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Autore: Life In Fangirling Motion    18/01/2016    6 recensioni
- L'abbiamo promesso, dai! Le promesse si mantengono. -
- No mi frega un cazzi, io non lo facio! -
Umettandosi le labbra e rinunciando in partenza a correggere l'amico, Fedez si prese un momento prima di rispondere, cercando le parole giuste per convincerlo. O, a quel punto, anche solo per infastidirlo un po'.
- Mika, è stata tua l'idea. -
***
Invenzione più o meno plausibile della videochat Skype pre-duetto tra Mika e Fedez.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis, Fedez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"It's a beautiful disaster!"

 


<< No! >>

<< Mika, dobbiamo farlo. >>

 
<< Non vojo. >>
 
La videoconferenza più comica del mondo, o almeno una tra le tante che il soggiorno londinese di Mika aveva visto prendere vita in 10 anni di carriera, andava avanti ormai da una buona mezz'ora. Gran parte della quale era stata spesa in un battibecco all'apparenza irrisolvibile che, tra prese in giro e battutine, stava facendo segretamente sganasciare i due interlocutori, incuranti del poco tempo a loro disposizione per prendere finalmente una decisione.
Infatti, in quei 30 minuti in cui la pop star si era seduta davanti al pc con i capelli scarmigliati e un sorriso smagliante incorniciato dalla barba di qualche giorno -prova inconfutabile della dolce pigrizia casalinga che lo aveva invaso ultimamente-, non era stato fatto nessun passo avanti.
Tutte quelle discussioni spesso intervallate da risate o da improvvise e procrastinatrici inversioni di rotta, che per un Andy appena sveglio che gironzolava per casa in pigiama non erano altro che un brusio indistinto.. beh, in realtà non avevano molto più valore neanche per chi conoscesse la lingua di Dante. Quella che, ufficialmente, era partita come una conversazione di lavoro, era infatti inevitabilmente diventata una chiacchierata tra amici che, più che adulti in carriera, sembravano ancora i due tipici vivaci teppistelli dell'ultimo banco, alle superiori.

Avevano iniziato a legare davvero solo di recente, dandosi vicendevolmente degli stupidi per il tempo sprecato ad ignorarsi l'anno precedente; ma a vederli, Mika e Fedez sembravano ormai amici di vecchia data.
Una cena e un paio di birre avevano fatto crollare quel muro di indifferenza ed immotivata freddezza che li aveva separati dietro al bancone di XFactor, appena incontrati. Dopo essersi conosciuti sul serio, era bastata solo la spontanea e rispettiva simpatia l'uno nei confronti dell'altro per far sì che quel rapporto nato per caso potesse svilupparsi ogni settimana di più.

Ma era evidente che in quel momento l'amicizia instauratasi tra i due non giocasse esattamente a loro vantaggio. Le continue risate e distrazioni li stavano irrimediabilmente facendo allontanare dallo scopo principale di quella videochat.
E in più, a furia di sentire quel vociare in una lingua straniera alla quale forse ancora non era abituato, e complice il fatto di essere sveglio da poche decine di minuti, Andy iniziava a sentirsi un po' rintronato.
Insomma, erano solo le 10:30 del mattino di un sabato non lavorativo.
Praticamente l'alba.

Si era svegliato sentendo Mika alzarsi prima di lui e trafficare con il laptop poggiato sul comodino, stupendosi nel vederlo entrare in bagno e ricomparire pochi minuti dopo, fresco come una rosa. O quasi.
Sotto lo sguardo assonnato e perplesso del suo compagno, il libanese aveva preso il portatile con se e si era diretto in cucina per un bel caffè che lo aiutasse a completare gli ultimi stadi dell'evoluzione umana giornaliera, per poi puntare con la sua tazza fumante verso il tavolo in mogano del soggiorno.
Da quel momento in poi, dopo il familiare trillo di accensione di Skype e qualche sporadica parola in inglese, tutto quello che Andy aveva sentito era stato un incomprensibile blaterare in italiano. E aveva spento il cervello. Ma, dopo essersi faticosamente alzato e aver fiutato in cucina il rinvigorente aroma del caffè -di cui si era versato una generosa tazza-, i neuroni avevano cominciato, seppur molto lentamente, a connettersi. Ignorare quel brusio senza senso era diventato quindi sempre più difficile.

