La Luce.

Mio malgrado, ho sempre avvertito il suo richiamo.

Così chiara, limpida e seducente, bramava la mia anima persino quando la mia mente si sentiva offuscata dal dolore, dalla rabbia e dalla paura di non essere all'altezza delle mie aspettative.

In qualche modo, ha sempre fatto parte di me.

Ho tentato di sfuggire ad essa, più di una volta ho resistito alla sua corte sfacciata, eppure lei è sempre riuscita a trovarmi; persino adesso che mi guardo allo specchio, dopo essermi macchiato del peggiore dei crimini, riesco a vedere il suo riflesso dentro ai miei occhi scuri.

Sussulto.

Non sono questi gli occhi di un Sith, dico a me stesso.

Non sono gli occhi dell'oscurità, dell'odio e del potere illimitato.

Non sono gli occhi che vorrei vedere.

Con un colpo deciso getto a terra lo specchio, ferendomi con i vetri in frantumi.

No, questo non sono io: non posso cedere al richiamo della Luce, non adesso che il mio addestramento sta per giungere a compimento.

Non posso permettele di entrare in me, non dopo tutto ciò che ho passato.

Io non sono come loro e non potrò mai diventarlo; dentro al mio cuore non batte il cuore puro di uno Skywalker, l'indomito coraggio di mia madre, né la tenacia di mio zio Luke.

Non sono mai stato alla loro certezza e loro, in un modo o nell'altro, lo hanno sempre saputo; non dimenticherò mai lo sguardo di mio padre, le parole che rivolgeva a mia madre ogni volta che qualcosa con me non andava secondo i piani.

“Ben è diverso” diceva “Ben è inquieto, è troppo irascibile ed emotivo... Il ragazzo potrebbe darci dei problemi, in futuro.”

Non mi aveva mai capito davvero.

Non ha mai capito quanto mi facesse paura essere continuamente sotto il loro giudizio, quanto dolore mi provocassero i loro sguardi severi e carichi di aspettative; quanto mi sentissi solo, ogni volta che lui scappava per qualche missione, lasciandomi senza una guida.

L'ho odiato, con tutto me stesso.

Ho odiato il fatto che a nessuno sembrasse importare davvero quel che volessi io, quanto caldo fosse il sangue che scorre dentro le mie vene.

Non ho mai voluto sentire il gelido tocco della Luce su di me.

Non mi è mai importato di sentirla fremere dentro di me, io volevo solamente essere forte, tanto da poter eguagliare la forza e la grandezza di mio nonno.

Darth Vader.

E' solo colpa della Luce se la sua missione è fallita, se non è riuscito a portare a termine ciò per cui aveva così faticosamente lottato per tanti anni.

E' stata tutta colpa dei Jedi.

Mio padre voleva che mi unissi a loro, così come mia madre: credevano che quelle stupide regole mi avrebbero tenuto a bada, che in qualche modo sarebbero riusciti a controllare l'Oscurità dentro di me. Hanno chiesto a Luke Skywalker di addestrarmi e mi hanno lasciato solo.

Come se non fosse loro compito curarsi di me, come se non ne fossero in grado.

E quante volte ho pianto, la notte, senza che nessuno lo sapesse; quante volte mi sono svegliato col cuore in frantumi, con la paura di non farcela e la rabbia verso chiunque avesse cercato di fermare la mia ascesa.

Cercavano tutti di controllarmi, di controllare il mio potere.

Volevano fermarmi, distruggermi prima che potessi diventare troppo pericoloso.

E alla fine, invece, sono stato io a distruggere loro; non vi era più Luce in me, solo tutto quell'odio sopito che troppo a lungo si erano sforzati di mettere a tacere.

Non ho provato dolore quando li ho uccisi.

Non ho conosciuto il rimpianto, né la compassione; giurai a me stesso, in quel momento, che mai più avrei permesso alla Luce di avvicinarsi a me.

Eppure, ancora non riesco del tutto a far fede alla mia promessa.

Mi sento dilaniato, come se dentro al mio petto battessero due cuori all'unisono, uno interamente asservito al Lato Oscuro e l'altro alla disperata ricerca della sua libertà; Ben Solo è ancora qui, da qualche parte, ed io devo fare tutto il possibile per distruggerlo una volta per tutte.

Uccidere Han Solo non è stato sufficiente, non ancora... Devo fare di più.

Uccidere la ragazza, distruggere la resistenza... Far sì che l'intera Galassia crolli ai miei piedi, implorando pietà.

Finire ciò che mio nonno ha iniziato, prima che la Luce me lo impedisca.

Prima che sia troppo tardi.

Perché quel dannato richiamo è troppo forte ed io potrei non essere abbastanza resistente da riuscire a combatterlo.

Ed è questo a farmi paura.
Più di qualunque altra cosa.