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Autore: GabrielleWinchester    02/02/2016    6 recensioni
[Post Quarta Stagione] Dopo la battaglia di Oliver Queen contro il capo dell'Hive, l'eroe mascherato vive con la sua amata e con i suoi figli. Un giorno decide di andare alle giostre, per godersi un po' di tranquillità, essere un semplice padre di famiglia :-) Una piccola storia per strappare un sorriso e un Oliver più sorridente.
Buona lettura :-)
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Buonasera a tutti,
ecco a voi una nuova one-shot dedicata agli Olicity, una storia ambientata dopo la battaglia contro Damien Darhk, una storia che vede un Oliver e Felicity felici come non mai e genitori di due splendidi bambini, i quali sono l'uno lo specchio dell'altro. Una storia leggera e senza pensieri :-) Chiedo scusa se eventualmente ci fossero errori all'interno del racconto e mi auguro vivamente che vi possa piacere. Ringrazio di vero cuore tutti coloro che la leggono e la leggeranno, tutti coloro che la recensiscono e la recensiranno, tutti coloro che mettono e metteranno le storie tra le seguite, ricordate, seguite e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Buona lettura :-) Gabrielle :-)

                                                                   
                                                   Una tranquilla giornata…adrenalinica.

“Ben svegliata!”
L’alba stava sorgendo e Felicity Smoak si stiracchiò nel letto, contenta che un nuovo giorno stava arrivando e disse con la voce impastata di sonno “Hai intenzione di partecipare a Bake Off?”
Oliver Queen ridacchiò e si avvicinò a lei, portando un vassoio contenente una fetta di torta al cioccolato e una tazza di ottimo thè verde, un thè che Felicity beveva da quando era rimasta incinta ed era diventato un rito quotidiano irrinunciabile, un piccolo momento di calma interiore. Dopo la sparatoria ordinata da Damien Darhk, furioso perché Oliver gli aveva tenuto testa e non aveva ceduto al suo ricatto, Felicity era stata gravemente ferita, aveva passato mesi e mesi sulla sedia a rotelle e la fisioterapia era stata lunga e complicata.
L’uomo aveva chiesto aiuto al suo amico ed ex rivale in amore Ray Palmer, il quale non si era tirato indietro nell’aiutare Felicity, mettendolo in guardia sul fatto che c’era una possibilità, seppur remota, che le cose andassero male e che le nanotecnologie non erano così infallibili come si pensava. Oliver aveva annuito bruscamente, consapevole dei rischi a cui poteva incorrere, si sarebbe servito addirittura del Pozzo di Lazzaro, se non fosse che quel Pozzo provocava più guai che gioie.
E sicuramente non voleva avere niente a che fare con una Felicity impazzita.
Sfidare la natura troppe volte non era saggio.
La donna era stata portata d’urgenza all’ospedale di Star City e con un’equipe di medici specializzati era stata operata con le nanotecnologie. L’operazione era stata difficile e complicata, era durata circa quattordici ore e alla fine tutto era andato per il meglio, le avevano ridato la possibilità di camminare anche se le avevano consigliato di non sforzarsi troppo, in quanto il proiettile avevo leso una parte importante del midollo spinale e non si poteva garantire un recupero totale e definitivo.
Il risultato che avevano ottenuto era già di per sé un piccolo miracolo terreno.
“Ehi”
“Ehi”
“Come stai?”
“Come se qualcuno mi avesse buttato sotto un treno, con la conseguenza che forse…perché ridi?”
“Neanche sedata riesci a spegnere la tua vena ironica”
Felicity gli lanciò un cuscino in faccia e Oliver lo acchiappò al volo ridacchiando. Poi si avvicinò a lei e intrecciando le mani nelle sue disse “Come stanno i nostri piccoli supereroi?”
“Agitati, non stanno un momento fermi”
“Con due genitori come noi, non potevano sperare diversamente” poi la baciò e le disse “Adesso devo andare a controllare un carico d’armi con Speedy e Nyssa”
“Nyssa?”
“Farò il bravo”
“Sarà meglio per te. Sappi che Overwatch guarda tutto e sente tutto”
“Riposa Sibilla”
Felicity ricambiò con un sorrisetto stiracchiato, contenta che Oliver fosse venuto a trovarla e che finalmente poteva ritornare a camminare, a essere una persona normale. Damien Darhk aveva tentato di spezzarla ma non ci era riuscito!
Lei era come il bambù che si muoveva al vento e non si spezzava.
Se solo Damien fosse stato vivo, lo avrebbe steso con un gancio potente!
Oliver doveva stare con lei il più possibile per aiutarla a sorreggersi e a farla sedere quando le gambe non ce la facevano a sostenerla.