Poggiato all'isola della cucina con la tazza di bollente oro nero tra le labbra, si era ritrovato a captare con sempre maggior frequenza, tra i propri pensieri ancora un po' impastati dal sonno, le voci che conversavano in soggiorno -in due soggiorni diversi a dire la verità-.
Si era concentrato per un momento solo sulla voce di Mika, scoprendola ancora così strana ed intrigante in quella lingua relativamente nuova per lui. Strana, intrigante e con un non so che di comico, ad essere onesti.
Non sapeva bene perchè, forse era solo una sensazione, forse il fatto che in quel momento stesse ridacchiando con il suo interlocutore. Ma da quello che aveva sentito negli ultimi tre anni, gli abitanti della penisola trovavano effettivamente spassoso l'italiano di Mika, apparentemente ricco di errori ambigui e stravaganti neologismi. E, pur non afferrando una sola parola, Andy aveva sempre incondizionatamente dato loro ragione. Non aveva bisogno di capire un'acca per sapere che il nuovo giudice più amato dall'Italia fosse un pazzo. Già il semplice fatto che si trovasse ad XFactor in un Paese di cui fino a poco tempo prima non conosceva la lingua, era una prova evidente.
Ma a volte, guardando svogliatamente dai camerini la reazione del pubblico a qualche frase detta dal suo compagno, aveva desiderato con tutto se stesso di poter capire quali stupidaggini stesse dicendo, volontariamente o meno.

Ora però, con diversi anni di pratica sul campo, pur ignaro di qualsiasi cosa stesse dicendo al collega attraverso il computer, Andy riusciva a percepire una maggior consapevolezza e sicurezza nell'italiano del cantante.
Il che era ammirevole ...e anche piuttosto eccitante, si era reso conto con un mezzo sorrisetto. La voce lenta e profonda, la particolare e marcata pronuncia dalle consonanti, tipica della lingua del Bel Paese, la serietà e concentrazione che trasparivno da ogni parola che prendeva vita tra le sue labbra piene; dettagli che facevano venire la pelle d'oca al giovane video-maker.
Allontanando dalla mente il pericoloso pensiero che il suo cervello gli stava così gratuitamente offrendo, il greco aveva quindi spostato la sua attenzione sul rapper milanese, che -da bravo italiano- parlava alla velocità della luce, apparentemente senza prendere fiato per almeno tre minuti e mezzo.
Ascoltando quella voce sorprendentemente profonda, alternata da imprevedibili acuti che scoppiavano presagendo una risata imminenente, Andy aveva realizzato che, nonostante lo avesse incontrato in un paio di occasioni e Mika gli intasasse spesso la chat di Whatsapp con improbabili selfies di gruppo scattati nei camerini del talent, faticava ancora ad associare a quella così particolare voce, una faccia.
Probabilmente non lo aveva mai guardato per bene. Anche nell'ultimo progetto musicale e visuale che Mika aveva appunto condiviso con il rapper, Andy era stato parecchio preso dall'elaborare il più velocemente possibile un complimento che non sembrasse troppo falso agli occhi del compagno -il quale orgogliosamente gli mostrava il videoclip più brutto della storia-, piuttosto che guardare seriamente in faccia Fedez.

Con un moto di curiosità, il greco si era quindi avvicinato al soggiorno, poggiando la spalla allo stipite della porta da dove godeva di una perfetta visuale dello schermo del computer, senza essere visto a sua volta.

Da Milano, un attraente giovane dagli occhi vispi, i tratti leggermente spigolosi e quasi cavallini, e un colorato intrico di tatuaggi ad ornargli il collo fin sotto lo scollo a V della maglietta, parlava gesticolando composto, con la mano destra a reggere elegantemente una sigaretta elettronica color nero lucido.
Più che parlare, a giudicare dal tono perentorio, cercava di convincere - o meglio, battibeccava bonariamente- con un Mika la cui assoluta risolutezza traspariva tanto dai toni decisi quanto dalle braccia incrociate al petto. A nessuno dei due mancava però un sincero sorriso di divertimento faticosamente celato dietro una finta facciata da duro.
Ben attento a non farsi notare attraverso la piccola telecamera, Andy raggiunse una quieta Melachi sul divano, totalmente ignaro della conversazione in quel momento in corso.


<< L'abbiamo promesso, dai! Le promesse si mantengono. >>

<< No mi frega un cazzi, io non lo facio! >>

Umettandosi le labbra e rinunciando in partenza a correggere l'amico, Fedez si prese un momento prima di rispondere, cercando le parole giuste per convincerlo. O, a quel punto, anche solo per infastidirlo un po'.

<< Mika, è stata tua l'idea. >>

<< Non è vero! >> esplose con un acuto il libanese, sgranando gli occhi e spalancando la bocca, inevitabilmente distorta da un sorriso furbesco. << It was your idea.* >>

Al sentire finalmente un idioma di sua comprensione, Andy sollevò lo sguardo dal pelo rosso scuro della golden che accarezzava con fare pigro, cercando inutilmente di capire il quadro generale da quel piccolo indizio.
Era sicuramente qualcosa a che vedere con il loro duetto, ma di cosa mai potevano discutere a quel modo per più di mezz'ora?

