Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Vanel    11/01/2016    0 recensioni
"Ero all'ottavo mese di gravidanza, avvertivo delle forti contrazioni così andai dal ginecologo.
Mi disse che c'erano dei problemi e che erano molto seri: di due gemelle ne potevo salvare solo una, e io avevo già preparato la cameretta di voi due, avevate già un nome, Carmela e Anastasia.
Carmela, nome che proveniva dall'ebraico e significava Giardino di Dio, e Anastasia che significava Resurrezione.
Il dottore mi disse che dovevo fare un parto d'urgenza, e mi chiese di scegliere quale delle due salvare.
Fu terribile, perché la scelta dipendeva da me.
Tra le due era Carmela quella più sana e in forma, e scelsi lei.
Ma il dottore sbagliò, non salvò Carmela, bensì te, una bambina piena di problemi, troppo piccola e magra, rifiutavi il latte, avevi sempre qualche problema, e non smettevi mai di piangere.
Ti odiai per questo, perché se tu non ci fossi stata, sarebbe stata Carmela quella a nascere, una bambina sana e in forma, non una malaticcia lagnosa.
Anastasia, tu sei nata per sbaglio."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Nata per sbaglio'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Raggi di Luna

"Ella si avvicinò, spinta da una strana forza, a lui, e ne sentì il peso dell'obbligo"


Esattamente due settimane dopo, Luca e sua madre erano liberi mentre suo padre era stato cacciato di casa e, sicuramente,  adesso era nei guai dal punto di vista penale, ma comunque era finalmente fuori dai piedi.
Io e Luca diventammo i più improbabili amici, persino Fabiola e Ilaria dovettero sentirselo dire più volte prima di crederci.
Lo invitai a casa.
"Wow! E' carino"-Mormorò Ambra.
Dovetti spiegare ad un'ansiosa Giada che, inoltre, Luca non era il mio ragazzo.
"Mica è il tuo ragazzo, vero?"-Mi chiese.
"No! E' solo un mio amico, davvero"
Sospirò, non capii se fosse stato di sollievo o di dispiacere.
Entrò in camera mia e iniziammo a fare Matematica insieme, ogni tanto Luca faceva qualche battuta sulle mie foto appese nell'armadio, ridemmo ma la Geometria Analitica occupò la maggior parte del nostro tempo.

Luca mi occupava sempre un posto sopra il bus, e quando neanche la nominata "amica dei Grandi" bastava, mi difendeva.
Mi aveva insegnato diversi modi di dire, conosceva tutte le parolacce nelle altre lingue.
Era una compagnia estremamente simpatica, stavo bene con lui.

E febbraio, a differenza di quanto pensavo, si dimostrò essere un bellissimo mese.
Avevo il migliore amico del mondo, una famiglia fantastica, ma a cuor mio, sapevo che mancava qualcosa.
Ma non volevo dirlo.
"Tra 17 giorni diventi maggiorenne!"-Mi punzecchiò Ambra, aveva già organizzato qualcosa a detta di Giada.
"Già!"
Lei e Luca si lanciavano sguardi curiosi ogni tanto, avevano in mente qualcosa.
"Posso scegliermi almeno il vestito?"-Dissi 
"Certo! Però sotto mio consiglio"
Sospirai, adoravo Ambra ma era pesante quando voleva.
Quando lei scese alla sua fermata, Luca iniziò a muovere il piede agitato.
"Che hai?"
"Oggi è sabato"
"Lo so"
"Ti va di uscire con me stasera? Non accetto un no come risposta"
"Oh... allora mi sa che è sì!"
Mi sorrise enigmatico.

Ambra era eccitata.
"Hai un appuntamento, hai un appuntamento!"
"Già"
"Hai un vestito?"-Mi chiese poi tornando ansiosa.
Risi.
"Con tutte le compere che abbiamo fatto, ci mancherebbe altro!"
"Beh giusto! Ti trucco io"
"Ambra, è con Luca, è solo un'uscita tra amici..."
"E allora perchè non mi avete invitata?"
Sospirai: aveva ragione, perchè no?
Ero preoccupata per l'amicizia che c'era in ballo, volevo bene a Luca, ma ero confusa per il resto.

Carlo mi accompagnò nella pizzeria dove mi aveva invitato Luca, fece le classiche raccomandazioni padre-figlia, e mi venne voglia di piangere.
Le raccomandazioni che mio padre non può più farmi.
Per quella sera avevo optato a qualcosa di comodo ma carino: jeans stretti e una camicia nera ampia.
Luca mi guardò sorpreso:"Cavoli!"-Disse col suo solito sorriso sornione.
Gli feci la faccia "Ma per favore" e lui rise.
Adoravo il rapporto che avevamo.
Mangiammo pizza e patatine, a cuor mio mi auguravo di non ingrassare per il compleanno, dovevo ancora smaltire il pranzo di Natale...
"Facciamo un giro?"-Propose.
Accettai.
Guardò il ponte alle nostre spalle.
"Bella la luna stasera"
Ebbi un dejavù.
Mi prese il mento con le dita.
Non sta accadendo, vero? pensai
Ma i buoni propositi andarono a farsi fottere.
Luca mi baciò.
Passione, forza, disperazione, luna.
Ricambiai e per un secondo -involontariamente- il suo volto divenne quello di un altro, ma durò talmente poco che potevo essermelo solo immaginata.
Non era il sapore che mi aspettavo.
Mi guardò critico.
"Ho sbagliato, vero?"-Chiese cauto.
"E' che... non me l'aspettavo"
"Io stavo aspettando solo questo"-Mi sorrise.
Ricambiai con un sorriso forzato.
Ero talmente confusa in testa.
Ripensai angosciata all'ultimo bacio.
A quello che sapeva di tutt'altro.
Iniziarono a bruciarmi le labbra.
Mi prese la mano con un fare incoraggiante, cercai di essere altrettanto sicura, ma poi mi arresi all'evidenzia.
Ero a disagio.
"Posso tornare a casa?"-Chiesi
"Va bene"-Mi rispose accigliato.
Di sicuro, non era la reazione che si aspettava.

Tornai a casa turbata.
Quel bacio mi aveva trasmesso emozioni forti ma... negative.
Mi sentivo soffocare, come se il mio cuore fosse chiuso dentro una gabbia.
Mi spogliai lentamente, e adesso cosa avrei dovuto dirgli?
Che siccome il bacio non mi era piaciuto, non faceva per me?
Ma potevo mentire a me stessa?
Il mio cuore amava ancora una persona.
Amava ancora i suoi sorrisi, le sue entrate di scena, i suoi incontri burrascosi.
Non aveva mai smesso di amarla.
Avevo un dolore così fastidioso alla gola, dovevo piangere.
Mi sentivo così in trappola!
Non potevo nascondere di non aver pensato a Luca e al nostro rapporto, ma ogni qualvolta che immaginavo qualcosa del genere tra noi bidonavo il pensiero.
E adesso invece, eccomi qui, se qualcuno me lo avesse detto un anno fa gli avrei riso in faccia.
Qualcuno bussò alla porta, ipotizzai fosse Giada, l'unica che si prendeva tale briga.
"Avanti"-dissi con voce troppo roca, tossii un po' per cercare di mostrarmi più sicura.
"Tesoro"-Mi disse apprensiva.
"Che succede?"
"Questa è per te, non te l'ho data oggi perchè non volevo ti confondesse per il tuo appuntamento, ma hai il diritto di averla"
Presi la lettera che aveva in mano.
Il mittente era Michele.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Vanel