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Autore: Shizuka__    31/01/2016    3 recensioni
[Destiel- Au]
‹‹ Tu mi stai chiedendo chi era al telefono? La domanda migliore è chi sei tu ››
La domanda gli era uscita forse con un tono un po’ troppo brusco, non che volesse sembrare aggressivo, ma ancora non riusciva a capire perché si trovasse in un letto nudo e perdi più con un uomo, cioè sì capiva perché, ma un uomo? Sarebbe andato a letto con chiunque, persino con una pianta, ma quanto doveva essere disperato per farsela con un uomo?
Tanto. Suggeriva la sua vocina interiore.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Summary:  ‹‹ Tu mi stai chiedendo chi era al telefono? La domanda migliore è chi sei tu ››
La domanda gli era uscita forse con un tono un po’ troppo brusco, non che volesse sembrare aggressivo, ma ancora non riusciva a capire perché si trovasse in un letto nudo e perdi più con un uomo, cioè sì capiva perché, ma un uomo? Sarebbe andato a letto con chiunque, persino con una pianta, ma quanto doveva essere disperato per farsela con un uomo?
Tanto. Suggeriva la sua vocina interiore.

Rating: Arancione

Note: Au, OOC

Disclaimer: Nessuno dei personaggi di Supernatural – purtroppo – mi appartiene, non scrivo a scopo di lucro.

Angolino Autrice:
Ehi!
Ciao a te lettore che stai leggendo la mia storia!
Parto direttamente con i ringraziamenti: grazie per aver letto la mia storia, grazie anche solo per averla letta o aggiunta nelle seguitericordate e così via.
Non so con quale coraggio pubblico questa fic, spero possa piacere questa cosa che ho scritto sabato sera all’una di notte – perché a quanto pare non ho di meglio da fare, ops -
Sicuramente oltre ad essere un Au sarà un OOC, quindi non aspettatevi lo stesso Dean e lo stesso Castiel della serie Tv.
Detto questo ci si vede al prossimo capitolo,
A preeesto!

Shizuka__
 

 




Take a chance of me!
- Prologo -
 
 



Erano poche le cose che Dean Winchester non riusciva a capire.
Di norma era sempre stato un  ragazzo normale di ventisei anni, con una vita altrettanto normale, se così si poteva definire, e un lavoro quantomeno decente; non era uno di quei ragazzi che amava studiare, infatti dopo il liceo non ci aveva pensato due volte a lasciare gli studi una volta per tutte, perché sapeva che il college non faceva proprio per lui.
Era esattamente l’opposto di suo fratello Sam, che alla bellezza di ventidue anni continuava a studiare ed aveva una ragazza, che chissà magari un giorno avrebbe sposato.
Avrebbe sposato.
Questa era una delle poche cose che Dean non riusciva a comprendere: certo, non riusciva ad afferrare come molta gente fosse vegetariana, perché andiamo gli hamburger non sono dei semplici panini con dentro un semplice pezzo di carne, per lui era qualcosa di più importante e sacro, che a quanto pare la gente non riusciva ad apprezzare in pieno – cosa che lui faceva praticamente ogni giorno -, ma perché sposarsi?
Sposare un’altra persona era una delle cose più stupide che si potesse fare nella vita, quindi perché la gente continuava a farlo? Per divertimento? Per i soldi?
Dean era abbastanza convinto che le storie sul vero amore e cose del genere erano tutte stronzate che non avevano valore; il cosiddetto “vero amore” non esisteva e non esisterà mai, questo era quello che si ripeteva ogni giorno, in realtà non credeva neanche sul famoso colpo di fulmine, perché era fisicamente impossibile innamorarsi di una persona guardandola solo negli occhi.
Quindi perché due persone erano destinate a sposarsi se dopo qualche anno si lasciavano o peggio, si tradivano? Era molto meglio fare una vita da single, senza una relazione fissa con un’unica ragazza – a differenza suo fratello Sammy -, perché era molto più divertente poter cambiare ragazza ogni giorno. Questo sì che era molto divertente.
Certo, anche se non credeva nell’amore non si lamentava ai quattro venti di come quest’ultimo facesse schifo, anzi tutto il contrario, perché lui era convinto di vivere la propria vita così come era, in libertà, senza regole o qualcosa che lo limitasse.
Dean non si sarebbe mai innamorato e neanche sposato, questo era poco ma sicuro.
Ma tutto questo prima del fatidico giorno.