“Oliver, ce la faccio da sola…”
“Hai camminato troppo”  disse Oliver avvicinandosi a lei “Ray mi ha detto che è meglio che tu non ti sforzi troppo”
Felicity roteò gli occhi, sorpresa e un po’ indispettita dall’atteggiamento di Oliver. I primi tempi era stato molto carino vederselo ronzare intorno, approfittare della sua bravura in cucina e mangiare i suoi manicaretti ma la sua attenzione stava cominciando a soffocarla e non voleva ferirlo, in quanto lei sapeva che lui lo faceva per il suo bene.
“Tu e Ray volete fare i miei badanti? Non mi dispiacerebbe avere due bei fusti ai miei piedi”
Oliver scoppiò a ridere e la baciò teneramente sulla fronte “Noto con gioia che la tua condizione non ha fatto perdere il tuo senso dell’humour. Ti dispiace se stasera esco…”
“Oliver, non mi devi domandare il…Accidenti!”
“Felicity, cosa succede?”
“Mi si sono rotte le acque”
“Adesso?”
“No, chiedono l’appuntamento preventivo” sbuffò Felicity torcendosi dal dolore “Portami in ospedale”
Da allora erano passati tre anni ed erano diventati genitori di due bimbi di nome Thea Moira e Thomas John Queen. Molti cattivi si erano susseguiti e avevano dato filo da torcere ma nessuno era riuscito ad eguagliare Damien e sicuramente questa era un bene per Oliver, il quale poteva stare più a contatto con la sua famiglia.
D’altronde ci pensavano i suoi figli a dargli del filo da torcere.
“Sarebbe un buon incentivo per iniziare la giornata, non credi?”
Felicity lo baciò e mangiando un pezzo di torta mormorò “Quanto tempo abbiamo prima che…?”
Non ebbe neanche il tempo di finire la frase che due piccoli pesti arrivarono di corsa e si gettarono nel letto, facendo cadere il vassoio con la torta e la tazza. La bambina si girò verso il fratellino e lo spintonò “Guarda che cosa hai fatto…”
“Io?” domandò il ragazzino stranito, pulendosi gli occhi sulla maglia e fissando severo la bambina “Sei stata tu”
“No, tu!”
“No, tu”
“Bambini, non litigate” disse Felicity comprensiva “Non ci fa nulla”
Oliver roteò gli occhi e si mise a pulire il disastro appena combinato. Thea lo abbracciò calorosa e gli disse “Papà, possiamo andare alle giostre oggi?”
L’uomo sbattè gli occhi stupefatto e poi i suoi occhi si spostarono verso il calendario, battendosi una mano sulla fronte per essersi dimenticato di avere progettato da tempo una visita al luna park della città. Da tempo a Star City era a piede libero un feroce criminale che aveva saccheggiato le migliori banche della città e la polizia era in serie difficoltà, in quanto il bastardo lasciava una bomba a innesco, la quale si attivava se vedeva una persona in divisa. L’unico in grado di fermarlo era lui ma non poteva deludere sua figlia…
La bimba lo guardò implorante e nei capelli castani tagliati corti lui ci rivide sua sorella, la stessa sorella che aveva deciso di trasferirsi all’estero, dopo la battaglia contro Damien Darkh e lo smantellamento dell’Hive.
Un trasferimento ritenuto necessario per ritemprare corpo e mente e soprattutto sfuggire al controllo di Malcom, il quale aveva tentato, senza troppo successo, di introdurla all’interno della Lega degli Assassini.
Thea era scappata via, il corpo agonizzante di Malcom, i membri della Lega degli Assassini che non avevano mosso un dito per salvare il loro capo, in quanto si era diffuso il malcontento per l’operato di Merylin e poi perché era salito al trono di Ra’s Al Ghul con l’inganno, in quanto il legittimo erede al trono era Oliver Queen ovvero Al-Sah-Him.
Molti avevano segretamente sperato che Malcom Merylin soffrisse tra atroci dolori.
Tra sorella e nipote c’era un legame fortissimo e ogni volta che c’era l’occasione, la piccola era attaccata allo schermo e raccontava alla zia tutto quello che aveva combinato a scuola e la sua casa si riempiva di risate che rendevano Oliver fiero di avere dei figli.
“Dovrebbero istituire la festa del “Sorriso di Oliver Queen!”. Santa Felicity che ti ha fatto ritornare sorridente!”
“Oliver, che cosa hai intenzione di fare?”
Lui temporeggiò molto, sapendo di essere più bravo a progettare piani per catturare criminali di ogni risma piuttosto che fare il bravo papà. Il genitore era un mestiere che  ancora doveva imparare e ogni giorno era una scoperta continua, un modo per crescere e maturare ogni volta. Guardò Felicity, il quale stava aspettando impaziente una sua risposta e i bambini, i quali ricambiarono il suo sguardo con un sorrisino.
