Salve a tutti! Prima di
scaraventarvi in questo mare di demenzialità volevo
solamente puntualizzare che quest'original è stata ideata da
me e due mie amiche. Una di loro (Mikchan qui su Efp) ha scritto come
me una fanfiction su questo argomento, che avrà ovviamente
la stessa base ma uno stile totalmente diverso, quindi tranquilli,
nessuno ha plagiato nessuno!
Un'altra cosa che vorrei dire (poi vi lascio liberi giuro) è
che tutti i personaggi di questa storia, come anche i vari nomi e
soprannomi (ps: mi scuso con GDragon e Kim WooBin per averli nominati
invano) sono reali, ma non vogliamo assolutamente e in alcun modo
offendere nessuno. Questa storia è letteralmente saltata
fuori da una conversazione tra fangirl senza un motivo o un obiettivo
preciso! Ora penserete che siamo pazze... beh avete ragione!
Detto questo vi lascio alla lettura! Spero vi piaccia!
xx Bardos96
H. 12.45 - Dall'aula
mensa usciva un allegro e compiaciuto suono di
chiacchiericcio accompagnato, di tanto in tanto, da rumorose risate
generali.
Era l'orario di pausa anche per i medici del Saint GD Hospital di China
Town, a
Milano; un nome strano, certo, da attribuire ad un ospedale. Ma non vi
era
alcuna coincidenza tra il nome dell'edificio e il luogo dove esso era
posto;
tutto era stato programmato minuziosamente dalla squadra che aveva
lanciato il
progetto alla provincia di Milano. Kim Woo Bin, il dirigente
dell'ospedale
nonchè l'ideatore del progetto stesso (il grande boss
insomma), era divenuto
famoso come "l' attore-dottore", appellativo che gli calzava a
pennello vista la sua precedente carriera di attore e modello in Korea.
Dopo
aver dato tutti i suoi sforzi per le
sue
fan oltre lo schermo, il signor Kim aveva scoperto in sè una
grandissima
passione per la medicina, la quale divenne anche piuttosto redditizia
visto
l'enorme talento di cui questo giovane modello era dotato. Lo si vide
infatti
dopo soli cinque anni di studio e alla giovanissima età di
25 anni diventare
uno dei più rinomati medici di tutta Seul. Proprio in quel
periodo, dopo essere
stato nominato nei Baeksang Arts Awards del 2014 come uomo
più popolare della
televisione, attore più popolare in un film e migliore
attore esordiente in un
film, ma non essere riuscito ad accalappiarsi la vittoria per un soffio
(come
Di Caprio con gli Oscar), aveva deciso di ritirarsi dalla scena
cinematografica
per un po', al fine di potersi invece concentrare su una piccola idea
che gli
era nata e pian piano cresciuta nell'antro più segreto della
sua testa. Ebbene
si. Quell'idea era proprio il Saint GD Hospital.
"Ma perchè a
Milano?" si chiederanno i miei cari lettori.
Ordunque, proprio in quell'anno il nostro affascinante modello aveva
conosciuto
e si era innamorato di una giovane turista italiana in vacanza a Seul
con due
sue amiche, le quali, stranamente per la loro età,
eccellevano in anatomopatologia
e neurologia. Il giorno in cui poi ella aveva detto il fatidico si per
il loro
giovane e romantico matrimonio, che si era tenuto su una famosa
spiaggia della
Thailandia, gli era balenato in mente il pensiero di creare un ospedale
che
avrebbe ospitato i migliori medici spiecialistici
dell'università frequentata
da sua moglie e le sue compagne di avventura. Il progetto venne sostenuto in modo
forse
esagerato dalla moglie Michela e dalle amiche e questo quartetto si
ritrovò
dunque a lavorare faticosamente a questa strampalata e improvvisa idea.
Quando però
il progetto dovette essere messo in pratica, si sa, ci
furono mille scartoffie da compilare, firmare, timbrare, spedire, e
pinzare. Il
problema più grande fu proprio trovare un nome al complesso
di edifici che pian
piano sorgevano nella periferia di China Town (Insomma... un asiatico che crea un ospedale a
Milano dove altro
potrebbe metterlo?!).
