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Autore: KoriKappa    17/01/2016    3 recensioni
ATTENZIONE: SPOILER.
Il racconto contiene SPOILER su Undertale, specialmente sulla Genocide Run. In ogni caso si sconsiglia la lettura a chiunque non abbia ottenuto almeno una volta tutti e tre i principali finali del gioco.
Non c'è dubbio. Gli umani sono superiori ai mostri in ogni aspetto. Ed io, Chara, non sono che il più potente degli umani, e senza dubbio il più determinato. Ma allora come mai non riesco a mettere fine...All'esistenza...Di Quel Comico?
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Tentai di usare il mio Vero Coltello come un puntello per rimanere in piedi. Certo, era solamente un coltello, ma per un corpo così compatto sarebbe bastato... Forza... Non sarebbe stato difficile... Prima un piede... Il dolore è insopportabile... Poi l'altro. Ecco... Così... Adesso dovevo solamente alzare la testa, e guardare in faccia la mia fine. Ancora. Le mie piccole mani bollenti reggevano l'elsa del Vero Coltello, rovente. Alzai lo sguardo, tossendo sangue a terra. Tutto ciò che vidi prima della fine furono due cerchi bianchi all'interno delle orbite vuote di quello che sembrava il teschio di un drago. O di una capra. O di una malvagia creatura... Senza la parte di sotto della mascella... Una creatura che voleva soltanto eliminarmi...
Le vidi aprire la bocca. Vidi una luce. Poi la completa oscurità.


Il mio nome è Chara. Sono un'umana che vive nel Mondo di Sotto. Inutile rimarcare il fatto che, in quanto umana, io sia di gran lunga superiore in ogni aspetto alle creature mostruose che popolano quell'anfratto tenebroso.

 

Sdraiata sul duro, scomodo pavimento del corridoio nel castello di Asgore, portai la mano sinistra verso il braccio destro. Probabilmente, quel braccio era l'unica cosa rimastami da muovere. Potevo sentire il mio caldo sangue ribollire in un lago sotto di me. Che scena patetica. Portai la mano sinistra al braccio destro. Che non c'era più. Al suo posto era rimasto solamente un osso, incastrato malamente nella cavità del braccio. Purtroppo...

... Quell'osso non era mio.

 

Non solo perché gli umani hanno una forma fisica ed un livello di CUORE molto più alto di quello di ogni mostro. Ma perché il loro corpo contiene un'altissima percentuale di DETERMINAZIONE.

 

Tossii violentemente. Un secondo prima di vedere l'oscurità circondarmi, fui sicura di sentire il suono della mia gola che veniva tranciata dal mio stesso Vero Coltello.

 

Ed io... Io sono un'umana speciale. Non solo perché la mia Determinazione supera quella di chiunque altro... Ma anche perché...



Rinchiusa in quella gabbia di ossa, sentii i suoi arti color avorio penetrare in ogni ferita del mio corpo, soffocando il mio respiro e bloccando la mia circolazione. Vidi il suo sorriso poco prima che il buio mi ingoiasse.

 

... Io possiedo il Potere... Io posso tornare indietro... Io posso correggere i miei errori. Io controllo il RESET. Il potere di Salvare e Caricare.



La mia schiena impattò violentemente contro la finestra del corridoio, mandandola in frantumi e proiettandomi al di fuori del castello di Asgore. La luce del tramonto quasi mi accecò. La caduta non durò poi così tanto, ed il vuoto nello stomaco non era così male. L'adrenalina si impossessò del mio cervello, poco prima che riuscissi a sentire il rumore del mio collo che si spezzava.

 

Salvare e Caricare. All'infinito. Questo potere mi rende invincibile...

La colonna che aveva schiacciato le mie gambe cadendo mi aveva completamente immobilizzata. Rimasi a guardare con le lacrime agli occhi e la paura nel mio fiato mentre le sue mani gelide mi strangolavano lentamente.

 

Ma allora perché... Non capisco perché... Perché semplicemente... Non riesco... Ad eliminarlo... Ad eliminare...

 

Cercai di saltare su una delle verdi piattaforme luminose per schivare il suo attacco, ma rimasi schiacciata tra due enormi ossa. Sentii tutte le mie, di ossa, frantumarsi all'interno del mio corpo. Sputai sangue, mentre quel piccolo corpicino veniva trasformato in una poltiglia. La mia bocca si incurvò in un sorriso, prima che il RESET avvenisse un'altra volta.