L'utilizzo della lingua inglese fu un richiamo anche per Amira che, dalla sua cuccetta nell'androne, lingua a penzoloni e occhi brillanti, raggiunse di corsa l'ampio soggiorno, balzando vivace sul divano prima che il più giovane dei due padroni potesse anche solo rendersi conto dei 30 kg di pelo che lo stavano per travolgere. In un secondo la cagnolina, festante, gli fu addosso. ..così come il caffè, ormai appena tiepido, che dal fondo della tazza quasi vuota gli si rovesciò sulla t-shirt bianca, accompagnato da un'imprecazione a denti stretti e da una risata trattenuta a malapena da parte di Mika, per un attimo distratto da tutto il resto.
Scoccò un'occhiata di amorevole scherno al greco che, toltasi di dosso la sua "Principessa" si sfilava di malavoglia la t-shirt e la appallottolava tra i cuscini del divano, troppo pigro per andare ad infilarla subito in lavatrice. Poi, scuotendo la testa divertito, il cantante tornò a concentrarsi sulla sua personale battaglia, giusto in tempo per sentire la risposta fintamente soncertata di Fedez.

<< Che bugiardo! >> Non si preoccupò neanche di trattenere una risata acuta e contagiosa, tutta denti. << Io ho solo detto che avremmo cantato alla finale. Sei tu che hai aggiunto l'altra parte. >>

Davanti a quella verità così fedelmente e limpidamente riportata, Mika rimase interdetto, boccheggiando per qualche secondo senza sapere cosa ribattere. Poi, ancora più risoluto, si sedette composto -come a dare più dignità ed autorità alle sue parole- e prese un respiro prima di scandire per bene la sua risposta, affinchè fosse chiara.

<< Fede, noi non possiamo cantare nudi. >>

Pronunciò queste parole espirando rumorosamente l'aria dal naso e annuendo a se stesso, per rafforzare la sua affermazione, con un tono che non ammetteva repliche ma uno sguardo sotto cui si celava disperazione.
Già l'essere ad XFactor per il terzo anno di fila aveva, a posteriori, un retrogusto che sapeva di patetico.
L'essere rimasto l'unico senza concorrenti da guidare o qualcosa da fare non aveva aiutato granchè a risollevargli il morale.
E salutare l'ultima puntata -e molto probabilmente l'ultima edizione del talent- cantando nudo, sarebbe stato il colpo di grazia che gli avrebbe definitivamente rimandato l'autostima sotto i piedi. Soprattutto se accanto a lui e al suo fisico da acciuga ci fosse stato l'amico giudice, "vincitore per la seconda volta di fila" secondo i pronostici, e il suo corpo tonico e muscoloso, prodotto di tanta palestra.
Lui al massimo faceva mezz'ora di tapis roulant fino a che non gli veniva fame, e un po' di pesi e addominali, più che altro per tenersi in forma per le dure prestazioni fisiche richieste da un tour.
Ma se mai aveva avuto degli addominali scolpiti, erano spariti da almeno 10 anni.

<< Io lo ha detto como un joke*. No per davero. >>

<< Eh zio, se sei coglione.. >> commentò il rapper con un'alzata di spalle e un sorriso sardonico che diceva chiaramente "cosa vuoi che ci faccia, io?".
<< Lo sai che non le puoi dire queste cose con i tuoi fans nei paraggi, Freud. >>

Un sorriso furbo si delineò sulle sue labbra, sottolineando quel soprannome usato ed abusato ormai un po' da tutti. Specie da alcuni di quei fans un po' troppo fantasiosi. << Hai voluto la bibicletta, ora pedala. >> sentenziò, gongolando in silenzio e  godendosi per un secondo l'espressione spaesata dell'amico, l'attimo prima che afferrasse appieno il significato del proverbio.
A quel punto, si godette con ancora più divertimento bastardo il suo sguardo sconvolto, al quale rispose con finta aria di sufficienza, aspirando una boccata di vapore dalla sigaretta elettronica ed espellendolo dritto verso la telecamera. Senza provare nulla.
Dopo venti minuti di battibecchi con Mika, per quanto spassosi e spesso parodici, la sua soglia di assuefazione aveva decisamente superato le misere quantità di nicotina contenute in quell'aggeggio infernale.
Avrebbe ucciso per un tiro di Marlboro.

Il libanese, comunque, non si fece intimidire dalla saccenza dell'amico. La sua disperazione, in parte portata all'esagerazione in onore di quel continuo botta e risposta che era diventato il loro modo di giocare, non durò che pochi secondi.
Poi, testardo come un bambino, scrollò le spalle, sollevò l'angolo destro della bocca in un sogghigno di sfida e, arcuando un sopracciglio, guardò il milanese dritto negli occhi.