I
quattro avevano speso almeno
tre pomeriggi inventando nomi assurdi come "Il sacro dragone rosso" o
"il Cuore di giada Hospital", ma senza trovarne uno adatto. Alla fine
era stata proprio Michela che, vedendo una fan art mal riuscita di una
delle
due ragazze, aveva proposto il nome di Saint GD
Hospital, in onore del famosissimo cantante koreano G-Dragon
che tutti e quattro
idolatravano come santo o come Dio.
Sotto questo nome era
quindi stato costruito un ampio complesso di tre
edifici posti a ferro di cavallo su cinque piani ciascuno e
comprendente un
seminterrato, un parcheggio sotterraneo e un ampio giardino con i
parcheggi
privati dei medici e la mensa al coperto.
Proprio in quest'ultima
verso le 12.30 di tutti i giorni si riunivano i
migliori medici asiatici (Si, un'ospedale a China Town diretto da un
asiatico
con per lo più medici asiatici. Il sogno di migliaia di
fangirl) di Milano e ,
cosa ancora più sconvolgente, l'angolo nord est della
stanza, quello vicino
alle macchinette e all'uscita , era riservato ad un gruppo particolare
dell'ospedale ormai denominato come "Gruppo Vip dei Giovanissimi".
Questo gruppo vip era
proprio formato da
9 ragazzi giovanissimi e molto talentuosi, tutti minori di 21 anni, che
erano abbastanza
bravi da essere considerati al pari dei loro colleghi, se non a livelli
superiori e che già dal primo giorno avevano instaurato una
gerarchia, una
supremazia che si era dilagata in fretta e partiva proprio dai posti in
mensa.
Il giorno in cui
comincia la nostra storia, tre dei nostri ragazzi,
piuttosto allegri visto
che non avevano
subito alcuna morte nei loro reparti, erano già seduti al
tavolo aspettando i
loro amici.
- ... e poi la sutura
che ricollegava l'aorta si è rotta! Figuratevi il
macello! C'era sangue che schizzava da tutte le parti, la pressione
sanguigna
che pian piano scendeva sempre più, e tutte le
specializzande terrorizzate
all'idea di perdere il paziente. A quel punto senza alcuna esitazione
ho messo
direttamente la mano nel torace dell'uomo per fermare l'emorragia e con
l'altra
ho applicato la sutura. Di solito non mi vanto, ma oggi devo
ammetterlo.. Sono
stato davvero figo.-
Il direttore di
cardiochirurgia era fatto così. Si vantava sempre delle
sue imprese sui cuori della gente, per non parlare di quelli delle
infermiere, e
ormai gli altri si erano abituati. Era un ragazzo piuttosto bello (in
quel
gruppo, chi non lo era?!), ma soprattutto, era effettivamente un gran
figo.
Aveva un modo di fare quasi sprezzante e una capigliatura da samurai
che lo
faceva sembrare un membro della mafia cinese più che un
medico ma che
enfatizzava i suoi splendidi capelli e che lo aveva portato al
soprannome di
"Belli Capelli".
- Ah quindi di solito
non ti vanti? Mr. modestia deve avere una strana
concezione dell'espressione "di solito"- disse Ilaria,
l'anatomopatologa amica del grande capo che si distingueva per la sua
famigerata cattiveria. Non che fosse davvero cattiva, piuttosto molto
schietta,
diretta, esageratamente sincera oserei dire.
- Beh ... a te in fondo
non dispiace no? Ammettilo! - disse Belli
Capelli guardandola dritta negli occhi verdi.
- Oltretutto sei tu che
vuoi sempre mostrare le tue abilità allenandoti
sul povero cibo della mensa- Aggiunse spostando il suo sguardo verso
una povera
banana la cui buccia era stata suturata più e più
volte dalla ragazza. Ilaria
guardò il frutto e poi Belli Capelli, infine arrossendo in
viso tornò al suo
ricamo facendo così cadere sulle spalle alcune ciocche ricce
e di un castano
scuro come la notte.
- Lo sai? Sei un
idiota.- disse il medico seduto di fianco a Ilaria1,
Capelli Rossi, famoso ovviamente per lo splendido ciuffo morbido che
gli ricadeva
sulla fronte e sul quale la luce risplendeva di un caldo rosso ramato.
