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Autore: Baymax96    12/01/2016    2 recensioni
Solo per essere sano, Michelangelo sviluppa inconsciamente un'ossessione per tagliare il più possibile le calorie e comincia a staccarsi sempre di più dalla sua famiglia fino a quando non giunge al punto di non ritorno...
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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N/A La mia precedente storia è arrivata a una fase di stallo, non riesco più a portarla avanti per adesso. Così, mi dedico a quest'altra che mi è sempre piaciuto scrivere, su un tema più che diffuso e che conosciamo molto bene. I disturbi alimentari. Ovviamente la storia ruota intorno al dolce Michelangelo ma le altre tartarughe avranno dei ruoli specifici, tranquille! :) Detto ciò, non mi rimane che augurarvi una buona lettura e dirvi che non so se riuscirò a pubblicare quotidianamente ma almeno ci proverò!


....

Michelangelo non era così stupido come voleva far credere. Era intelligente a modo suo, gentile, amante della pizza e soprattutto empatico. Quella caratteristica lo distingueva dai suoi fratelli ma lo faceva sentire terribilmente solo.
Parlare con Splinter, il suo maestro e padre, poteva essere confortante ma quegli occhi amorevolmente corvini non erano in grado di fargli esprimere tutto ciò che davvero pensava. E per ogni volta che era sul punto di pussare dolcemente sulle shoji di carta di riso della stanza del padre, sarebbe tornato in camera sua.
Nel salotto sentiva spesso le risate allegre dei suoi fratelli intenti a vincere una partita alla console polverosa o i leggeri gridolini per un eccessivo film sanguinoso e d'orrore. Mai un invito, mai un sorriso gentile.
Non si era mai accorto della solitudine...
 