<< Vafanculo, io no lo facio. >>

Detto questo, sotto lo sguardo curioso di Andy che, seduto sul divano a petto nudo cercava di intuire cosa stesse succedendo, il più grande incrociò nuovamente le braccia al petto e, distogliendo lo sguardo fingendosi offeso, aspettò una reazione.
..che non tardò ad arrivare.
Tempo 2 secondi, e Fedez scoppiò a ridere, battendosi una mano sulla fronte e scuotendo la testa, esilarato dal comportamento infantile del collega. Nessuno, se non i fans più ingenui, si aspettava davvero che salissero sul palco in mutande, o peggio, e Mika questo lo sapeva benissimo. Ma entrambi avevano scelto di non farsi scappare l'occasione per due sane risate.
La perseveranza e determinazione del libanese in questo gioco però, erano ammirevoli.

<< Che scemo >> riuscì a commentare soltanto, tra le risa.

Game. Set. Match.
Per quella volta, il rapper, decise di lasciargliela vinta, sapendo comunque che il più grande avrebbe lottato fino allo stremo per avere l'ultima parola riguardo quella questione. Avrebbe avuto un'altra metà settimana per assillarlo e cercare di convincerlo a cantare per lo meno con la giacca sbottonata, tanto più che le visualizzazioni del famigerato e galeotto video aumentavano di minuto in minuto. Nonostante i vari problemi tecnici riscontrati, c'era da ammetterlo: se i rispettivi seguaci dei due artisti univano le forze e si impuntavano su qualcosa, niente e nessuno poteva fermarli. Neanche la cocciutaggine di Mika.
Ma questo, Fedez evitò di dirlo, lasciando che l'amico si godesse quei 5 minuti di gloria e festeggiasse la sua misera vittoria in quel dibattito infantile.

..infantile quasi quanto la reazione della popstar che, entusiasta di essere riuscito una volta tanto a spuntarla contro l'imbattibile parlantina e proprietà di linguaggio del venticinquenne, aveva deciso di esibirsi in una più o meno imbarazzante serie di smorfie e linguacce, a pochi centimetri dalla telecamera. Il giovane rapper esplose di conseguenza in una risata sguaiata, allungando nel frattempo la mano destra verso la tastiera del suo portatile e premurandosi di salvare quell'imperdibile spettacolo con una sfilza di screenshots che avrebbero fatto infuriare il collega all'inverosimile.
Doveva munirsi di materiale imbarazzante e potenzialmente compromettente da usare come merce di scambio o, all'occorrenza, come vendetta.
Non si poteva mai sapere, non con Mika.

<< Che sta facendo?! >>

Appunto. L'acuto strozzato e sospettoso dell'artista britannico colpì in tempo reale, a centinaia di chilometri di distanza, le orecchie leggermente appuntite del rapper, ancora prima che questi riuscisse a salvare l'ultimo screenshot, raffigurante un'indefinita massa di boccoli scuri e un naso allungato alla francese, schiacchiato contro la telecamera.

<< Fedéz, che hai fato? >>
La sua voce calma, melliflua e spaventosamente minacciosa, unita ad occhi di fuoco ridotti a due fessure, non fecero che aumentare in automatico il sorriso esageratamente angelico ed innocente del più giovane.

<< Io? Nulla. >> Tutt'altro che convincente. Rinunciò a quella sceneggiata nel momento stesso in cui un involontario verso gutturale di scherno gli uscì dalle labbra, strette a trattenere una risata, e un sorriso maligno si fece spudoratamente largo sul suo volto.

<< Giusto un paio di foto delle tue facce incredibilmente sexy >> aggiunse, senza riuscire a mantenere il contegno per un secondo di più. Parte del sogghigno nascosto dalla mano destra, allontanò leggermente lo schienale della sedia girevole per avere una visuale più ampia, e osservò in silenzio, con estremo compiacimento, le reazioni di Mika.

Così fece anche Andy, sempre più confuso, dal suo comodo posto sul divano tra le due cagnette, che lo scaldavano in temporanea assenza della maglietta. Non gli erano di certo sfuggiti gli acuti di stupore sempre più assordanti, ne l'agghiacciante tono serafico o gli sguardi infuocati, ma il greco continuava a non avere idea di cosa stesse accadendo a pochi metri da lui.
Poteva solo intuire che i due stessero litigando: i sintomi dell'ira nel suo compagno, che il giovane editor conosceva per sua sfortuna alla perfezione, c'erano tutti. O quasi.
L'urlo imbestialito che seguì, facendo drizzare il pelo non solo a Melachi e Amira, fu la prova del 9. Qualunque cosa il rapper avesse fatto, di lì a poco se ne sarebbe pentito.

<< Bastardo! >>

Questo Andy non fatico a capirlo; l'avrebbe intuito dal contesto se anche la somiglianza tra i due termini in inglese e italiano non fosse stata così lampante. Con sguardo corrucciato e un mezzo sorriso di curiosità e divertimento, si godette quindi il comico siparietto. Infatti, nonostante fosse evidentemente frustrato da qualsiasi cosa fosse appena successa, l'ombra di un sorriso mal celato -lo stesso che troneggiava sul bel volto dai tratti arabi quando litigava scherzosamente con il suo greco- traspariva senza troppe difficoltà anche attraverso la maschera arrabbiata che Mika aveva scelto di indossare in quel momento.

