Odio e disprezzo cominciarono a salirgli dal ventre e gli attraversarono il cuore come una scarica elettrica o, più semplicemente, adrenalinica.
Strinse i pugni così forte che i tendini sembravano per saltare, come elastici troppo tesi.
Come aveva potuto?
Quello era suo amico.
Erano cresciuti assieme.
Si erano allenati una vita, per diventare entrambi dei guerrieri.
E lui? Quell’essere ripugnante che ora aveva di fronte, si permetteva anche di ridere scioccamente e gongolarsi del fatto di essere riuscito ad ucciderlo con uno sforzo irrisorio?
Bastardo.
Il sayan non ascoltò nemmeno la seguente scontata minaccia da parte del mostro di voler eliminare anche gli altri presenti.
Il sangue aveva già iniziato a bollirgli nelle vene.
La sua aura era già cresciuta a sufficienza da far tremare la terra circostante, permettendo così a pietre di varie dimensioni di sollevarsi e iniziare vorticosamente a fluttuare nell’aria.
Le vene del collo si fecero sempre più accentuate e pulsanti, tramutando lo sguardo monoculare del nemico da strafottente a incredulo.
Solo poche parole:
“Non avresti dovuto”
Poi…l’ira.
Quell’ira funesta, che solo chi ha subito un torto imperdonabile può capire, si concentrò in lui ed esplose mostrando la parte più primitiva del suo essere sayan.
I capelli divennero oro e gli occhi ghiaccio: colore molto più adatto ad esprimere la freddezza del suo cuore.
Pochi secondi, prima di tornare ai tratti genetici di sempre.
Non era ancora il momento…
Goku cercò nel più profondo del suo animo il termine giusto per far capire a quel mostro che ciò che aveva appena fatto era imperdonabile.
Dannazione, ma qual'era quella parola?
Pensò a Krillin che invocava il suo nome, prima di morire e alle parole del suo principe, prima di finire all’inferno.
Un fulmine scese dal cielo e il termine trovato lo fece trasformare definitivamente in ssj: Vendetta.