"Forse dovrei cominciare ad essere come loro..." mormorò mentre guardava un vecchio album di fotografie.
Il giovane gettò l'album sotto al cuscino e senza fare troppo rumore fece capolino con la sua testa verde acqua fuori dalla cameretta. Il corridoio era in penombra, invece dal piano inferiore la tv accesa proiettava lampi colorati.
Sicuramente i suoi tre fratelli erano proprio lì a guardarsi l'ennesimo film horror mangiando una pizza. Quella che non gli avevano offerto.
Mikey scosse leggermente il capo, spingendo nella parte più remota della sua mente questo nuovo pungente pensiero e si rinchiuse in bagno. La prima cosa che fece fu ammirarsi nel curioso specchio enorme che aveva tanto voluto fissare fra la doccia e il wc.
Era piccolo di statura, paffuto, con gli occhi azzurri a risaltare il suo dolce sorriso. I suoi piastroni erano perfettamente tirati, segno di un corpo snello e ben allenato e le sue gambe erano muscolose.
La tartaruga mise il broncio, non trovava niente che non andasse, in tutta sincerità, così, senza perdersi d'animo si pesò sulla bilancia nera che Donnie aveva pescato dalla discarica e riparato.
Il suo peso era normale. Era settantaquattro chilogrammi, anche se cinque doveva sottrarli per il guscio. Quindi era sui sessantanove.
"Probabilmente dovrei perdere qualche chilo... so che Donnie ha un opuscolo nel suo laboratorio che parla proprio del peso ideale" mormorò "Eppure sono sicuro che i miei fratelli sono più leggeri di me. Ultimamente ho notato che faccio fatica a tenere il passo con loro".
O era Leonardo che aveva intensificato gli allenamenti?
Michelangelo scivolò immediatamente verso il laboratorio di Donnie: fortunatamente era vuoto, segno che la tartaruga genio era a godersi il film; iniziò a rovistare sull'ammasso di carte che ricopriva il primo banco da lavoro del fratello ma non trovò ciò che cercava.
Allora si spinse verso la scrivania, aprendo l'unico cassetto che vi era e allora finalmente lo trovò! Era una piccola brochure di carta lucida gialla con molte macchie simpatiche di verde; all'interno vi era raffigurato la sagoma di un uomo e in un'altra pagina una donna, con le relative misure e soprattutto peso ideale.
"Qui dice che i ragazzi della mia età, o beh... più o meno, dal momento che ho tredici anni e mezzo, dovrebbero almeno entrare sui cinquantanove-sessanta" lesse la tartaruga, sospirando gravemente "Quindi, in altre parole, questo significa che sono in sovrappeso?" borbottò preoccupato "Devo dimagrire. Non posso farmi prendere in giro... sì, ma come faccio? Cioè, sembra semplice ma ho bisogno di qualche guida...!".
La tartaruga sospirò ancora ma bastò uno sguardo allo smartphone nella sua cintura a farlo illuminare.
"Posso agganciarmi al segnale di Don per cercare aiuti sul web!" esclamò ma un improvviso chiacchierio proveniente dalle scale lo fece zittire.
Infilò la brosciure al suo posto, ormai con la risposta che cercava, poi si rinchiuse in camera sua. Non fece in tempo a infilarsi nel letto che sentì bussare.
"C-chi è?" balbettò nervosamente.
"Ehi, tutto bene lì dentro?" domandò Leonardo, perplesso "Non sei sceso per la pizza. Te ne abbiamo lasciato un pezzo nel piatto, in cucina".
Allora gli volevano bene?
"Uhm... ecco, io..." farfugliò il giovane, abbassando la testa.
Quant'era scolpito il corpo del sedicenne Leonardo anche se i due gemelli di anni quindici Raph e Don non avevano nulla da invidiargli. Mikey si sentiva uno schifo adesso.
Leo sollevò un sopracciglio.
"Ecco, grazie... la mangerò stanotte. La pizza fredda è ancora più buona!" disse frettolosamente, dandogli un abbraccio, poi si fiondò sotto le coperte.
Leo ridacchiò e finalmente lo lasciò da solo.
"Fiuu! Finalmente posso vedere un po' che cosa posso fare!" mormorò la tartaruga, abilitando il segnale wi-fi dello smartphone.
Mikey non perse tempo, andò subito sul web e cercò delle applicazioni in grado di aiutarlo a contare le calorie di ogni singolo cibo. La sua ricerca non durò che pochi secondi: un'app dal simpatico sfondo arancione con su una mela avvolta da un metro gli saltò all'occhio.
Ci cliccò su per leggere le recensioni.
 
“Ottima app per contare le calorie giornaliere e di ogni singolo cibo! Aiuta davvero a perdere peso! Personalmente sono dimagrito di sei chili in due mesi!”
 
Gli occhi del giovane si ampliarono di curiosità.
 
“Inserisci colazione, pranzo, cena e spuntini e scegli gli alimenti che vuoi mangiare. L'app farà il calcolo e tu puoi aggiungere o togliere alimenti per restare in forma! Puoi anche aggiungere il tuo esercizio fisico per vedere quante calorie bruci! La cosa positiva è che è gratis!”
 