Era il
direttore del pronto soccorso, estremamente gentile, affabile e carino,
motivo
per cui non passava inosservato e per cui molte delle sue pazienti
finivano in
cardiologia.
-Hey... Scusa,
ricordami chi continua a mandarmi le pazienti perchè non
riesce a prendersene cura!- rispose aspramente Belli Capelli.
Capelli Rossi lo
guardò con un occhiataccia e lo avrebbe sicuramente
insultato, se l'anatomopatologa non lo avesse fermato a suon di
bananate sulla
nuca.
-Hey asilo Mariuccia,
smettetela. Non mi sembra il caso.-
-Tsk, samurai di basso
borgo - borbottò Capelli Rossi tutto imbronciato.
No. Tra i due proprio non correva buon sangue. Specialmente da parte di
Capelli
Rossi. Proprio non sopportava il fatto che Belli Capelli potesse essere
così
ottuso. Era ormai risaputo persino dai neonati ricoverati in chirurgia
neonatale che Ilaria aveva un debole per Belli Capelli, ma ovviamente
quest'ultimo non se ne sarebbe accorto nemmeno se la ragazza se lo
fosse
tatuato in fronte, e questo irritava in modo quasi esasperato Capelli
Rossi che
ormai si reputava il miglior amico di lei.
- Hey colleghi che
diavolo avete da urlare?!
- Mhh si respira
tensione nell'aria.
La prima cosa che i tre
al tavolo notarono, ancora prima del viso dei
loro visitatori, fu un'orribile camicia gialla a fiori viola chiusa
fino
all'ultimo bottone alla quale era abbinata una cravatta rossa e verde
tutta
sgualcita; non per niente il direttore di psichiatria era ormai stato
ufficialmente denominato da tutte le forme di vita esitenti nell'area
di 5 km
dall'ospedale "Brutta Camicia". Diciamo che però questa sua
fissa di
portare camicie di gusti discutibili gli giovava, non era infatti raro
che le
ragazze tentassero di togliergliele. Subito dietro di lui
spuntò il medico di
base che aveva l'ufficio privato sullo stesso piano del pronto soccorso
e che
passava le sue giornate ad inividiare la rossa chioma del collega. Ma
nonostante la sua sfortunata esperienza coi capelli, Piazzetta aveva
comunque
qualcosa di magnetico, che stregava tutte le sue numerose (e ripeto
numerose)
assistenti.
- Oh guarda, i tuoi
seguaci!- Ilaria si voltò verso Belli Capelli, che
sogghignò. Quei tre insieme erano inseparabili, sembravano
una vera e propria
gang (l'ho già detto che Belli Capelli sembrava un mafioso,
no?). Si muovevano
quasi sempre in branco, proprio come dei gangster e ovviamente
riscuotevano un
gran successo, tanto che c'era una faida tra il fanclub dei "Tre
moschettieri" e quello della "Gang di Belli Capelli".
- E se non mi sbaglio
arriva anche l'idol! Non mi sembra un granchè
felice stamattina però- Osservò Capelli Rossi
mentre lanciava di nascosto
briciole di pane tra gli splendidi capelli del nemico.
L'idol, meglio
conosciuto come "Cappotto Nero", o più
semplicemente Lin, era il direttore di ginecologia, dall'aspetto dolce,
gentile, affascinante e bello, bello come il sole, come un vero idol, e
secondo
alcune infermiere, persino come un angelo sceso in terra. Ma se fosse
davvero
stato un angelo sicuramente più che sceso dal cielo, sarebbe
stato spedito giù
a suon di calci, visto che dietro il viso angelico si nascondeva invece
un
maniaco di dimensioni colossali, che amava le donne quanto il suo
lavoro (chissà
perchè). Il giovane si passò una mano tra i
capelli castano scuro e con un
lungo sospiro si accasciò sulle seggiole grigiastre della
mensa.
- Qualcosa non va?-
chiese Brutta Camicia curioso.
- Guarda lascia stare.
Oggi va tutto storto. Non una delle mie pazienti
era carina o giovane, sigh.