...Quel comico.


Sento una voce chiamare il mio nome. L'oscurità mi lascia andare. Mi risveglio come da un incubo. Un bel respiro. Sono io, Chara. La mia anima è piena di DETERMINAZIONE. Sento un brivido lungo la schiena. Niente di che, ormai ci sono abituata. Non è che il peso dei miei peccati che si arrampica lungo la mia spina dorsale. Estraggo il mio Vero Coltello dalla guaina ed osservo l'immagine riflessa su di esso. Sono disgustata. Non tanto per il volto monotono riflesso sulla lama, dalle guancie paffute e dalla pelle ingiallita dall'illuminazione del Mondo di Sotto, quanto per il pessimo gusto in fatto di abbigliamento che questo poveretto doveva avere prima che prendessi il controllo della sua anima. Rinfodero il pugnale e faccio il mio primo passo dopo il RESET. Annuso l'aria. Nell'aria si sente un puzzo acre di cannella e capra. Il corridoio del castello di Asgore è imponente... E silenzioso. Un altro passo. Sono ormai passati anni da quando ho messo piede qui per la prima volta. Anni. Quanti anni? Dieci? Venti? Forse cento. Non fa molta differenza. D'altronde, questa è sempre la stessa giornata. Che resetti dal momento in cui sono caduta su un soffice letto di fiori vicino alla casa di Toriel... O da pochi istanti prima del combattimento... In questo stesso corridoio... Diamine, pur resettando dalla mia stessa... Maledetta... Fottuta nascita...
Tutto questo merdaio si riduce agli ultimi pochi istanti. Un altro passo. Alzo lo sguardo. La sua sagoma nera si staglia sullo sfondo del corridoio del caro, vecchio, grasso “Re Guanciottino”. Quella palla di pelo e buoni sentimenti mi disgusta. Un'ameba senza spina dorsale che non merita di esistere. Se solo potessi... Superarti... Ed un altro passo. Ci sono quasi. Stiamo per iniziare. La prima cosa che farà sarà appesantire la mia anima per poi spingermi a terra e creare una voragine di ossa sotto i miei piedi. Poi, cosa c'era dopo la voragine? Oh, sì. Il corridoio di ossa. Devo lanciarmi lungo la tempesta di lame di tessuto osseo acuminato senza toccarle. Quando atterro, arrivano i Gaster Blaster. Centro della stanza, lato della stanza, centro della stanza, lato della stanza. Ormai li memorizzo come passi di danza. Una danza folle e disperata, destinata a non avere fine. Un altro passo. Ah, poi ci sono le stalattiti e stalagmiti d'osso. Un classico. Mi appesantirà l'anima, dunque devo saltare al momento giusto. Ho già provato a rotolare di lato, diverse centinaia di volte, ma finisce quasi sempre male. Ormai librarmi in aria è diventato molto più facile. Poi le ossa blu. Inutile bastardo, pensa di ingannarmi. Sorrido, mentre faccio un altro passo. Sappi che questa è la volta buona...
“... Sans.”
“Heya. Ti conviene rimanere fermo, amico. Fa' un altro passo-”
“-E non ti piacerà quello che accadrà. Me lo ricordo. Andiamo subito al sodo.”
Osservo il suo sorriso ed il suo corpo scosso dal divertimento. Pronunciamo la frase seguente in coro, contemporaneamente ed in maniera cantilenante.
“Fuori è una splendida giornata. Gli uccelli cinguettano. I fiori-”
Non faccio in tempo a finire quell'ultimo frammento della nenia che la tempesta di ossa esplode dal terreno ed il mio corpo di bambino viene ripetutamente trafitto da quelle bianche lance. Sento le ultime parole di Sans in questa linea temporale prima che avvenga il RESET.
“Immagino di essere piuttosto bravo nel mio lavoro, huh?”