Tommy si era messo vicino alla madre e avevano cominciato a parlare di computer e di altre stranezze tecnologiche, di cui Oliver ci capiva poco e nulla. Aveva dei piccoli riccioli biondi, il colore della nonna Donna, lei che lo adorava come non mai e quando poteva se lo prendeva e andavano a mangiare un gelato ed era la fotocopia al maschile di Felicity.
Se Thea voleva seguire le orme del papà, Tommy voleva seguire le orme della mamma e già aveva fatto progressi alla tenera età di quattro anni.
Thea sapeva tendere l’arco e ogni domenica si allenavano, divertendosi, utilizzando l’arco come un gioco e non come uno strumento di caccia e di giustizia.
Tommy era un piccolo genietto dei computer e ogni strumento elettronico era fonte di curiosità e di interesse per il piccolo di casa.
Erano il gioiello dei genitori.
Con lentezza, prese il cellulare e digitò il numero di John. Il telefono squillò per circa un minuto e dopo una voce femminile rispose “Oliver, dimmi”
“Ciao Lyla, scusami c’è John? Dovrei parlare con lui!”
“Aspetta, è qui”
Oliver aspettò il passaggio del telefono tra Lyla e John e dopo sentì il suo caro amico, nonché padrino del suo omonimo “Qualcosa non va, Oliver?”
L’eroe mascherato stava scoppiando a ridere e si trattenne solo per l’occhiata di sua moglie e rispose “Stasera non posso venire”
“Felicity sta male?”
Oliver si mordicchiò il labbro, imbarazzato come non mai “No, Thea e Tommy vogliono andare alle giostre!”
Per un attimo l’uomo sentì la risata fragorosa del suo collega e non seppe cosa fare, poi John disse “Amico, è la più bella notizia che potessi darmi. Non ti preoccupare, abbiamo tutto sotto controllo. Goditi un giorno da papà! Ti saluta Sara”
“Ciao Ollie, salutami Tommy e Thea”
Oliver attivò il vivavoce e Tommy e Thea gridarono a pieni polmoni “Ciaoooo Sara”
L’uomo chiuse il telefono e guardò i suoi figli, i quali erano trepidanti. Oliver cercò di darsi un contegno e poi si aprì in un sorriso enorme “D’accordo”
Thea e Tommy urlarono di gioia e scapparono a vestirsi, cantando “Andiamo alle giostre, andiamo alle giostre”. Felicity guardò Oliver vestirsi e gli disse “Andrà tutto bene, non preoccuparti. Almeno per oggi i cattivi possono riposarsi. Se anche non fosse, gli offriremo un giro sulle montagne russe. Almeno così si rilassano!”
Oliver si girò e fu orgoglioso del fatto che avesse deciso di sposarla. Tra di loro era lei quella più forte, quella che lo sosteneva e lo spronava e ogni giorno ringraziava il Cielo di averla conosciuta e di avere usato la scusa banale del caffè macchiato che era caduto sul portatile.
“Hai ragione…vuoi una mano d’aiuto?”
“Battista, prenditi un attimo di tregua. Ce la faccio da sola”
L’uomo annuì impacciato e la vide vestirsi con un bellissimo vestitino rosso, un colore che le stava d’incanto. Nella sua mente si stagliò il ricordo del loro primo appuntamento in cui lei si era presentata con un magnifico vestito rosso chiaro e lui l’aveva guardata rapito, sconcertato e ammirato che potesse diventare ancora più bella di quanto non lo fosse già. Finalmente fu tutto pronto e insieme andarono alle giostre, per una sana e divertente giornata da passare con i suoi figli. Durante il viaggio, Thea e Tommy si intrattennero giocando con le spade laser e Felicity a controllare una cosa sul tablet.
“Ti hanno mandato qualcosa?”
Felicity saltò in aria e si girò verso di lui “No, stavo controllando un’ e-mail di Curtis. Mi ha detto che gli introiti dell’azienda stanno schizzando alle stelle”
“Ho capito poco e niente ma sono d’accordo con te”
L’informatica scoppiò a ridere e si sporse a baciarlo. Thea battè sul sedile del passeggero e fece una linguaccia “Bleah”
Oliver si girò verso la figlioletta e le strizzò l’occhio “Thea, anche tu un giorno bacerai”
Thea incrociò le braccia “Sicuramente darò calci nel sedere a chi lo farà”
Oliver ridacchiò compiaciuto e ricevette un pugno sul braccio da Felicity “Non sei divertente, Ollie!”
“Io la controllerò con un dispositivo di localizzazione” disse Tommy in tono serio.