<< Cancelale subitto, stronzo >> impose, agitando un dito affusolato che, del minaccioso che avrebbe dovuto trasmettere, aveva ben poco.

<< Ma che, scherzi? Queste foto sono oro. >> ribattè Fedez scorrendo con sguardo brillante la sua preziosa ed imbarazzante galleria. << Ho immortalato il momento esatto in cui ti sei reso conto. La consapevolezza nei tuoi occhi è qualcosa di impagabile. Vuoi vedere? >>
Asciugandosi teatralmente una lacrima di ilarità, il giovane prese ad armeggiare con la casella di posta, inviando all'amico la sua stessa foto prima ancora che questi avesse il tempo di rispondere.
La foto in questione fece il tragitto Milano-Londra in una manciata di secondi, segnalando l'arrivo riuscito fino al laptop di Mika con un cinguettio allegro.
Un intrico di ricci scompigliati che gli incorniciavano il viso pallido, due occhi nocciola screziati di verde e oro, sgranati all'inverosimile, quasi ad anticipare la perfetta "O" della bocca semiaperta, come se la mandibola fosse letteralmente caduta e restasse in piedi solo per quel minuscolo attaccamento osseo agli estremi delle guance.
Mika guardava il suo ritratto quasi perfetto, un po' sfuocato, che lo fissava a sua volta con quegli occhi enormi colmi di indistinto stupore e, come aveva notato il milanese, di bastarda consapevolezza.

1-1, palla al centro.

Un sospiro gli sfuggì inesorabile dalle labbra, che si piegarono spontaneamente all'insù. Scuotendo la testa e ridacchiando leggermente, il libanese sibilò un "filio di puttana", prima di assestare con rassegnazione e ammissione di sconfitta, una pesante manata alla tastiera.
Forse troppo pesante.
Prima che la risata vittoriosa di Fedez potesse giungergli alle orecchie, lo schermo del portatile si annerì di colpo, riflettendo ora l'immagine di un Mika perplesso e confuso.

<< Merda. Che è successo? Perchè non si vede più? >> Dimenticandosi dell'italiano e cambiando spontaneamente idioma, il cantante iniziò a premere, cliccare e digitare convulsamente sul computer, che restava però ostinatamente nero. La batteria era rimasta in carica tutta la notte, non poteva essere quello il problema.

<< Che hai fatto stavolta? >> domandò scherzoso Andy, incuriosito da quel repentino cambio di lingua e dall'agitazione che vedeva crescere nel compagno, tipica di ogni volta che aveva qualche problema inaspettato con un apparecchio elettronico.
Forse non era molto carino rivolgersi a lui con quel tono di stanca superiorità e di implicita accusa, ma il libanese aveva rotto o perso più di un ridicolmente costoso prodotto della Apple, perchè Andy potesse anche solo pensare di essere carino.

<< Beh, mi cambi lingua così a caso? Cosa è successo? >>
Dall'altra parte di uno schermo ancora instancabilmente buio, l'accendo lombardo di Fedez, che si lamentava dell'improvviso utilizzo dell'inglese, fece tirare un sospiro di sollievo alla popstar, che già temeva il peggio per il suo costoso portatile e per tutti i documenti di lavoro e non che esso custodiva. In più, gli diede la rara occasione di poter rispondere a tono ad un certo greco che stava diventando un po' troppo saccente, per i suoi gusti.
Con un bel dito medio corredato da una smorfia, Mika mise a tacere e si vendicò delle accuse e dell'insolenza del suo compagno il quale, da bravo esperto ed amante di computer e della tecnologia in generale, non perdeva occasione di fargli una ramanzina o anche solo un'innocua risata a sue spese.
Ma se l'audio funzionava ancora, il computer non poteva essere rotto.

Accoccolato sul divano con il corpo caldo di Amira a mo' di coperta, Andy serrò le labbra e restò impassibile, sicuro al 100% di sé e dell'incapacità del più grande, che, ne era certo, di lì a poco sarebbe tornato strisciando a chiedergli aiuto.
Infatti, nonostante la voce metallica del rapper fosse tornata, il suo volto spigoloso si ostinava ad essere nascosto in un bell'attico di Milano, dietro uno schermo scuro.
<< Fede, sei là ancora! Mi puoi sentire? >>
<< Sì sì, ti sento e ti vedo. Qual è il tuo problema? >>
<< Io non vedo te. E' tutto scurro. Cosa devo fare? >>
Premendo qualche tasto a caso nella speranza che funzionasse, Mika lanciò un'occhiata ti sottecchi al greco, che sembrava intenzionato a non perdersi una parola di quel discorso per lui incomprensibile.
Se Fedez non avesse saputo aiutarlo, avrebbe umilmente dovuto chiedere l'aiuto dal cameraman, che evidentemente non aspettava altro e sembrava anche piuttosto sicuro di se. In quella particolare, puerile, ennesima battaglia persa in partenza dalla quale si era fatto prendere (come ogni volta negli scherzosi battibecchi con Andy, che finivano sempre con risate psicotiche da entrambe le parti), c'era in ballo l'orgoglio.