Sento ancora una voce chiamare il mio nome. Mi risveglio. Sono piena di determinazione come non mai. QUESTA è la volta buona. Scatto furiosa verso Sans non appena i freddi artigli del nulla mi lasciano andare. Corro verso di lui senza dargli tempo di proferire parola.
“Heya”.
Lo scheletro emette un suono mentre il suo occhio sinistro si illumina di un blu profondo e di un giallo sfolgorante. Sento la mia anima appesantirsi e trascinarmi a terra. Ma io ho la determinazione. Corro ancora verso di lui, resistendo al dolore ed al peso della mia anima. Sento che la sua presa si fa più lenta.
“SAAAAAAAAAAAAANS!” Mi ritrovo ad urlare, fino ad esaurire le mie corde vocali. Lui non smette mai di sorridere... E non estrae mai le mani da quella sua merdosissima felpa.
Ecco che arriva la tempesta. Da dietro di lui, come se apparisse dal nulla, si spinge verso di me un fiume di lame biancastre. C'è un solo foro una sola possibilità. Come per il filo e la cruna dell'ago. Il mio balzo è preciso. Perfetto. Anni di pratica, modestamente. Passo in maniera geometrica in mezzo alla galleria scavata tra le ossa volteggiando nell'aria ed atterro dolcemente, giusto in tempo per rendermi conto del fatto che i Gaster Blaster mi hanno circondata. Piroetto al centro della stanza e guardo Sans negli occhi. Sta sorridendo, il figlio di puttana. Balzo verso una parete del corridoio mentre i raggi della seconda ondata di Gaster Blaster spazzano il centro della stanza. Rimbalzando sulla parete piombo su Sans con un fendente della mia lama. Ma lui schiva con leggerezza. Prevedibile. Era un attacco troppo lento. Non mi volto e rimango immobile, mentre un gigantesco osso azzurrino mi piomba addosso, passandomi attraverso come se nulla fosse. Ci prova con gli attacchi blu. Nulla di nuovo. Ancora dandogli le spalle faccio un salto all'indietro e piombo con il mio Vero Coltello sulla sommità del suo cranio. Ma prima che possa raggiungerlo un Gaster Blaster mi si para davanti a mezz'aria. Sposto la testa di pochi centimetri e schivo il raggio di luce, che mi incenerisce una ciocca di capelli. Sto bene, ma la mia chance di colpirlo è andata. Sento la terra tremare sotto i miei piedi. Delle luci verdi roteano intorno a me. Balzo verso una di esse, mentre questa si trasforma in una piattaforma. Sotto di me si è aperta una voragine che culmina in un baratro di ossa appuntite. Balzo da una piattaforma all'altra, cercando di raggiungere Sans, ma non mi rendo conto di un osso che mi colpisce alla schiena, facendomi precipitare verso il baratro. Fortunatamente il baratro si chiude subito prima che io possa cadervi dentro. Non è riuscito a mantenere l'attacco! Questa è la mia occasione! Corro verso di lui a pugnale sguainato e miro direttamente al suo occhio. Finalmente... Dopo anni... Ed anni... Ma no. Non posso illudermi ora. Questo stronzo non ha nemmeno iniziato a fare sul serio. Tento di colpirlo con una raffica di fendenti, ma è semplicemente troppo veloce. Schiva i miei attacchi come fosse la cosa più naturale del mondo, e mi osserva con quel suo sorriso di sberleffo. È proprio un comico.
“Hey, certo che ti piace agitare quella cosa a destra e a manca...”
“Piantala. So che cerchi di imbrogliarmi. Non ci riuscirai questa volta.”
“... Immagino che mi toccherà utilizzare le maniere forti.”
Alza un braccio. Improvvisamente, tutto intorno a me diventa buio. Quando la luce ritorna, ho una lama d'osso a pochi centimetri dal collo. La allontano con un colpo del pugnale, ma i suoi giganteschi ossi sembrano provenire da ogni direzione. Balzo da uno all'altro per evitare che mi schiaccino, e ne esco per un pelo. Saltando fuori da quella tempesta di morte cerco di individuare Sans.
“Hey, amico.”
... è dietro di me. Mi volto, appena in tempo per vederlo brandire un grande osso azzurrino come una clava. Con un colpo ben assestato alla mia fronte, usa quell'arma improvvisamente per farmi schiantare violentemente a terra. Ritorna il buio. Quando tutto si illumina di nuovo, il suo bianco faccione è davanti al mio viso. Sorride. Si sta godendo lo spettacolo.
“Sembri proprio frustrato... Sporco ammazza-fratelli.”
Il suo occhio si illumina di nuovo. Muove il braccio verso una delle colonne del corridoio e sento il mio corpo trascinato violentemente verso di essa. Mi schianto violentemente contro la colonna, mentre quattro lame d'osso escono da quello stesso pilastro per impalarmi. Vedo quelle zanne bianche trafiggermi e sento il sangue colare... Le energie abbandonarmi... Ma non gli basta. Il mio corpo viene ancora più violentemente staccato dalle lance ossee e trascinato a terra, mentre otto Gaster Blaster mi circondano, caricando i loro colpi.
Io... Io... Morirò di nuovo. Perderò di nuovo. Ma tornerò. Con tutta la mia determinazione. E ti sconfiggerò, Sans!
“Ma è davvero così importante?”
Sento una voce sottile e delicata che impermea le mie orecchie, proprio mentre i Gaster Blaster fanno fuoco. La mia anima viene distrutta di nuovo...