- Io ti capisco fin
troppo, per me è così tutti i giorni ma non ne
faccio un problema di stato - sentenziò Piazzetta perplesso.
- Voi non capite! -
Disse Lin quasi sull'orlo del pianto - ERANO TUTTE
DEGLI AEROPORTI.
Tutti rimasero alquanto
confusi da quest'espressione, tranne Ilaria la
quale, non riuscendo a trattenersi, scoppiò a ridere di
gusto nel bel mezzo del
silenzio più assoluto richiamando a sè
l'attenzione dell'intera mensa, nonchè
l'invidia delle altre colleghe. Di tutta risposta Lin
cominciò a sbattere i
pugni sul tavolo e a fare i capricci come quando un bambino vuole a
tutti i
costi il giocattolo che i genitori si rifiutano di comprare.
- Hey cos'è
tutto sto baccano?! - Si intromise la seconda voce femminile
del gruppo.
- Hey ciao Ele! -
Ilaria salutò Elettra una ragazza alta, dai folti capelli ricci color pel di carota e lo
sguardo
dolce e premuroso che si occupava di dirigere Neurochirurgia.
-Vedo che non sei sola
- disse l'amica indicando il ragazzo che stava in
piedi alle sue spalle. Un ragazzo alto. Molto alto. Gigantesco. Insomma
questo
Watussi dagli occhi a mandorla, Gambe Lunghe per l'intero ospedale, non
era
altro che il direttore di osteopatia nonchè il ragazzo di
Elettra. Mentre la
chirurga si sedeva, Gambe Lunghe guardò con diffidenza il
tavolo della mensa,
con gesto di sfida si spinse bene gli occhiali sul naso e infine
cercò di
sedersi infilando le gambe sotto il tavolo senza far notare il suo
immenso
sforzo per far stare quelle lunghe zampe da giraffa sotto il tavolino
dei
Puffi. Gli altri lo guardarono per un po' con sguardo divertito, e
scoppiarono
tutti in una grassa risata quando Gambe Lunghe si rese conto che i
rimasugli di
una cicca che prima era attaccata al tavolo, gli si erano invece
appiccicati al
ginocchio.
- Giuro che domani mi
licenzio.
- Ma dai per
così poco? - Gli disse Elettra offrendogli un fazzoletto.
- Ragazzi dobbiamo
consolare questa povera anima, essere alti non ha
sempre i suoi vantaggi - disse Lin scherzoso - Insomma... la regola
della L!-
- Lin... non vorrei
dirtelo ma.... anche tu sei abbastanza alto. -
Sghignazzò Ilaria1 divertita.
- Oddio no. Ecco
perchè erano tutte aeroporti!!! - Lin si prese
la testa tra le mani e ricominciò il suo pianto isterico.
- Prima o poi giuro che
lo porto in psichiatria con me - Aggiunse
divertito Brutta Camicia
- Per quello bastano le
tue camicie orribili - Aggiunse la terza e
ultima voce femminile del gruppo. Michela, che come già
sappiamo era la moglie
del grande capo, era anche la dirigente dell'accettazione, conosceva
tutto e
tutti nell'ospedale e nessuna voce riusciva a schivare le sue orecchie.
- Ragazzi ma..
dov'è quello carino? Insomma.. Bel Viso?
Questo ignoto Bel Viso,
o Asiatico Carino di cui ancora non si era certi
del soprannome visto che la faida tra il fanclub della Gang di Belli
Capelli e
quello dei Tre Moschettieri era in guerra anche su questo versante, era
il
direttore di pediatria, e si, ci sapeva proprio fare coi bambini tanto
che
riceveva sempre lettere e disegni d'ammirazione da parte dei bambini e
spesso
anche dalle mamme.
- Beh sarà
ancora incastrato al gioco dell'oca della Pimpa, oggi ha
quella bambina che lo tartassa. - disse Gambe Lunghe ancora intento a
staccarsi
la gomma da masticare dai pantaloni.
- Ecco che arriva il
nostro eroe dei bambini - Esclamò Michela facendo
un gesto di presentazione.