“Assolutamente stupendo!” ridacchiò Mikey in sottovoce.
Installò l'applicazione subito, attese che il cellulare creasse un'interfaccia sul display e cominciò a testarla. C'era un homepage dove si visualizzava il numero di calorie da modificare, la sezione per l'attività fisica, un diario alimentare dove scrivere tutto ciò che ci si mangiava in un giorno e delle note personali da scrivere.
“Allora... vediamo... stamattina ho fatto un'abbondante colazione con latte, biscotti e un pezzo di pizza” disse, scrivendolo.
Quarantasette calorie per il latte parzialmente scremato, quaranta calorie per un biscotto che moltiplicato per sette erano duecentottanta! Più un pezzo di pizza margherita circa duecentoquattro calorie.
Totale? 531 calorie solo nella colazione.
Mikey aggrottò la fronte poi passò al pranzo.
Aveva mangiato due pezzi di pizza margherita e un panino con un hamburger fritto da Raphie.
Duecentoquattro per due facevano quattrocentotto più trecentosessanta calorie per l'innocuo panino.
Totale? 768 calorie per il pranzo.
A cena aveva mangiato le medesime cose del pranzo, solo con un pezzo di pizza in più.
Totale? 972 calorie.
Le sue calorie giornaliere ammontavano a 2271.
“Non sono un genio... ma credo che siano un po' troppe...” sospirò Michelangelo, mentre salvava la sua prima pagina del diario alimentare “E penso anche che questa app mi sarà davvero utile!” commentò con un risolino.
Aveva letto che un ragazzo aveva bisogno di duemila calorie al giorno e cinquecento in più per un uomo adulto. Lui le aveva superate mangiando esageratamente cose non sane.
“Anche se voglio cambiare dieta, come cavolo farò con gli altri? Non si faranno i fatti proprio e mi tortureranno con domande più o meno stupide!”.
Michelangelo Hamato era deluso: per la prima volta odiava l'eccessiva invadenza dei suoi fratelli ma poi si ricordò di un particolare estremamente importante. Non si curavano di lui, nemmeno lo consideravano. A malapena gli rivolgevano la parola e lo sgridavano per essere semplicemente se stesso. Forse era più Leo che di tanto in tanto gli chiedeva qualcosa, come pochi minuti fa. Don, con voce atona, lo spingeva via dal suo laboratorio, non lo rendeva partecipe delle sue nuove invenzioni sempre con il timore costante che potesse distruggergliele.
“Stupido smart dei miei nunchaku!” borbottò sottovoce.
E che dire di Raph? Ti trapassava già con il suo sguardo gelido o con una frase tagliente già ti arrecava dolore emotivo. Mikey era un fratellino inesistente per lui.
“C'entrerà anche il fatto che abbiamo differenze d'età, scommetto” sussurrò con la vista annebbiata di lacrime “Non mi vogliono bene...” pigolò, chiudendo gli occhi “Forse, soltanto il maestro lo dimostra...”.
Splinter si prendeva cura di lui. Molto più degli altri. Ma non poteva dargli l'affetto di un fratello maggiore.
“Allora è deciso. Mi metterò a dieta con questa applicazione e-”.
Improvvisamente un bussare alla sua porta tagliò a metà la sua frase determinata: Michelangelo  infilò lo smartphone sotto al cuscino, fingendo di dormire. Fece capolino timorosamente Donatello ed era da solo.
Silenziosamente socchiuse la porta dietro al suo guscio, lasciando semplicemente che fosse una sottile luminescenza del corridoio a rischiarare l'ambiente oscuro.
“Mikey, sei sveglio?” chiamò piano.
Che diavolo voleva il fratello che da anni lo aveva sempre spinto via anche bruscamente? Michelangelo era sul punto di non rispondergli ma una parte del suo cuore desiderava ardentemente capire che cosa volesse dirgli.
“Sì”.
Un sorriso dolce sbocciò sulle labbra di Donnie, mentre gli si avvicinava e si sedeva sul bordo del suo lettino. Era un po' nervoso, titubante di parlare e da come si stropicciava i polpastrelli rovinati da numerose schegge di legname, non riusciva a trovare la parola giusta per cominciare.
“Come stai?” chiese.
Che cos'era, una lettera? Mikey sospirò leggermente ed annuì.