... Ma si rifiuta.

Sono ancora in piedi. Guardo Sans. Sta ancora sorridendo, anche se una goccia di sudore gli imperla il volto. Guardo il mio corpo. Non c'è traccia di ferite. Non capisco. Io... Eppure...
“è davvero così importante? Dopo che avrai sconfitto lui cosa farai? Distruggerai questo mondo? E poi quello degli umani?”
Ancora quella voce. Sans si prepara per un altro attacco. Tutte le colonne del corridoio si trasformano in gigantesche ossa pronte a schiacciarmi. Mi vengono addosso. Non mi muovo. Io... Sono determinata. Sento il mio corpo pressato tra quegli ossi e la mia anima cadere a pezzi...

... Ma si rifiuta.

 

Spingo le ossa di lato, che scompaiono con un bagliore.
“Una volta distrutto tutto questo universo, semplicemente resetterai di nuovo tutto. Lo sappiamo entrambi. Perché quello che vogliamo entrambi...”
Un lampo mi attraversa la mente. Io conosco questa voce.
“... è solo giocare insieme.”
... Tutto mi ritorna alla memoria. Tutto quello che ho fatto. Tutti i reset della mia vita. È come se qualcosa emergesse dalla mia mente... Un nome mi passa per le labbra, prima che una serie di lance d'osso escano dal pavimento e mi chiudano in una gabbia, perforando la mia anima ed ogni mio organo vitale. Nel frattempo, quattro giganteschi Gaster Blaster si sono posizionati ai quattro angoli della stanza ed aprono il fuoco a piena potenza, riducendo a niente più che particelle ogni singola fibra del mio corpo.
Ma io... Voglio soltanto giocare. Adesso... Adesso mi è tutto chiaro. È tutto inutile. Tutta la mia determinazione scompare. E sono in piedi. Davanti a Sans. Il mio corpo è danneggiato praticamente in ogni punto. Sono soltanto un mucchio di tendini ed ossa tenuti insieme dalla mia anima... Che ha iniziato a brillare di una luce arcobaleno. Il bagliore multicolore ricopre il mio corpo, mentre le ferite si rimarginano ed i miei tessuti si ricostruiscono lentamente. Adesso. Ho capito. Ogni cosa. Sorrido.
“Sai perché ho fatto tutto questo... Sans?”
Lo scheletro non risponde. Mi fissa con occhi vuoti. È chiaro che non avrà alcuna pietà. Un gigantesco osso compare dal nulla e rotea direttamente verso di me dalla sua posizione, mentre una serie di lance bianche piovono dal soffitto. Scivolo sotto l'osso che lui mi ha lanciato. Questo passa a pochi centimetri dal mio volto, e mi ripara dalle lance che provengono dal soffitto.
“Con il potere di resettare... Tutto quanto diventa inutile. Tutto quanto cessa di esistere... Ad un certo punto non senti più alcuna emozione... Non ti importa più di nulla.”
Il nichilismo totale. Che cosa glielo dico a fare? Lui sa benissimo di cosa parlo. Ma non sembra intenzionato ad ascoltare. Sans appesantisce la mia anima, rendendola blu. Tutto il mio corpo si appesantisce, ma ormai i miei balzi sono incredibilmente leggiadri, come quelli di una farfalla. Volo sopra alle alte ossa che mi lancia librandomi verso il soffitto. E quando ne lancia una verso di me alta fino al soffitto, mi basta un colpo ascendente deciso. per far crollare l'intero corridoio e volare sempre più