<< E io che cazzo ne so, scusa? >> ribattè Fedez con una risata << Non sono mica un esperto di computer, Mika.>>

Ovvio.
Sibilando un'imprecazione poco elegante, che non sfuggì all'udito attento del greco, (e ignorando la squallidamente banale battuta del collega) Mika fu costretto ad ingoiare l'orgoglio e a subire qualsiasi arrogante commento la sua metà  avrebbe voluto riservargli. Con un sospiro rassegnato e un cenno della mano che lo invitava a dar libero sfogo al sarcasmo, Andy fu interpellato.

<< Hai vinto. Ora aiutami. >>

Via il dente, via il dolore. Questa era la sua filosofia.

Ovviamente il greco, da mulo testardo quasi quanto il suo compagno, ignorò palesemente le sue intenzioni.

<< Come scusa? Non ti sento. >> Un sorriso stronzo pieno di compiacimento ed aspettativa, gli illuminò il volto. Mika sapeva benissimo cosa voleva sentirsi dire.

<< Avevi ragione tu. Adesso potresti aiutarmi? >>

<< Per..? >> domandò il più giovane, sporgendosi in avanti e tenendo la bocca semiaperta, in un inconscio invito per il compagno a continuare quella formula di supplica ed implicita sottomissione.

<< ..favore. >> concluse lui, a denti stretti, facendo schioccare la lingua sul palato con fare seccato. Come se in realtà tutto quel gioco di reciproca egemonia non lo divertisse da matti.

Alcune tra le più grandi risate (e nottate focose, a dirla tutta) che i due innamorati si erano fatti in 9 anni di relazione, erano partite proprio da quella finta volontà di imporsi ed averla vinta sull'altro; evidenti conseguenze della comune testardaggine e vena polemica, che entrambi avevano in quantità.
Con un soddisfatto cenno di approvazione, corredato da un dolce sorriso che nonostante tutto dimostrava amore,  Andy si tolse di dosso la cagnolina color beige e si alzò in piedi. Il libanese si prese un momento per osservare il corpo semi nudo del compagno, che gli si era parato davanti in tutto il suo splendore, prima che quest'ultimo si bloccasse in mezzo al soggiorno con fare improvvisamente imbarazzato.
Anche la sua postura, dapprima sciolta e rilassata, si irrigidì e si fece più chiusa, al pensierò che gli aveva attraversato la mente.

<< Aspetta ma.. lui ci vede? >> domandò in un mormorio timoroso, indicando il computer con un cenno impercettibile del capo, come se il rapper potesse vederlo anche con la piccola videocamera puntata da tutt'altra parte. Sembrava che anche dire il suo nome potesse in qualche modo evocarlo e farlo arrivare nel loro appartamento in centro Londra.
La pigrizia che pochi minuti prima lo aveva ammaliato e convinto a sbracarsi a petto nudo sul divano, piuttosto che andare a cercare un'altra maglietta nell'armadio, ora gli si stava ritorcendo contro.

<< Sì ma dai, ci metti un secondo >>

<< Mika, sono mezzo nudo! >> si giustifico il più giovane, aprendo le braccia con fare ovvio, permettendo nel frattempo all'altro di rendersi conto della sua situazione.
Non che il libanese non l'avesse notato. Anzi, approfittò di quel piccolo show improvvisato e non intenzionale per osservare ancora meglio il corpo tonico e prestante del compagno, sollevando leggermente un angolo della bocca e andando a mordicchiarsi d'istinto il labbro inferiore.

<< Sexy >> commentò poi con sguardo smaliziato, per il quale rischiò di beccarsi uno scappellotto dritto in testa da un Andy che si fingeva irritato, senza riuscire però a dissimulare un sorriso furbo.