---


Quel giorno non lo svegliò la solita sveglia mattutina, no, quel giorno lo svegliò la sua suoneria del telefono – suoneria che si sarebbe sentita anche a chilometri di distanza – che vibrava da qualche minuto buono sul comodino della camera; uno sbuffo non voluto era uscito dalle labbra del ragazzo, mentre con una mano tastava tutto intorno alla ricerca del suddetto cellulare e maledicendosi mentalmente perché non si era ricordato di chiuderlo la sera prima.

‹‹ Pr-pronto? ››


La voce era impastata dal sonno, ma poco importava, perché erano poche le persone che lo chiamavano la mattina presto – o almeno sperava fosse un orario decente, non voleva di certo ritardare a lavoro -.

‹‹ Dean? – si sentì un sospiro dall’altra parte della cornetta, un chiaro segno si sollievo, o almeno così cercava di interpretare il ragazzo ancora nel mondo dei sogni – Santo cielo, Dean! Sono due giorni che cerco di chiamarti! Si può sapere dove diavolo sei andato a finire questa volta?  ››


Il ragazzo riuscì a riconoscere all’istante quella voce, non poteva che appartenere che a Sam, solo lui aveva una voce così squillante la mattina. Sbadigliò stanco mentre cercava ancora di formulare una frase grammaticalmente corretta nella sua mente.

‹‹ Dove pensi che sia stato secondo te? A casa ovviamente. Sai, non ho altri posti dove andare ›› concluse infine grattandosi la testa confuso, a volte Sammy era proprio strano, doveva ammetterlo.

‹‹ Sono più di quarantott’ore che cerco di chiamarti a casa, ma parte sempre la segreteria telefonica, quindi sei proprio sicuro di stare a casa? ››

Dean sorrise ancora più confuso di prima: era ovvio che si trovasse a casa sua, sul suo comodissimo letto, e suo fratello l’aveva appena interrotto nel bel mezzo di un bellissimo sogno erotic-, cioè piacevole, che l’avrebbe aiutato a passare l’ennesima giornata noiosa della sua vita.
Poi alzò lo sguardo per la camera e una strana sgradevole sensazione gli bloccò lo stomaco.
In effetti non si ricordava quando aveva comprato quelle tende orribili attaccate alla finestra per non far passare la luce del giorno, e non si ricordava neanche di tutti quei mobili sconosciuti che non aveva mai visto in vita sua.
Che accidenti ci faceva un tavolino con delle sedie nella sua camera da letto?
Continuò a guardarsi intorno intontito finché il suo sguardo non si posò su un punto preciso: non capiva come aveva fatto a non accorgersi di quel particolare, eppure a quanto pare non era solo in quella stanza, perché ricoperto dalle coperte c’era qualcuno insieme a lui che riposava tranquillamente, come se niente fosse.

‹‹ Oh porca putt- ›› 
Tossì violentemente dopo essersi strozzato con la sua saliva, perché sì, Dean Winchester era talmente stupido da strozzarsi con la sua stessa saliva.

‹‹ Sam, ti richiamo dopo ››
Non si curò affatto delle proteste del fratello, adesso c’era qualcosa di più importante da controllare: posò con noncuranza il telefono sul comodino e con un gesto veloce alzò la parte delle coperte che gli fasciava il resto del corpo per scoprire che effettivamente era completamente nudo.
Quindi sì, adesso Dean Winchester si trovava nudo dentro un letto sconosciuto in qualche stanza o camera di un motel – scadente peraltro, non riusciva a togliersi dalla mente quelle tende di poco gusto – con una ragazza al suo fianco, anch’essa quasi sicuramente nuda.
Dean non era mai stato un ragazzo intelligente – non quanto suo fratello, almeno -, però doveva ammettere di avere buon gusto in fatto di ragazze, quindi perché allarmarsi tanto se si trovava in un motel con uno schianto di ragazza al suo fianco dopo aver fatto del sano sesso tutta la notte?

L’involucro sotto le coperte si mosse di colpo e Dean cominciò a scommettere come fosse la fortunata, perché doveva ammettere di preferire le more, anche se non rifiutava di certo le bionde, una valeva l’altra, con capelli lunghi o capelli corti era uguale, bastava che fosse attraente e per lui era fatta.
Eppure quando da sotto le coperte ne uscì una figura con capelli corti – forse troppo corti a parer suo – e due occhi di un colore irresistibile gli si fermò il sangue al cervello ed il suo bellissimo sorriso strafottente era bello che sparito, perché tutto si sarebbe aspettato che uscisse da sotto quelle coperte, tutto, ma non un uomo.