in alto. Sans continua a sorridere, ma adesso ha due gocce di sudore sul volto. Lancia un'altra valanga di ossa, mentre cerca di ripararsi dal crollo della stanza. Io balzo tra le macerie intorno, passando di lato alla valanga di ossa, accorgendomi che quell'attacco non è altro che la frase “Tizio Ganzo” seguita dalla rappresentazione di un omino in skateboard. Ricordo una mossa simile. Mi sono molto divertita quella volta...Ma poi mi sono stancata... E l'ho ucciso...
Le macerie sono uno scherzo da schivare per Sans, la cui velocità ha ormai raggiunto picchi impensabili. Penso di atterrare esattamente su di lui per consegnare il colpo finale, quando il terreno esplode, rivelando un grande Gaster Blaster che sparando alla massima potenza mi scaglia almeno di venti metri verso l'alto. Vedo tutto roteare e mi ritrovo ad agitarmi nell'aria, mentre Sans sta sparando gigantesche ossa verso l'alto e sta rimbalzando su di esse per raggiungermi, sempre più in alto.
“Eheheheh -ridacchia- A chi lo dici, amico. Ma se potrò avere almeno una soddisfazione... Sarà quella di vederti bruciare all'Inferno...”
Quando mi raggiunge, il suo occhio si illumina. Mi ha di nuovo in pugno... Ma non solo. Il corpo di Sans è circondato da un'aura blu. Sta usando il suo potere per sollevare in aria anche sé stesso. Il maledetto deve avere imparato qualche trucchetto, scavando nei ricordi delle nostre battaglie passate... Stringo i denti. Il mio sguardo deve essere truce.
Due ossa mi si affiancano. Sans usa il suo potere per farmi schiantare contro una delle due ossa.
“Ed inoltre... Sarà divertente rivedere quella faccia frustrata...”
Sans mi fa schiantare contro l'altro osso, rapidamente.
“...Ancora...”
Sans mi fa rimbalzare nuovamente verso il primo osso.
“...Ancora”
Sans ripete l'azione.
“... Ed ancora... Ed ancora...Ed ancora... Ancora... Ancora... Ancora... Ancora... Ancora,ancora,ancora,ancora,ancora-”
Sans ripete l'azione ad ogni pronuncia di quella parola, accelerando sempre finché non mi ritrovo a colpire le due ossa una decina di volte al secondo. Dopo quasi una trentina di secondi, Sans sembra stancarsi e riesco a reagire. Rimbalzando su un osso, mi spingo verso di lui e punto al suo collo. Ma la mia lama... Lo trapassa? No! Mi guardo intorno. Ci sono due... Tre... Quattro Sans che volteggiano in aria intorno a me! Immaginavo che avesse accelerato i suoi movimenti ma... Così tanto? La sua velocità è tale che il mio occhio non riesce ad individuare il bersaglio. Non prima che questi mi abbia colpito con una ginocchiata allo stomaco, facendo risalire la mia Bistecca Mettaton dove una Bistecca Mettaton non dovrebbe stare. È a questo punto che, dandomi le spalle, continua a farci volteggiare entrambi in aria e carica un Gaster Blaster proprio sopra di me alla massima potenza. Devo liberarmi prima che-
“GIU' NEL CANESTRO!”
Il Gaster Blaster fa fuoco, spingendomi verso il basso. Vedo il terreno avvicinarsi sempre di più, prima di sentire l'impatto: un fracasso, quasi come un'esplosione, mentre detriti e sangue si disperdono ovunque.