Più di una volta infatti il giovane regista, girando per l'appartamento in un abbigliamento "casalingo" (che in realtà di vestiti ne comprendeva ben pochi) si era sentito gli occhi profondi del compagno puntati addosso. Lo faceva quasi di nascosto, come se non volesse dargli la soddisfazione di ammettere che lo stesse guardando e che, oltretutto, quella vista non solo gli piaceva, ma lo stava anche distraendo.
Infatti, quando il più giovane si voltava, il suo sguardo di un colore indefinibile era diretto da tutt'altra parte; e fissava particolari inutili -come il graffio su un tavolo o la crepa su una parete- con talmente tanta intensa concentrazione, che il greco non poteva far altro che sorridere.
Da lì, puntualmente, più Mika cercava di ignorarlo -stando ben attento a fargli notare che lo stava ignorando- più Andy gli si avvicinava, trovando ogni scusa per sfiorarlo casualmente e fargli un paio di moine o, talvolta, delle provocazioni belle e buone che gli facevano ribollire il sangue nelle vene.
In ogni caso, quell'infantile e al contempo sensuale siparietto, si concludeva sempre alla stessa maniera.
E certamente in modo non molto casto.

Una risata soffocata distrasse i due da quell'ennesimo gioco di sguardi rubati appena intrapreso, riportandoli alla realtà. Riuscivano a perdersi l'uno negli occhi dell'altro in pochi secondi, e tornare con i piedi per terra era sempre brusco e fastidioso.

Ma, assumendsi il rischio di disturbare l'amico -che aveva visto più volte flirtare senza pudore e spesso senza neanche la volontà di farlo, per pura abitudine, ma mai così intensamente- da Milano, Fedez non riuscì più a trattenersi dal sancire platealmente:
<< Io vi sento. E sarò anchè una schiappa in inglese ma qualcosa capisco, piccioncini. >>

Anche senza guardarlo, Mika avrebbe potuto indovinare lo sguardo divertito del collega e i suoi incisivi a mordere il labbro inferiore, in un vano tentativo di reprimere una risata.
Arrossì di colpo, maledicendo la risoluzione praticamente perfetta della videocamera del computer, che aveva fatto installare al compagno tempo prima.

Accidenti!

Quel piccolo teatrino nato così spontaneamente era, fino ad allora, la cosa più potenzialmente imbarazzante che il rapper avesse sul suo conto, più di qualsiasi foto compromettente gli avesse mai scattato.
Nè lui nè Andy si erano mai sentiti a proprio agio a fare i fidanzatini in pubblico, neanche di fronte alle rispettive famiglie. Permettevano raramente, e solo ai parenti ed amici più stretti, di dare un'occhiata nella loro bolla d'intimità, senza tuttavia poter mai entrare.

In quel caso, però, Mika dissimulò l'imbarazzo e -complice il fatto che Andy non avesse capito una parola- spezzò sul nascere l'incantesimo che si stava creando tra loro e gli fece cenno di avvicinarsi ad aiutarlo, convincendolo definitivamente con uno sguardo da cane bastonato al quale, sapeva per certo, il greco non riusciva a resistere.
Con un sonoro sbuffo infatti, il giovane si avvicinò, dandogliela vinta. Lanciò una veloce occhiata imbarazzata allo schermo nero, sapendo che il rapper lo stava guardando, ridacchiando magari; poi puntò gli occhi sui tasti e prese a digitare con fare esperto, ignorando per quanto possibile la fastidiosa sensazione di essere osservato.
"La prossima volta impari ad alzare il culo dal divano" pensò tra sè e sè. Il Karma sapeva essere davvero un gran bastardo.

Nel frattempo il libanese, che dapprima osservava da dietro le spalle del compagno le sue lunghe dita muoversi con maestria sulla tastiera, rivolse la sua attenzione altrove. Senza essere visto da Andy, che si ostinava a tenere gli occhi bassi ostentando più concentrazione di quanta in realtà gliene necessitasse, Mika puntò sullo schermo buio uno sguardo carico di impostata impassibilità, eppure incredibilmente eloquente.

Precisamente, lo stesso sguardo che si potrebbe lanciare ad un amico che sta per dire qualcosa di eccezionalmente inappropriato.

Infatti, se il cantante aveva qualche certezza nella vita, esse erano l'incondizionato amore di sua madre, il proprio inevitabile ritardo ogni volta che aveva un aereo da prendere, e il fatto che Fedez in quel momento stesse sudando sette camicie per la fatica di non scoppiare a ridere.
Quasi lo riusciva a vedere che sogghignava, il pugno chiuso premuto contro le labbra, gli occhi sorridenti ridotti a due fessure, brillanti di divertimento.

Non che lo facesse con malizia o cattiveria, come forse sarebbe potuto sembrare a qualcuno che non avesse passato gli ultimi tre mesi gomito a gomito con lui, dietro il tavolo di XFactor.
Era solo il suo spontaneo e sincero, del tutto in buona fede, modo di scherzare.

In più, c'era da ammetterlo: l'immagine di Andy -solitamente così bravo a nascondere il proprio disagio dietro l'ironia e la sfrontatezza- quasi rannicchiato su se stesso per l'imbarazzo ed incapace di creare un qualsivoglia contatto visivo, era piuttosto comica. In ogni caso Mika si premurò di scoccare al rapper un'occhiataccia che lo mettesse a tacere una volta per tutte.
Giusto in tempo.