- Ragazzi che
stanchezza, più che la bambina, oggi era la mamma che non
mi lasciava più, credo volesse violentarmi.-
- Embè? che
c'è di male? - Disse Lin con gli occhi praticamente a
cuoricino, ma subito dopo tutti i suoi ormoni vennero raffreddati da un
pezzo
di purèe che Ilaria gli lanciò in faccia. Lin di
tutta risposta e con
l'intenzione di aiutare l'amica nella sua caccia seduttiva,
così la chiamava
lui, le lanciò a sua volta un po' di purèe,
centrando per bene l'angolo della
bocca.
- Ops, scuuuusa
Ilaria
preparò i muscolì facciali per una terribile
occhiataccia ma non
riusci a voltare il viso verso il ginecologo perchè Belli
Capelli, con un
fazzolettino in mano e tutto concentrato, iniziò con
pazienza a pulirle la bocca.
In un attimo tutta la
stanza si fermò, per assistere a quell'evento
così
strano, surreale, di natura quasi angelica. Questa magnifica sensazione
di pace
e speranza venne però incrinata dal samurai che a voce alta
e decisa esclamò:
- Cavolo sembra davvero
sperma!
Un enorme crack
rieccheggiò per tutta China Town rompendo completamente
l'atmosfera e provocando una reazione furiosa di tutto il tavolo che si
espresse in un boato, un facepalm da parte di Michela, un pat sulla
spalla di
Ilaria da parte di Elettra e
Lin e un
sonoro schiaffo sul collo liscio e candido di Belli Capelli da parte di
Capelli
Rossi.
- Ho bisogno di
caffè, di alcool e caffè - disse Ilaria
circondata da
un'aura nera-violacea che non presagiva niente di buono ma che Michela
da buona
amica sapeva come gestire.
- Per il
caffè ci posso pensare io, ma per l'alcool dovrai aspettare
la
prossima serata. -
La ragazza si diresse
al bancone della mensa per prendere i soliti nove
Caffè, tutti normali tranne un ristretto per Bel Viso, e un
macchiato con tanto
zucchero per la ragazza ancora sporca di cibo in faccia.
- Appunto, amici, qui
manca alcool, muoviamoci a organizzare, che magari
si ri..- Belli Capelli stava per dire rimorchia, ma Piazzetta e Brutta
Camicia
lo fermarono in tempo, essendo al corrente del grande uragano che
avrebbe
scatenato con quella parola ormai diventata tabù.
- Non lo so..
però tra poco è Natale, e visto che voi
è da poco che
siete in Italia e non sapete come festeggiarlo, perchè non
lo passiamo assieme?
Li si che ci sarà da bere - Propose Elettra con gli occhi
che già brillavano al
sol pensiero.
- Mhh ottima idea,
maaa, direi che ne parliamo dopo ragazzi -
disse Ilaria dopo essersi ripresa dal trauma
di qualche minuto prima e alzandosi di scatto dalla sedia.
- Mi aspettano tante
autopsie oggi, e visto che gli stagisti di non mi
ricordo quale università sono degli idioti che il cervello
l'hanno lasciato nel
cordone ombelicale, prima scappo meglio è! Ci vediamo
all'uscita al solito
posto! E pregate che non mi arrabbi troppo con quei pischelli che
altrimenti
devo sezionare pure loro! -
Al primo saluto dato da
Ilaria tutti i ragazzi si alzarono pian piano
dal tavolo benedetto, la tavola rotonda dei medici, e silenziosamente
ripresero
ognuno a fare il proprio lavoro, con una serietà che non ci
si sarebbe mai
aspettata da dei ragazzi così giovani, e che li faceva
sembrare tutt'altre
persone rispetto a quelle che poco prima erano sedute a mangiare.
In poche parole, tutti
nella sala mensa si resero conto, come ogni
giorno dall'inizio della loro avventura al Saint GD Hospital, che la
gerarchia
esisteva e si basava sul talento e sulla professionalità.
Così si
concluse la prima pausa pranzo del nostro viaggio, e in una
gelida giornata d'inverno mentre il sole splendeva al di sopra della
nebbiosa e
fredda Milano e il vento trascinava svogliatamente delle foglie secche,
nella
periferia di China Town si ergeva imponenente, maestoso e fiero il
Saint GD
Hospital.