piccolo si spense di colpo. Sperava di ricevere un regalo ed invece il maestro lo aveva deluso ignorando completamente che giorno fosse! I suoi occhioni si riempirono di lacrime, facendo desistere Whis dall’ottima recitazione.
”Scherzavo cucciolo! Buon compleanno!” Esclamò porgendogli un pacco regalo viola e azzurro.
Il micio lo aprì sorridente, per poi rimanere perplesso davanti al suo contenuto. “Che cos’è?”
“È un cerchio divino da collo come quello che ho io. Non ti piace?”
Beerus lo infilò esitante, sentendosi scomodo come un gatto col collare.
Però era felice lo stesso.

 

IL TROPPO STROPPIA


Era da quella mattina che il piccolo Beerus si contorceva nel letto per l’eccessivo mal di testa. Whis non capiva perché stesse così: il cambiamento fisico a cui si stava sottoponendo avrebbe dovuto amplificare la sua resistenza al dolore provato dai comuni mortali.
Lo mise a letto coprendolo bene con una soffice coperta e gli posò un bacino sulla fronte, promettendogli che lo avrebbe fatto stare meglio.
Poi, stanco, si recò in cucina per fare uno spuntino. Aprì il freezer ed estrasse la vaschetta di gelato acquistata la sera prima.
La trovò vuota. 
Adesso capiva molte cose...

 

PUNTI DI VISTA


“Whis, perché hai le orecchie corte?” domandò il piccolo gatto seduto sulle spalle del maestro.
“Non sono io che le ho corte. Sei tu che le hai lunghe”.
“Dalle mie parti tutti hanno le orecchie lunghe. Sei tu che sei strano”.
“Sul mio pianeta tutti hanno le orecchie come me, quindi tu sei strano”.
“No, tu sei strano”.
“È una questione di punti di vista, piccolo mio”, replicò Whis facendo scendere il gatto e posandolo a terra. “Se ci fosse qui qualcun altro direbbe che siamo strani tutti e due”.
“E avrebbe ragione!” Esclamò ridendo Beerus. 
Gli piaceva essere strano, se lo erano insieme.

 

LEZIONI TEORICHE


“Maestro, mi annoio! Io credevo di dovermi solo allenare a distruggere le cose!” Si lamentò sconsolato il piccolo Beerus.
“Un dio della distruzione deve avere raziocinio. Adesso forza, leggi il problema e risolvilo”.
Il gattino sbuffò tristemente e obbedì. “Kaioshin ha bisogno di spazio per costruire 12 pianeti. Il dio della distruzione disintegra 27 pianeti. A quanto ammonta la differenza?” 
Il piccolo ci penso un po’ su. “15!” Esclamò. 
Whis sorrise fiero, poi Beerus concluse la frase. “Il dio della distruzione deve disintegrare altri 15 pianeti, altrimenti non ci sarà abbastanza spazio!”
... Sarebbe stato un dio terribile, un giorno.

 

CONOSCENZE SGRADITE


“Maestro? Chi è quel ciccione?” Mormorò Beerus imbronciato. Whis teneva in braccio un altro gattino e Beerus sentiva una fastidiosa sensazione di gelosia nella pancia.
“È tuo fratello gemello, cucciolo. Non lo conosci perché mia sorella, avvertendo il suo potere latente, l’ha preso con se appena nato per allenarlo. L’ho scoperto di recente e l’ho fatto venire qua per fartelo conoscere”.
Lo posò a terra spingendolo delicatamente verso Beerus, che lo scrutò scettico.
Champa, così si chiamava il fratello, prese parola.
“Scemo”.
Beerus si infuriò.
“Ciccione”.
“Stecchino”.
"Idiota".
“Cretino”.
“Majin bu”.
“Chi è?”
”Un grassone antipatico”.
“Stronzo!”
Whis ridacchiò. Amore fraterno...

 

INCUBI


“Whis! Whis!” Chiamava disperato Beerus dal buio della sua stanza. Il maestro si precipitò da lui, prendendolo tra le braccia e cercando di placare le sua urla spaventate. “Che succede, piccolo mio?”
“Ho fatto un brutto sogno”, singhiozzò lui stringendo forte la tunica del maestro.
Whis lo accarezzò piano sulla testa. Capiva la sua angoscia: anche a lui era capitato di sognare di perdere le persone a lui care e di svegliarsi terrorizzato. Il pensiero che Beerus stesse provando la stessa sensazione lo rattristava e lo inteneriva al tempo stesso.
“Cos’hai sognato, cucciolo?”
”Era finito il cibo nel frigorifero”.
Whis rimase di sasso. 

 

ERRORI FATALI

 
Beerus si recò imbarazzato dal suo maestro, stropicciandosi il pigiamino. “Whis, non riesco a dormire. Mi canti una ninna-nanna?”
L’alieno azzurro rimase sorpreso da quella richiesta, ma acconsentì sorridente. “Certo, cucciolo. Mettiti sotto le coperte che arrivo”.
Soddisfatto, andò a recuperare il suo fedele microfono e si recò dal suo pupillo cominciando a intonare un canto stranamente fastidioso. “Dormi dormi, bel bambino...”
“Maestro!” Urlò Beerus infilando la testa sotto il cuscino. “Si è rotto il microfono! Ti rende la voce strozzata come quella di una gallina!”
Perplesso, Whis guardò l’oggetto che aveva tra le mani. 
Era spento.

 

LA FAVOLA DELLA BUONANOTTE


“Whis? Mi racconti la favola della buonanotte?”.
Il maestro sorrise, accomodandosi di fianco al bambino e cominciando a narrare.
“C’era una volta un dio della distruzione. Era un dio molto carino, con le sue lunghe orecchie viola e i suoi teneri occhi gialli. Un giorno si recò su un pianeta alla ricerca di uno sfidante, ma gli abitanti del pianeta lo fecero arrabbiare e lui decise di distruggerlo. Fortunatamente arrivò un essere fortissimo che lo sfidò e il dio si divertì così tanto che decise di non distruggere il pianeta”.
Beerus sorrise. “Adesso me ne racconti una col lieto fine?”


 

ANIMALI DA COMPAGNIA


“Whis!” Chiamò Beerus entusiasta. “Prendiamo un animale da compagnia?”
Il maestro liquidò la richiesta del piccolo con un cenno sbrigativo della mano, continuando a leggere il libro che aveva tra le mani. “Non è bello come può sembrare, Beerus. È faticoso... Devi prenderti cura di lui, dargli da mangiare, giocare con lui, se non gli darai abbastanza attenzioni non farà che infastidirti tutto il giorno...”
Beerus, stupito, inclinò la testa di lato e drizzò le orecchie con curiosità. “Ma quindi tu hai già avuto un animale da compagnia?”
“Sì”, rispose Whis ridendo e sollevando lo sguardo dal libro. “Ho un gatto”.

   
 
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