... Devono essere passati minuti da quando ho perso conoscenza... Ma non sono morta. Mentre sono ancora nel buio, sento un suono familiare.
La voce dentro di me riprende a parlare.
“Dunque sei ancora determinata?”
Niente affatto. Per tutto questo tempo sono stata così cieca... Come il topo che non riesce ad andare al di là del formaggio... Ho semplicemente pensato di poter usare la determinazione per compiere ogni cosa... Ma io avevo solo paura... Paura di cessare di esistere. Paura di morire. Ho sempre avuto paura, in fondo. Paura che il RESET non funzionasse. Senza capire che sarei stata molto meglio senza. Mi rivolgo a Sans, sorridendo. Ormai sono sempre più vicina a lui.
“Sai... Io mi sto divertendo, Sans.”
è chiaro che gli sembri soltanto un pensiero da pazza sadica.
“Ma il nostro divertimento non può durare all'infinito.”
Ormai la stanza che ci conteneva è crollata a pezzi. Le pareti sono state sostituite da file e file di Gaster Blaster, lance d'osso bianche ed azzurrine e piattaforme. Si comincia.
Le lance d'osso puntano tutte verso di me. Sono incredibilmente veloci. Ma io sono distratta. Ripenso alla tela di Muffet. Sì, durante alcuni RESET sono stata al gioco. Ho accettato le sue condizioni. Mi sono sforzata di uscire dalla tela... Inutilmente. Per poi capire che bastava scivolarci sopra.
La mia anima si stabilizza improvvisamente sul colore viola, e tre strisce di luce dello stesso colore compaiono sotto i miei piedi. Sono lunghe. Arrivano fino a Sans. Proseguo rapida lungo le striscie, e veloce come non mai passo dall'una all'altra evitando le lance d'osso. Sì, è così! Mi sono divertita così tanto a scattare e volteggiare tra le tele di Muffet! Mi è bastato Accettare il suo gioco per godermi quel breve momento! Ma ora non posso pensarci! Non devo dimenticare che il mio obiettivo è Sans! I Gaster Blaster si preparano al fuoco. Ma io sono distratta. Ricordo altri Reset in cui ho partecipato allo spettacolo di Mettaton ed alla sciocca messinscena di Alphys... è stato tutto inutile, alla fine... Però diamine se è stato divertente! È bastato Accettare di partecipare al suo show e si è trasformato in un momento fantastico, anche se passeggero! Ho anche potuto sentire la voce di Napstablook... Che tipo!
La mia anima si stabilizza ora sul colore dorato, e dal mio corpo sprizzano ovunque scintille gialle che, mentre scorro sulla tela di Muffet da me generata, polverizzano i Gaster Blaster. Ormai ci sono. Sono a pochi passi da Quel Comico! Ma la mia mente vaga ancora... E ricordo Toriel... E ricordo Undyne... Che si prodigavano per proteggere ciò che amavano. E diamine, Accettare di giocare con Undyne a quella partita di acchiapparello è stato proprio forte!
... Anche se forse lei non si è divertita quanto me.
Le lance ed i Blaster mi attaccano contemporaneamente. È una tempesta di morte infinita, ma la mia anima si stabilizza sul colore verde ed a proteggermi interviene un pesante scudo che blocca ogni colpo di Sans, insieme alle scintille dorate. Ormai ci siamo. Sono a poca distanza da Sans.
“Così... è questo che può fare... La determinazione...”
Borbotta lui. Ma ancora non ha capito.
“Io ho abbandonato la determinazione. Adesso... Io sono pervasa dall'ACCETTAZIONE!”
Esatto.
La Determinazione può aiutare, ma è un sentimento sciocco, e sopravvalutato. La determinazione ci rende ciechi, ci mostra soltanto la fine del viaggio, e non tutta la gioia che si prova nel viaggio stesso. La vita non è un ciclo infinito, ma è fatta di piccoli bei momenti che viviamo assieme alle altre persone. Piccoli bei momenti... che sono speciali perché sono unici e passeggeri. Da ognuno di essi impariamo... E questo va accettato. La determinazione si trasforma presto in caparbietà. Prima che questo accada è molto meglio accettare le cose come stanno e fermarsi a godere il viaggio... Fermarsi a giocare insieme ed essere felici. Da quando ho ottenuto il RESET... Nulla ha più avuto senso... Ho iniziato a cercare una sfida vera... Perché ogni cosa era priva di senso... Mi sono intestardita pensando di dover uccidere Sans perché pensavo che sarei stata felice. La mia determinazione mi ha portata a schiantarmi contro una sterile parete. Ma purtroppo... Ciò che succede a volte va semplicemente accettato... Basta porgere l'altra guancia ed andare avanti...