“Mi fa piacere. Leo mi ha detto che sembravi un po' triste, prima”.
Il giovane si mise seduto, con le spalle rilassate nello sgomento... quindi suo fratello maggiore aveva notato l'alone di tristezza regnante nei suoi occhi azzurri? Perché? Come mai adesso gli importava così tanto?
E se era una decisione del sensei?
“Sai che ti vogliamo bene” continuò Donatello, accarezzandogli la testa ma Mikey si staccò bruscamente e negò “Mikey... io ti voglio bene” ripeté basito.
“No, Don. Non credo affatto che tu mi voglia bene. Anzi, nessuno di voi me ne vuole” disse acidamente “Non sono stupido. Smettila di dire chiacchiere”.
Il cuore del genio affondò nel dolore ma ancora ribatté “Forse non sono stato così presente negli ultimi tempi ma-”.
“Stai mentendo anche a te stesso! Vuoi davvero che ti faccia una lista lunga chilometri? Mi spingi sempre via, a malapena ti accorgi di me quando cerco di distrarti dal tuo troppo lavoro, se voglio porti una domanda ti alzi senza fiatare e mi rinchiudi fuori dal tuo laboratorio!” scattò Michelangelo, facendolo alzare con shock “Giochi solo con gli altri alla console che hanno regalato a me! Mostri le tue invenzioni solo agli altri e a me non ci badi! So che odi da morire che io esisto, che sono quello più giovane ma non potrai liberarti di me!”.
Gli occhi nocciola di Donnie si spalancarono e si riempirono di lacrime; anche se faceva male era la pura verità. Non si era mai reso conto di quanto avesse fatto soffrire il suo fratellino. Ma su una cosa si sbagliava: non lo aveva mai odiato.
“Mikey, ascolta-”.
“No! Vattene via e lasciami da solo!” scattò il più giovane “E dì anche a tuo fratello Raphael che la smettesse di origliare, perché una buona parte di colpa è presente anche in lui!”.
Donatello lo fissò incredulo ma quando si voltò scorgendo il rosso effettivamente dietro la porta socchiusa, rimase allibito. Il suo fratellino lo aveva percepito e lui stesso no. Caspita!
“Di che diavolo stai parlando? E poi cos'è questa cosa di dì anche a tuo fratello Raphael? Sono anche tuo fratello, porca miseria!” replicò freddamente il focoso, entrando.
“Ah, certo. Un fratello che mi guarda come se io fossi un fantasma. Non sono cieco! Non riesci proprio a digerirmi!” scattò ancora Mikey “Andatevene via immediatamente! Non voglio vedervi ancora!”.
Donatello fece segno al rosso di non obiettare per non spingere il minore sull'orlo delle lacrime, dal momento che già da come si mordicchiava il labbro lottava per non singhiozzare.
“Non ti vogliamo bene... e se dobbiamo rimediare, lo faremo, vedrai...” sussurrò il viola, mentre chiudeva la porta del fratello minore.
Qualche istante dopo il leggero suono del pianto filtrava sotto la porta. Donnie tracciò una linea immaginaria sulla liscia superficie bianca della porta, come avrebbe voluto oltrepassare quella barriera e confortare il più piccolo. Poi guardò Raph, perso a fissare il vuoto a pugni stretti.
“Siamo davvero i colpevoli, Donnie?” mormorò.
“Sì. Mikey ha sofferto molto negli ultimi anni...”.
“Non siamo stati dei buoni fratelli maggiori” seguitò la voce calma ma addolorata di Leonardo.
“E tu quando saresti arrivato?” borbottò Raphael.
“Pochi secondi fa” spiegò “Ho sentito gridare e mi sono fatto vivo”.
Scuotendo il capo, Donnie concluse “Voglio rimediare con Mikey. La solitudine che prova è così ampia che credo ci vorrà del tempo per guarirla. Però, se non ci proviamo, dubito che potremo rompere il ghiaccio”.
“Ci sto” fu la risposta di Raph, mentre se ne andava in camera sua “Accidenti. La pulce mette paura quando s'incazza!” commentò prima di chiudersi dentro.
“Raph, la lingua!” rimproverò Leo, ricevendo una risata in risposta “Maledizione! Da quando va con Casey ha acquisito un pessimo vocabolario!”.
Donnie sorrise dolcemente ma bastò uno sguardo alla porta del minore a farlo rattristare. Lo avrebbe salvato dal vuoto della tristezza... o per lo meno, ci avrebbe provato.

 
   
 
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