Con un ultimo click infatti il suo volto leggermente equino, ancora solcato da un sorriso impertinente (meno pronunciato di quanto Mika si fosse aspettato), fece un'altra volta capolino sullo schermo. Il libanese non fece nemmeno in tempo a ringraziare il suo compagno per avergli riparato il computer (di nuovo), che lui se l'era già svignata con un'ultima occhiata schiva e furtiva verso la telecamera.
Sotto gli occhi divertiti di Mika, il cameraman evitò largamente il divano, quasi avesse paura lo attirasse a se e lo fagocitasse, e si diresse impettito e senza guardarsi indietro verso la cabina armadio in camera da letto.
E, anche se ormai vestito e potenzialmente al riparo da ulteriori figuracce, ci si rintanò fino alla fine di quella infernale videochiamata.

La quale non tardò molto a concludersi.

Il sorriso sul volto di Fedez, infatti, non ne voleva sapere di affievolirsi.
Aumentò ancora di più quando, ignorando lo sguardo truce del libanese che aveva intuito stesse per fare qualche commento a sue spese (Mika aveva un certo occhio per queste cose), prese l'ennesimo tiro di sigaretta -più per il gusto di essere teatrale che per effettivo bisogno di fumare-.
Trattenne il vapore per qualche manciata di secondi più del dovuto, espellendolo dalle narici in due dense volute bianche che lo facevano rassomigliare ad un toro. Permettendosi poi di lasciare in bilico la suspance ancora per un attimo, prese ad osservarsi annoiato le unghie e i colorati disegni che dalla spalla, quasi le raggiungevano.
Poi finalmente, con un pizzico di finta vanità e altezzosa nonchalance, disse:

<< Non mi avevi detto che anche il tuo ragazzo avesse un tatuaggio >>
<< Vafanculo. >>

Non fece nemmeno in tempo a sentire le risate del rapper, sorprendentemente ben trattenute prima di quell'ultimo commento bastardo, che Mika aveva già chiuso la videochiamata ed abbassato lo schermo del computer, le labbra piegate in un sorriso.

Dopo quasi un'ora -rivelatasi totalmente inconcludente dal punto di vista professionale- finalmente si alzò per riportare il laptop in camera e dare a Andy il via libera in soggiorno, con qualche colorita presa in giro sul suo inusuale imbarazzo, una volta tanto che poteva farlo.
Nel frattempo, si permise di fingersi dimentico per un po' dell'incombente finale di XFactor e del conseguente, fantomatico duetto che aveva scatenato tutte quelle discussioni.
E, che fosse dannato, chissà perchè sospettava che Fedez l'avrebbe avuta vinta un'altra volta.






Yo! (Mika)
Come va? ;)
Sembra passata una vita dall'ultima volta che ho pubblicato qualcosa.
E per coloro che credevano di essersi liberati di me (povere anime, quanto vi capisco), mi dispiace.. ma eccomi tornata con l'ennesima fanfiction senza la minima parvenza di senso.
Lo so, lo dico ogni volta (a ragione, anche), ma stavolta in particolare mi sono davvero superata.

Però che volete? Quando Fedez ha parlato di una videochat Milano-Londra con Mika per discutere dell'"abbigliamento" da duetto, mi ha praticamente servito su un piatto d'argento l'occasione di scrivere due scemenze. (Ignoriamo il fatto che la finale è stata più di un mese fa e questa fanfiction è praticamente pronta da allora. L'ispirazione e la capacità di mettere due parole in croce mi è venuta a mancare nel momento più sbagliato.)

Plus ci ho buttato in mezzo un Andy selvatico a torso nudo che flirta con Mika (il che non guasta mai) e fa figuracce, ed eccoci pronti con questa storiella senza pretese.
Spero vi siate divertiti a leggerla almeno quanto io mi sono divertita a scriverla ;)
Bye xX


PS. Nel caso non fosse chiaro, i dialoghi in corsivo sono in italiano, quelli normali in inglese.
Quelli scritti direttamente in inglese (e contrassegnati dall'asterisco) mi servivano per rendere evidente lo stacco da una lingua all'altra.
Ma si capiva, no?


PS1. Ho fatto qualche battutina sui Midez e sui fans, ma spero si sia capito che OVVIAMENTE non intendevo offendere nessuno e stavo solo scherzando ;) Pace e amore a tutti quanti.

PS2. Come se non vi avessi spammato sta cosa abbastanza nei messaggi privati (lo so che mi avete odiata), io vi propongo nuovamente questo link e il rispettivo progetto che ci sta dietro. Così, giusto perchè repetita iuvant.

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1721209954759069&id=1720818154798249
(Attenti a non perdervi l'allegato Tumblr che c'è sotto, con tutte le informazioni necessarie)
  
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