Non è mai semplice tenere a bada i propri sentimenti.

Non è semplice ignorare gli sguardi ed i sorrisi, soffocare i bisogni e le urgenze, mettere a tacere i desideri più languidi e profondi.

Non è semplice, eppure – il più delle volte – può diventare persino necessario.

Hyoga e Shun lo sapevano bene e da tempo avevano imparato a fare i conti con questo destino: avevano imparato a soffocare le parole, a far tacere i propri istinti ed erano diventati grandi esperti nel dissimulare.

In ogni sguardo e in ogni sorriso, si celava molto più di quanto entrambi non volessero mostrare.

Non potevano fare altrimenti: Era loro dovere proteggere Athena ed il mondo intero, lottare per la giustizia anche a costo della loro stessa vita, e non vi era posto per nient'altro nelle loro semplici esistenze.

Neanche per l'amore.

Arrendersi ad esso sarebbe stata solamente una sconfitta, un'inutile perdita di tempo che li avrebbe distolti troppo a lungo dalla propria missione.

Sarebbe stato del tutto inutile e controproducente, per cui Hyoga e Shun avevano semplicemente deciso di mettere da parte tutto ciò che avevano sempre provato l'uno per l'altro; avevano scelto di servire la Giustizia e di rinunciare per sempre a se stessi.

Fu piuttosto difficile, in principio, ma con il tempo impararono a sopportare quella mancanza, accontentandosi semplicemente di poter essere l'uno al fianco dell'altro. Di tanto in tanto capitava che qualcosa tradisse i loro sentimenti – uno sguardo di troppo, un sorriso rubato, uno sguardo durato troppo a lungo – e a volta diventava difficile resistere alle tentazioni.

Eppure, mai una volta i due Cavalieri erano venuti meno al proprio giuramento.

Del resto, la dea Athena veniva prima di qualsiasi altra cosa, e nonostante la fatica e la sofferenza, Hyoga e Shun avevano imparato a vivere in questo modo, sempre l'uno al fianco dell'altro, senza mai chiedere di più.

Come due fedeli combattenti guidati da un ideale comune, come due costellazioni vicine ma mai adiacenti.

Come numeri primi, tanto vicini da riuscire a sfiorarsi ma non abbastanza da sentirsi realmente l'uno parte dell'altro.

N.d.A: Buonasera a tutti. <3

Era da tanto tempo che non mi dedicavo ai miei amatissimi Hyoga e Shun, devo dire di aver sentito moltissimo la loro mancanza. L'idea per questa flash mi è venuta grazie ad un post di tumblr, basato proprio su questo insolito prompt; l'idea mi è piaciuta un sacco (sì, come al solito l'angst mi appartiene) e riflettendo su di un suo ipotetico sviluppo, mi è ritornata in mente la "filosofia" dei numeri primi.
Immagino che la conosciate tutti, ma a scanso di equivoci ci terrei a riportarvela: i numeri primi sono numeri divisibili unicamente per 1 e per se stessi, collocati senza una regola matematica ben precisa all'intero di una sequenza numerica. Alcuni di essi, però, hanno la particolarità di essere separati da un unico numero (l'11 e il 13, il 17 e il 19, il 41 ed il 43) e sono detti "numeri primi gemelli"; mano a mano che la sequenza aumenta, questi numeri diventano sempre meno frequenti e questo, in qualche modo, può suscitare un certo fascino ed una sorta di malinconia, se dissociati al mero pensiero matematico.
Insomma, io non sono un'amante della matematica, ma quando si tratta di filosofeggiare sono sempre in prima linea. XD

Niente, spero che questa storiella senza pretese vi sia piaciuta e... A presto. <3