Io sono Chara. E sono morta. Ho cessato di esistere molti, molti anni fa. Ma soltanto oggi... Io ACCETTO LA MIA MORTE!
Dal mio corpo esplode un'aura dei colori dell'arcobaleno che pervade tutto quello che c'è intorno a me... Gli attacchi di Sans vengono annullati in un secondo, mentre la tela di Muffet mi permette di avvicinarmi ancora a lui. Ormai sono a pochi centimetri dal mio avversario. Dal mio obiettivo. Dal mostro che ho cercato di terminare negli ultimi infiniti anni... Lui non si muove. È come paralizzato. Si deve essere arreso. Sorrido radiosa, mentre la mia daga lampeggia in un rapido movimento. Sento qualcosa che scricchiola e va completamente in pezzi sotto la mia ritrovata forza.
Ora sono in piedi su quella che è solo una massa di bastoncini biancastri. Li calpesto. E li calpesto ancora. Con forza. Finché non sono ridotti a poco più che polvere. Faccio un respiro profondo. Sento il mio corpo rilassarsi. La mia mano destra regge il pugnale, che ho rinfoderato con un rapido movimento.
“E' proprio vero quello che dicono...”
Dico questa frase ridacchiando. La mia mano sinistra regge una confezione di Tagliolini Istantanei che, nella foga, ho frantumato e gettato terra.
“... Sono molto meglio da secchi.”
Sans è fermo. È dietro di me. Atterrito. Semplicemente immobile. Sorride.
“Allora...” comincia.
“... Sembra che anche il più malvagio dei malvagi possa diventare buono, in fondo.”
“Non sperarci troppo” rispondo in tono di sfida.
“Un giorno ci ri-incontreremo, Sans. Ne sono sicura. Ma per adesso, devo accettare il fatto che la mia esistenza finisce qui. Quando ci ritroveremo, però... Entrambi saremo più forti. Ed allora avrai la tua rivincita.”
Cammino via, allontanandomi da lui, rilassata. Ormai è finita. È ora di riportare questo corpo dove l'ho trovato. Nel frattempo, sento Sans mormorare qualcosa e stramazzare a terra.
“... Caspita. Ci hai salvati di nuovo, ragazzino.”
In pochi secondi, l'incorreggibile scheletro commediante cade in un sonno profondo.
Io, nel frattempo, mi allontano... Vado verso la superficie... Eppure... Sono ancora in dubbio... Sono sicura... Per alcuni secondi... Di aver sentito la sua voce. La voce di Asriel.
“A... Asriel?” chiamo.
Il mio corpo scuote la testa in segno di negazione. Ma non sono stata io a muovermi. Poco dopo sento di nuovo quella voce così fanciullesca... Così dolce.
“... Io mi chiamo Frisk.”
“Frisk... Grazie. Immagino che adesso mi odierai.”
Ma tu ridacchi, senza rispondere. No, no che non mi odierai. Non ne saresti capace. Tu sei superiore a quella merda.
“Ma... Ho compiuto delle atrocità con il tuo corpo...” La mia voce è a metà tra il costernato e l'imbarazzato.
“Effettivamente non posso negare che mangiare i Tagliolini Istantanei secchi sia atroce... Ma te la farò passare, questa. Dopotutto, stavi solo giocando.”
“Heh... I Tagliolini sono un gusto acquisito...”
“... Da Papyrus.” Completi. Mi conosci troppo bene.
“Oh, e scusami per tutta questa faccenda... Sai... Dell'aver rubato il tuo corpo eccetera...”
“Adesso te ne andrai?” Mi domandi. Ma entrambi conosciamo la risposta.
“Sì. Per sempre. L'ho accettato. Non ho rimpianti.”
Entrambi sorridiamo, anche se con lo stesso corpo.
“Ma prima devo fare un'ultima cosa!”... Ridacchio.

Quando ti risvegli ti ritrovi sdraiato in un campo di fiori rossi. Sei in superficie. Puoi vedere il tramonto. È uno spettacolo magnifico. Ma non puoi rimartene con le mani in mano. È ora di aggiustare le cavolate che ha fatto quella sciocchina di Chara. È ora di dare a questa storia il finale che si merita. Ti senti pervaso dalla Determinazione. E senti un gentile calore vicino a te. Un calore rinfrancante sul tuo corpo nudo. Improvvisamente capisci che il calore proviene da dietro di te. Ti volti. È un fuoco, acceso tra i fiori rossi. Ad alimentarlo è la tua maglietta a righe preferita. Poco distante dal fuoco c'è un biglietto. Ti avvicini e lo leggi. Recita una breve frase.

“Scusa, ma detestavo quella maglietta. Ti prego di Accettare almeno questo.
Chara <3”


Sei costretto a sentirti pervaso dall'ACCETTAZIONE.

   
 
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