Lo aveva amato. Thranduil stesso lo aveva infine ammesso. “Perchč č reale” Tauriel risentiva nella sua testa quelle parole, rimbombavano da un orecchio all'altro, stordendola, mentre osservava la sagoma inerme del suo amato venire sommersa dalla terra. In uno scatto si fiondō in avanti, fermata poi da Legolas, che la cinse in un abbraccio. “Lasciami” pensava “ devo vederlo ancora, per un'ultima volta” Ma l'unica cosa che uscė dalla sua bocca fu un rantolo, un singhiozzo soffocato, un dolore troppo acuto da essere espresso. E ora? Che sarebbe accaduto al suo cuore immortale? Che avrebbe battuto per sempre, ma non aveva nessuno per la quale pulsare. Che sarebbe accaduto alle sue membra? Si sarebbero mosse all'infinito, ma non avevano nessuno da seguire. I suoi occhi non avevano pių nessuno da adorare, ma erano solo finestre del suo dolore. Guardava il viso di Kėli che sprofondava, inghiottito parzialmente dal soffice terreno, sentiva le urla di dolore dei nani e lo sguardo degli elfi su di lei. Che per una volta anche quelli del loro Re mostravano compassione. La pena che si prova, per chi non ha pių nulla in questo mondo, e una vita immortale davanti per poterlo rimpiangere. E mentre singhiozzando capiva questo, Tauriel riuscė a divincolarsi da Legolas, a cadere in ginocchio per abbracciare quel valoroso nano per un'ultima volta, il suo amato Kėli. E sussurrō piano al suo orecchio, tra le lacrime... “Addio”