‹‹ Chi era? Al telefono intendo ››
Il ragazzo che ne uscì dalle coperte si stropicciò gli occhi con le mani senza distogliere lo sguardo da Dean – che in tutto questo continuava a guardarlo senza battere ciglio – aspettando un segno di vita, un gesto, un qualsiasi cosa lo risvegliasse e lo riportasse sulla terra, perché Dean stava sperando con tutto il cuore che quello fosse un dannatissimo sogno.
Solo un bruttissimo sogno.

Si risvegliò nel momento in cui parlò il ragazzo e doveva proprio ammettere che aveva una bella voce, non che ci facesse caso normalmente, ma nelle scala delle voci – esiste veramente una scala delle voci? – aveva sì, come dire, una bella voce.

‹‹ Tu mi stai chiedendo chi era al telefono? La domanda migliore è chi sei tu ››
La domanda gli era uscita forse con un tono un po’ troppo brusco, non che volesse sembrare aggressivo, ma ancora non riusciva a capire perché si trovasse in un letto nudo e perdi più con un uomo, cioè sì capiva perché, ma un uomo? Sarebbe andato a letto con chiunque, persino con una pianta, ma quanto doveva essere disperato per farsela con un uomo?
Tanto. Suggeriva la sua vocina interiore.

Il ragazzo si guardò intorno per un momento confuso e di colpo sgranò gli occhi, finalmente aveva capito la situazione in cui si trovava.

‹‹ Io sono Castiel ››
Sussurrò a bassa voce guardando nella direzione di Dean, mentre gli porgeva gentilmente la mano, ma il ragazzo in questione non era molto felice di fare una nuova conoscenza in un letto di un motel da quattro soldi.

‹‹ Ok amico, non mi interessa veramente il tuo nome di battesimo, -  Dean prese un profondo respiro prima di continuare ed alzarsi per recuperare in fretta i suoi vestiti, che erano volati per tutta la stanza – non ricordo un accidenti e forse non voglio neanche ricordare, facciamo che non è successo niente e torniamo alle nostre vite normali? ››

Dean si rivestì in tutta fretta, mentre cercava gli ultimi indumenti: non capiva come i suoi calzini fossero finiti accanto alle tende o come la sua maglietta fosse finita sotto il letto. Non si domandava più quanto fosse disperato per andare a letto con uomo, piuttosto si chiedeva quanto fosse ubriaco.
Stava per infilarsi la maglietta quando notò qualcosa che brillava al dito del ragazzo, che a quanto pare si chiamava Castiel, e sorrise nervosamente.

‹‹ Amico non mi avevi detto che eri anche sposato ››


Effettivamente non c’era molto da dire dopo aver passato una notte con uno sconosciuto…



Si rigirò per non guardarlo negli occhi, era troppo imbarazzato dalla situazione in sé, non voleva fissarlo troppo, voleva solo dimenticare tutto e tornarsene a casa facendo finta di niente, anche se prima avrebbe dovuto inventare una scusa per suo fratello.

‹‹ Ma io non sono sposato ››

Dean si girò di scatto ancora più confuso di prima, quel ragazzo non prometteva nulla di buono, ora non si ricordava neanche che era sposato. Era andato a letto con un drogato?

‹‹ Bé sai è un po’ difficile scordarsi di avere una fede al dit- ››

Le parole gli morirono in gola nel momento esatto in cui aveva alzato la mano per controllare l’ora sull’orologio, perché non era l’orologio che effettivamente era scomparso a preoccuparlo, era l’anello d’argento che brillava prepotentemente sull’anulare.
Anello. Anulare. Da quando portava un anello sulla mano sinistra?
Rimase a fissarlo per qualche secondo esatto sbalordito, poi riportò la sua attenzione sul ragazzo, che era rimasto a fissare la scena da sotto le coperte.
Aveva paura di chiederlo, ma la parole uscirono dalla proprio bocca come un fiume in piena.

‹‹ T-tu non sei sposato? ››

Castiel scosse la testa.

‹‹ Porca puttana ››



 
   
 
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