 “Bravo, il mio piccolino”
Padre e figlia si scambiarono uno sguardo di smarrimento e finalmente videro all’orizzonte le giostre. Il parco dove si trovavano era strapieno e Oliver non potè non pensare al fatto che un cattivo poteva avere tutte le ragioni del mondo per attaccare la sua famiglia. Era l’occasione ideale per sferrare un attacco a sorpresa, specialmente perché erano vulnerabili. Poi l’uomo scosse la testa e si costrinse a essere felice, a pensare che almeno un giorno poteva godere di un sacrosanto giorno di gioia, senza stare in guardia, senza avere il fiato sul collo. Thea e Tommy scapparono dal venditore che vendeva lo zucchero filato e poi la loro attenzione si spostò verso le montagne russe.
I loro occhi fissarono rapiti l’ottovolante con la gente che urlava, chi dalla contentezza e chi dal terrore assoluto.
“Possiamo salirci?”
Il giostraio si mordicchiò il labbro, indeciso sul da farsi “Non autorizziamo l’acceso ai bambini al di sotto dei dodici anni, motivi di sicurezza”
“Sono…”
“Alfred, puoi lasciarli passare. Sono miei amici, non succederà nulla di male!”
Oliver Queen si girò a guardare ma non vide nessuno tra le tante persone che c’erano all’interno del parco. Ricambiò lo sguardo incredulo di Felicity e dopo videro Alfred staccare il cordone di sicurezza e a farli salire.
“Prego!”
Si sedettero insieme agli altri e pian piano cominciarono ad andare sempre più veloce. Alla prima curva Thea scoppiò a ridere, Tommy scoppiò a piangere e Felicity gridò “Perché vi ho seguito?”
Il giro continuò per molto e molto tempo e Oliver in tutti i giri e i capovolgimenti si sentì felice, felice come non era mai stato nella sua vita. Era lì con la sua famiglia, i cattivi potevano stare a riposo e niente poteva interrompere la sua felicità, chiunque lo avesse fatto, sarebbe stato colpito da una freccia. Cacciare criminali, assicurarli alla giustizia non era niente a confronto di stare con la sua amata e i suoi figli. Prese la mano della donna e la strinse a sé per darle coraggio.
“Ci sono”
“Non avevo alcun dubbio a tal proposito”
L’informatica ricambiò il gesto e si godettero la giostra. Ci fu un giro dove furono capovolti e con il sangue al cervello l’eroe mascherato di Star City prese una decisione importante, una decisione che doveva prendere già tanto tempo fa ma poi la routine quotidiana aveva sommerso tutto.
“Fel, posso chiederti una cosa?”
“Non c’è campo..”
“Scema, seriamente posso chiederti una cosa?”
“L’utente da lei chiamato non può essere al momento raggiungibile. La preghiamo di telefonare più tardi!”
“Felicity Megan Smoak…”
“Devo aspettarmi che tu dica la frase “Tu hai tradito questa giostra?”
“Mi fai finire, per Artemide!”
“La devi smettere di leggere libri sulla mitologia!”
Oliver roteò gli occhi divertito, sapendo che poteva andare per le lunghe quello scontro verbale, Felicity era una combattente nata e stuzzicava la sua fantasia “Visto che l’ultima volta che mi sono inginocchiato per chiederti di sposarmi…”
“Damien Darhk ci ha usato come bersagli a freccette…”
“E poi abbiamo fatto una cerimonia frettolosa, troppo spaventati per il fatto che Damien stesse mettendo a ferro e fuoco la città…”
Thea diede un colpetto alla spalla del papà e lo incitò “Dillo che la vuoi sposare di nuovo!”
L’uomo scoppiò a ridere, colpito dalla intraprendenza di sua figlia e scrollò le spalle affermando “Ha detto tutto Thea”
L’informatica ricambiò la risata e annuì “Io ti sposerei mille volte, Oliver. Anche con un apocalisse in corso”
I compagni di viaggio scoppiarono in un applauso fragoroso, entusiasti del fatto che ci fosse stata una proposta di matrimonio sulle montagne russe. Thea e Tommy fecero finta di vomitare per la scena melensa e tutto andò bene.
“Vi vogliamo bene”
 Alla fine scesero dalle montagne russe e Felicity “ Se non c’è un po’ di adrenalina…”
“Non c’è gusto. Tutto sommato questa è stata una tranquilla giornata adrenalinica”
Felicity lo baciò e lo abbracciò, vedendo un raggiante Tommy Merylin strizzare l’occhio, contento che finalmente il suo migliore amico aveva raggiunto la serenità, dopo tanti anni di sofferenze e tristezze. Poi continuarono a fare il giro delle giostre, sollevati di avere una giornata tutta per loro e che la città era al sicuro, sorvegliata da John e Nyssa.
Per un giorno i cattivi potevano fare a meno di loro.
Era solo una tranquilla giornata…adrenalinica.

 
  
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